Emetofobia e germofobia
Buonasera, scrivo in quanto mi rendo conto di aver bisogno riguardo alcuni disagi che provo ormai da un anno.
Mi spiego. Precisamente il giorno di Natale dell'anno scorso, circa 4 ore dopo aver mangiato un hamburger (premetto che stavo benissimo), ho iniziato a stare male crampi assurdi all'addome e ripetuti episodi di vomito. Inizialmente ho pensato ad un'intossicazione alimentare, ma poi ho capito che si trattava di influenza intestinale. Ho sempre sofferto, sin da bambina, di umana certa fobia del vomito, ma crescendo credevo di averla superata. Tuttavia, a seguito di questo spiacevole ricordi, ho iniziato ad essere paranoica, temendo un nuovo contagio. Ricerco spessissimo sul web informazioni su influenze intestinali e contagio, se ho il sospetto che qualcuno sia infetto mi lavo spesso le mani e ho sempre con me un disinfettante. Se qualcuno si sente male nel mio bagno, procedo immediatamente a disnifettarlo con detergenti acidi (e poi mi disibfetto io ovviamente) e non uso suddetto bagno per uno o dugiorni, usando l'altro che ho in casa. Oggi poi, mi sono recata a comprare del banale pollo e mi sono accorta chr il macellaio non stava bene e lamentava forti dolori di stomaco, così temendo che avesse il virus e che avesse potuto contaminare la carne, non l'ho mangiata perché avevo paura (nonostante io sappia che la cottura neutralizza i batteri). Specifico che ho questi timori e i conseguenti comportamenti paranoici solo nel caso di influenza intestinale, mentre con tutto il resto no è che ho da sempre un sistema immunitario molto debole, ragione che credo abbia fomentato questa mia fobia.
Non mi spiego perché di questa "selettività" (perché solo l'influenza intestinale e Non, ad esempio, la febbre?) e mi chiedevo..come potrei fare a superare questo scoglio?
Non sono a digiuno di materia psicologica in quanto sto per laurearmi, quindi vorrei sapere se ci sono delle tecniche specifiche che potrei adoperare su me stessa.
Grazie in maniera anticipata a chiunque voglia dedicare tempo a questo mio quesito e rispondervi.
Mi spiego. Precisamente il giorno di Natale dell'anno scorso, circa 4 ore dopo aver mangiato un hamburger (premetto che stavo benissimo), ho iniziato a stare male crampi assurdi all'addome e ripetuti episodi di vomito. Inizialmente ho pensato ad un'intossicazione alimentare, ma poi ho capito che si trattava di influenza intestinale. Ho sempre sofferto, sin da bambina, di umana certa fobia del vomito, ma crescendo credevo di averla superata. Tuttavia, a seguito di questo spiacevole ricordi, ho iniziato ad essere paranoica, temendo un nuovo contagio. Ricerco spessissimo sul web informazioni su influenze intestinali e contagio, se ho il sospetto che qualcuno sia infetto mi lavo spesso le mani e ho sempre con me un disinfettante. Se qualcuno si sente male nel mio bagno, procedo immediatamente a disnifettarlo con detergenti acidi (e poi mi disibfetto io ovviamente) e non uso suddetto bagno per uno o dugiorni, usando l'altro che ho in casa. Oggi poi, mi sono recata a comprare del banale pollo e mi sono accorta chr il macellaio non stava bene e lamentava forti dolori di stomaco, così temendo che avesse il virus e che avesse potuto contaminare la carne, non l'ho mangiata perché avevo paura (nonostante io sappia che la cottura neutralizza i batteri). Specifico che ho questi timori e i conseguenti comportamenti paranoici solo nel caso di influenza intestinale, mentre con tutto il resto no è che ho da sempre un sistema immunitario molto debole, ragione che credo abbia fomentato questa mia fobia.
Non mi spiego perché di questa "selettività" (perché solo l'influenza intestinale e Non, ad esempio, la febbre?) e mi chiedevo..come potrei fare a superare questo scoglio?
Non sono a digiuno di materia psicologica in quanto sto per laurearmi, quindi vorrei sapere se ci sono delle tecniche specifiche che potrei adoperare su me stessa.
Grazie in maniera anticipata a chiunque voglia dedicare tempo a questo mio quesito e rispondervi.
[#1]
Gentile utente,
ci scrive: "..sto per laurearmi, quindi vorrei sapere se ci sono delle tecniche specifiche che potrei adoperare su me stessa."
Considerato che la emetofobia ha a che fare con la paura/ansia della perdita di controllo e del giudizio sociale,
l'utilizzo di tecniche - ad es. di rilassamento - può far diminuire l'ansia.
In ogni caso occorre andare più a fondo,
se si vuole risolvere.
Un percorso psicologico Le potrebbe essere molto utile
sia nello specifico caso,
sia per prendere consapevolezza di sè in prospettiva della professione psy (immagino stia finendo la triennale, per iniziare la magistrale..).
Per approfondire:
https://www.medicitalia.it/minforma/psicologia/700-emetofobia-la-paura-del-vomito.html
Saluti cordiali.
Dr. Carla Maria BRUNIALTI
Psicoterapeuta, Sessuologa clinica, Psicologa europea.
https://www.centrobrunialtipsy.it/
Questo consulto ha ricevuto 3 risposte e 3.3k visite dal 04/01/2018.
Per rispondere esegui il login oppure registrati al sito.
Per rispondere esegui il login oppure registrati al sito.
Approfondimento su Ansia
Cos'è l'ansia? Tipologie dei disturbi d'ansia, sintomi fisici, cognitivi e comportamentali, prevenzione, diagnosi e cure possibili con psicoterapia o farmaci.