Conseguenze di una madre indifferente
Buongiorno, sono una ragazza di 18 anni e penso che alcuni miei"problemi" possano essere collegati al rapporto inesistente con mia madre.
Ho avuto un papà "materno"comprensivo, pacato, attento, affettuoso, che ho preso come modello di riferimento. Mia madre è"paterna",fredda, maschile nell'aspetto e nel carattere,manesca (gridava in maniera non normale,una volta mi ha rotto il naso,una porta e innumerevoli oggetti, è stata richiamata dai miei nonni paterni i quali sono stati subito zittiti, dopo i miei 7 anni non è più entrata in camera mia per pulirla, di conseguenza non ho mai portato amiche a casa, a schiaffi mi ha rotto gli occhiali molte volte, quando avevo dodici anni e avevo avuto qualche episodio di autolesionismo lei aveva visto i tagli sulle braccia e aveva fatto solo un'espressione schifata, senza dirmi nulla...sfogava praticamente il suo nervoso su di me), con mio fratello invece riusciva a trattenersi di più. Ero molto attacca a lei nei primi anni di vita, ma quest'attaccamento naturale e biologico non è stato mai rafforzato, anzi mi sono distaccata in quanto il legame che avevo si basava sulla paura, fino ad arrivare all' indifferenza nella quale sono tutt'ora. Le sono grata per avermi dato i beni materiali, ma non provo niente, solo indifferenza(di questo ne sono contenta ma razionalmente capisco che è strano). Mi iscrissi al liceo e nonostante fui bocciata quell'anno incontrai un professore (di altre classi, aveva letto alcuni miei racconti) che capii subito sarebbe stata la mia guida e lo è tutt'ora, un rapporto sano che mi ha aiutato moltissimo. Mi attaccai morbosamente anche a un'altra professoressa, che capisco di amare in modo malato (ho sentito la sua voce anche quando non era presente... su di lei avrei da scrivere tanto ma riassumo tutto in un attaccamento malato in quanto mi rendo conto di non essere più "io" che la venero ma una vera e propria malattia che ha prosciugato le mie energie fino ad oggi)
Sono femminile, ho un carattere simile a quello di mio padre e sono attratta da donne in particolar modo da transessuali, questa cosa è saputa da tutte le persone che mi conoscono e non mi ha mai creato alcun disagio.
La mia sofferenza sta nell'essere stupida a scuola: studio, mi impegno, mi piace quello che studio e ho provato molti metodi ma proprio non capisco (a parte i temi e la produzione scritta nella quale non ho mai avuto problemi)Ho "paura degli altri", non riesco a manifestare la mia presenza, a dire "anch'io ci sono" e questo mi fa molto male perchè la paura che penso sia causata dal rapporto con mia madre mi blocca. Ho molte passioni e al di fuori della famiglia ho incontrato persone che mi stanno dimostrando che anch'io "valgo", prima fra tutte la mia migliore amica. Ma la cosa che mi causa troppa sofferenza è vedere risultati, in ambito scolastico, che non posso spiegarsi se non con "stupidità". Per il resto sono serena,ho delle persone che dimostrano di volermi bene.
Ho avuto un papà "materno"comprensivo, pacato, attento, affettuoso, che ho preso come modello di riferimento. Mia madre è"paterna",fredda, maschile nell'aspetto e nel carattere,manesca (gridava in maniera non normale,una volta mi ha rotto il naso,una porta e innumerevoli oggetti, è stata richiamata dai miei nonni paterni i quali sono stati subito zittiti, dopo i miei 7 anni non è più entrata in camera mia per pulirla, di conseguenza non ho mai portato amiche a casa, a schiaffi mi ha rotto gli occhiali molte volte, quando avevo dodici anni e avevo avuto qualche episodio di autolesionismo lei aveva visto i tagli sulle braccia e aveva fatto solo un'espressione schifata, senza dirmi nulla...sfogava praticamente il suo nervoso su di me), con mio fratello invece riusciva a trattenersi di più. Ero molto attacca a lei nei primi anni di vita, ma quest'attaccamento naturale e biologico non è stato mai rafforzato, anzi mi sono distaccata in quanto il legame che avevo si basava sulla paura, fino ad arrivare all' indifferenza nella quale sono tutt'ora. Le sono grata per avermi dato i beni materiali, ma non provo niente, solo indifferenza(di questo ne sono contenta ma razionalmente capisco che è strano). Mi iscrissi al liceo e nonostante fui bocciata quell'anno incontrai un professore (di altre classi, aveva letto alcuni miei racconti) che capii subito sarebbe stata la mia guida e lo è tutt'ora, un rapporto sano che mi ha aiutato moltissimo. Mi attaccai morbosamente anche a un'altra professoressa, che capisco di amare in modo malato (ho sentito la sua voce anche quando non era presente... su di lei avrei da scrivere tanto ma riassumo tutto in un attaccamento malato in quanto mi rendo conto di non essere più "io" che la venero ma una vera e propria malattia che ha prosciugato le mie energie fino ad oggi)
Sono femminile, ho un carattere simile a quello di mio padre e sono attratta da donne in particolar modo da transessuali, questa cosa è saputa da tutte le persone che mi conoscono e non mi ha mai creato alcun disagio.
