Mi ha lasciata,pur amandomi, e non vivo più. Come reagire?
Buongiorno. Il mio compagno mi ha lasciata venerdì 29 dicembre, dopo un anno e mezzo.
Ci conoscemmo 3 anni fa, io praticante avvocato e lui avvocato. Da subito si creò un'ottima intesa lavorativa, poi diventammo amici e talora confidenti (lui si era separato da poco ed io avevo da poco chiuso una storia con un mio coetaneo). Una mattina ci abbracciammo e da quel momento non ci lasciammo più. Fin da subito dovetti affrontare l'ostilità della mia famiglia verso la nostra storia: 18 anni di differenza, lui separato con un figlio (oggi dodicenne). Col tempo, vedendomi realmente felice con lui, i miei genitori, pur non essendo al settimo cielo, accettarono la nostra storia. Iniziai a fermarmi a dormire da lui almeno una volta a settimana e per la prima volta maturai il desiderio di una casa nostra, di una famiglia, che anche lui fin dall'inizio mi disse di desiderare con me. Notavo però, a volte, un suo disagio: da un lato era felice di stare con me, dall'altro era molto teso...per il divorzio,pensavo. Intanto diventai avvocato e decidemmo di iniziare a lavorare insieme e di inziare una convivenza da gennaio di quest'anno.
Arriviamo a venerdì 29: tutto inizia con una breve discussione, in quanto si dimentica di dirmi che nel weekend di capodanno il figlio rimane presso di lui ed io gli faccio presente che vorrei sapere almeno il giorno prima come organizzarmi e che comunque non trovo giusto dover tornare dai miei genitori ogni volta che il figlio dorme a casa sua (anzi, nel suo letto); lui mi risponde che deve "preparare" il bambino a dormire sotto lo stesso tetto con me e che teme ciò abbia ripercussioni sul divorzio. Tutto ciò accade al telefono. Vado da lui: mi dice di non riuscire più a conciliare la nostra storia con le sue responsabilità verso il figlio, di essere preoccupato per le condizioni economiche che deriveranno dalla sentenza di divorzio e, a causa di queste, di non potermi dare la famiglia che desidero. Mi scuso per essermi innervosita per la questione del weekend e gli dico che non mi importa quali saranno le condizioni economiche perché lo amo e insieme possiamo affrontare tutto. Lui mi dice che teme di non rendermi felice e che è meglio lasciarci ora che tra qualche anno. Mi crolla il mondo addosso. Lo imploro di non lasciarmi. Dopo Capodanno decidiamo di provare comunque a lavorare insieme: una sofferenza. Portare via le mie cose dallo studio e da casa sua è straziante. Lui si dà dello stupido per aver rovinato tutto, per aver lasciato la persona che ama, e ammette di sperare in un ritorno dopo il divorzio.
Così ora mi ritrovo qui: senza l'uomo con cui avevo immaginato la mia vita e senza il lavoro che avevamo progettato insieme. Non dormo più e mangio a fatica. Mi manca molto,sento un grande dolore nel cuore,ma sono arrabbiata perché ho lottato per la nostra storia,fino allo scontro con la mia famiglia,e lui mi ha lasciata a pochi giorni dall'inizio della nostra vita insieme...
Spero in un vostro aiuto. Grazie in anticipo.
Ci conoscemmo 3 anni fa, io praticante avvocato e lui avvocato. Da subito si creò un'ottima intesa lavorativa, poi diventammo amici e talora confidenti (lui si era separato da poco ed io avevo da poco chiuso una storia con un mio coetaneo). Una mattina ci abbracciammo e da quel momento non ci lasciammo più. Fin da subito dovetti affrontare l'ostilità della mia famiglia verso la nostra storia: 18 anni di differenza, lui separato con un figlio (oggi dodicenne). Col tempo, vedendomi realmente felice con lui, i miei genitori, pur non essendo al settimo cielo, accettarono la nostra storia. Iniziai a fermarmi a dormire da lui almeno una volta a settimana e per la prima volta maturai il desiderio di una casa nostra, di una famiglia, che anche lui fin dall'inizio mi disse di desiderare con me. Notavo però, a volte, un suo disagio: da un lato era felice di stare con me, dall'altro era molto teso...per il divorzio,pensavo. Intanto diventai avvocato e decidemmo di iniziare a lavorare insieme e di inziare una convivenza da gennaio di quest'anno.
