RICADUTA ANSIA
Salve,
ho 32 anni e da 3 soffro di ansia generalizzata e a periodi, di attacchi di panico.
Sono in cura da uno psicologo, con il quale ho instaurato un buon rapporto di fiducia, e che mi ha aiutata ad uscire dal primo brutto periodo, dove avevo difficoltà ad andare anche solo a fare la spesa.
Sono stata bene per circa un anno, ma adesso, improvvisamente, ci sono ricaduta!
Ho difficoltà ad andare a lavoro e a starci (loro non sanno del mio problemino, sono stata assunta un anno fa, quando appunto avevo ricominciato a stare bene..) ma mi sforzo perchè DEVO, prendo gocce di xanax quando non riesco a farcela da sola, ma sto male e arrivo alla sera sfinita, quasi violentata dalla giornata che mi è toccato passare per non scappare da lavoro.
E a casa rinasco...sto bene. Tutto passa.
Mi sforzo per fare quello che DEVO, come andare a lavorare, o magari finire di fare la spesa se ad esempio mi viene l'ansia al supermercato o alla posta....ma non riesco più a sforzarmi per fare gli "extra" che non sono obbligati...tipo uscire con gli amici quando non sto bene, o andare in vacanza etc., perchè sono stanca, e visto che già tante volte sono costretta a sopportare, non riesco a sopportare laddove non sia strettamente necessario, perchè lo vedo come un supplizio inutile e alla fine anche controproducente...sforzarmi di continuo e per tutto non mi permette mai di rilassarmi e di godermi qualcosa, è faticoso, stancante, e a volte mi sembra addirittura che mi faccia peggio per la volta successiva, perchè ho il ricordo di essere stata malissimo...e' davvero sbagliato il mio modo di ragionare?
Tutti, parenti e amici, cercano di aiutarmi dicendomi che mi devo sforzare, non ci devo pensare, devo guarire, se faccio cosi' e' peggio...ma io non ce la faccio piu', e quando mi dicono cosi' vorrei solo mandarli a quel paese...
il prossimo mese ho un appuntamento con uno psichiatra per avere una cura che spero tanto mi sia di aiuto...
Intanto grazie
ho 32 anni e da 3 soffro di ansia generalizzata e a periodi, di attacchi di panico.
Sono in cura da uno psicologo, con il quale ho instaurato un buon rapporto di fiducia, e che mi ha aiutata ad uscire dal primo brutto periodo, dove avevo difficoltà ad andare anche solo a fare la spesa.
Sono stata bene per circa un anno, ma adesso, improvvisamente, ci sono ricaduta!
Ho difficoltà ad andare a lavoro e a starci (loro non sanno del mio problemino, sono stata assunta un anno fa, quando appunto avevo ricominciato a stare bene..) ma mi sforzo perchè DEVO, prendo gocce di xanax quando non riesco a farcela da sola, ma sto male e arrivo alla sera sfinita, quasi violentata dalla giornata che mi è toccato passare per non scappare da lavoro.
E a casa rinasco...sto bene. Tutto passa.
Mi sforzo per fare quello che DEVO, come andare a lavorare, o magari finire di fare la spesa se ad esempio mi viene l'ansia al supermercato o alla posta....ma non riesco più a sforzarmi per fare gli "extra" che non sono obbligati...tipo uscire con gli amici quando non sto bene, o andare in vacanza etc., perchè sono stanca, e visto che già tante volte sono costretta a sopportare, non riesco a sopportare laddove non sia strettamente necessario, perchè lo vedo come un supplizio inutile e alla fine anche controproducente...sforzarmi di continuo e per tutto non mi permette mai di rilassarmi e di godermi qualcosa, è faticoso, stancante, e a volte mi sembra addirittura che mi faccia peggio per la volta successiva, perchè ho il ricordo di essere stata malissimo...e' davvero sbagliato il mio modo di ragionare?
Tutti, parenti e amici, cercano di aiutarmi dicendomi che mi devo sforzare, non ci devo pensare, devo guarire, se faccio cosi' e' peggio...ma io non ce la faccio piu', e quando mi dicono cosi' vorrei solo mandarli a quel paese...
il prossimo mese ho un appuntamento con uno psichiatra per avere una cura che spero tanto mi sia di aiuto...
Intanto grazie
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Fossi in lei, rifletterei sul fatto che il disturbo si è ripresentato, più intenso che mai, quando lei ha ricominciato a lavorare. Visto che col suo terapeuta ha instaurato un rapporto di fiducia, prenda in considerazione di fare assieme a lui un sondaggio dei suoi pensieri e delle sue emozioni sotterranee, per vedere se c'è qualcosa nel lavoro che svolge, o più in generale nelle situazioni che avverte come costrittive, che le provoca questo effetto. Anche la grande esasperazione nei confronti di quelli che la esortano a sforzarsi, a guarire, etc., mi rimanda questa immagine di un inconscio che si ribella. Strumenti di analisi delle emozioni ce n'è in diversi modelli terapeutici, da quelli della psicoanalisi all'ipnosi ericksoniana, dalla Scrittura Espressiva al Sogno da Svegli. Tanti auguri e ci informi dei suoi progressi.
Prof.ssa Anna Potenza (RM) gairos1971@gmail.com
Questo consulto ha ricevuto 1 risposte e 987 visite dal 12/12/2017.
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