La mia sofferenza sta nell'essere stupida a scuola: studio, mi impegno, mi piace quello che studio e ho provato molti metodi ma proprio non capisco (a parte i temi e la produzione scritta nella quale non ho mai avuto problemi)Ho "paura degli altri", non riesco a manifestare la mia presenza, a dire "anch'io ci sono" e questo mi fa molto male perchè la paura che penso sia causata dal rapporto con mia madre mi blocca. Ho molte passioni e al di fuori della famiglia ho incontrato persone che mi stanno dimostrando che anch'io "valgo", prima fra tutte la mia migliore amica. Ma la cosa che mi causa troppa sofferenza è vedere risultati, in ambito scolastico, che non posso spiegarsi se non con "stupidità". Per il resto sono serena,ho delle persone che dimostrano di volermi bene.
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Gentile ragazza, spiace leggere quanto dolore e quanto freddo c'è nella sua vita , nonostante incontri importanti con persone sensibili.. Ci si domanda perchè sua madre si comporti così , ma soprattutto ci si domanda perchè la famiglia non si occupi della cosa e non prenda delle decisioni opportune facendola curare. suo padre cosa fa ? sono ancora insieme.. ? non credo affatto che Lei sia stupida, scrive bene , con una sensibilità e una capacità riflessiva notevole.. Penso che quando viene interrogata , quando deve fare uno scritto che viene poi valutato.. una grigia nebbia si posi su quello che ha studiato, perchè ha paura di sbagliare, perchè teme il giudizio, perchè a priori teme di non sapere fare, dire, rispondere. Le consiglio di farsi consigliare dal suo medico di base , dopo avergli parlato della situazione, un Collega con cui intraprendere un percorso.. si sentirà compresa e accettata e potrà riflettere, ricordare ed anche alla fine rimuovere tante cose del suo passato.. quelle che le fanno così male da bloccarla..Spero che mi creda e lo faccia, abbiamo dei doveri verso noi stessi, aiuti la ragazza intelligente che è in Lei a sbocciare..Restiamo in ascolto , con molti auguri e pensieri affettuosi..
MAGDA MUSCARA FREGONESE
Psicologo, Psicoterapeuta psicodinamico per problemi familiari, adolescenza, depressione - magda_fregonese@libero.it
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Utente
Gentile dott.ssa Magda, prima di tutto la ringrazio molto per la sua risposta, in quanto ha riacceso in me la consapevolezza di poter cambiare gli aspetti negativi della mia vita.
Qualche giorno fa io e la mia migliore amica, dopo aver parlato, abbiamo cercato uno psicologo della nostra nostra e lo abbiamo contattato... Sono positiva, ma ho due problemi, il primo è economico in quanto immagino che ci vorranno un po' di sedute e visto che i miei genitori non sono a conoscenza di questa mia idea non potrei permettermi più di una visita al mese... e anche se non so che percorso faremo mi rendo conto che è poco... Il secondo problema, che capisco possa derivare dalla stessa insicurezza che mi spinge ad andarci, riguarda il fatto che non so come possa essermi d'aiuto... Penso di avere una personalitá profondamente dipendente... e non lo sopporto!
Qualche giorno fa io e la mia migliore amica, dopo aver parlato, abbiamo cercato uno psicologo della nostra nostra e lo abbiamo contattato... Sono positiva, ma ho due problemi, il primo è economico in quanto immagino che ci vorranno un po' di sedute e visto che i miei genitori non sono a conoscenza di questa mia idea non potrei permettermi più di una visita al mese... e anche se non so che percorso faremo mi rendo conto che è poco... Il secondo problema, che capisco possa derivare dalla stessa insicurezza che mi spinge ad andarci, riguarda il fatto che non so come possa essermi d'aiuto... Penso di avere una personalitá profondamente dipendente... e non lo sopporto!
