Doc da relazione - Doc omosessuale
Buonasera, è la prima volta che pubblico qualcosa in questo sito. Non sono un tipo di molte parole, preferisco arrivare al nocciolo del problema. E' da 6 mesi che soffro di pensieri ossessivi altalenanti. In età adolescenziale ho avuto a che fare con questo genere di cose, ma dopo un tot di periodo tutto passava.Si dice che l'esperienza aiuti a crescere, ma ogni qualvolta che mi ritrovo in questa trappola è come se fosse la prima volta.Sarà perché il contenuto delle ossessioni cambia e fa sempre più paura! E dire che ho 22 anni.Dovrei sentirmi matura sotto certi aspetti, ma è come se non lo fossi alla fine...Sono fidanzata da quasi due anni con un ragazzo che amo alla follia.Per questioni lavorative, ci vediamo molto spesso adesso, cosa che prima non succedeva. Ed è bellissimo. Ho sempre voluto che fosse così.Ma tutto può filare sempre liscio? NO! Subentra il doc da relazione in un giorno qualsiasi della settimana, così dal nulla. Andiamo molto d'accordo, ci confrontiamo spesso anche quando la pensiamo in modo diverso, lo considero l'uomo della mia vita. Ma no, al Doc questo non basta.Mi tormenta di domande continue: "e se non ti mancasse? e se non lo amassi più? E se ti schifassi a baciarlo?".Senza parlare di quando devo collaborare con qualche mio collega o se vedo qualche ragazzo per strada."Ah, ma quindi ti piace il tuo collega? Ti ci vorresti fidanzare e lasciare il tuo?Ci faresti mai qualcosa sessualmente?" Questo capitò pensando anche ad un mio ex.E le compulsioni non smettono mai di cessare, perché il contenuto è talmente sgradevole che necessito di controbatterlo, ma so che così facendo la situazione peggiora.Prima del doc da relazione, avevo avuto altre ossessioni che poi passarono e lasciarono posto a quest'ultimo.Prima delle ossessioni, se vedevo un ragazzo bello per strada, figurarsi se mi facevo tutte queste fisime mentali. Dicevo: "è un bel ragazzo". Stop. Ma adesso non so come uscirne.Piango, mi dispero. Quando sono con il mio ragazzo, vorrei vivermi a pieno le cose come vorrei, come facevo prima. Ma invece, c'è questa continua lotta mentale. Queste scene mentali mi distruggono. Per non parlare del doc omosessuale. Sempre la solita tattica. "E se ti piacessero le femmine? E se lo volessi negare a te stessa?" susseguite da immagini mentali sessuali oscene. Nei momenti più rilassanti, mi rendo conto dell'assurdità di questi pensieri e mi chiedo: "ma sono stupida? Ma come faccio a macinarmi il cervello per queste cavolate?" E riesco a vedere tutto più lucidamente.Poi le ossessioni RITORNANO.Credo di impazzire. Mi sento costantemente in colpa perché non voglio pensare cose che non mi appartengono. E la cosa più brutta è che tali pensieri vogliono farmi credere che tutto questo sia reale e che io non accetti.Come faccio a liberarmene? So che non date spunti, consulenze.Ma ho bisogno almeno di una guida per capire.L'idea di non avere accanto a me il mio ragazzo mi distrugge. L'idea di dover aver qualcun altro al posto suo altrettanto...
[#1]
Gentile utente,
Ci scrive:
"..Prima del doc da relazione, avevo avuto altre ossessioni che poi passarono e lasciarono posto a quest'ultimo. ."
E poi:
"..Poi le ossessioni RITORNANO.Credo di impazzire. Mi sento costantemente in colpa.."
E poi:
"...come faccio a liberarmene?"
La risposta è:
Curandole.
E' dall'adolescenza - Lei dice - che ha a che fare con queste "intrusioni" nella Sua mente,
le quali anzichè andarsene,
"RITORNANO".
Perchè non chiedere finalmente aiuto?
Ma non on line,
di persona.
Ad un/a nosto/a Collega.
Ci scrive:
"..Prima del doc da relazione, avevo avuto altre ossessioni che poi passarono e lasciarono posto a quest'ultimo. ."
E poi:
"..Poi le ossessioni RITORNANO.Credo di impazzire. Mi sento costantemente in colpa.."
E poi:
"...come faccio a liberarmene?"
La risposta è:
Curandole.
