Niente sesso
E' difficile credere alle lodi altrui, credere al proprio successo nel lavoro, nello sport, nell'avere molte buone amicizie, nel mio caso negli studi, nell'avere ruoli di leadership soddisfacenti - è difficile credere di valere qualcosa per questi motivi, se poi manca il sesso.
Per carità, tutti i miei successi sono soddisfacenti. La prosocialità lo è altrettanto. Rendere felici gli altri mi fa stare bene, ed io sto bene per come vanno le cose. Ottenere dei risultati, ed anche delle vittorie, è molto gratificante. Avere degli amici con cui parlare, costruire insieme un'interiorità condivisa, costruire un'interiorità condivisa anche con persone dell'altro sesso, è fantastico.
Però comincio a credere che la vita mi stia truffando. O se preferiamo, di meritare qualcosa in cambio. Tralasciamo il fatto che qualcosa di me sopravvivrà alla mia morte, magari poco, ma sopravvivrà. Tralasciamo anche il fatto che se riuscirò, e ci riuscirò, ad incidere sul mondo nel modo in cui credo, probabilmente costruirò qualcosa che sopravvivrà nei millenni. Tralasciamo: perché la mia opera sarà un dono, non solo agli altri uomini, ma all'universo tutto. Non importa che sia proprio io a fare questo dono, o che ci si ricordi di me. L'importante è che l'opera venga compiuta.
Tralasciando questo, o forse proprio per questo, è una bella fregatura non poter far sopravvivere qualcosa di me, come ad esempio un figlio, o più di uno, alla mia morte. Proprio perché la vita è così bella, vorrei che non finisse. Ma diciamo che anche un figlio non sarebbe che un dono - a mio figlio. Accettare la vita significa accettare la morte, e quindi non si tratterebbe tanto e solo di continuare a vivere in altri, ma anche e soprattutto di dare a qualcuno il dono più grande di tutti.
E allora anche senza riprodurmi, favorendo magari la riproduzione altrui, lasciando ad altre linee genetiche le risorse per la vita, il mio dono varrebbe comunque.
Quello che mi manca, però, è un riscontro. Sapere di valere abbastanza, sapere che se volessi potrei procreare nel bello. Se io non valgo nulla, appunto, se non sono ritenuto da nessuna ragazza un partner adatto a mettere al mondo figli, se a furia di donare ciò che posso al mondo non ricevo nulla in cambio... Allora questo mondo è ingannatore, ed il mio dono è meschino. Se io non valgo, se non sono all'altezza del mondo, come posso pretendere di donare ad esso qualcosa? Se non sono all'altezza della vita, come posso pretendere di vivere? Se i miei geni sono scarti, un eccesso, rifiuti dei geni buoni e ben riusciti... Non so cosa chiedere.
Voglio per lo meno sapere perché. Perché non piaccio a nessuna? E voglio sapere se ci sia qualcosa che posso fare per fare del sesso, o se invece dovrò accontentarmi delle prostitute. Cosa quest'ultima, che già so non mi consentirà di appagare il mio bisogno, che è il bisogno di essere scelto, di essere contraccambiato nel desiderio, non di comprare una prestazione.
Per carità, tutti i miei successi sono soddisfacenti. La prosocialità lo è altrettanto. Rendere felici gli altri mi fa stare bene, ed io sto bene per come vanno le cose. Ottenere dei risultati, ed anche delle vittorie, è molto gratificante. Avere degli amici con cui parlare, costruire insieme un'interiorità condivisa, costruire un'interiorità condivisa anche con persone dell'altro sesso, è fantastico.
Però comincio a credere che la vita mi stia truffando. O se preferiamo, di meritare qualcosa in cambio. Tralasciamo il fatto che qualcosa di me sopravvivrà alla mia morte, magari poco, ma sopravvivrà. Tralasciamo anche il fatto che se riuscirò, e ci riuscirò, ad incidere sul mondo nel modo in cui credo, probabilmente costruirò qualcosa che sopravvivrà nei millenni. Tralasciamo: perché la mia opera sarà un dono, non solo agli altri uomini, ma all'universo tutto. Non importa che sia proprio io a fare questo dono, o che ci si ricordi di me. L'importante è che l'opera venga compiuta.
