No sense
Salve a tutti, mi chiamo Giuseppe ho 22 anni e sono uno di quei tanti ragazzi smarriti nel Non senso della vita, che dire, ho totalmente perso la voglia di vivere, e con questo mi lancio avanti dicendovi che non voglio farla finita, ma semplicemente perchè oltre alla mia finirebbere la vita dei pochissimi che mi vogliono bene, detto questo vengo al punto, è da quando è iniziata l'età delle decisioni che sto così, per la serie potrei vivere alla grande se solo volessi ma preferisco che il tutto si trovi un senso da solo e venga incontro alle mie esigenze, più crescevo e più tutto diventava normale, triste, ciclico e ripetitivo, avete presente quando vi capitano 10 cose bellissime durante un sogno? Ecco perchè somministrate in brevissimo tempo e raggiunte senza un percorso progressivo e noioso, a volte faticoso, in sogno ci appaiono come un insieme che sancisce un qualcosa di fantastico, bellissimo e gratificante, forse è per questo che quando tutto termina e siamo svegli abbiamo un trauma da ritorno alla realtà:( ed è appunto questo, più cresco è più non comprendo, è davvero così brutto essere la parte cosciente di questo mondo? Lunedì-Venerdi, mangia lavora mangia svagati accumula spendi e...ripeti, non riesco a vederla in nessu altro modo, neanche liberi tra le braghe della disoccupazione è così, ti viene il rimorso vuoi fare qualcosa che ti piace, vuoi renderti utile, ma purtroppo non hai capito cosa fare nella tua vita, della tua vita, è in tutto questo sto perdendo gli anni migliori della mia vita, nessuna vita sociale, nessuna ragazza, nessuno amico disposto ad ascoltarmi, una famiglia distrutta sia internamente, tra familiari consanguigni, sia esternamente con un bel divorzio, e si, sono solo in un mare che dovrei navigare, ma oltre ad essere un marinaio inesperto e solo, non so nenache dove andare, e così, mi lascio trasportare lentamente alla deriva dal vento, vento che nella mia vita rappresenterebbe il tempo, che scorre e io mi sento sempre più in debito con tutto ciò che dovrei vivere ma che non vivo, spero questo possa essere sia di aiuto per me che per altri nella mia stessa condizione. Non reagisco più, non rispondo più agli stimoli esterni, è più facile vedere babbo Natale con gli addominali che me arrabbiato contro qualcosa o qualcuno, nonostate sia un bel ragazzo di valore e cultura ( detto dagli altri ) non ho nessuna cura per me stesso e a volte mi disprezzo da solo, quando di rado cerco di farmi una vita sociale gli altri mi vedono felice, simpatico, ma non sanno che si, sono allegro perchè simpatico, ma nel profondo io, Giuseppe fatto di pensieri e solitudine, sono profondamente infelice, non tutti comprendono, arrivano al pozzo dell'anima, e questo lo capisco perchè non è semplice capirmi da me figuriamoci un esterno, quindi detto questo, spero ci sia qualcuno tra di voi che possa darmi anche solo un lume da seguire, lo ascolterò volentieri, grazie a tutti per aver letto questa lunga storia.
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Caro Giuseppe, i Romani chiamavano "tedium vitae", "noia della vita", questa sorta di malinconia che ingrigisce tutto e fa tristemente valutare l'inutilità di tutte le cose. Non è una condizione piacevole. Alcuni periodi della vita possono determinare con più forza questa situazione, per esempio il passaggio dall'adolescenza alla giovinezza; la fine degli studi; la perdita di un legame importante... Finito l'evento che l'ha causata, spesso sparisce anche la sensazione di vuoto, ma attenzione: in certi casi potrebbe cronicizzarsi. Nel suo caso mi sembra di capire che questa triste svalutazione della realtà, questa rinuncia ad ogni iniziativa che potrebbe restituirle l'energia per sentirsi artefice di una vita coraggiosa e ricca di iniziative, affetti e speranze, sia associata non soltanto ad un periodo di transizione, ma ad un messaggio familiare, da lei recepito come destino di fallimento e di rinuncia, dal quale forse è oscuramente irretito. Se fossi in lei, terrei presente la frase "io mi sento sempre più in debito con tutto ciò che dovrei vivere ma che non vivo". Chi, che cosa, la trattiene in questa triste condizione di stallo? A chi pensa di fare del bene -o del male- negando e danneggiando solo sé stesso? L'aiuto di uno psicologo sarebbe molto utile per dipanare i fili di questa situazione paralizzante. Ci sono anche dei libri che la potrebbero aiutare, ma letti da solo finirebbero per intristirla ancora di più. Intanto le linko l'articolo di un collega su vari tipi di malinconia in cui sono certa troverà anche un po' di sé stesso. Tanti auguri e ci tenga al corrente. https://www.medicitalia.it/minforma/psichiatria/1431-distimia-depressione-esistenziale-e-disturbo-bipolare.html
Prof.ssa Anna Potenza (RM) gairos1971@gmail.com
Questo consulto ha ricevuto 2 risposte e 2.6k visite dal 29/12/2017.
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