E' dall'adolescenza - Lei dice - che ha a che fare con queste "intrusioni" nella Sua mente,
le quali anzichè andarsene,
"RITORNANO".
Perchè non chiedere finalmente aiuto?
Ma non on line,
di persona.
Ad un/a nosto/a Collega.
Dr. Carla Maria BRUNIALTI
Psicoterapeuta, Sessuologa clinica, Psicologa europea.
https://www.centrobrunialtipsy.it/
[#2]
Gentile ragazza,
Andiamo subito al nocciolo della questione:
- quelle che sperimenta sono verosimilmente delle ossessioni. L’autodiagnosi non è comunque consigliabile anche se, in determinati casi, dottor google ci azzecca.
- se ha da tempo una vulnerabilità all’ansia ossessiva, è bene che questa venga valutata, indagata e risolta con l’aiuto di un/una collega specialista psicologo psicoterapeuta. Per quanto si possa avere determinazione ad uscirne, farlo da soli è: impossibile e potrebbe peggiorare la sintomatologia. Ad esempio, questo è uno dei pensieri che le mantiene le ossessioni “non voglio pensare cose che non mi appartengono”: quanto più rifiutiamo e/o ci imponiamo di non pensare ad una cosa fastidiosa come può essere appunto un pensiero intrusivo e sgradevole, tanto più quella roba farà parte dei nostri pensieri. Rendendoci stanchi e compromettendo la qualità di vita e il benessere che meritiamo. Esempio: se io ora le chiedessi di non pensare per 5 minuti all’orso Bianco, lei nei prossimi 5 minuti non penserebbe ad altro. Questa è la trappola delle ossessioni.
- l’ansia disfunzionale non ha correlazioni con l’eta e quindi con il livello di maturità di chi la sperimenta: “ E dire che ho 22 anni.Dovrei sentirmi matura sotto certi aspetti, ma è come se non lo fossi alla fine“.
- queste probabili ossessioni (che dovranno come detto essere accertate in sede specialistica) non sono “cavolate” ma rappresentano una modalità estremamente sgradevole attraverso cui si manifesta l’ansia: “Ma come faccio a macinarmi il cervello per queste cavolate?".
- i sensi di colpa e la sensazione di impazzire come se si perdesse il controllo dei propri pensieri, la paura di perdere i propri affetti rappresentano essi stessi sintomi del problema che ha esposto.
- “Come faccio a liberarmene?”
Ricorrendo all’aiuto di uno psicoterapeuta. Gli orientamenti psicoterapici scientificamente più efficaci per il trattamento di problematiche ansia-correlate sono:
• la terapia cognitiva e cognitivo comportamentale
Oppure
• la terapia breve strategica.
Segua quanto suggerito e ne trarrà beneficio!
Cordiali saluti
Andiamo subito al nocciolo della questione:
- quelle che sperimenta sono verosimilmente delle ossessioni. L’autodiagnosi non è comunque consigliabile anche se, in determinati casi, dottor google ci azzecca.
- se ha da tempo una vulnerabilità all’ansia ossessiva, è bene che questa venga valutata, indagata e risolta con l’aiuto di un/una collega specialista psicologo psicoterapeuta. Per quanto si possa avere determinazione ad uscirne, farlo da soli è: impossibile e potrebbe peggiorare la sintomatologia. Ad esempio, questo è uno dei pensieri che le mantiene le ossessioni “non voglio pensare cose che non mi appartengono”: quanto più rifiutiamo e/o ci imponiamo di non pensare ad una cosa fastidiosa come può essere appunto un pensiero intrusivo e sgradevole, tanto più quella roba farà parte dei nostri pensieri. Rendendoci stanchi e compromettendo la qualità di vita e il benessere che meritiamo. Esempio: se io ora le chiedessi di non pensare per 5 minuti all’orso Bianco, lei nei prossimi 5 minuti non penserebbe ad altro. Questa è la trappola delle ossessioni.
- l’ansia disfunzionale non ha correlazioni con l’eta e quindi con il livello di maturità di chi la sperimenta: “ E dire che ho 22 anni.Dovrei sentirmi matura sotto certi aspetti, ma è come se non lo fossi alla fine“.
- queste probabili ossessioni (che dovranno come detto essere accertate in sede specialistica) non sono “cavolate” ma rappresentano una modalità estremamente sgradevole attraverso cui si manifesta l’ansia: “Ma come faccio a macinarmi il cervello per queste cavolate?".