Tralasciando questo, o forse proprio per questo, è una bella fregatura non poter far sopravvivere qualcosa di me, come ad esempio un figlio, o più di uno, alla mia morte. Proprio perché la vita è così bella, vorrei che non finisse. Ma diciamo che anche un figlio non sarebbe che un dono - a mio figlio. Accettare la vita significa accettare la morte, e quindi non si tratterebbe tanto e solo di continuare a vivere in altri, ma anche e soprattutto di dare a qualcuno il dono più grande di tutti.
E allora anche senza riprodurmi, favorendo magari la riproduzione altrui, lasciando ad altre linee genetiche le risorse per la vita, il mio dono varrebbe comunque.
Quello che mi manca, però, è un riscontro. Sapere di valere abbastanza, sapere che se volessi potrei procreare nel bello. Se io non valgo nulla, appunto, se non sono ritenuto da nessuna ragazza un partner adatto a mettere al mondo figli, se a furia di donare ciò che posso al mondo non ricevo nulla in cambio... Allora questo mondo è ingannatore, ed il mio dono è meschino. Se io non valgo, se non sono all'altezza del mondo, come posso pretendere di donare ad esso qualcosa? Se non sono all'altezza della vita, come posso pretendere di vivere? Se i miei geni sono scarti, un eccesso, rifiuti dei geni buoni e ben riusciti... Non so cosa chiedere.
Voglio per lo meno sapere perché. Perché non piaccio a nessuna? E voglio sapere se ci sia qualcosa che posso fare per fare del sesso, o se invece dovrò accontentarmi delle prostitute. Cosa quest'ultima, che già so non mi consentirà di appagare il mio bisogno, che è il bisogno di essere scelto, di essere contraccambiato nel desiderio, non di comprare una prestazione.
[#1]
"Perché non piaccio a nessuna? "
Gentile Utente,
dipende da molti aspetti, ma non direi che Lei non piace a nessuno.
Spesso le persone si pongono in certi modi (talvolta per paura, altre per timidezza, altre ancora perchè non ci si sente all'altezza, ecc...) che -involontariamente- allontanano gli altri.
Se ad esempio Lei è molto amico di tante ragazze, probabilmente comunica di non essere interessato o comunque di voler essere solo un amico per una ragazza.
Perchè non prova a rivolgersi direttamente allo psicologo psicoterapeuta per capire che cosa potrebbe modificare del Suo atteggiamento?
Gentile Utente,
dipende da molti aspetti, ma non direi che Lei non piace a nessuno.
Spesso le persone si pongono in certi modi (talvolta per paura, altre per timidezza, altre ancora perchè non ci si sente all'altezza, ecc...) che -involontariamente- allontanano gli altri.
Se ad esempio Lei è molto amico di tante ragazze, probabilmente comunica di non essere interessato o comunque di voler essere solo un amico per una ragazza.
Perchè non prova a rivolgersi direttamente allo psicologo psicoterapeuta per capire che cosa potrebbe modificare del Suo atteggiamento?
Dott.ssa Angela Pileci
Psicologa,Psicoterapeuta Cognitivo-Comportamentale
Perfezionata in Sessuologia Clinica
[#2]
Ex utente
Con alcune ragazze non posso non essere amico, primo perché voglio loro bene e secondo perché siamo colleghi d'università. Non posso "tenerle lontano dal gruppo" solo per sedurle, o "tenere me stesso lontano dal gruppo" solo per sedurle.
Però certe volte esco in contesti del tutto neutrali, dove le ragazze sono per lo più sconosciute (feste, locali, pub, a ballare, o in piazza) e approccio delle ragazze che però non mi offrono riscontri.
E' che proprio non piaccio, probabilmente per il viso. O anche per altro. L'altra sera sono andato a ballare e mi sono successe tre o quattro cose vivide in mente.
Prima: guardo una ragazza che mi piace, cerco di incontrarne lo sguardo, lei mi guarda e distoglie immediatamente il suo. So che mi ha visto, so che avrebbe potuto benissimo ricambiare l'occhiata, ma niente.