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Cara ragazza, sono contenta che tu ti sia attivata, questo contatto può essere un grande aiuto anche con una seduta ogni mese, avresti un porto, un punto di riferimento.. che ti renderebbe meno insicura.. e’ la paura del giudizio che impedisce di utilizzare le cose che uno ha studiato, e’ questa paura che bisogna eliminare , attraverso l’alleanza terapeutica che sentirai nascere e crescere man mano che il Collega che avrà il piacere di aiutarti ti conoscera’.. Non ti autosqualificare, chiedi spiegazioni ai professori, con coraggio..! Auguri davvero..
[#4]
Utente
cara Dott.ssa Magda,
è passato un anno dal mio consulto e in questo anno, oltre ad aver "collezionato" un'altra bocciatura, ho effettuato circa sei mesi (non continuativi) di colloqui con lo psicologo di cui le parlavo. Sia io sia il dottore ci siamo impegnati con serietà, ma avevamo la tendenza a scontrarci, a litigare, nonostante i suoi tentativi (mi ha ripetuto molte volte che "non siamo qui per fare braccio di ferro.."). Nonostante i litigi e il fatto che non ho migliorato nemmeno uno dei miei problemi mi sento di dire che è stato competente con me; ho interrotto gli incontri principalmente perchè avevo finito le risorse economiche.
Questo dottore mi ha diagnosticato un disturbo della personalità (non mi ha detto quale, ma penso sia dovuto al fatto che spesso ci siamo scontrati a causa della mia quasi assoluta mancanza di moralità)
e disturbi della sessualità (ho una parafilia sconosciuta qui in italia, lui non l'aveva mai sentita nonostante fosse specializzato in sessualità, poichè il mio problema non riguarda nè oggetti, nè persone non consenzienti, nè sadomasochismo, nè esibizionismo, nè osservare di nascosto...) non dico di cosa si tratta semplicemente per timore di essere riconosciuta.
Lo psicologo mi ha inoltre detto di essere narciaista, e ciò lo confermo anchio.
Le chiedo ancora, se non la disturbo, di potermi indicare anche in modo generale, una possibile strada da seguire. La ringrazio
è passato un anno dal mio consulto e in questo anno, oltre ad aver "collezionato" un'altra bocciatura, ho effettuato circa sei mesi (non continuativi) di colloqui con lo psicologo di cui le parlavo. Sia io sia il dottore ci siamo impegnati con serietà, ma avevamo la tendenza a scontrarci, a litigare, nonostante i suoi tentativi (mi ha ripetuto molte volte che "non siamo qui per fare braccio di ferro.."). Nonostante i litigi e il fatto che non ho migliorato nemmeno uno dei miei problemi mi sento di dire che è stato competente con me; ho interrotto gli incontri principalmente perchè avevo finito le risorse economiche.
Questo dottore mi ha diagnosticato un disturbo della personalità (non mi ha detto quale, ma penso sia dovuto al fatto che spesso ci siamo scontrati a causa della mia quasi assoluta mancanza di moralità)
e disturbi della sessualità (ho una parafilia sconosciuta qui in italia, lui non l'aveva mai sentita nonostante fosse specializzato in sessualità, poichè il mio problema non riguarda nè oggetti, nè persone non consenzienti, nè sadomasochismo, nè esibizionismo, nè osservare di nascosto...) non dico di cosa si tratta semplicemente per timore di essere riconosciuta.
Lo psicologo mi ha inoltre detto di essere narciaista, e ciò lo confermo anchio.
Le chiedo ancora, se non la disturbo, di potermi indicare anche in modo generale, una possibile strada da seguire. La ringrazio
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Carissima, mi ha fatto piacere ritrovarla e mi spiace la colorazione .. conflittuale del rapporto che ha avuto col suo psicoterapeuta .. riprovi anche nella struttura pubblica .. ci sono
Colleghi più bravi e collaudati di quello che uno pensa.. coraggio, la vita è
bella, guardi più in alto con fiducia.. un pensiero anche affettuoso.. ci riscriva.. Lei ha bisogno non di etichette ma di empatia ..
Colleghi più bravi e collaudati di quello che uno pensa.. coraggio, la vita è
bella, guardi più in alto con fiducia.. un pensiero anche affettuoso.. ci riscriva.. Lei ha bisogno non di etichette ma di empatia ..
Questo consulto ha ricevuto 5 risposte e 6.5k visite dal 20/01/2018.
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