- i sensi di colpa e la sensazione di impazzire come se si perdesse il controllo dei propri pensieri, la paura di perdere i propri affetti rappresentano essi stessi sintomi del problema che ha esposto.
- “Come faccio a liberarmene?”
Ricorrendo all’aiuto di uno psicoterapeuta. Gli orientamenti psicoterapici scientificamente più efficaci per il trattamento di problematiche ansia-correlate sono:
• la terapia cognitiva e cognitivo comportamentale
Oppure
• la terapia breve strategica.
Segua quanto suggerito e ne trarrà beneficio!
Cordiali saluti
Dr. Francesco Emanuele Pizzoleo. Psicoterapia cognitiva e cognitivo comportamentale.
[#3]
Utente
Buongiorno, Dr. Pizzoleo. La ringrazio molto per la risposta da Lei ricevuta. Non ho mai valutato l’idea di farmi seguire da qualcuno, forse perché ne sono spaventata. Mi piacerebbe capire da cosa sia dovuto tutto questo, ma è difficile. Solitamente, voi consigliate di “non compulsare”, “non rispondere”, “accettare il pensiero e non il contenuto.” ma non lo alimenta?
[#4]
".. Non ho mai valutato l’idea di farmi seguire da qualcuno, forse perché ne sono spaventata. .."
E' più spaventata dal chiedere aiuto
oppure dall'ingombro quotidiano rappresentato dai Suoi pensieri
che incidono direttamente sulla Sua qualità di vita?
Preferisce ".. "capire" da cosa sia dovuto tutto questo.."
oppure "cambiarlo"?
Le tecniche da utilizzare sono direttamente connesse con la mente della singola persona,
ed è impossibile fornire indicazioni adatte a Lei
senza una diagnosi,
senza conoscerLa personalmente.
Per questo La orientiamo verso un aiuto de visu...
Saluti cordiali.
E' più spaventata dal chiedere aiuto
oppure dall'ingombro quotidiano rappresentato dai Suoi pensieri
che incidono direttamente sulla Sua qualità di vita?
Preferisce ".. "capire" da cosa sia dovuto tutto questo.."
oppure "cambiarlo"?
Le tecniche da utilizzare sono direttamente connesse con la mente della singola persona,
ed è impossibile fornire indicazioni adatte a Lei
senza una diagnosi,
senza conoscerLa personalmente.
Per questo La orientiamo verso un aiuto de visu...
Saluti cordiali.
[#6]
Gentile ragazza,
Noi psicoterapeuti non consigliamo di adoperare una tecnica piuttosto che un’altra al fine di decrementare quantità e qualità dell’ansia, ma -come la collega le ha detto- ci prefiggiamo di accomodare la tecnica/strategia al paziente e il paziente alla tecnica/strategia terapeutica.
Nel servizio pubblico può accedere a consulenza specialistica e sedute psicoterapiche tramite impegnativa del medico curante come per qualsiasi altra prestazione all’interno del SSN italiano, pagando il ticket ogni “tot” sedute.
Noi psicoterapeuti non consigliamo di adoperare una tecnica piuttosto che un’altra al fine di decrementare quantità e qualità dell’ansia, ma -come la collega le ha detto- ci prefiggiamo di accomodare la tecnica/strategia al paziente e il paziente alla tecnica/strategia terapeutica.
Nel servizio pubblico può accedere a consulenza specialistica e sedute psicoterapiche tramite impegnativa del medico curante come per qualsiasi altra prestazione all’interno del SSN italiano, pagando il ticket ogni “tot” sedute.
[#7]
Utente
Grazie tante...Spero di farcela. 6 mesi sono pur sempre 6 mesi... Proverò a prendere una saggia decisione...Ma una domanda: è necessario seguire alla lettera un futuro psicologo riguardo la cura farmacologica? Perché non ho proprio intenzione di prendere alcun farmaco! Sono contro tutto questo!
[#8]
Noi psicologi non prescriviamo farmaci. La competenza farmacologica è di pertinenza medico-psichiatrica.
È comprensibile che lei sia contraria e magari spaventata dalla possibilità di poter assumere farmaci. È piuttosto comune, fino a quando non si prende coscienza che i farmaci utilizzati (in associazione con la cura psicoterapica) sono molecole di ultima generazione che, nella maggior parte dei casi, creano lievi se non assenti effetti collaterali e servono per intervenire in modo efficace sui sintomi ansiosi soprattutto nelle fasi iniziali della terapia, per poi essere scalati e smessi gradualmente.