Seconda: una ragazza con la quale ho parlato poco prima mi chiama a sé, io la raggiungo, ci ballo un po'. Non faccio in tempo a dirle niente e lei va da un tizio più alto di me (e con le spalle più larghe delle mie), dopodiché sparisce nel nulla con questo tizio, senza degnarmi nemmeno di un cenno di saluto. Non saprei come biasimarla... Però ci sono rimasto malissimo. E' stato come ricevere una mattonata in testa: ho provato proprio un momento di dolore fisico, smarrimento, panico e paura messi insieme.
Terza: mi avvicino ad un'altra ragazza, che conoscevo già e che mi sembrava familiare, ma di cui al momento non mi ricordavo. Mi aveva colpito molto. Lei però tiene lo sguardo completamente lontano, proprio come se io non esistessi: davvero, come se non ci fossi, non lo incrocia neanche per sbaglio. Ad un certo punto le cade qualcosa, forse un bracciale. Si china per raccoglierlo in mezzo alla pista e per tenersi in equilibrio si aggrappa al mio maglione (un bel maglione, trendy, almeno così mi dicono): ancora non mi guarda in faccia, nemmeno per un secondo, si china semplicemente a raccogliere l'oggetto. Imbarazzato, senza sapere se guardarla, oppure toglierle la mano dal mio maglione (visto che non sono un palo), semplicemente distolgo lo sguardo. Mi giro verso di lei: sparita nel nulla. Un fantasma. Non si vede più da nessuna parte. Più rapida di Beep Beep.
Insomma, più che di sbagliare qualcosa io a livello di atteggiamento, a me pare che le ragazze mi vedano come un "soprammobile".
Effettivamente non ho il corpo a V - anzi, con le feste ho preso anche un po' di grasso che mi si è andato a mettere tutto sui fianchi, i quali già di per sé fanno di tutto per sembrare più larghi delle mie spalle -, né il viso simmetrico, né i denti dritti, né sono abbastanza alto da spiccare.
Quindi non c'è niente da fare e sono semplicemente brutto? Vorrei saperlo.
Se invece c'è qualcosa di sbagliato nel mio atteggiamento, di che si tratta? Come fa ad esserci qualcosa di sbagliato nel mio atteggiamento se non faccio nemmeno in tempo ad averne uno?
Lo psicologo psicoterapeuta (anzi, LA psicologa) mi darà udienza a fine mese. Per allora potrei essermi dimenticato la "forma" della domanda, o aver perso il coraggio di parlare di questo problema, o aver meno vivido il ricordo di queste esperienze che invece può essere una buona risorsa.
Però certe volte esco in contesti del tutto neutrali, dove le ragazze sono per lo più sconosciute (feste, locali, pub, a ballare, o in piazza) e approccio delle ragazze che però non mi offrono riscontri.
E' che proprio non piaccio, probabilmente per il viso. O anche per altro. L'altra sera sono andato a ballare e mi sono successe tre o quattro cose vivide in mente.
Prima: guardo una ragazza che mi piace, cerco di incontrarne lo sguardo, lei mi guarda e distoglie immediatamente il suo. So che mi ha visto, so che avrebbe potuto benissimo ricambiare l'occhiata, ma niente.
Seconda: una ragazza con la quale ho parlato poco prima mi chiama a sé, io la raggiungo, ci ballo un po'. Non faccio in tempo a dirle niente e lei va da un tizio più alto di me (e con le spalle più larghe delle mie), dopodiché sparisce nel nulla con questo tizio, senza degnarmi nemmeno di un cenno di saluto. Non saprei come biasimarla... Però ci sono rimasto malissimo. E' stato come ricevere una mattonata in testa: ho provato proprio un momento di dolore fisico, smarrimento, panico e paura messi insieme.
Terza: mi avvicino ad un'altra ragazza, che conoscevo già e che mi sembrava familiare, ma di cui al momento non mi ricordavo. Mi aveva colpito molto. Lei però tiene lo sguardo completamente lontano, proprio come se io non esistessi: davvero, come se non ci fossi, non lo incrocia neanche per sbaglio. Ad un certo punto le cade qualcosa, forse un bracciale. Si china per raccoglierlo in mezzo alla pista e per tenersi in equilibrio si aggrappa al mio maglione (un bel maglione, trendy, almeno così mi dicono): ancora non mi guarda in faccia, nemmeno per un secondo, si china semplicemente a raccogliere l'oggetto. Imbarazzato, senza sapere se guardarla, oppure toglierle la mano dal mio maglione (visto che non sono un palo), semplicemente distolgo lo sguardo. Mi giro verso di lei: sparita nel nulla. Un fantasma. Non si vede più da nessuna parte. Più rapida di Beep Beep.
