Senso di fallimento e frustrazione

Buon giorno,
Sono una ragazza di 34 anni e, da circa 3 anni, sento di non aver più il controllo della mia vita.
Tutto ciò e' successo a causa di problemi lavorativi e personali.
Vorrei passare la mia vita a letto e mi sento, perennemente, sotto la lente di ingrandimento dei miei parenti.
Qualunque cosa io faccia non va mai bene: per loro non ho mai avuto voglia di fare nulla nella vita. A nulla sono valsi i risultati conseguiti. Mi sono laureata? Si, ma ho raggiunto il titolo tardi e con voto basso.
Quando i miei parlano con amici o parenti è mio fratello che viene sempre messo in primo piano: lui ha il lavoro dei sogni, guadagna bene, ha una bella fidanzata. Di me non parlano mai: non c'e' da esserne orgogliosi. Io sono sempre e, sono sempre stata, la pecora nera della famiglia.
Attualmente ho aperto, grazie ai miei, una piccola attività che mi fa schifo e, in piu' non mi permette tutti i mesi di guadagnare. Pertanto sono, purtroppo, costretta a vivere ancora con loro.
I miei sogni lavorativi erano altri: cerco di studiare ed impegnarmi ma, ormai, ho perso la voglie e la forza. Il senso di fallimento e la paura di sbagliare mi bloccano e , a volte, preferisco rinunciare.
Ho voglia solo di piangere ed evadere dalla realtà: mi chiudo, tutto il giorno, in un mio mondo ideale dove sto bene e sono circondata da gente che apprezza quello che faccio.
A volte ho cercato di parlare con i miei di questo mio stato d' animo ma non è servito a nulla: per loro non riesco a capire quanto sono fortunata, la colpa in ogni caso ricade su di me. Spesso sento che parlano di come io sia un problema: " mi fa pena", " non so più cosa fare con lei", ecc....
Mi sento incatenata dentro una gabbia che urlo e chiedo di poter uscire ma nessuno mi sente. Vorrei far qualcosa ma, di fatto, non so cosa. Mi sento prigioniera di questa situazione e, ho paura, di non riuscire a cambiare ciò.
Spesso avverto un forte mal di testa dato, a parer mio, dai troppi pensieri.
Cosa posso fare?
Grazie.
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Dr. Daniele Rondanini Psicologo, Psicoterapeuta 111 4
La sua situazione è proprio quella tipica di chi ha bisogno di un aiuto psicoterapeutico. Da lontano nessun suggerimento o indicazione è in grado di tirarla fuori dalla sua condizione attuale. Sicuramente ci sono stati e ci sono presupposti nella storia familiare e nelle relazioni e dinamiche affettive di questa storia che hanno concorso in modo decisivo, ma gli effetti si sono impiantati dentro di lei, nel suo mondo inconscio, che oggi è sofferente ma che possiede in sé le risorse propulsive. È dentro di lei dunque che quegli stati possono essere affrontati, elaborati e superati. Ciò non è possibile da sola. È necessaria una relazione terapeutica. Prima di ogni altra cosa. Nel senso che tutto il resto diviene secondario. Spero di essere stato utile.

Dr. DANIELE RONDANINI- Dirig. Psicologo ASL RM 2- Psicoterapeuta - Psicoanalista Junghiano Didatta e Supervisore- Docente - CIPA Roma
3384703937