Ludopatia

Buonasera e Buone Feste, avrei bisogno di alcuni consigli: poco più di 5 anni fa (avevo 15 anni) mia madre ha scoperto che mio padre ha sperperato gran parte dei nostri risparmi nel gioco d'azzardo. Da quel giorno la mia vita è cambiata, mia madre è diventata un'accumulatrice di soldi, non c'è più amore fra loro e lei non fa altro che rinfacciargli periodicamente quello che ha fatto; non ha mai provato a capire, non si è mai impegnata per ricostruire un rapporto con lui, con la conseguenza che mio padre in passato ci è anche ricascato, mentre adesso dichiara di non giocare più, ma continua a soffrire per colpa sua, perché so che ne è ancora profondamente innamorato. Io vorrei dei consigli su come fare per far capire a mia madre che ciò che ha fatto fa soffrire più lui che lei e che lui stesso desidera non averlo mai fatto, mentre lei ne parla sempre come un bambino che si diverte a fare un dispetto al compagno di scuola, e lo appella spesso con epiteti come "ladro", "farabutto" e simili. In sostanza vorrei sapere alcuni concetti su cui far leva per farle capire in modo chiaro che si tratta di una malattia e non di un capriccio personale, vorrei provare ad aprirle gli occhi in modo organizzato ed efficace, ma non saprei da dove cominciare, visto che ci ho provato molte volte ma invano. Grazie in anticipo a chi mi risponderà.
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Dr.ssa Paola Dei Psicologo, Psicoterapeuta 307 27 9
Gentile signorina
Lei è giovanissima e già con un sovraccarico enorme sulle spalle. È ammirevole la sua forza di volontà, ma il traguardo difficile da raggiungere. La psicologia in questi casi parla di famiglie dipendenti perché una dipendenza ne crea a grappolo un’altra di tipo relazionale e poi altre ancora, impedendo ai membri di una famiglia di vivere serenamente la propria vita. Temo che si sia prefissata un compito molto arduo da portare avanti da sola e questo non è nemmeno giusto. Quanto posso consigliarle è un centro per suo padre dove possa elaborare il suo problema in maniera definitiva e dove sono coinvolte anche le famiglie in un percorso di riabilitazione che prevede la partecipazione e la collaborazione di tutti i membri del sistema. Proprio in Toscana c’è un Centro di questo tipo che prevede una durata di 21 giorni dove viene portato avanti un percorso intensivo. Provi a rivolgersi al SeRD della sua città, lo conoscono senz’altro e possono indicarle la procedura da seguire per accedervi senza spese per voi.
In alternativa occorrerebbe una psicoterapia familiare oltre che un sostegno per lei. Rifletta su quanto le ho esposto e ricordi che alla sua età merita decisamente una vita più serena.
Molti auguri

Paola Dei: Psicologo Psicoterapeuta
Didatta Associato FISIG Perfezionata in criminologia
Docente in Psicologia dell’Arte (IGKGH-DGKGTH-CH)

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Dr.ssa Angela Pileci Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo 19.9k 509 41
In effetti è molto difficile sia trattare la problematica, sia "agganciare" il paziente stesso, sia mostrare ai parenti che non si tratta di un gioco, nè di un capriccio ma di una vera e propria malattia che è legata alla dipendenza.

Effettivamente bisognerebbe però in parte sposare anche il punto di vista della mamma: spesso chi ha questa dipendenza utilizza menzogne e raggiri per ottenere il denaro necessario per le puntate, oltre a rituali che dall'esterno sembrano senza nessuna logica e appaiono assolutamente bizzarri. Quindi da una parte è comprensibile che la mamma si sia sentita sola contro questo problema devastante, che si sia sentita tradita dal coniuge nella fiducia e nella ripartizione delle responsabilità genitoriali, ecc... La rabbia ci sta...

Quello che non mi è completamente chiaro è se ora il papà è davvero uscito dalla dipendenza totalmente o se di tanto in tanto gioca ancora (magari somme meno significative) o se ha altri comportamenti che hanno sostituito il gioco ma che sono altrettanto patologici e magari non ne siete al corrente.
Attualmente il papà riesce ad andare a lavorare e a fare tutto ciò che faceva?