Insomma, più che di sbagliare qualcosa io a livello di atteggiamento, a me pare che le ragazze mi vedano come un "soprammobile".
Effettivamente non ho il corpo a V - anzi, con le feste ho preso anche un po' di grasso che mi si è andato a mettere tutto sui fianchi, i quali già di per sé fanno di tutto per sembrare più larghi delle mie spalle -, né il viso simmetrico, né i denti dritti, né sono abbastanza alto da spiccare.
Quindi non c'è niente da fare e sono semplicemente brutto? Vorrei saperlo.
Se invece c'è qualcosa di sbagliato nel mio atteggiamento, di che si tratta? Come fa ad esserci qualcosa di sbagliato nel mio atteggiamento se non faccio nemmeno in tempo ad averne uno?
Lo psicologo psicoterapeuta (anzi, LA psicologa) mi darà udienza a fine mese. Per allora potrei essermi dimenticato la "forma" della domanda, o aver perso il coraggio di parlare di questo problema, o aver meno vivido il ricordo di queste esperienze che invece può essere una buona risorsa.
[#3]
Secondo me ha fatto benissimo a prenotare una consulenza psicologica perchè potrà esplorare con maggior attenzione che cosa pare non funzionare.
Infatti, quando Lei descrive che cosa è accaduto con le tre ragazze, non sembra che Lei abbia avuto modo di corteggiare queste ragazze, ma semplicemente riporta che queste ragazze in una discoteca non hanno incrociato il Suo sguardo.
Questo non significa non piacere a qualcuno.
Anche il fatto di ritenersi non così in forma: intanto potrà rimettersi in forma, perchè Lei è una persona giovane (non so se i dati inseriti sono corretti sul peso) ma mi chiedo se vedersi sovrappeso Le crea dei problemi, soprattutto con le ragazze.
Cordialmente,
Infatti, quando Lei descrive che cosa è accaduto con le tre ragazze, non sembra che Lei abbia avuto modo di corteggiare queste ragazze, ma semplicemente riporta che queste ragazze in una discoteca non hanno incrociato il Suo sguardo.
Questo non significa non piacere a qualcuno.
Anche il fatto di ritenersi non così in forma: intanto potrà rimettersi in forma, perchè Lei è una persona giovane (non so se i dati inseriti sono corretti sul peso) ma mi chiedo se vedersi sovrappeso Le crea dei problemi, soprattutto con le ragazze.
Cordialmente,
[#4]
Ex utente
Sì, vedermi sovrappeso mi crea dei problemi, sia con le ragazze, sia con me stesso per la mia sensazione generale di benessere.
Certo, non ho avuto modo di "corteggiarle", ma perché non me ne hanno dato modo. Non so nemmeno tanto bene cosa significhi "corteggiare" una ragazza. Lei potrebbe spiegarmelo?
Perché io non ho uno schema preciso. Penso che parlandoci la cosa debba venire un po' da sé se c'è attrazione reciproca.
Certo, non ho avuto modo di "corteggiarle", ma perché non me ne hanno dato modo. Non so nemmeno tanto bene cosa significhi "corteggiare" una ragazza. Lei potrebbe spiegarmelo?
Perché io non ho uno schema preciso. Penso che parlandoci la cosa debba venire un po' da sé se c'è attrazione reciproca.
[#5]
Buongiorno,
la sessualità è più un essere che un fare.
Il corteggiare, così come l’essere corteggiati, così come attrarre una donna o meno, dipende da un’infinità di fattori:
dal rapporto che sia con se stessi
dall’equilibrio psichico raggiunto
dalle donne che si scelgono,
( si effettuano delle scelte collusive, si scelgono cioè dei partners che non vanno bene per noi, per difendere le nostre paure)
Uno psicologo de viso, potrà orientarla nella disamina del rapporto con se stesso, e in seconda battuta, con l’altro sesso.
la sessualità è più un essere che un fare.
