Mentire sugli esami universitari
Salve, mi trovo in una situazione dal mio punto di vista davvero scomoda. Per varie ragioni, sono 3 anni in ritardo sul percorso universitario. Nonostante varie peripezie, sono a 2 esami dalla conclusione. Il mio senso di colpa per il ritardo, unito al senso di inferiorità vedendo gli altri farcela e io no, mi ha portato a mentire ai miei amici dicendo di aver solo la tesi davanti a me, omettendo gli esami mancanti, è dichiarando la laurea più vicina di quanto lo sia realmente. Questa storia mi provoca molta angoscia perché, nel caso venissero a scoprire la verità, ho paura di essere giudicato molto male, visto il rapporto di fiducia reciproca che ci accompagna da sempre. Non so la ragione precisa per cui ho mentito sugli ultimi due esami, fatto sta che l'ho fatto e non so come uscire da questa situazione. Non sono abituato a mentire, ho paura di essere scoperto (altri amici lo sanno e ho paura che possano a venirlo a sapere da loro) e peraltro pensare a questa situazione mi ha portato a un vero e proprio blocco che impedisce di studiare con serenità, facendo nient'altro che creare più ansia rispetto a questa situazione e allungare ancora di più i tempi. Che cosa devo fare? Confessare la verità o arrivare alla fine del percorso universitario facendo finta di nulla? Grazie per l'attenzione.
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Breve resoconto possibili scenari:
1) Non dice nulla ai suoi genitori. Conseguenze: rimuginio sul perché non ha detto nulla, incremento del senso di colpa, malessere psicologico, mancanza di serenità nello studio.
2) dice ai suoi genitori la verità.
Conseguenze: probabile giudizio negativo genitoriale, probabile senso di colpa per averli dato un dispiacere, intolleranza del giudizio negativo.
Qualsiasi strada sceglie, è una SCELTA. ogni scelta presuppone acquisire qualcosa e perdere altro. Anche e soprattutto in termini emotivi.
La scelta sta a lei.
Personalmente le suggerirei di rivolgersi ad un collega psicologo psicoterapeuta. Non per questo episodio/scelta specifica che propone in quest’ultimo consulto, ma per poter lavorare in modo efficace e mirato su rimuginio (ansioso) e dinamiche ossessive annesse. Le occorre un aiuto specialistico di persona. Altrimenti continuerà a vivere nel dubbio, nella scarsa tolleranza dell’incerto, nel rimuginio e trascorrerà le giornate a logorarsi mentalmente. Ecco, si chieda quanto le conviene continuare a vivere così...
Ci sono ottimi colleghi specialisti nella sua provincia che potranno darle un aiuto concreto.
Cordiali saluti
1) Non dice nulla ai suoi genitori. Conseguenze: rimuginio sul perché non ha detto nulla, incremento del senso di colpa, malessere psicologico, mancanza di serenità nello studio.
2) dice ai suoi genitori la verità.
Conseguenze: probabile giudizio negativo genitoriale, probabile senso di colpa per averli dato un dispiacere, intolleranza del giudizio negativo.
Qualsiasi strada sceglie, è una SCELTA. ogni scelta presuppone acquisire qualcosa e perdere altro. Anche e soprattutto in termini emotivi.
La scelta sta a lei.
Personalmente le suggerirei di rivolgersi ad un collega psicologo psicoterapeuta. Non per questo episodio/scelta specifica che propone in quest’ultimo consulto, ma per poter lavorare in modo efficace e mirato su rimuginio (ansioso) e dinamiche ossessive annesse. Le occorre un aiuto specialistico di persona. Altrimenti continuerà a vivere nel dubbio, nella scarsa tolleranza dell’incerto, nel rimuginio e trascorrerà le giornate a logorarsi mentalmente. Ecco, si chieda quanto le conviene continuare a vivere così...
Ci sono ottimi colleghi specialisti nella sua provincia che potranno darle un aiuto concreto.
Cordiali saluti
Dr. Francesco Emanuele Pizzoleo. Psicoterapia cognitiva e cognitivo comportamentale.
[#2]
Gentile utente,
ci scrive che il Suo senso di inferiorità
"..mi ha portato a mentire ai miei amici"
riguardo al percorso universitario.
- Considerato che Le mancano solo due esami,
come mai proprio ora questa riflessione "tardiva"
ad un passo dal traguardo?
- I Suoi genitori conoscono la situazione universitaria reale?
- Se anche altri amici la conoscono,
poco male se anche quelli di "serie B" verranno a saperlo.
- Lei teme: "ho paura di essere giudicato molto male, visto il rapporto di fiducia reciproca .." ma questa fiducia è "già" condita dalla paura del giudizio, quella che L'ha portato a mentire.
Se poi siete così amici, potrà dire loro la verità sulle cause della menzogna.
E dunque, "che fare?" ci chiede.
In realtà può fare come vuole, senza pericoli .. per il mondo.
Nel caso tutto ciò Le causi un reale disagio:
se tiene intrappolati i Suoi pensieri (già nel lontano 2013 ci parlava di pensieri ossessivi),
se - per aver mentito - i sensi di colpa La bloccano (sensi di colpa di cui ci parlava nel 2015 come di un "tormento senza via d'uscita"),
se "Non faccio che ripensare agli errori del passato e questo non mi fa bene" (dicembre 2017),
allora
un percorso psicologico di persona
potrebbe sicuramente aiutarLa.
Ha poi ripreso la psicoterapia, come da consulto di qualche settimana fa?
Saluti cordiali.
Dr. Carla Maria BRUNIALTI
Psicoterapeuta, Sessuologa clinica, Psicologa europea.
https://www.centrobrunialtipsy.it/
[#3]
Ex utente
I miei genitori sono a conoscenza della reale situazione, la mia menzogna agli amici la considero in realtà una mezza verità (o mezza bugia), in quanto sono effettivamente alla conclusione del percorso universitario, ma mi sono attribuito gli ultimi due esami che ancora devo sostenere. Però ho capito che anche una mezza bugia mi fa stare male. Sto cercando di combattere l'ansia con l'aiuto di uno psicoterapeuta e la situazione è già migliorata per molti aspetti. Vi ringrazio per le risposte.
Questo consulto ha ricevuto 4 risposte e 15.6k visite dal 08/01/2018.
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