Non so più cosa fare nella vita
Gentili dottori, come da titolo, io non so più cosa voglio fare nella vita. Vado presto al dunque.
Mi sono laureata due anni e mezzo fa in giurisprudenza, con il massimo dei voti. Prima di terminare il percorso avevo astrattamente iniziato a pensare ad un concorso di livello internazionale (mi sono sempre interessate le materie di questo tipo, le lingue etc) e ad un dottorato. Mia mamma, però, si è subito mostrata contraria perché le sembravo poco concreta nei miei progetti. Allora ho intrapreso la strada della stragrande maggioranza di coloro che hanno la mia laurea, dal momento che tutti mi consigliavano di fare così. Ero convinta anche io di essere portata per questo concorso, per il mio senso di giustizia verso il mondo e la mia correttezza.
Sono arrivata ad odiare questo concorso. Non mi sento all'altezza di sostenerlo, non sento di avere il grado di memoria adeguato per imparare cose in cui molte cose mi risultano di una noia assurda. Non riesco a conformare il mio cervello. Penso solo di non avere le giuste capacità. Odio tutta questa competizione, odio il fatto che mia mamma ci tenga solo perché così ha una figlia che fa un lavoro prestigioso (e possibilmente vicino casa) . Mio padre odia chi esercita questa professione e l'accetta solo perché attribuisce un buon stipendio. Mi criticano sempre, ferocemente, gli altri sono sempre più furbi e concreti rispetto a me. Ho provato dei quiz per un altro concorso prestigioso e mi sono impegnata (mentre i miei mi criticavano tutti i giorni, dicendomi che tanto sarei stata bocciata perché vanno avanti solo i raccomandati e comunque era una prova impossibile) ma non è andata perché per la frenesia ne ho sbagliate alcune. Ero così contenta di star riuscendo che ho sbagliato una delle domande più cretine. La circostanza di tornare a studiare per il vecchio concorso, in questa casa in cui si è costantemente sotto controllo, mi crea un profondo malessere, pensando soprattutto all'elevatissima probabilità di fallimento che getterebbe ancora più discredito su di me dinanzi alla mia famiglia e a tutte le persone che mi hanno criticata, e dunque all'inutilità. Per mia madre, non riuscire equivale ad essere spazzatura. E io, che dipendo economicamente da lei, mi sento in trappola. Non so più se quella che ho intrapreso è la mia strada oppure no. Sono molto avvilita e non riesco a vedere avvenimenti positivi nel mio futuro. Non so se sono depressa, confusa o semplicemente pazza per i continui sbalzi di umore che mi affliggono, tra "devo combattere" e "non sono all'altezza". Per favore, aiutatemi a capire. Grazie
Mi sono laureata due anni e mezzo fa in giurisprudenza, con il massimo dei voti. Prima di terminare il percorso avevo astrattamente iniziato a pensare ad un concorso di livello internazionale (mi sono sempre interessate le materie di questo tipo, le lingue etc) e ad un dottorato. Mia mamma, però, si è subito mostrata contraria perché le sembravo poco concreta nei miei progetti. Allora ho intrapreso la strada della stragrande maggioranza di coloro che hanno la mia laurea, dal momento che tutti mi consigliavano di fare così. Ero convinta anche io di essere portata per questo concorso, per il mio senso di giustizia verso il mondo e la mia correttezza.
Sono arrivata ad odiare questo concorso. Non mi sento all'altezza di sostenerlo, non sento di avere il grado di memoria adeguato per imparare cose in cui molte cose mi risultano di una noia assurda. Non riesco a conformare il mio cervello. Penso solo di non avere le giuste capacità. Odio tutta questa competizione, odio il fatto che mia mamma ci tenga solo perché così ha una figlia che fa un lavoro prestigioso (e possibilmente vicino casa) . Mio padre odia chi esercita questa professione e l'accetta solo perché attribuisce un buon stipendio. Mi criticano sempre, ferocemente, gli altri sono sempre più furbi e concreti rispetto a me. Ho provato dei quiz per un altro concorso prestigioso e mi sono impegnata (mentre i miei mi criticavano tutti i giorni, dicendomi che tanto sarei stata bocciata perché vanno avanti solo i raccomandati e comunque era una prova impossibile) ma non è andata perché per la frenesia ne ho sbagliate alcune. Ero così contenta di star riuscendo che ho sbagliato una delle domande più cretine. La circostanza di tornare a studiare per il vecchio concorso, in questa casa in cui si è costantemente sotto controllo, mi crea un profondo malessere, pensando soprattutto all'elevatissima probabilità di fallimento che getterebbe ancora più discredito su di me dinanzi alla mia famiglia e a tutte le persone che mi hanno criticata, e dunque all'inutilità. Per mia madre, non riuscire equivale ad essere spazzatura. E io, che dipendo economicamente da lei, mi sento in trappola. Non so più se quella che ho intrapreso è la mia strada oppure no. Sono molto avvilita e non riesco a vedere avvenimenti positivi nel mio futuro. Non so se sono depressa, confusa o semplicemente pazza per i continui sbalzi di umore che mi affliggono, tra "devo combattere" e "non sono all'altezza". Per favore, aiutatemi a capire. Grazie
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Gentile utente,
Mia madre ...
mio padre...
la mia famiglia...
tutte le persone che mi hanno criticata..
"Gli altri" sono molto presenti in questo consulto, troppo;
Lei troppo poco.
"..tutti mi consigliavano di fare così.."
e Lei si ascolta a sufficienza per consigliar-si con se stessa?
Comprendo che il dipendere economicamente sia una forma grave di carenza nella libertà di decidere,
ma c'è necessità di centrarsi su di sè,
su propri bisogni e desideri.
Se da sola non ce la fa,
chieda aiuto alla psicologa del consultorio (gratis o solo ticket).
Mia madre ...
mio padre...
la mia famiglia...
tutte le persone che mi hanno criticata..
"Gli altri" sono molto presenti in questo consulto, troppo;
Lei troppo poco.
"..tutti mi consigliavano di fare così.."
e Lei si ascolta a sufficienza per consigliar-si con se stessa?
Comprendo che il dipendere economicamente sia una forma grave di carenza nella libertà di decidere,
ma c'è necessità di centrarsi su di sè,
su propri bisogni e desideri.
Se da sola non ce la fa,
chieda aiuto alla psicologa del consultorio (gratis o solo ticket).
Dr. Carla Maria BRUNIALTI
Psicoterapeuta, Sessuologa clinica, Psicologa europea.
https://www.centrobrunialtipsy.it/
[#2]
Utente
Gentile dottoressa, io so solo che la vita in casa mi è insopportabile. Mi sento smarrita e sola, e nessuno si interessa di come sto perché dovrei immediatamente riprendermi, non sono ammesse defaillances. In tutto ciò il mio ex ragazzo, di tutt'altra collocazione geografica, mi sta spronando a fare tutti i concorsi per ottenere l'indipendenza economica (premetto che la relazione finì proprio a causa del pressioni dei miei). Non so però fino a che punto provare le strade perché mossa dalla disperazione sia un bene per me. Io vorrei solo fare in futuro un lavoro che mi piace. Ho messo grande entusiasmo e determinazione nelle prove che finora ho affrontato, però ora sono esausta e triste
Questo consulto ha ricevuto 2 risposte e 3.4k visite dal 17/01/2018.
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