Per "agganciare" anche la mamma e sensibilizzarla alla problematica, perchè non provate a rivolgervi al servizio asl della zona che si occupa specificamente di dipendenze da gioco patologico?

Dott.ssa Angela Pileci
Psicologa,Psicoterapeuta Cognitivo-Comportamentale
Perfezionata in Sessuologia Clinica

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Utente
Utente
La ringrazio davvero per tutto, in questi giorni mi recherò al Sert (dove peraltro mio padre a suo tempo è già stato) e sentirò cosa mi dicono. In ogni caso non sarà facile convincere mia madre a intraprendere un percorso simile, ma senza dubbio il fatto che sia senza spese è un punto a favore. Ancora auguri
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Dr.ssa Paola Dei Psicologo, Psicoterapeuta 307 27 9
La partecipazione dei familiari è limitata a due giornate, le altre le porta avanti suo padre. La famiaglia ha poi delle indicazioni da seguire al ritorno del genitore. Decisamente positivo è il fatto che possa essere gratuito per voi e che ci siano delle indicazioni da seguire per tutti i familiari.
Mille auguri
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Utente
Utente
Mio padre è in pensione, ma si tiene abbastanza impegnato, sinceramente non so se gioca ancora, ecco ora che ci penso dichiara di giocare di tanto in tanto la schedina e di prenderlo come un "gioco" nel vero senso della parola, ma nell'ultimo anno comunque ho notato che ha sempre avuto qualche soldo (prima era abbastanza raro, anche perché il suo stipendio è ridotto a causa dei debiti e inoltre a lui compete il pagamento delle bollette). Per quanto riguarda altri comportamenti patologici posso dire che mangia spesso in modo abbastanza scriteriato, anche se è sempre stato un po' innamorato del cibo. La rabbia di mamma è pienamente comprensibile, ma dal momento che non vuole separarsi (non si sa bene per quale seria ragione) è ora che la smetta di comportarsi così a mio avviso.
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Dr.ssa Paola Dei Psicologo, Psicoterapeuta 307 27 9
Proprio per questo è indicato il percorso che le ho consigliato che è specifico per le dipendenze. Lavorano sul Gioco d’azzardo ma anche sulle altre forme di dipendenza e i giorni di partecipazione sono 21.
Mille auguri
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Dr.ssa Angela Pileci Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo 19.9k 509 41
Gentile ragazzo,

sarei più morbida con le scelte della mamma, che a volte non sono proprio delle scelte così libere.
Purtroppo situazioni del genere rovinano letteralmente da un punto di vista economico l'intera famiglia e separarsi per tua mamma potrebbe essere una strada che non può proprio permettersi il lusso di percorrere!

Il grave problema di situazioni del genere è anche a livello relazionale, come spiegavo sopra, in quanto è il legame ad essere malato.

Il papà ha a disposizione parte della sua pensione? Non ha una persona che lo aiuti a regolamentare l'uso dei soldi, ad esempio la mamma stessa o un altro "amministratore"?
Questa, se ancora non è attuata, è la prima cosa da fare, altrimenti il papà continuerà sempre ad avere soldi da giocare...
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Dr.ssa Paola Dei Psicologo, Psicoterapeuta 307 27 9
Gentile signorina
Concordo con la dr.ssa Pileci, è decisamente è necessario un aiuto, oltre a misure e strategie che aiutino suo padre ad uscire dal problema, tuttavia ho proposto un percorso intensivo dove i pazienti vengono seguiti e monitorati 24 ore su 24, perché è stato ampiamente dimostrato che incontri settimanali con uno psicoterapeuta nei casi di dipendenze conclamate non funzionano, almeno nel primo periodo, motivo per cui sono stati stanziati fondi, sono stati creati Enti, Comunità e sono state indicate una serie di misure per contrastare il fenomeno.Questo è importante saperlo, perché rende più agevole la scelta da seguire, aiutati da chi può farvi una valutazione de visu della situazione al momento. Il caso di suo padre che passa da una dipendenza all’altra sembra tutt’altro che leggero, però per noi in questa sede è impossibile valutarlo.
Mille auguri
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Utente
Utente
Vi ringrazio infinitamente per i consigli e per il sostegno, e vi faccio ancora una volta tanti auguri.