Non ce la faccio piú
Scrivo perchè sinceramente non riesco piú a sopportare mia madre. I miei genitori sono separati, e vivo distante da mio padre... Quindi diciamo che nella quotidianità parlo piú con mia mamma. Il problema è proprio lei: so che che la sua vita non è stata del tutto facile, ma io non riesco piú a sopportarla, non vedo l'ora di iniziare università! Decide con chi devo uscire, non gli sta bene che esco con determinate persone (ragazze e ragazzi per bene eh). Mi tratta come se fossi uno zerbino.. Anzi non mi tratta. Quando le racconto qualcosa, neanche mi ascolta; anche quando le dico qualcosa di bello, non sorride neanche... Nemmeno se gli dico una barzelletta. Non ha voglia di fare niente, neanche di farmi qualche favore. Mi mette pressione, mi mette ansia su varie questioni come i soldi. Mi ha fatto diventare "tirata" da questo punto di vista, per quanto mi ha messo pressione. Una volta mi ha detto che non avendo piú il lavoro, si è ritrovata a pulire le case degli altri per colpa mia!! Per farmi mangiare... Ma, è lei che mi ha messo al mondo, non è colpa mia. Tuttavia, so che mi vuole bene. Sarebbe assurdo pensare il contrario, ma io mi sento sempre sotto accusa, ho paura di farle un discorso, ho paura del suo giudizio. Io sono una ragazza responsabile, ma ho le mie colpe anche io ovviamente. Le rispondo male, ma non sono una cattiva persona, o una "str****" come dice lei. Io rispondo male solo quando vedo che lei attacca me. Mi urla contro, ma per urlare intendo fino a perdere la voce. Non mi dice neanche la buonanotte, anche se puó sembrare una cosa stupida. A volte peró mi tratta come una bambina, mi sottovaluta, tantissimo. Pensa che io non sappia fare niente, non mi ha mai elencato un mio pregio. Da' sempre la ragione agli altri e mai a me. Se avessi fratelli o sorelle, mi sfogherei con loro, mi farebbero un po' cambiare aria, ma no. Sono sola e quindi tengo tutto dentro e non riesco a buttarlo fuori. Questo suo comportamento mi ha portato a chiudermi in me stessa e a non rivolgerle piú tante di quelle parole. Siamo praticamente due conoscenti. Mi dispiace perchè vedo le mie amiche che hanno un bel rapporto con la loro mamma: scherzano, si parlano, si raccontano.. E io non so neanche il suo piatto preferito. È una situazione invivibile, lei isterica tutti i giorni e io già nervosa per altre cose. Scusate per la lunghezza, spero di essere stata chiara.
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Chiarissima, purtroppo. Situazioni come la sua ce ne sono più di quante non si immagini, dietro la bella facciata dei miti sull'amore della mamma e altre simili concezioni che sono poco realistiche e non tengono nessun conto del fatto che gli esseri umani non sono tutti uguali, che sono imperfetti e che possono attraversare periodi della vita in cui stanno male, e incapaci di chiedere aiuto fanno star male quelli che hanno intorno, per primi i più vicini, i più fragili, quelli che dipendono da loro: i figli. Così, per questi ultimi, alla sofferenza oggettiva si unisce la distonia cognitiva: i figli cominciano a dubitare di sé stessi, all'insegna del sillogismo contrabbandato da tutti: "Una mamma vuole sempre bene ai figli, per qualche legge divina; se la mia questo bene non lo dimostra, di sicuro l'errore sta in me". E via a mutilare la propria vita, a controllare le proprie amicizie, a sacrificare ogni proprio slancio vitale, alla ricerca spasmodica di un affetto che ci viene comunque negato. Ci vergogniamo e non ne parliamo nemmeno con gli amici, tanto siamo sicuri di essere i principali artefici della nostra sfortuna. Lei scrive: "Tuttavia, so che mi vuole bene. Sarebbe assurdo pensare il contrario, ma io mi sento sempre sotto accusa, ho paura di farle un discorso, ho paura del suo giudizio". Le posso dare due consigli: uno è quello di parlare con uno psicologo, ce n'è a scuola, nei consultori e alle ASL; il secondo è quello di trovare una strada di conciliazione fra le richieste di sua madre e il suo benessere personale, cercando di voler bene prima di tutto a se stessa. Vedrà che per questa via riuscirà ad aiutare anche sua madre. Auguri di cuore, e scriva ancora, se vuole.
Prof.ssa Anna Potenza (RM) gairos1971@gmail.com
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Utente
Non so come ringraziarla per avermi risposto e per il modo in cui l'ha fatto. È vero, ogni volta che è nervosa per cose sue, riversa il suo nervosismo su di me. E allora io mo devo adattare al suo comportamento, ma una figlia zerbino non la faccio e non la faró mai; ho imparato a farmi rispettare nel tempo, ma certe cose non cambiano mai. A volte ho ipotizzato anche di lasciare casa, ma non è una cosa facile. Grazie di cuore ancora dr.ssa
Questo consulto ha ricevuto 2 risposte e 1.9k visite dal 13/01/2018.
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