Bigoressia
Buonasera, ultimamente il mio ragazzo di 23 anni è diventato un altro, non è più quello di cui mi sono innamorata. Tutto è iniziato lentamente a maggio quando ha iniziato la palestra. Lui lavorava saltuariamente e già questo lo scoraggiava abbastanza. Stava sempre a computer a giocare.. Però almeno con me era quello di sempre poi però ha iniziato la palestra che li ha risucchiato lentamente come un vortice. Progressivamente il tempo per me diminuiva sempre di più. Lui ha iniziato ad essere confuso. In questo percorso lo ha accompagnato e consigliato un amico che è anche lui fissato per il bodybuilding. Lui allora è andato a stare 10 giorni da questo amico prima in Italia e poi all'estero dove questo suo amico lavora e quando è tornato era ancora più diverso. Le sue giornate sono ripetitive. Si sveglia si prepara i pasti meticolosamente, gli integratori di cui Non può fare a meno e poi la palestra. Guai a saltare la palestra o i suoi pasti. Usciamo con i pasti nel contenitore e quando sgarriamo con la pizza è perché il giorno dopo ha più forza per la palestra. Sono razionate anche le volte in cui facciamo l'amore visto che usa tutte le sue energie. Poi è diventato social, posta Continuamente su Instagram e io l'ho scoperto per caso. Lui ormai si confida con chi è nell'ambiente. Dice che io non lo appoggio, ma io dico che non può isolarsi dal mondo per vivere di palestra. Anzi morire di palestra visto che si è messo in testa di diventare qualcuno di importante ad ogni costo. Anche usando steroidi, lui che amava i bambini non si preoccupa se questo mette a rischio la fertilità. Non sa più se mi ama perché sa che soffrirei delle sue scelte. È come di ghiaccio. Sembra non provare più emozioni per nessuno. Non esce mai, palestra, pasti, musica. Leggendo su internet ci ho ritrovato i sintomi della bigoressia. Anche lui ci si è ritrovato ma ha detto che se così fosse vuole vivere nella sua malattia. Può essere come ho pensato? Ma soprattutto come dobbiamo comportarci io, la madre, il padre e tutta la sua famiglia? Visto che sembra odiarmi tutti perché ci preoccupiamo per lui? Dice che non crediamo nei suoi progetti e nelle sue potenzialità. La nostra relazione dura da 5 anni e mi sembra che lui sia due persona: a volte è quello di prima, come mi guarda e come mi accarezza. Poi c'è quello che va in palestra, l'esibizionista.
Grazie dell'aiuto.
Grazie dell'aiuto.
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Cara utente, capisco la sua preoccupazione e quella dei genitori del ragazzo per il comportamento ossessivo che lui manifesta: adesso sembra trattarsi di bigoressia, ma prima c'era la dipendenza dal computer. Come mai lavorava saltuariamente? Difficoltà a reperire un lavoro stabile e adeguato? Scarsi requisiti professionali per abbandono precoce degli studi? Glielo chiedo anche perché il suo ragazzo vede nel bodybuilding non una meta fine a sé stessa, ma una realizzazione professionale. "Si è messo in testa di diventare qualcuno di importante ad ogni costo", lei scrive. Forse facendo leva sulla sua volontà di affermarsi si potrebbe suggerirgli di darsi un termine: ancora sei mesi, per esempio, per verificare se tutti questi sacrifici hanno davvero uno scopo realistico, stando attento, nel contempo, a non danneggiare la salute. Inutile segnalare che non solo gli steroidi, ma la dieta iperproteica e lo stesso super-allenamento possono produrre danni seri. Forse lei più dei genitori ha in pugno lo strumento per ricondurlo alla ragione: gli annunci con fermezza l'idea di lasciarlo, se dopo questo periodo di prova non si produrrà un ritorno alla normalità. Lo assecondi e lo appoggi, ma solo fino al termine concordato. Inutile suggerirgli di parlare con uno specialista, in questa fase. Abbia fiducia e ci scriva ancora.