Arriviamo a venerdì 29: tutto inizia con una breve discussione, in quanto si dimentica di dirmi che nel weekend di capodanno il figlio rimane presso di lui ed io gli faccio presente che vorrei sapere almeno il giorno prima come organizzarmi e che comunque non trovo giusto dover tornare dai miei genitori ogni volta che il figlio dorme a casa sua (anzi, nel suo letto); lui mi risponde che deve "preparare" il bambino a dormire sotto lo stesso tetto con me e che teme ciò abbia ripercussioni sul divorzio. Tutto ciò accade al telefono. Vado da lui: mi dice di non riuscire più a conciliare la nostra storia con le sue responsabilità verso il figlio, di essere preoccupato per le condizioni economiche che deriveranno dalla sentenza di divorzio e, a causa di queste, di non potermi dare la famiglia che desidero. Mi scuso per essermi innervosita per la questione del weekend e gli dico che non mi importa quali saranno le condizioni economiche perché lo amo e insieme possiamo affrontare tutto. Lui mi dice che teme di non rendermi felice e che è meglio lasciarci ora che tra qualche anno. Mi crolla il mondo addosso. Lo imploro di non lasciarmi. Dopo Capodanno decidiamo di provare comunque a lavorare insieme: una sofferenza. Portare via le mie cose dallo studio e da casa sua è straziante. Lui si dà dello stupido per aver rovinato tutto, per aver lasciato la persona che ama, e ammette di sperare in un ritorno dopo il divorzio.
Così ora mi ritrovo qui: senza l'uomo con cui avevo immaginato la mia vita e senza il lavoro che avevamo progettato insieme. Non dormo più e mangio a fatica. Mi manca molto,sento un grande dolore nel cuore,ma sono arrabbiata perché ho lottato per la nostra storia,fino allo scontro con la mia famiglia,e lui mi ha lasciata a pochi giorni dall'inizio della nostra vita insieme...
Spero in un vostro aiuto. Grazie in anticipo.
[#1]
Gentile utente,
ricordavo il Suo precedente consulto e gli incoraggiamenti che a suo tempo Le abbiamo dato.
Peccato che al momento sia così la situazione.
Dico "al momento" perchè voglio sperare che sia frutto di scoraggiamento,
di riflessioni di fine anno,
di paura a "stringere" il rapporto,
il timore di affrontare la moglie nel divorzio,
o che altro?
Talvolta si dice la parola giusta nel momento sbagliato,
ma talatra è che la situazione ormai è al termine.
Come fare a sapere cosa avverrà ora nelle Vostre vite? Impossibile.
Avete pensato ad una consulenza di coppia?
ne varrebbe la pena!
Se c'è ancora qualcosa da salvare
questo è il modo giusto per scoprirlo.
Saluti cordiali.
Dr. Carla Maria BRUNIALTI
Psicoterapeuta, Sessuologa clinica, Psicologa europea.
https://www.centrobrunialtipsy.it/
[#2]
Utente
La ringrazio, Dottoressa.
È vero, mi rivolsi a Voi all'inizio della nostra storia, disperata per il disagio che stavo vivendo in famiglia. Ora i miei genitori mi sono vicini, ma sono stati chiari nel farmi capire che, se tornassi con lui, non potrei più contare su di loro perché "farei nuovamente lo stesso errore". Ammetto che anche questo fatto mi blocca dal cercare il mio (ex?) compagno, provando a ricostruire il rapporto...
È vero, mi rivolsi a Voi all'inizio della nostra storia, disperata per il disagio che stavo vivendo in famiglia. Ora i miei genitori mi sono vicini, ma sono stati chiari nel farmi capire che, se tornassi con lui, non potrei più contare su di loro perché "farei nuovamente lo stesso errore". Ammetto che anche questo fatto mi blocca dal cercare il mio (ex?) compagno, provando a ricostruire il rapporto...
