Frustrazione sessuale totale, impotenza, che altro?
Buona sera,
spulciando i vecchi consulti ho or ora scritto al servizio di counseling della mia università per chiedere aiuto. In attesa dell'eventuale accettazione, voglio chiedere qui un consulto.
In due parole, il copione ricorrente della mia vita sessuale: 1 - vado in discoteca, non rimorchio; 2 - da altre parti, non rimorchio; 3 - dopo peripezie, giuramenti falsi e bugiardi di amore eterno, creazione di esperienze emozionali architettate secondo i più meschini calcoli, riesco a "mettermi" con la ragazza-ripiego che non mi piace, alla quale dico che mi piace come persona quando mi interessano soltanto seni, gambe, glutei, fianchi e un minimo di viso, ma non i suoi: ecco, mi metto con questa e poi al momento di fare cose non mi si erige il pene.
Cosa rispondereste ad un paziente che vi si presentasse dicendo quanto segue?: Non voglio curare l'ansia, non voglio curare la qualità delle mie relazioni, non voglio farmi meno "pippe mentali", non voglio la felicità qui ed ora. Non me ne frega niente della felicità qui ed ora, dell'accettazione di me stesso, di dare un significato alla mia vita. Mi interessa solo una cosa: andare in una discoteca, puntare la ragazza che ha le curve che mi piacciono, e portarmela a letto, farci sesso magari fino alla mattina dopo, poi ripetere la stessa procedura con un'altra ragazza il giorno dopo. E così via finché non decido di fare figli (cosa che avverrà entro breve) con una o più di queste ragazze - o magari con la moglie di uno che invece ha deciso di essere un "bravo ragazzo" o un uomo "etico", e che si ritroverà ignaro ad accudire i miei figli -. Non vorrei mai essere quel tipo, per inciso.
Questo è il mio unico obiettivo. Non c'è nessun lavoro da fare sulle relazioni con gli altri, né imparare ad accettare le mie emozioni, né me stesso, né l'ansia da curare. Se ho problemi in quei campi è perché non faccio sesso come, quanto e quando lo voglio io, non per altro. E non mi dica (oh psicologo dell'università) che non faccio sesso come voglio perché ho problemi relazionali, di ansia, emotivi: sono tutte cavolate o fregature. Ci ho provato più volte a lavorare su me stesso seguendo le indicazioni altrui per la risoluzione di questi problemi, ma i risultati sono stati: cominciare percorsi di "ammissione della mia omosessualità", oppure di "cambio di sesso", oppure di "castità o asessualità", oppure come "maschio beta, fatto per la coppia con quella che non ti piace", oppure "maschio beta sottomesso ad una dominante che sta con un Alpha", oppure "maschio beta sottomesso ad un Alpha". Solo a questo schifo mi ha portato il "lavoro su me stesso". Perciò per quanto mi riguarda l'unico lavoro su me stesso che accetterò d'ora in avanti sarà quello finalizzato al raggiungimento del mio obiettivo summenzionato: il che probabilmente per me significa avere il mindset di una macchina accumulatrice di soldi, di un gorilla, di un leader solitario e di un genio.
Che rispondereste a chi vi si proponesse così?
spulciando i vecchi consulti ho or ora scritto al servizio di counseling della mia università per chiedere aiuto. In attesa dell'eventuale accettazione, voglio chiedere qui un consulto.
In due parole, il copione ricorrente della mia vita sessuale: 1 - vado in discoteca, non rimorchio; 2 - da altre parti, non rimorchio; 3 - dopo peripezie, giuramenti falsi e bugiardi di amore eterno, creazione di esperienze emozionali architettate secondo i più meschini calcoli, riesco a "mettermi" con la ragazza-ripiego che non mi piace, alla quale dico che mi piace come persona quando mi interessano soltanto seni, gambe, glutei, fianchi e un minimo di viso, ma non i suoi: ecco, mi metto con questa e poi al momento di fare cose non mi si erige il pene.