Prof.ssa Anna Potenza (RM) gairos1971@gmail.com
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Utente
Buongiorno dottoressa e grazie per il consiglio. Solo che non so quanto possa servire.. Sono 15 giorni che ci sentiamo pochissimo e ci vediamo Anche meno. Lui non sa più se mi ama e poi mi ha fatto una domanda strana: ma se noi ci lasciassimo per quanto tempo ancora tu ti preoccuperesti per la mia salute? Sono quasi certa che una parte di sé capisce ciò che rischia e vuole allontanarsi da noi che alimentiamo quella parte. Non riesce a parlarne con altri perché sa che gli darebbero torto. Per il fatto della scadenza non so se mi ascolta. Già a febbraio vuole recarsi all'estero da questo amico per potenziare l'allenamento e non solo. Fino ad ora Non l'ho lasciato perché ho capito che forse il problema non era la coppia, ma lui. E volevo stargli accanto. Per quanto riguarda il lavoro è sempre stato confuso, ha cambiato spesso lavoro senza trovare la sua strada.
[#3]
Utente
Io ci sto provando ad assecondarlo e fare finta di niente perché ho capito che fargli la guerra lo motiverebbe di più. Però lui quando ci vediamo è taciturno, sempre a sentire quel suo amico e se gli dico di cosa parlano fa il misterioso. Mi vuole tenere fuori dal suo nuovo mondo. Se gli parlo del mio mondo lo vedo disinteressato. Lui ha detto di sentirsi svuotato. Attimi fugaci di felicità solo in palestra.
[#4]
Gentile ragazza, i disturbi del comportamento alimentare (DCA) si possono manifestare nel sesso maschile in modi molto diversi da come si producono nel sesso femminile. Seppur la manualistica classica distingua il dismorfismo corporeo (vedi big- o vig-oressia) dai disturbi della nutrizione e dell'alimentazione (oggi dovrebbero chiamarsi in questo modo), in realtà queste manifestazioni cliniche sembrano presentare tratti e caratteristiche molto comuni.
Anche la forte dipendenza (in questo caso dall'esercizio fisico) è un elemento che contraddistingue queste problematiche e le fa assomigliare alle altre dipendenze patologiche (con e senza sostanza).
In questo caso, da ciò che lei racconta, sembra che il suo ragazzo sia nella fase cosiddetta di "luna di miele" con il sintomo: espressione che si è coniata per le tossicomanie, ma che si utilizza anche per far comprendere la condizione psicologica del soggetto con DCA nel periodo iniziale (che può durare da pochi mesi sino a qualche anno).
In questo momento si possono fare molte cose, va comunque evitato in ogni modo l'assecondare il soggetto.
Anzi, si deve restare fermi nelle proprie posizioni "non" patologiche e non si deve in alcun modo cadere nell'errore (purtroppo umano) di cambiare le proprie abitudini di vita per assecondare la patologia del soggetto (fidanzato o figlio o parente che sia). Purtroppo, invece, molte famiglie - l'intera famiglia - modificano le proprie abitudini alimentari e/o i propri ritmi quotidiani per non affrontare la patologia del proprio familiare, o per evitare conflitti e contrasti.
È un errore assecondare, quanto è altrettanto sbagliato anche forzare la mano con il soggetto (e cercare di costringerlo ad esempio ad alimentarsi correttamente, o a non uscire per andare in palestra). Per affrontare queste difficili e spesso paradossali situazioni, occorre farsi aiutare da un esperto.
Per questo è necessario che a farsi seguire - presso un centro specializzato con equipe multidisciplinare - sia non solo il soggetto, ma anche la famiglia e/o il partner.
In fase d'esordio o in fase di "luna di miele" il soggetto non avverte il proprio stato come una malattia, ma come una soluzione per il proprio malessere interiore che non riesce a manifestare altrimenti se non in questo modo. Questo tipo di sintomo è così difficile da curare proprio per questo: perché il soggetto lo avverte come un rimedio.
Può rivelarsi molto utile che anche lei, oltre che i familiari del ragazzo, vi rivolgiate al più presto a specialisti esperti in queste patologie e vi facciate seguire prima voi per poter gestire al meglio questa problematica.
Per ulteriori dettagli e informazioni la rimando a questo approfondimento:
https://www.medicitalia.it/minforma/psicologia/2369-tutto-su-anoressia-bulimia-e-dca.html
Anche la forte dipendenza (in questo caso dall'esercizio fisico) è un elemento che contraddistingue queste problematiche e le fa assomigliare alle altre dipendenze patologiche (con e senza sostanza).
