I quali ho rapporti difficili,

Gentili Medici,
Vi scrivo perché soffro di ansia da più di 20 anni e sono in cura con un antidepressivo che tiene a bada il disturbo anche se non totalmente. Per molti anni sono stata bene ma negli ultimi 4 anni ho avuto di nuovi attacchi di panico e forte ansia, ho avuto molti problemi lavorativi, sentimentali e familiari in questi anni. Adesso mi trovo in un momento difficilissimo perché mi sto separando dal mio compagno perché la storia non funzionava più da tanto e la piccola attività che ho con lui sta andando a rotoli. Ho gravi problemi economici che mi costringono spesso a dover mangiare a casa dei miei genitori con i quali ho rapporti difficili, a non poter frequentare amicizie o a provvedere a cure mediche tipo dentista ecc. Insomma la mia sussistenza è compromessa e vivo in un costante senso di ansia e preoccupazione perché dipendo totalmente dagli aiuti dei miei o da quelli del mio attuale fidanzato. Sono laureata a pieni voti e mi sono impegnata al massimo nella mia attività ed ora questa vita al limite della sopravvivenza mi umilia fino al punto di pensare spesso al suicidio non riuscendo più a sopportare questa condizione che negli anni è andata sempre peggiorando. Sono in cura da una psicoterapeuta anche se ultimamente non riesco ad andare sempre per problemi economici e mi rendo conto di avere bisogno di aiuti ma non so come fare. Ho timore di dare preoccupazione ai miei parlando dei miei brutti pensieri e non mi sento di parlarne con il mio fidanzato perché la storia è fresca e non vorrei perderlo dato che è l’unica “cosa buona” che ho adesso. Forse potrei parlarne con la mia psicologa quando potrò andarci ma ho timore di essere giudicata anche da lei oppure che mi dica che devo ricoverarmi o cose simili, mi vergogno molto di me e dei miei pensieri. Vorrei vivere, stare bene, mettere a posto la mia vita eppure una forza mi spinge verso il basso e mi fa pensare alla morte come soluzione unica, anche adesso sono sola in casa ad ho paura di me, non mi fido di me stessa. So che devo lanciare un sos ma non so come fare e da chi farmi aiutare, di recente alcuni dei miei conoscenti si sono suicidati compreso il mio vicino di casa e questo pensiero mi spaventa ancora di più. Come potrei fare per uscire da questo tunnel? Grazie
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Dr.ssa Magda Muscarà Fregonese Psicoterapeuta, Psicologo 3.8k 149
Carissima , sì Lei ora ha dei problemi , ma anche alcune cose che vanno discretamente bene, provi ad informarsi , al sindacato o ad una associazione di colleghi di lavoro se la sua situazione lavorativa non possa essere migliorata in qualche modo..ci vuole un tecnico del settore. Anche avere un fidanzato è positivo, deve cercare di stare calma e lucida , vada dal suo medico di base per farsi indicare un Collega de visu che l'aiuterà a chiarire le difficoltà e le sue risorse..forse anche un leggero mirato supporto farmacologico potrebbe aiutarla ad avere su tutto uno sguardo più sereno e pragmatico.. Coraggio ci vuole e capisco che non è facile per niente, bisogna provarci però, ci riscriva , noi restiamo in ascolto e l'aspettiamo..

MAGDA MUSCARA FREGONESE
Psicologo, Psicoterapeuta psicodinamico per problemi familiari, adolescenza, depressione - magda_fregonese@libero.it

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Utente
Utente
La ringrazio Dottoressa per i suoi consigli, oggi vedrò la psicoterapeuta che mi segue da 2 anni so che in qualche modo mi aiuterà, di certo so anche che devo assolutamente parlarle di questi miei pensieri. Mi sento un po’ demoralizzata dalla psicoterapia in genere perché ho fatto 15 anni di psicoterapia presso una terapeuta molto brava e stimata e mi ha aiutata molto ( infatti per tanti anni non ho avuto attacchi di panico o crisi depressive solo un po’ di ipocondria ). In questi ultimi anni però dopo la ricaduta ho provato di tutto, di nuovo con lei ma non funzionava più, poi ho fatto terapia strategica breve, cognitivo comportamentale e adesso sistemico relazionare con EMDR da 2 anni. Insomma sembra che su di me tutto faccia un po’ ma nulla sia risolutivo ( forse solo in tempi lunghissimi ) e anche i farmaci più che tenere un po’ a bada i sintomi non fanno. Cosa altro potrei fare?
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