Il corteggiare, così come l’essere corteggiati, così come attrarre una donna o meno, dipende da un’infinità di fattori:
dal rapporto che sia con se stessi
dall’equilibrio psichico raggiunto
dalle donne che si scelgono,
( si effettuano delle scelte collusive, si scelgono cioè dei partners che non vanno bene per noi, per difendere le nostre paure)
Uno psicologo de viso, potrà orientarla nella disamina del rapporto con se stesso, e in seconda battuta, con l’altro sesso.
Cordialmente.
Dr.ssa Valeria Randone,perfezionata in sessuologia clinica.
https://www.valeriarandone.it
[#6]
Ex utente
Buongiorno dottoressa Randone,
l'espressione "scelte collusive" mi fa sorridere.
Potrebbe aiutarmi a capire meglio? (Magari con un articolo)
Sembra parlare di questioni interne alla coppia, mentre io sono in una soluzione che precede di molto la formazione di una coppia.
Cioè prima di bollare una ragazza come "collusiva" vorrei quantomeno esserci entrato in relazione.
l'espressione "scelte collusive" mi fa sorridere.
Potrebbe aiutarmi a capire meglio? (Magari con un articolo)
Sembra parlare di questioni interne alla coppia, mentre io sono in una soluzione che precede di molto la formazione di una coppia.
Cioè prima di bollare una ragazza come "collusiva" vorrei quantomeno esserci entrato in relazione.
[#8]
Ex utente
Dottoressa Randone,
ho letto qualcosa e adesso cerco di ricostruire il tutto.
Io scrivevo:
"Se io non valgo nulla, appunto, se non sono ritenuto da nessuna ragazza un partner adatto a mettere al mondo figli, se a furia di donare ciò che posso al mondo non ricevo nulla in cambio..."
A monte della mia scelta c'è quindi un problema di autostima. Ho bisogno di confermare il mio valore attraverso la partner e questo mi conduce ad una scelta collusiva.
Se lavorassi sulla mia autostima raggiungendo un buon risultato, non avrei bisogno di confermare il mio valore attraverso la scelta di una partner.
Mi viene un dubbio. In tutte le scelte collusive analizzate nei suoi articoli, si tratta di coppie che prima o poi si sono costruite, anche se disfunzionali. Perché io non riesco ad andare oltre ad un imbarazzato e fallimentare approccio? Perché le ragazze riconoscono in me questa esigenza di confermare il mio valore attraverso loro e quindi stanno in guardia?
Se la risposta è sì, trovo confermata l'ipotesi di cui sopra: semplicemente non piaccio alle ragazze, c'è qualcosa in me che le fa scappare. Sono brutto.
Se lavorassi sulla mia autostima, non avrei più alcun motivo di cercare una partner, e a quel punto imparerei a vivere senza sesso. Non c'è nulla che io possa fare per fare del sesso. Giusto? O se posso, cosa posso fare?
ho letto qualcosa e adesso cerco di ricostruire il tutto.
Io scrivevo:
"Se io non valgo nulla, appunto, se non sono ritenuto da nessuna ragazza un partner adatto a mettere al mondo figli, se a furia di donare ciò che posso al mondo non ricevo nulla in cambio..."
A monte della mia scelta c'è quindi un problema di autostima. Ho bisogno di confermare il mio valore attraverso la partner e questo mi conduce ad una scelta collusiva.
Se lavorassi sulla mia autostima raggiungendo un buon risultato, non avrei bisogno di confermare il mio valore attraverso la scelta di una partner.
Mi viene un dubbio. In tutte le scelte collusive analizzate nei suoi articoli, si tratta di coppie che prima o poi si sono costruite, anche se disfunzionali. Perché io non riesco ad andare oltre ad un imbarazzato e fallimentare approccio? Perché le ragazze riconoscono in me questa esigenza di confermare il mio valore attraverso loro e quindi stanno in guardia?
Se la risposta è sì, trovo confermata l'ipotesi di cui sopra: semplicemente non piaccio alle ragazze, c'è qualcosa in me che le fa scappare. Sono brutto.
Se lavorassi sulla mia autostima, non avrei più alcun motivo di cercare una partner, e a quel punto imparerei a vivere senza sesso. Non c'è nulla che io possa fare per fare del sesso. Giusto? O se posso, cosa posso fare?
[#10]
“Se lavorassi sulla mia autostima raggiungendo un buon risultato, non avrei bisogno di confermare il mio valore attraverso la scelta di una partner.”
