Si può avere paura delle donne senza possibilità di superarla?

Nel corso degli anni ho accumulato tanti rifiuti da parte delle donne che nel tempo mi hanno portato anche alla depressione. Ora ho 35 anni e non solo non ci provo più con nessuna ma ho paura, terrore delle donne. Non riesco ad avvicinarmi a nessuna, neanche per fare quattro chiacchiere, ho paura di essere denunciato, di essere accusato di molestie (se ne sentono tante ogni giorno in giro), di essere deriso, di essere insultato, rifiutato. Pur essendo fisicamente attratto dalle donne, ho paura di loro e vorrei poter vivere senza mai vederne nessuna da nessuna parte, sto meglio quando sono chiuso in casa e non vedo e non sento donne. Non appena esco, vado al lavoro o in altri posti dove ci sono donne, mi viene questa paura e comincio a stare male, a rifiutare ogni contatto, non voglio neanche guardarle in faccia. Sono stato anche seguito da due psicologi diversi, uno l'estate scorsa e un altro di recente, ma non ho superato la paura e anzi è sempre più forte. Ormai nella mia mente sono impresse emozioni negative e non riesco più a cancellarle, in nessun modo. Non si può fare niente? Si può vivere una vita con questa paura?
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Dr.ssa Paola Dei Psicologo, Psicoterapeuta 307 27
il suo è decisamente un esempio di paura della paura. Non è giusto che una persona giovane come lei viva una situazione come questa. Mi sento però di dirle quanto già detto ad altri utenti che hanno inviato post simili, prima di tutto deve imparare ad amare se stesso, prendersi cura del suo corpo, mangiare cose giuste, fare movimento, cercare un interesse, iscriversi ad una palestra o alla piscina, poi parlare con la/lo psicoterapeuta che la sta seguendo esprimendole la sua delusione e quanto ancora non abbia trovato risultati che le permettano di vivere almeno un pò più serenamente. Insieme troverete qualche nuova soluzione, compreso prevedere colloquii con altri colleghi. Ma di questo dovete discuterne insieme e decidere insieme.
Provi intanto con queste piccole cose, poi vedrà che a grappolo ne seguiranno altre e le indicheranno le strade giuste da seguire.
Molti auguri

Paola Dei: Psicologo Psicoterapeuta
Didatta Associato FISIG Perfezionata in criminologia
Docente in Psicologia dell’Arte (IGKGH-DGKGTH-CH)

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Dr.ssa Carla Maria Brunialti Psicoterapeuta, Psicologo, Sessuologo 18.5k 597
Gentile utente,

due psicologi in sei mesi possono essere troppi..
Forse non ha dato modo
a nessuna delle due relazioni terapeutiche
di svilupparsi adeguatamente in modo da produrre i frutti auspicati.

E' stata effettuata una diagnosi? Quale?
E' stata presa in considerazione la eventualità di una visita psichiatrica, per valutare un possibile aiuto farmacologico?

Le può interessare la lettura di questo consulto?
https://www.medicitalia.it/consulti/psicologia/158706-fobia-delle-donne.html

Saluti cordiali.

Dr. Carla Maria BRUNIALTI
Psicoterapeuta, Sessuologa clinica, Psicologa europea.
https://www.centrobrunialtipsy.it/

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Dr.ssa Paola Dei Psicologo, Psicoterapeuta 307 27
È comprensibile che il tempo per chi soffre non passi mai.
Non si tratta più di una semplice sensazione, ma di un dato oggettivo, rilevato da uno studio pubblicato sulla rivista Journal of Affective Disorders e condotto da un team di psicologi della Johannes Gutenberg University di Mainz, in Germania, guidati da Daniel Oberfeld-Twistel.
Per questo sei mesi possono trasformarsi in una eternità ma se trova il modo di far passare il tempo creativamente la percezione del tempo già si trasformerà, almeno un poco. Ciò che voglio dire è che se mentre cuoce un uovo sta davanti al fornello ad aspettare che l’acqua bolla, la percezione del tempo che scorre sarà molto più lenta di quando nell’attesa ascolta musica, legge, fa qualcosa di piacevole per lei.
Per tutte le altre decisioni occorre che ne parli con il/la sua psicoterapeuta, esprima la sua sensazione di tempo che non passa, le sue paure e decida la migliore strategia da intraprendere. Non esistono ricette precostituite e ogni caso richiede una attenzione particolare che solo chi la segue de visu è in grado di darle.
Non si stanchi di cercare la sua gioia e, come le ha suggerito anche la collega, cerchi di avere una diagnosi, è già un buon inizio.
Mille cari auguri