Quindi, semmai il collega dovesse proporle di avvalersi di una visita psichiatrica, non abbia paura.
Tenga conto che il gold standard per la cura dei disturbi ansiosi prevede proprio la combinazione della terapia psicologica e di quella farmacologica.
È comprensibile che lei sia contraria e magari spaventata dalla possibilità di poter assumere farmaci. È piuttosto comune, fino a quando non si prende coscienza che i farmaci utilizzati (in associazione con la cura psicoterapica) sono molecole di ultima generazione che, nella maggior parte dei casi, creano lievi se non assenti effetti collaterali e servono per intervenire in modo efficace sui sintomi ansiosi soprattutto nelle fasi iniziali della terapia, per poi essere scalati e smessi gradualmente.
Quindi, semmai il collega dovesse proporle di avvalersi di una visita psichiatrica, non abbia paura.
Tenga conto che il gold standard per la cura dei disturbi ansiosi prevede proprio la combinazione della terapia psicologica e di quella farmacologica.
[#9]
Gentile utente,
1. "..I centri di sanità pubblica possono essere efficaci? O no?.."
Certamente sì.
2. Non ho capito la faccenda dei " 6 mesi " che tanto la spaventa.
3. Riguardo all'abbinamento farmaco terapia + psicoterapia,
può giovarsi dell'esito di questa ricerca:
https://www.medicitalia.it/blog/psicologia/6285-depressione-psicoterapia-e-piu-efficace-dei-soli-farmaci-nel-lungo-periodo.html
che conferma il tutto.
4. Considerato che è "più spaventata dai pensieri che mi invadono la mente quotidianamente e che mi causano insonnia delle volte"
prenda il coraggio e si rivolga dirattamente.
Ne va della qualità della Sua vita.
[#10]
Utente
Sono spaventata dai farmaci poiché, a parer mio, può essere un ottimo tranquillante ma non aiuta di certo alla risoluzione del problema. Inoltre, un soggetto ansioso potrebbe pensare che il miglioramento sia dovuto anche ad esso. Non a caso causano dipendenza.Sarà dovere dello psichiatra ridurre le dosi, sì... Ma pensate a come ci si possa sentire frastornati dopo. Non vorrei arrivare a questo...
[#11]
I farmaci intontiscono, creano dipendenza, sono solo tranquillanti etc etc. Queste sono tutte credenze del senso comune che si leggono su dottor google. Non corrispondono a verità.
Esistono tante variabili da considerare come la posologia, la frequenza, il tempo di assunzione e il tipo di molecola utilizzata.
Poi, per carità, nessun medico psichiatra può imporre una cura farmacologica ad un paziente almeno che non sussistano condizioni di inevitabilità come in corso di degenza ospedaliera, ma sarebbe tuttavia il caso di non lasciarsi impressionare dalla psicofarmacologia. Avrebbe gli stessi timori se dovesse assumere degli antinfiammatori/antidolorifici?
oppure antibiotico per mesi a causa di una infezione?
Nessun medico psichiatra prescrive farmaci a caso e senza un motivo specifico e oltretutto segue il paziente durante il periodo terapeutico con visite periodiche.
Questo per cercare di rassenerarla in vista di una possibile terapia integrata. Terapia integrata che non è detto oltretutto che per lei sia necessaria.
Saluti
Esistono tante variabili da considerare come la posologia, la frequenza, il tempo di assunzione e il tipo di molecola utilizzata.
Poi, per carità, nessun medico psichiatra può imporre una cura farmacologica ad un paziente almeno che non sussistano condizioni di inevitabilità come in corso di degenza ospedaliera, ma sarebbe tuttavia il caso di non lasciarsi impressionare dalla psicofarmacologia. Avrebbe gli stessi timori se dovesse assumere degli antinfiammatori/antidolorifici?
oppure antibiotico per mesi a causa di una infezione?
Nessun medico psichiatra prescrive farmaci a caso e senza un motivo specifico e oltretutto segue il paziente durante il periodo terapeutico con visite periodiche.
Questo per cercare di rassenerarla in vista di una possibile terapia integrata. Terapia integrata che non è detto oltretutto che per lei sia necessaria.
Saluti
Questo consulto ha ricevuto 13 risposte e 8.1k visite dal 11/01/2018.
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