Cosa rispondereste ad un paziente che vi si presentasse dicendo quanto segue?: Non voglio curare l'ansia, non voglio curare la qualità delle mie relazioni, non voglio farmi meno "pippe mentali", non voglio la felicità qui ed ora. Non me ne frega niente della felicità qui ed ora, dell'accettazione di me stesso, di dare un significato alla mia vita. Mi interessa solo una cosa: andare in una discoteca, puntare la ragazza che ha le curve che mi piacciono, e portarmela a letto, farci sesso magari fino alla mattina dopo, poi ripetere la stessa procedura con un'altra ragazza il giorno dopo. E così via finché non decido di fare figli (cosa che avverrà entro breve) con una o più di queste ragazze - o magari con la moglie di uno che invece ha deciso di essere un "bravo ragazzo" o un uomo "etico", e che si ritroverà ignaro ad accudire i miei figli -. Non vorrei mai essere quel tipo, per inciso.
Questo è il mio unico obiettivo. Non c'è nessun lavoro da fare sulle relazioni con gli altri, né imparare ad accettare le mie emozioni, né me stesso, né l'ansia da curare. Se ho problemi in quei campi è perché non faccio sesso come, quanto e quando lo voglio io, non per altro. E non mi dica (oh psicologo dell'università) che non faccio sesso come voglio perché ho problemi relazionali, di ansia, emotivi: sono tutte cavolate o fregature. Ci ho provato più volte a lavorare su me stesso seguendo le indicazioni altrui per la risoluzione di questi problemi, ma i risultati sono stati: cominciare percorsi di "ammissione della mia omosessualità", oppure di "cambio di sesso", oppure di "castità o asessualità", oppure come "maschio beta, fatto per la coppia con quella che non ti piace", oppure "maschio beta sottomesso ad una dominante che sta con un Alpha", oppure "maschio beta sottomesso ad un Alpha". Solo a questo schifo mi ha portato il "lavoro su me stesso". Perciò per quanto mi riguarda l'unico lavoro su me stesso che accetterò d'ora in avanti sarà quello finalizzato al raggiungimento del mio obiettivo summenzionato: il che probabilmente per me significa avere il mindset di una macchina accumulatrice di soldi, di un gorilla, di un leader solitario e di un genio.
Che rispondereste a chi vi si proponesse così?
[#1]
“Non me ne frega niente della felicità qui ed ora, dell'accettazione di me stesso, di dare un significato alla mia vita. ”
Dovrebbe, in sede di consultazione - de visu, non online - capire perché non si vuole curare.
“Ci ho provato più volte a lavorare su me stesso seguendo le indicazioni altrui per la risoluzione di questi problemi,“
Non ho ben capito come, e se si è curato.
Ogni terapie individuale.
Dovrebbe, in sede di consultazione - de visu, non online - capire perché non si vuole curare.
“Ci ho provato più volte a lavorare su me stesso seguendo le indicazioni altrui per la risoluzione di questi problemi,“
Non ho ben capito come, e se si è curato.
Ogni terapie individuale.
Cordialmente.
Dr.ssa Valeria Randone,perfezionata in sessuologia clinica.
https://www.valeriarandone.it
[#2]
Ex utente
Sì, sì, con la terapia.
Ne ho fatta più di una, ma dalla vita non ho ancora ricevuto la soddisfazione che voglio.
Dottoressa, non si tratta di non volersi curare: io voglio veramente stare bene, ma il bene che generalmente mi viene proposto come "felicità qui ed ora", è un bene per gli stupidi.
Il paziente lobotomizzato sta sicuramente bene, lo credo, ma solo perché è rimasto poco più che un animale.
No, questi sono falsi beni: sono beni ingannevoli usati per raggirare i fessi. Io però sono più intelligente degli altri.