Si.
A questa, ed alle altre sue domande e riflessioni, potrà rispondere un mio collega dei viso.
On-line è impossibile andare oltre, tra l’altro, secondo me, continuando a scrivere riflessioni on-line si confonde ulteriormente, e rimane immobile nel suo disagio.
Si.
A questa, ed alle altre sue domande e riflessioni, potrà rispondere un mio collega dei viso.
On-line è impossibile andare oltre, tra l’altro, secondo me, continuando a scrivere riflessioni on-line si confonde ulteriormente, e rimane immobile nel suo disagio.
[#11]
Ex utente
Sì, ma non ce la faccio ad aspettare che passino dieci giorni e sto un po' dando di matto.
"Si."
Questo l'avevo capito.
Volevo sapere se le conclusioni alle quali ero approdato sono giuste.
E cioè: non farò mai del sesso perché:
A - lavoro sulla mia autostima, non ho più il bisogno di confermare il mio valore ----> viene meno ogni motivo per scegliere una partner e perciò niente sesso;
B - continuo a cercare conferme del mio valore, perciò scelgo delle partner ---> loro vedono in me questo bisogno ed io rimango senza sesso.
Ho solo queste due opzioni?
Voglio solo farmi un'idea, per favore.
"Si."
Questo l'avevo capito.
Volevo sapere se le conclusioni alle quali ero approdato sono giuste.
E cioè: non farò mai del sesso perché:
A - lavoro sulla mia autostima, non ho più il bisogno di confermare il mio valore ----> viene meno ogni motivo per scegliere una partner e perciò niente sesso;
B - continuo a cercare conferme del mio valore, perciò scelgo delle partner ---> loro vedono in me questo bisogno ed io rimango senza sesso.
Ho solo queste due opzioni?
Voglio solo farmi un'idea, per favore.
[#13]
Ex utente
Comunque ho capito. Lei ragiona al contrario.
Pensa che ci sia questo nesso: ho poca autostima ---> niente sesso.
No, il nesso è al contrario: niente sesso ----> l'autostima cala.
Sì, perché quello che mi fa sentire senza valore è essere rifiutato. Vado da una ragazza e lei non mi considera appetibile: questo significa non avere valore. Non in assoluto. Magari significa averlo in tutti gli altri ambiti. Io so bene di avere valore in tutti gli altri campi. Però in campo sessuale no. Se lo avessi, la ragazza non mi rifiuterebbe.
Non mi può dire che dipende dalla mia "mancanza di autostima". L'autostima è la valutazione che una persona ha di sé.
Non posso dire a me stesso di valere, di essere un partner appetibile, indipendentemente dal rifiuto della ragazza. Perché altrimenti diventerei uno stupratore.
Ah, io sono sessualmente appetibile, quindi la ragazza deve starmici per forza. Tutto quello che io faccio a lei a lei piace.
E' con questa logica che si finisce in galera.
No, l'autostima non manca solo quando si valuta se stessi meno di quel che si vale, ma anche quando si valuta se stessi più di quel che si vale.
L'unico modo, quindi, per avere una buona autostima, è verificare il proprio valore. Non dipende da me il mio valore, ma dalla mia collocazione nel mondo.
Nel caso del sesso, un individuo ha valore in base alla qualità dei suoi rapporti sessuali. I miei rapporti sessuali sono nulli quindi io valore nullo nel sesso. L'unico modo per dimostrare che il mio valore è diverso da zero è avere rapporti sessuali non nulli. Affinché ciò avvenga, le ragazze devono accogliermi per il sesso. Se non mi accolgono, è perché non mi ritengono un partner adatto. Se non mi ritengono un partner adatto è perché non lo sono: essere un partner adatto significa infatti essere ritenuto tale dall'altra persona.
Non può dipendere da me, ma solo dall'esterno.
Pensa che ci sia questo nesso: ho poca autostima ---> niente sesso.
No, il nesso è al contrario: niente sesso ----> l'autostima cala.
Sì, perché quello che mi fa sentire senza valore è essere rifiutato. Vado da una ragazza e lei non mi considera appetibile: questo significa non avere valore. Non in assoluto. Magari significa averlo in tutti gli altri ambiti. Io so bene di avere valore in tutti gli altri campi. Però in campo sessuale no. Se lo avessi, la ragazza non mi rifiuterebbe.