In questo caso, da ciò che lei racconta, sembra che il suo ragazzo sia nella fase cosiddetta di "luna di miele" con il sintomo: espressione che si è coniata per le tossicomanie, ma che si utilizza anche per far comprendere la condizione psicologica del soggetto con DCA nel periodo iniziale (che può durare da pochi mesi sino a qualche anno).
In questo momento si possono fare molte cose, va comunque evitato in ogni modo l'assecondare il soggetto.
Anzi, si deve restare fermi nelle proprie posizioni "non" patologiche e non si deve in alcun modo cadere nell'errore (purtroppo umano) di cambiare le proprie abitudini di vita per assecondare la patologia del soggetto (fidanzato o figlio o parente che sia). Purtroppo, invece, molte famiglie - l'intera famiglia - modificano le proprie abitudini alimentari e/o i propri ritmi quotidiani per non affrontare la patologia del proprio familiare, o per evitare conflitti e contrasti.
È un errore assecondare, quanto è altrettanto sbagliato anche forzare la mano con il soggetto (e cercare di costringerlo ad esempio ad alimentarsi correttamente, o a non uscire per andare in palestra). Per affrontare queste difficili e spesso paradossali situazioni, occorre farsi aiutare da un esperto.
Per questo è necessario che a farsi seguire - presso un centro specializzato con equipe multidisciplinare - sia non solo il soggetto, ma anche la famiglia e/o il partner.
In fase d'esordio o in fase di "luna di miele" il soggetto non avverte il proprio stato come una malattia, ma come una soluzione per il proprio malessere interiore che non riesce a manifestare altrimenti se non in questo modo. Questo tipo di sintomo è così difficile da curare proprio per questo: perché il soggetto lo avverte come un rimedio.
Può rivelarsi molto utile che anche lei, oltre che i familiari del ragazzo, vi rivolgiate al più presto a specialisti esperti in queste patologie e vi facciate seguire prima voi per poter gestire al meglio questa problematica.
Per ulteriori dettagli e informazioni la rimando a questo approfondimento:
https://www.medicitalia.it/minforma/psicologia/2369-tutto-su-anoressia-bulimia-e-dca.html
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Utente
Grazie mille per il consiglio.. Solo che insistere nelle nostre posizioni produce una sola conseguenza : farlo chiudere ancora più in sé stesso e fargli accelerare i tempi per raggiungere il suo amico all'estero. E lì controllarlo sarebbe impossibile. Con la mamma abbiamo già pensato di rivolgerci a dei medici.
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Gentile ragazza, quello fornito non è un consiglio, ma è la descrizione di come si agisce, generalmente, in questi casi.
Non è possibile fornire indicazioni specifiche in questo contesto, pertanto i consulti che riceverà qui sono generali e non specifici.
Da ciò che lei racconta , però, sembra che il "controllo" a cui fa cenno sia già sfuggito da molto tempo.
La posizione da prendere e da tenere in questi casi non è facile: sicuramente non dovete assecondarlo, ma neppure opporvi apertamente. Dovete tenere le vostre posizioni, non opporvi alle sue, che è una cosa diversa...
Per fare questo, vi occorre seguire un professionista psicoterapeuta, esperto in DCA, che possa supportarvi e sostenervi nel compiere scelte che in questo momento vi sembrano difficili, o persino impossibili.
Il "fai da te", in questi casi, produce solo l'illusione di stare seguendo la strada giusta.
Non è forse questo, ripeto, il caso specifico, ma in generale, è persino più utile che il soggetto sperimenti rapidamente sino in fondo la propria responsabilità di fronte alle sue scelte, in modo da rendersi conto che possono nuocergli.
Il ragazzo deve essere sostenuto da voi rispetto alle sue emozioni e ai suoi sentimenti (ciò che riesce a mostrare), ma non nei sintomi e nei comportamenti sintomatici, in nessun caso.
Agire diversamente, anche se mi rendo conto che è difficile, purtroppo non farà altro che rinforzare i suoi comportamenti patologici.
Non esitate a rivolgervi a dei professionisti.
Cordiali saluti
Non è possibile fornire indicazioni specifiche in questo contesto, pertanto i consulti che riceverà qui sono generali e non specifici.
Da ciò che lei racconta , però, sembra che il "controllo" a cui fa cenno sia già sfuggito da molto tempo.
