Ansia da pausa di riflessione

Gentili dottori, sono una ragazza di 29 anni, e da 4 mesi frequento un ragazzo di 37. Il rapporto con lui è nato per caso e inizialmente era solo amicizia, anche perché uscivo da un'altra relazione e non mi sentivo di impegnarmi. Da parte sua invece ho visto subito un interesse nei miei confronti e le attenzioni che mi dedicava. È nato un bellissimo rapporto di fiducia e complicità. Grazie a lui mi sono sciolta e quell'amicizia iniziale che provavo è cambiata in qualcosa di più. È scattato qualcosa che mi ha fatto avvicinare a lui fisicamente e insieme abbiamo iniziato a frequentarci, senza correre. Dormivo da lui, ho conosciuto i suoi amici, ci comportavamo da coppia anche se non era ufficiale.
A distanza di qualche mese, proprio quando io gli avevo fatto capire che mi sentivo cambiata positivamente nei suoi confronti e che ero pronta per una cosa seria ho avvertito delle sensazioni strane: in pubblico non mi dava le attenzioni che mi aspettavo, non mi sentivo la sua ragazza e lo vedevo preso dai suoi impegni, quindi il tempo per me era poco. Mentre in privato era dolce e premuroso. Glie ne ho parlato e lui mi ha detto che erano paranoie miei e di stare tranquilla che non era cambiato il suo interesse nei miei confronti anche se la cosa col mio ex un po' lo ha frenato. Ma nell'ultimo periodo la cosa è peggiorata. Abbiamo avuto una discussione riguardo al fatto che lo sentivo lontano e si è arrabbiato. A capodanno eravamo con i suoi amici ma mi sentivo un pesce fuor d'acqua perché non mi coinvolgeva nel gruppo. Dormire da lui è stato strano anche se c'è stata intimità, lo stesso nei giorni successivi. Non gli ho parlato di come mi sentivo per non turbarlo con le mie paranoie, aspettavo che fosse lui a rendersi conto di me. Finché una mattina prima che lui uscisse, gli ho lasciato un pensierino e un biglietto in cui gli dicevo che mi mancava la nostra complicità e mi mancava lui, cosi mi ha baciato e ringraziato. Ci siamo sentiti nel pomeriggio con un sms, mentre la sera io vedevo le amiche e lui gli amici. Domenica sera mi scrive per dirmi che aveva bisogno di stare da solo un po' per riflettere e mi chiedeva scusa. Io l'ho chiamato perché volevo capire, ma non sa cosa prova, se il bene che mi vuole è solo bene o qualcosa di più. Sono 4 giorni che non mi cerca e ho l'ansia nello stomaco come un peso che mi schiaccia e non mi fa respirare. È questo il motivo per cui vi scrivo: non riesco a gestire l'ansia. Non so quanti giorni dovrò aspettare prima che lui si faccia sentire. Non riesco a distrarmi e il suo pensiero sta diventando un'ossessione. Ho paura di non mancargli per nulla e che mi abbia solo preso in giro. Vorrei chiamarlo ma non so se sbaglio. Non so come gestire questa pausa e se crederci, l'ansia e la paura mi stanno distruggendo. Mi sento tradita da lui sapendo quello che avevo passato.
Vi ringrazio per avermi ascoltata e mi scuso per lo sfogo ma non so come riprendermi e se aver speranza che le cose si sistemeranno.
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Dr.ssa Anna Potenza Psicologo 4.3k 193
Gentile utente, la sua lettera presenta molti interrogativi a cui non è possibile dare una risposta. La vorrei però invitare a non pressare il suo partner perché prenda una decisione. Capisco quanto lei si senta in ansia, ma comunicare quest'ansia anche a lui non può che alterare la decisione che vorrà prendere. Venendo ai punti su cui riflettere, lei chiama "ragazzo" un uomo di 37 anni. Già uscito da un matrimonio o da una convivenza? Oppure poco propenso ai legami stabili? Vi siete incontrati quando lei non era disponibile ad un forte impegno. Forse per lui questa condizione è la più favorevole, e il ruolo di partner in una coppia non gli è congeniale? Questo non vuol dire che lui l'abbia "presa in giro", come scrive, ma semplicemente forse la credeva più indipendente e non si aspettava di vederla invece propensa a stringere il vostro legame. Come vede, cosa passi per la testa di lui non è dato sapere. L'unico consiglio è quello di dare a se stessa un termine di attesa, non troppo breve, prima di chiamarlo di nuovo, oppure di orientare in altro modo i suoi affetti. D'altro canto, due successive delusioni possono far pensare all'utilità, per lei, di consultare uno psicologo esperto di problemi di coppia. Con sincera comprensione; ci faccia sapere.

Prof.ssa Anna Potenza (RM) gairos1971@gmail.com

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Utente
Utente
Gentile dr.ssa Anna la ringrazio per aver dedicato del tempo a leggere la mia lettera e per il suo consulto. Ha ragione a dire che il termine "ragazzo" non è corretto, ma che è un uomo. Lui mi ha raccontato che due anni fa si era lasciato con la compagna con cui conviveva da un anno e mezzo e il motivo era che lei lo vedeva come un fratello. Per quel poco che ho avuto modo di conoscere, non mi è mai sembrato un uomo poco propenso ai legami stabili anche perché parlava guardando al futuro, e voleva una compagna con cui costruire una famiglia e avere dei figli, non esplicitamente con me ma in generale, anche perché è troppo poco tempo.
Come dice lei, ci siamo conosciuti in un periodo non sereno per me, dato che avevo chiuso col mio ex dopo un anno di crisi e ne avevo parlato con lui, mi era stato a suo modo vicino senza essere troppo invadente, senza volere nulla in cambio. Sono passati due mesi così, in cui il legame con lui si era rafforzato, c'era complicità, dialogo e vedevo il suo interesse nei miei confronti crescere di più. Però c'è stato un momento in cui lui mi ha detto di essersi frenato perché pensava che volessi tornare col mio ex ma che non era cambiato il suo interesse. Credo di averglielo fatto intendere io quando avevo scoperto che il mio ex frequentava un'altra, ma era solo il dolore che provavo per essere stata sostituita da un uomo che diceva che ero la donna della sua vita. Comunque col passare dei giorni avevo compreso che era stato un bene aver messo fine a quella relazione che mi aveva logorato per più di un anno. E questo è stato possibile grazie al lui che mi è stato vicino e solo col tempo sono riuscita a fidarmi di lui e a lasciarmi andare in qualcosa di nuovo, anche perché inizialmente non provavo attrazione fisica ma era più un interesse mentale, mi sentivo attratta dalla sua personalità, dal suo modo di parlarmi e solo dopo ho iniziato a capire che mi piaceva tutto di lui, anche quelli che per me erano difetti.
Attualmente, da quando mi ha chiesto la pausa, sto rispettando la sua scelta, ma l'ansia purtroppo ce l'ho costantemente e spesso ho crisi di panico e di pianto, perché mi sento abbandonata da lui e guardo il cellulare sperando di ricevere una sua chiamata o un suo messaggio.
Spero di averle dato maggiori dettagli riguardo alla situazione che sto vivendo. La ringrazio per il suo consiglio di consultare uno psicologo esperto in problemi di coppia.
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Dr.ssa Anna Potenza Psicologo 4.3k 193
Consiglio che ribadisco, anche perché lei in questa seconda lettera parla di crisi di panico e di pianto. Legga, anche in rete, qualcosa sulla dipendenza affettiva. Le faccio i migliori auguri.
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