Ipocondria?
Gentili Dottori, vorrei chiedervi un consiglio.
Ormai da anni (almeno 3) ho costantemente il timore di essere affetto da qualche gravissima patologia, il che comporta un controllo ossessivo sul mio corpo ed eventuali sintomi percepiti come anomali e fantasticazioni alla ricerca di verosimili e plausibili ragioni che possano spiegare tali sintomi. Ho attraversato ogni fase, dagli infarti, agli ictus, alle malattie neurodegenerative, proprio oggi mi son reso conto che negli ultimi giorni mi capita spesso di andare per afferrare le maniglie e afferrare il vuoto e subito parte il mio instancabile cervello a formulare ipotesi. Non so se si possa correttamente definire ipocondria, pur consapevole che una diagnosi la deve effettuare un medico, ho letto le vostre linee guida sull'ipocondria ma sento di divergere da tale quadro..mi fido del parere medico che di solito ha effetto rassicurante e stabilizzante su di me (salvo poi spostare l'attenzione ad altro organo ed altra sintomatologia) e sebbene sia tutto iniziato come paura della malattia invalidante e paura della morte ad oggi quello che resta è più che altro l'estrema necessità di dare una spiegazione logica a qualsiasi sintomo..non cerco più le malattie per riconoscervi i miei sintomi, non mi parte più il panico leggendo che quei sintomi potrebbero essere una patologia mortale, semplicemente non riesco a trovare serenità finchè non mi do una spiegazione ragionevole.
Questo mi porta alla mia seconda richiesta di consiglio, sono in analisi da uno psicoterapeuta da ormai più di 5 anni, ho fatto molti progressi con lui ma sento che nell'ultimo anno i progressi son calati drasticamente, temo che sia venuto un pò meno il distacco medico-paziente e inizio ad avvertire una sorta di familiarità con lui, fatico ad aprirmi completamente soprattutto non riesco a dirgli quello che sto scrivendo ora a voi, ho il timore di ferirlo e che lui possa avercela con me. Mi son reso conto del superamento di questo limite parte mia negli ultimi mesi, alle sedute abbiam parlato sempre meno di psicologia e sempre più di cose banali, avrei voluto dirglielo ma non son mai riuscito..così me ne andavo scocciato di aver risolto poco e aver speso dei soldi..poi ha iniziato ad avere comportamenti strani, distrazioni costanti durante i miei discorsi fino a leggere messaggi mentre parlavo..la cosa mi ha offeso e ferito più di quanto avrebbe dovuto, ho iniziato ad aver il timore di esser noioso e che le mie problematiche fossero delle scemenze, non gli ho mai chiesto il perchè di quegli atteggiamenti ma ho ipotizzato fossero un invito a staccarmi un pò dalle sedute..forse non vuole o non può dirmelo direttamente e vuole che sia io ad arrivarci.
Sinceramente dopo 5 anni vorrei davvero mettere la parola fine ed esser finalmente sereno, ma non so cosa devo fare..abbiate pazienza per il poema che ho scritto, tendo a essere prolisso.
Ormai da anni (almeno 3) ho costantemente il timore di essere affetto da qualche gravissima patologia, il che comporta un controllo ossessivo sul mio corpo ed eventuali sintomi percepiti come anomali e fantasticazioni alla ricerca di verosimili e plausibili ragioni che possano spiegare tali sintomi. Ho attraversato ogni fase, dagli infarti, agli ictus, alle malattie neurodegenerative, proprio oggi mi son reso conto che negli ultimi giorni mi capita spesso di andare per afferrare le maniglie e afferrare il vuoto e subito parte il mio instancabile cervello a formulare ipotesi. Non so se si possa correttamente definire ipocondria, pur consapevole che una diagnosi la deve effettuare un medico, ho letto le vostre linee guida sull'ipocondria ma sento di divergere da tale quadro..mi fido del parere medico che di solito ha effetto rassicurante e stabilizzante su di me (salvo poi spostare l'attenzione ad altro organo ed altra sintomatologia) e sebbene sia tutto iniziato come paura della malattia invalidante e paura della morte ad oggi quello che resta è più che altro l'estrema necessità di dare una spiegazione logica a qualsiasi sintomo..non cerco più le malattie per riconoscervi i miei sintomi, non mi parte più il panico leggendo che quei sintomi potrebbero essere una patologia mortale, semplicemente non riesco a trovare serenità finchè non mi do una spiegazione ragionevole.