Non mi può dire che dipende dalla mia "mancanza di autostima". L'autostima è la valutazione che una persona ha di sé.
Non posso dire a me stesso di valere, di essere un partner appetibile, indipendentemente dal rifiuto della ragazza. Perché altrimenti diventerei uno stupratore.
Ah, io sono sessualmente appetibile, quindi la ragazza deve starmici per forza. Tutto quello che io faccio a lei a lei piace.
E' con questa logica che si finisce in galera.
No, l'autostima non manca solo quando si valuta se stessi meno di quel che si vale, ma anche quando si valuta se stessi più di quel che si vale.
L'unico modo, quindi, per avere una buona autostima, è verificare il proprio valore. Non dipende da me il mio valore, ma dalla mia collocazione nel mondo.
Nel caso del sesso, un individuo ha valore in base alla qualità dei suoi rapporti sessuali. I miei rapporti sessuali sono nulli quindi io valore nullo nel sesso. L'unico modo per dimostrare che il mio valore è diverso da zero è avere rapporti sessuali non nulli. Affinché ciò avvenga, le ragazze devono accogliermi per il sesso. Se non mi accolgono, è perché non mi ritengono un partner adatto. Se non mi ritengono un partner adatto è perché non lo sono: essere un partner adatto significa infatti essere ritenuto tale dall'altra persona.
Non può dipendere da me, ma solo dall'esterno.
[#14]
La sessualità, è un essere, non un fare.
La bassa autostima, la paura del rifiuto, la scarsa conoscenza di sé, sono elementi assolutamente anti- afrodisiaci.
Non può relegare tutto alla presenza o meno di vita sessuale, la sessualità, specialmente la dimensione adulta della sessualità, dipende da un’infinità di fattori, come le dicevo prima, non analizzabile on-line.
Le suggerisco nuovamente di rivolgersi a un nostro collega, per portare a risolvere a fondo e definitivamente le sue problematiche, per il recupero della sua qualità di vita, sessualità inclusa
La bassa autostima, la paura del rifiuto, la scarsa conoscenza di sé, sono elementi assolutamente anti- afrodisiaci.
Non può relegare tutto alla presenza o meno di vita sessuale, la sessualità, specialmente la dimensione adulta della sessualità, dipende da un’infinità di fattori, come le dicevo prima, non analizzabile on-line.
Le suggerisco nuovamente di rivolgersi a un nostro collega, per portare a risolvere a fondo e definitivamente le sue problematiche, per il recupero della sua qualità di vita, sessualità inclusa
[#15]
Ex utente
Mi sono già rivolto ad una collega che mi vedrà il 24 gennaio.
Non ho nessuna paura del rifiuto. Il rifiuto è un fatto, non una mia paura.
No, l'autostima non manca solo quando si valuta se stessi meno di quel che si vale, ma anche quando si valuta se stessi più di quel che si vale.
L'unico modo, quindi, per avere una buona autostima, è verificare il proprio valore per quello che è realmente. Non dipende da me il mio valore, ma dalla mia collocazione nel mondo.
Nel caso del sesso, un individuo ha valore in base alla qualità dei suoi rapporti sessuali. I miei rapporti sessuali sono nulli quindi io valore nullo nel sesso. L'unico modo per dimostrare che il mio valore è diverso da zero è avere rapporti sessuali non nulli. Affinché ciò avvenga, le ragazze devono accogliermi per il sesso. Se non mi accolgono, è perché non mi ritengono un partner adatto. Se non mi ritengono un partner adatto è perché non lo sono: essere un partner adatto significa infatti essere ritenuto tale dall'altra persona.
Ho un'autostima eccellente. Però non faccio sesso.
Ma che vuol dire "Non può relegare tutto alla presenza o meno di vita sessuale"?
Io non relego a niente. Semplicemente non ho una vita sessuale. Vorrei sapere perché, vorrei sapere se posso fare qualcosa per averla, oppure se non posso farci niente.
Tutto qui. Lei mi dice, la sessualità "è un essere", non un fare, e continua. Questo per me significa solo "no, lei non farà mai sesso", perché quello che sono è questo, uno che non fa sesso e che non ha una vita sessuale. E non posso farci niente.
