Disturbi dell'umore

Salve, sono circa tre anni che soffro di cefalea muscolo tensiva, causa lo stress. Fin da bambina ho avuto difficoltà nel dormire, ma durante questi ultimi anni si sono "ingrandite". In un periodo di circa un'anno ho avuto 4 paralisi del sonno (ammetto che ne sono ancora terrorizzata ma da parecchio non ne ho una), anche se queste mattinate ho ricominciato a sentirmi paralizzata mentre sognavo ad occhi aperte, ma senza vedere nulla di spaventoso fortunatamente. Inoltre ho fasi in cui il mio ciclo del sonno è molto sfatato, così come il mio umore. Non vorrei generalizzare, ma mi sento costantemente triste. Ho un peso sul petto e talvolta..è come se non vivessi, come se nulla fosse reale. È come se mi distaccassi e io fossi solo una spettatrice mentre la vita scorre.Tutto, ma proprio tutto, mi sembra inutile e privo di scopo. Mi rendo conto dell'assurdità di questi miei pensieri, e di come siano questi, una cosa inutile. Ma non riesco a smettere di pensare ciò.
È importante dire anche che feci delle sedute dallo psicologo di tipo cognitivo comportamentale, ho preso antidepressivi omeopatici e non.
Ma continuo a stare male..e non so cosa fare. Non so a chi e come chiedere aiuto, mi hanno sempre aiutata fortunatamente, ho sempre avuto qualcuno pronto ad ascoltarmi, ma nulla è cambiato. Mi chiedo se questo mal di testa logorante non sia la scusa per mascherare qualcos'altro...
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Dr. Francesco Emanuele Pizzoleo Psicologo, Psicoterapeuta 2.4k 122
Gentile signorina,

per quanto tempo si è recata in terapia?
Quali i motivi per i quali ha interrotto la terapia psicologica?
Quanto tempo fa è andata in terapia?
Quante sedute ha fatto? Con che cadenza?
Come erano impostate le sedute? Avete concordato, insieme al collega, strategie da utilizzare e scopi da raggiungere?
Come si sentiva emotivamente durante la terapia?

Dr. Francesco Emanuele Pizzoleo. Psicoterapia cognitiva e cognitivo comportamentale.

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Utente
Utente
Grazie per la risposta veloce!
Comunque non sono stati molto incontri, credo 7, l'ho interrotta io. Mi aveva proposto un incontro con la famiglia e nonostante gli avessi detto di non essere favorevole...e dopo quell'incontro non la richiamai. Ora mi rendo conto del comportamento immaturo, ma andare da lei mi sembrava crearmi dei problemi. Nel senso, mi sentivo in qualche modo..patetica, nel cercare aiuto per un malessere che non aveva sfoghi visibile. Nonostante nessuno mi avesse dato prova di ciò, mi sentivo (e mi sento) come se gli altri sospettavano di una mia bugia.
Come se volessero assencordarmi, d'altronde sono una adolescente, i miei problemi sono ridicoli in confronto ai "veri" problemi, quelli che appartengono alla vita da adulti.
Andavo una volta a settimana, e non avevamo deciso insieme un percorso. Sapevo l'obbiettivo ma non il percorso.
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Dr. Francesco Emanuele Pizzoleo Psicologo, Psicoterapeuta 2.4k 122
Cara ragazza,

Non si autocritichi e/o si giudichi immatura per il fatto di aver lasciato la terapia di suo proposito. Può succedere agli adolescenti tanto quanto agli adulti e i motivi possono essere i più disparati.

Altra cosa: qualsiasi problema che ognuno di noi avverte, a prescindere dall’età, RAPPRESENTA UN MALESSERE E NON UN CAPRICCIO O UNA “BUGIA”. I problemi li possiamo e li potremmo avere tutti e lei ha tutto il diritto di averli, esprimerli e risolverli per migliorare la sua qualità di vita. Cosa che le consiglio vivamente di fare.

Sarebbe auspicabile tornare in terapia. Non necessariamente per un lungo periodo di tempo ma quanto serve per poter star bene. Provi a rivolgersi ad un/una collega psicologo psicoterapeuta e, insieme, cercare di stabilire una efficace relazione terapeutica. Nessuno di noi terapeuti è giudicante o la giudicherà, al contrario sarà pronto/a ad accogliere i suoi malesseri, risolverli e ben lieto di poterlo fare insieme ;)

Le faccio i migliori auguri per tutto!
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