La posizione da prendere e da tenere in questi casi non è facile: sicuramente non dovete assecondarlo, ma neppure opporvi apertamente. Dovete tenere le vostre posizioni, non opporvi alle sue, che è una cosa diversa...
Per fare questo, vi occorre seguire un professionista psicoterapeuta, esperto in DCA, che possa supportarvi e sostenervi nel compiere scelte che in questo momento vi sembrano difficili, o persino impossibili.
Il "fai da te", in questi casi, produce solo l'illusione di stare seguendo la strada giusta.
Non è forse questo, ripeto, il caso specifico, ma in generale, è persino più utile che il soggetto sperimenti rapidamente sino in fondo la propria responsabilità di fronte alle sue scelte, in modo da rendersi conto che possono nuocergli.
Il ragazzo deve essere sostenuto da voi rispetto alle sue emozioni e ai suoi sentimenti (ciò che riesce a mostrare), ma non nei sintomi e nei comportamenti sintomatici, in nessun caso.
Agire diversamente, anche se mi rendo conto che è difficile, purtroppo non farà altro che rinforzare i suoi comportamenti patologici.
Non esitate a rivolgervi a dei professionisti.
Cordiali saluti
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Utente
Con questo cosa intendete "Non è forse questo, ripeto, il caso specifico, ma in generale, è persino più utile che il soggetto sperimenti rapidamente sino in fondo la propria responsabilità di fronte alle sue scelte, in modo da rendersi conto che possono nuocergli."? Devo lasciarlo? Bisogna lasciare che si faccia male?
Grazie infinite e scusi ancora per il disturbo so che dobbiamo rivolgerci a dei professionisti per il caso specifico ma volevo delle conferme ai miei sospetti.
Grazie infinite e scusi ancora per il disturbo so che dobbiamo rivolgerci a dei professionisti per il caso specifico ma volevo delle conferme ai miei sospetti.
[#8]
Gentile ragazza,
purtroppo come le ho spiegato non possiamo dare indicazioni specifiche e quindi non si può rispondere alle sue domande se non in via del tutto generale.
Proverò dunque a darle alcune risposte senza la pretesa che siano valide nel caso specifico, ma con l'augurio che possano essere di stimolo per lei ad approfondire e utili in generale a lettori in situazioni simili:
- "Bisogna lasciare che si faccia male?"
Il ragazzo si sta già facendo male e molto, almeno da ciò che lei racconta.
- "Devo lasciarlo?"
Questo nessun terapeuta potrà dirglielo.
Se lei lo ama non dovrebbe lasciarlo, ma se non lo ama più, o se non è disposta a stare con una persona - seppur amata - con cui "razionare" il fare l'amore, oltre che razionare il cibo, deve riflettere sulla sua situazione sentimentale. Continuare a stare con lui (eventualmente fosse così) solo per aiutarlo non sarà utile, né a lei e neppure a lui.
A volte è dura riflettere su queste cose, ma occorre farlo.
Cari saluti
purtroppo come le ho spiegato non possiamo dare indicazioni specifiche e quindi non si può rispondere alle sue domande se non in via del tutto generale.
Proverò dunque a darle alcune risposte senza la pretesa che siano valide nel caso specifico, ma con l'augurio che possano essere di stimolo per lei ad approfondire e utili in generale a lettori in situazioni simili:
- "Bisogna lasciare che si faccia male?"
Il ragazzo si sta già facendo male e molto, almeno da ciò che lei racconta.
- "Devo lasciarlo?"
Questo nessun terapeuta potrà dirglielo.
Se lei lo ama non dovrebbe lasciarlo, ma se non lo ama più, o se non è disposta a stare con una persona - seppur amata - con cui "razionare" il fare l'amore, oltre che razionare il cibo, deve riflettere sulla sua situazione sentimentale. Continuare a stare con lui (eventualmente fosse così) solo per aiutarlo non sarà utile, né a lei e neppure a lui.
A volte è dura riflettere su queste cose, ma occorre farlo.
Cari saluti
Questo consulto ha ricevuto 9 risposte e 13.7k visite dal 08/12/2017.
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Approfondimento su DCA: Disturbi del Comportamento Alimentare
I disturbi alimentari (DCA), come anoressia, bulimia e binge eating, sono patologie legate a un comportamento disfunzionale verso il cibo. Sintomi, cause, cura.