Io non sono felice qui ed ora e so benissimo perché: 1 - non ho una discendenza copiosa (almeno 500 figli); 2 - non ho fatto mai cose che abbiano dimostrato la mia capacità di avere una discendenza copiosa; 3 - non sto facendo sesso con la ragazza che ho puntato ieri sera in discoteca e non sto ricordando di quando ho veramente (non nella mia immaginazione o pensando a qualcun altro che lo ha fatto) fatto sesso per cinque ore con una o due (fino a venti ragazze) puntate in discoteca la sera prima, e non sto pensando ad uno dei miei 500 figli avuti con una ragazza puntata in discoteca una sera non so quando.
Questo è perché non sono felice: il modo per diventare felice è trasformare, attraverso i fatti, quei "non" in dei "non non".
Per ottenere questo risultato c'è bisogno che lo psicologo sia un mezzo (magari umano, sì, ma innanzitutto un mezzo strumentale) per creare il summenzionato mindset.
Ok, magari mi sono contraddetto: perché allora quello che voglio è la felicità qui ed ora, ma con precise caratteristiche.
Ma vede, purtroppo se ammetto di ottenere la felicità qui ed ora cado in un'altra contraddizione: infatti significherebbe ottenere di essere felice ora, cioè quando quei "non" non sono ancora dei "non non".
Ed ecco perché della "felicità qui ed ora" non mi frega proprio niente. Cioè mi interessa una felicità che sia al di là di ogni qui e di ogni ora, di ogni mai, di ogni sempre.
E questa felicità può essere costruita solo attraverso il perseguimento, entro i prossimi quattro anni, dell'obiettivo summenzionato.
Altrimenti non se ne esce se non distruggendomi la vita o lobotomizzandomi - o diventando gay o quelle cose che voi comuni mortali volete impormi -.
Ah, cercherò di essere chiaro: io non voglio risolvere quei falsi problemi di ansia, relazioni, etc., perché la risoluzione di quei problemi significa l'accettazione dei compromessi della comunità. Sì, lo so che è banale secondo lei, visto che Freud parlava del contrasto fra civiltà ed es già all'inizio del secolo scorso, individuando la nevrosi in questo conflitto. Questi compromessi sono un ostacolo alla mia realizzazione, non un vantaggio per essa: a me delle altre persone non frega un accidente. Se non temessi la punizione della collettività ammazzerei tutti. Io non provo amore, non provo affetto, non provo amicizia. Gli altri maschi sono solo ostacoli alla mia procreazione, le donne sono solo mezzi per la mia procreazione: punto. Tutto il resto, cioè l'affetto, l'amicizia, etc., è soltanto lo strumento mentale attraverso cui gli altri maschi cercano di impedirmi la procreazione ed attraverso cui le femmine cercano di fare una selezione finalizzata alla mia esclusione o marginalizzazione. Così, l'unico modo che ho per trasmettere me stesso nei secoli che verranno, è venire al mondo come il Principe di Lutero, il punitore dei mortali, e conquistare con ferocia tutto il possibile, sopravvivendo alle intemperie. Voglio avere questo mindset. Del resto non mi frega proprio un bel niente.
Ci diventino gli altri gay. Ah, e se ci diventano son contento: meno concorrenza.
Ne ho fatta più di una, ma dalla vita non ho ancora ricevuto la soddisfazione che voglio.
Dottoressa, non si tratta di non volersi curare: io voglio veramente stare bene, ma il bene che generalmente mi viene proposto come "felicità qui ed ora", è un bene per gli stupidi.
Il paziente lobotomizzato sta sicuramente bene, lo credo, ma solo perché è rimasto poco più che un animale.
No, questi sono falsi beni: sono beni ingannevoli usati per raggirare i fessi. Io però sono più intelligente degli altri.
Io non sono felice qui ed ora e so benissimo perché: 1 - non ho una discendenza copiosa (almeno 500 figli); 2 - non ho fatto mai cose che abbiano dimostrato la mia capacità di avere una discendenza copiosa; 3 - non sto facendo sesso con la ragazza che ho puntato ieri sera in discoteca e non sto ricordando di quando ho veramente (non nella mia immaginazione o pensando a qualcun altro che lo ha fatto) fatto sesso per cinque ore con una o due (fino a venti ragazze) puntate in discoteca la sera prima, e non sto pensando ad uno dei miei 500 figli avuti con una ragazza puntata in discoteca una sera non so quando.