[#4]
Utente
In realtà in questi giorni sto parlando molto con i miei genitori. Secondo loro,lui si è spaventato quando ha visto la convivenza avvicinarsi e la possibilità concreta di avere una famiglia con me ora che sto diventando economicamente indipendente. Secondo loro divorzio e figlio sono scuse, semplicemente a 45 anni spesso si hanno esigenze diverse da quelle che si hanno a 27. Ed inizio a pensarlo anche io... Lei che ne pensa?
Comunque sì, sto cercando lavoro altrove e spero di riuscire nella professione, nonostante l'insicurezza che mi caratterizza al momento.
Grazie ancora.
Comunque sì, sto cercando lavoro altrove e spero di riuscire nella professione, nonostante l'insicurezza che mi caratterizza al momento.
Grazie ancora.
[#5]
Certamente si possono fare svariate ipotesi,
ma magari nessuna è quella giusta.
Solo l'interessato lo sa,
e talvolta nemmeno.
Come Le sagnalavamo nel preceente consulto
la presenza di un figlio, soprattutto preadolescente,
complica notevolmente la situazione.
Ed in ogni caso i figli possono essere "usati" o manovrati dall'altro genitore; oppure questa paura c'è.
Capisco che i Suoi genitori abbiano le loro ipotesi,
ma sono "di parte",
sono dalla "Sua" parte
in una relazione che non hanno mai condiviso fino in fondo.
Rendere spregevole la persona dell' "altro" interpretando nel peggiore dei significati i fatti accaduti può essere una manovra, badi bene inconscia, inconsapevole.
Ma non Le giova, rischiando di porre in Lei un dubbio pesante su tutta la storia d'amore che avete vissuto.
E che forse è stata vera (prima di finire).
Se vuole un punto di vista spassionato e professionale, faccia qualche colloquio con una nostra Collega.
ma magari nessuna è quella giusta.
Solo l'interessato lo sa,
e talvolta nemmeno.
Come Le sagnalavamo nel preceente consulto
la presenza di un figlio, soprattutto preadolescente,
complica notevolmente la situazione.
Ed in ogni caso i figli possono essere "usati" o manovrati dall'altro genitore; oppure questa paura c'è.
Capisco che i Suoi genitori abbiano le loro ipotesi,
ma sono "di parte",
sono dalla "Sua" parte
in una relazione che non hanno mai condiviso fino in fondo.
Rendere spregevole la persona dell' "altro" interpretando nel peggiore dei significati i fatti accaduti può essere una manovra, badi bene inconscia, inconsapevole.
Ma non Le giova, rischiando di porre in Lei un dubbio pesante su tutta la storia d'amore che avete vissuto.
E che forse è stata vera (prima di finire).
Se vuole un punto di vista spassionato e professionale, faccia qualche colloquio con una nostra Collega.
[#8]
Utente
Buongiorno.
Da quando il mio compagno mi ha lasciata,ho cercato di riprendere in mano la mia vita,a partire dal nuovo lavoro... ma la mancanza si è fatta più forte ogni giorno. Rabbia mista a nostalgia si sono fatte sempre più presenti. Ho iniziato a pensare di non aver fatto tutto il possibile per salvare quell’amore per chi tanto avevamo lottato,così 2 giorni fa l’ho chiamato. Mi ha detto che gli sono mancata molto,che non aveva il coraggio di cercarmi,che sta cercando un accordo con la moglie (sono separati con provvedimento del giudice da tempo) per il divorzio e che la sua paura era farmi vivere questo momento di tensione... alla mia domanda “se avessi ancora fiducia in te,cosa mi risponderesti?” ha risposto che sarebbe pronto a vivere insieme e a pensare ad una famiglia nostra. Mi ha spiazzata. Ho ribattuto che ha tradito la mia fiducia e al momento avrei troppa paura.
Cosa faccio? Lo cerco nuovamente sperando che mi dimostri qualcosa o sarebbe meglio chiudere i contatti e provare a voltare pagina?
Ho paura e sono confusa...