Questo è quello che lei mi sta dicendo, non sono io che me lo invento.
La sessualità vorrà pure dire tante cose. Nel mio caso vuol dire non avere una vita sessuale e non valere nulla dal punto di vista sessuale. Essere uno scarto genetico utile a favorire la riproduzione altrui. Questo vuol dire. Ecco, magari questo significa avere valore. Ho valore perché non faccio sesso e consento agli altri di farlo... Ma perché ha valore far fare sesso agli altri? Perché gli altri sono migliori di me. Questo significa che io sono peggiore di loro, che sono inferiore a loro. Altrimenti il mio non fare sesso non avrebbe valore. Il che però significa che io sono, se non l'ultima ruota del carro, per lo meno una fra le ultime ruote del carro, cioè uno scarto. Magari un fondo casomai i migliori dovessero star male.
Ma visto che non ci posso fare niente, visto che tutto questo riguarda l'essere e non il fare, non vedo perché "fare" qualcosa ed andare dalla sua collega il 24.
Non ho nessuna paura del rifiuto. Il rifiuto è un fatto, non una mia paura.
No, l'autostima non manca solo quando si valuta se stessi meno di quel che si vale, ma anche quando si valuta se stessi più di quel che si vale.
L'unico modo, quindi, per avere una buona autostima, è verificare il proprio valore per quello che è realmente. Non dipende da me il mio valore, ma dalla mia collocazione nel mondo.
Nel caso del sesso, un individuo ha valore in base alla qualità dei suoi rapporti sessuali. I miei rapporti sessuali sono nulli quindi io valore nullo nel sesso. L'unico modo per dimostrare che il mio valore è diverso da zero è avere rapporti sessuali non nulli. Affinché ciò avvenga, le ragazze devono accogliermi per il sesso. Se non mi accolgono, è perché non mi ritengono un partner adatto. Se non mi ritengono un partner adatto è perché non lo sono: essere un partner adatto significa infatti essere ritenuto tale dall'altra persona.
Ho un'autostima eccellente. Però non faccio sesso.
Ma che vuol dire "Non può relegare tutto alla presenza o meno di vita sessuale"?
Io non relego a niente. Semplicemente non ho una vita sessuale. Vorrei sapere perché, vorrei sapere se posso fare qualcosa per averla, oppure se non posso farci niente.
Tutto qui. Lei mi dice, la sessualità "è un essere", non un fare, e continua. Questo per me significa solo "no, lei non farà mai sesso", perché quello che sono è questo, uno che non fa sesso e che non ha una vita sessuale. E non posso farci niente.
Questo è quello che lei mi sta dicendo, non sono io che me lo invento.
La sessualità vorrà pure dire tante cose. Nel mio caso vuol dire non avere una vita sessuale e non valere nulla dal punto di vista sessuale. Essere uno scarto genetico utile a favorire la riproduzione altrui. Questo vuol dire. Ecco, magari questo significa avere valore. Ho valore perché non faccio sesso e consento agli altri di farlo... Ma perché ha valore far fare sesso agli altri? Perché gli altri sono migliori di me. Questo significa che io sono peggiore di loro, che sono inferiore a loro. Altrimenti il mio non fare sesso non avrebbe valore. Il che però significa che io sono, se non l'ultima ruota del carro, per lo meno una fra le ultime ruote del carro, cioè uno scarto. Magari un fondo casomai i migliori dovessero star male.
Ma visto che non ci posso fare niente, visto che tutto questo riguarda l'essere e non il fare, non vedo perché "fare" qualcosa ed andare dalla sua collega il 24.
[#16]
Ex utente
Infatti non ci andrò. Mi sono stufato di ascoltare i consigli degli altri che mi portano solo in direzioni sbagliate.
D'ora in poi seguirò solo la mia legge, non quella dello Stato, non quella della comunità, non quella di chi mi circonda.
E se questo vorrà dire lottare contro tutti: così sia.
D'ora in poi seguirò solo la mia legge, non quella dello Stato, non quella della comunità, non quella di chi mi circonda.
E se questo vorrà dire lottare contro tutti: così sia.
Questo consulto ha ricevuto 18 risposte e 6.3k visite dal 09/01/2018.
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