Questo mi porta alla mia seconda richiesta di consiglio, sono in analisi da uno psicoterapeuta da ormai più di 5 anni, ho fatto molti progressi con lui ma sento che nell'ultimo anno i progressi son calati drasticamente, temo che sia venuto un pò meno il distacco medico-paziente e inizio ad avvertire una sorta di familiarità con lui, fatico ad aprirmi completamente soprattutto non riesco a dirgli quello che sto scrivendo ora a voi, ho il timore di ferirlo e che lui possa avercela con me. Mi son reso conto del superamento di questo limite parte mia negli ultimi mesi, alle sedute abbiam parlato sempre meno di psicologia e sempre più di cose banali, avrei voluto dirglielo ma non son mai riuscito..così me ne andavo scocciato di aver risolto poco e aver speso dei soldi..poi ha iniziato ad avere comportamenti strani, distrazioni costanti durante i miei discorsi fino a leggere messaggi mentre parlavo..la cosa mi ha offeso e ferito più di quanto avrebbe dovuto, ho iniziato ad aver il timore di esser noioso e che le mie problematiche fossero delle scemenze, non gli ho mai chiesto il perchè di quegli atteggiamenti ma ho ipotizzato fossero un invito a staccarmi un pò dalle sedute..forse non vuole o non può dirmelo direttamente e vuole che sia io ad arrivarci.
Sinceramente dopo 5 anni vorrei davvero mettere la parola fine ed esser finalmente sereno, ma non so cosa devo fare..abbiate pazienza per il poema che ho scritto, tendo a essere prolisso.
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Gentile utente, a parte il sintomo generale che mi sembra proprio riconducibile all'ipocondria (il suo terapeuta e i medici che di volta in volta consulta glielo potranno dire meglio) il problema mi sembra il suo "scollamento" dal terapeuta. Lei stesso lamenta di aver perso fiducia e confidenza in lui, di non volergliene parlare ma di rammaricarsi di spendere soldi inutilmente. Non so perché il terapeuta risponda a messaggi mentre parla con lei; può darsi però che lo faccia perché avverte il suo distacco, la sua stessa indifferenza ad affrontare argomenti significativi. Direi che è il caso di prendere in pugno la situazione: del resto cinque anni senza ricondurre nei ranghi l'ossessione ipocondriaca mi sembrano tanti. Facendogli leggere questa stessa lettera, o citandogliene i punti fondamentali, parli col suo terapeuta, che saprà senza dubbio come intervenire. Auguri!
Prof.ssa Anna Potenza (RM) gairos1971@gmail.com
[#2]
Utente
Gentile Dottoressa Potenza,
la ringrazio per la celere ed esaustiva risposta, cercherò di cogliere questo spunto per affrontare l'argomento con il mio terapeuta.
Mi ha colpito un passaggio della sua risposta, circa la durata della terapia, lei ritiene che la mancanza di risultati conclusivi possa essere imputata al tipo di trattamento e che possano ottenersi risultati migliori con altri approcci? Come sottolineato nel primo passaggio ho ottenuto grossi risultati sulle problematiche preesistenti ma molti meno sull'ansia e sull'ipocondria che caratterizzano questo ultimo periodo.
Volevo poi porle un ultima questione, vista la mia tendenza ossessiva alla ricerca di una spiegazione logica a tutto, la lettura di alcuni testi che trattino di ipocondria può darmi giovamento nel mio percorso o al contrario può generare altri problemi? Questa questione verrà ovviamente affrontata anche con il mio terapeuta.
La ringrazio ancora
la ringrazio per la celere ed esaustiva risposta, cercherò di cogliere questo spunto per affrontare l'argomento con il mio terapeuta.
Mi ha colpito un passaggio della sua risposta, circa la durata della terapia, lei ritiene che la mancanza di risultati conclusivi possa essere imputata al tipo di trattamento e che possano ottenersi risultati migliori con altri approcci? Come sottolineato nel primo passaggio ho ottenuto grossi risultati sulle problematiche preesistenti ma molti meno sull'ansia e sull'ipocondria che caratterizzano questo ultimo periodo.
Volevo poi porle un ultima questione, vista la mia tendenza ossessiva alla ricerca di una spiegazione logica a tutto, la lettura di alcuni testi che trattino di ipocondria può darmi giovamento nel mio percorso o al contrario può generare altri problemi? Questa questione verrà ovviamente affrontata anche con il mio terapeuta.
La ringrazio ancora
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Gentile utente, se la terapia in atto sia la più indicata alla sua problematica non posso proprio dirlo, perché non ho avuto modo di valutare le sue condizioni e inoltre non so quale terapia stia seguendo. Posso però dirle che una lettura di testi scientifici, o comunque divulgativi ma scritti da specialisti, sul tema dell'ipocondria, dovrebbe in linea di massima portarle giovamento, aiutandola a riconoscere e a sventare i meccanismi che le impediscono di uscire da questa trappola. Ottima l'idea di farsi consigliare dal suo terapeuta. Auguri.
Questo consulto ha ricevuto 3 risposte e 1.7k visite dal 12/12/2017.
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