Da quando il mio compagno mi ha lasciata,ho cercato di riprendere in mano la mia vita,a partire dal nuovo lavoro... ma la mancanza si è fatta più forte ogni giorno. Rabbia mista a nostalgia si sono fatte sempre più presenti. Ho iniziato a pensare di non aver fatto tutto il possibile per salvare quell’amore per chi tanto avevamo lottato,così 2 giorni fa l’ho chiamato. Mi ha detto che gli sono mancata molto,che non aveva il coraggio di cercarmi,che sta cercando un accordo con la moglie (sono separati con provvedimento del giudice da tempo) per il divorzio e che la sua paura era farmi vivere questo momento di tensione... alla mia domanda “se avessi ancora fiducia in te,cosa mi risponderesti?” ha risposto che sarebbe pronto a vivere insieme e a pensare ad una famiglia nostra. Mi ha spiazzata. Ho ribattuto che ha tradito la mia fiducia e al momento avrei troppa paura.
Cosa faccio? Lo cerco nuovamente sperando che mi dimostri qualcosa o sarebbe meglio chiudere i contatti e provare a voltare pagina?
Ho paura e sono confusa...
[#9]
"..Cosa faccio?.."
Gentile utente,
come potrebbe una Psicologa prendersi carico di una decisione così importante per la Sua vita?
E' Lei stessa che, guardandosi dentro, deve decidere se dare fiducia all'amore
oppure
ascolto alla rabbia e delusione.
Se non "vede" chiaramente,
chieda aiuto, ma di persona.
E' nell'interazione concreta con lo/la Psy che si realizza il sostegno e l'aiuto,
che sboccia l'alleanza terapeutica .
Saluti cordiali.
Carlamaria Brunialti
[#10]
Utente
Buongiorno.
Ecco un aggiornamento della situazione: mi ha chiesto se la prossima settimana possiamo vederci perché vorrebbe parlare della nostra “situazione”. Ho risposto che ho bisogno di pensarci. Credo però che gli risponderò di sì, perché penso di aver bisogno io stessa di un confronto per capire cosa sia meglio per me.
Un caro saluto,
E.
Ecco un aggiornamento della situazione: mi ha chiesto se la prossima settimana possiamo vederci perché vorrebbe parlare della nostra “situazione”. Ho risposto che ho bisogno di pensarci. Credo però che gli risponderò di sì, perché penso di aver bisogno io stessa di un confronto per capire cosa sia meglio per me.
Un caro saluto,
E.
[#14]
Utente
Buongiorno.
Come promesso,La aggiorno su quanto accaduto negli ultimi giorni.
Dopo la mia risposta positiva alla sua richiesta di vederci,il giorno prima ha annullato l’incontro. Cosi gli ho telefonato per capire se fosse successo qualcosa. Mi ha risposto di aver avuto stress sul lavoro e di essere stanco (?). Gli ho chiesto per quale motivo avrebbe voluto vedermi e la risposta è stata: “volevo vedere se eri tranquilla.” A quel punto mi sono arrabbiata e ho risposto che no,non sono tranquilla e che,se da me vuole un’amicizia,al momento non è possibile perchè non posso essere amica di una persona che amo. Gli ho chiesto il perchè delle sue parole relative a convivenza e progetti insieme quando,dopo mesi,lo cercai. Mi ha risposto che non si aspettava lo cercassi ancora.
A questo punto,credo volesse vedermi per “lavarsi la coscienza”. Non mi resta che farmi forza e provare ad andare avanti senza di lui. Per quanto faccia male.
Grazie per l’attenzione.
Come promesso,La aggiorno su quanto accaduto negli ultimi giorni.
Dopo la mia risposta positiva alla sua richiesta di vederci,il giorno prima ha annullato l’incontro. Cosi gli ho telefonato per capire se fosse successo qualcosa. Mi ha risposto di aver avuto stress sul lavoro e di essere stanco (?). Gli ho chiesto per quale motivo avrebbe voluto vedermi e la risposta è stata: “volevo vedere se eri tranquilla.” A quel punto mi sono arrabbiata e ho risposto che no,non sono tranquilla e che,se da me vuole un’amicizia,al momento non è possibile perchè non posso essere amica di una persona che amo. Gli ho chiesto il perchè delle sue parole relative a convivenza e progetti insieme quando,dopo mesi,lo cercai. Mi ha risposto che non si aspettava lo cercassi ancora.
A questo punto,credo volesse vedermi per “lavarsi la coscienza”. Non mi resta che farmi forza e provare ad andare avanti senza di lui. Per quanto faccia male.
Grazie per l’attenzione.
Questo consulto ha ricevuto 15 risposte e 7.7k visite dal 11/01/2018.
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