Questo è perché non sono felice: il modo per diventare felice è trasformare, attraverso i fatti, quei "non" in dei "non non".
Per ottenere questo risultato c'è bisogno che lo psicologo sia un mezzo (magari umano, sì, ma innanzitutto un mezzo strumentale) per creare il summenzionato mindset.
Ok, magari mi sono contraddetto: perché allora quello che voglio è la felicità qui ed ora, ma con precise caratteristiche.
Ma vede, purtroppo se ammetto di ottenere la felicità qui ed ora cado in un'altra contraddizione: infatti significherebbe ottenere di essere felice ora, cioè quando quei "non" non sono ancora dei "non non".
Ed ecco perché della "felicità qui ed ora" non mi frega proprio niente. Cioè mi interessa una felicità che sia al di là di ogni qui e di ogni ora, di ogni mai, di ogni sempre.
E questa felicità può essere costruita solo attraverso il perseguimento, entro i prossimi quattro anni, dell'obiettivo summenzionato.
Altrimenti non se ne esce se non distruggendomi la vita o lobotomizzandomi - o diventando gay o quelle cose che voi comuni mortali volete impormi -.
Ah, cercherò di essere chiaro: io non voglio risolvere quei falsi problemi di ansia, relazioni, etc., perché la risoluzione di quei problemi significa l'accettazione dei compromessi della comunità. Sì, lo so che è banale secondo lei, visto che Freud parlava del contrasto fra civiltà ed es già all'inizio del secolo scorso, individuando la nevrosi in questo conflitto. Questi compromessi sono un ostacolo alla mia realizzazione, non un vantaggio per essa: a me delle altre persone non frega un accidente. Se non temessi la punizione della collettività ammazzerei tutti. Io non provo amore, non provo affetto, non provo amicizia. Gli altri maschi sono solo ostacoli alla mia procreazione, le donne sono solo mezzi per la mia procreazione: punto. Tutto il resto, cioè l'affetto, l'amicizia, etc., è soltanto lo strumento mentale attraverso cui gli altri maschi cercano di impedirmi la procreazione ed attraverso cui le femmine cercano di fare una selezione finalizzata alla mia esclusione o marginalizzazione. Così, l'unico modo che ho per trasmettere me stesso nei secoli che verranno, è venire al mondo come il Principe di Lutero, il punitore dei mortali, e conquistare con ferocia tutto il possibile, sopravvivendo alle intemperie. Voglio avere questo mindset. Del resto non mi frega proprio un bel niente.
Ci diventino gli altri gay. Ah, e se ci diventano son contento: meno concorrenza.
[#3]
Ex utente
Io lo so benissimo come stare bene nel modo che dite voi. Lo so eccome: sono stato bene in passato e ricordo perfettamente com'era.
Fare parte di qualcosa, voler bene a qualcuno (o a più di qualcuno), poter costruire un mondo e cercare la verità.
Tutto molto bello. Non avrei nessuna difficoltà a raggiungere un obiettivo simile. Ci sono già riuscito in questi mesi ed è sempre stato così nella mia vita.
Ma non è questo il mio obiettivo: il mio obiettivo è fare sesso. In particolare fare sesso con le ragazze che punto in discoteca.
Fare parte di qualcosa, voler bene a qualcuno (o a più di qualcuno), poter costruire un mondo e cercare la verità.
Tutto molto bello. Non avrei nessuna difficoltà a raggiungere un obiettivo simile. Ci sono già riuscito in questi mesi ed è sempre stato così nella mia vita.
Ma non è questo il mio obiettivo: il mio obiettivo è fare sesso. In particolare fare sesso con le ragazze che punto in discoteca.
Questo consulto ha ricevuto 3 risposte e 2.5k visite dal 08/01/2018.
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