Ansia lavorativa
Salve,
Ho da poco iniziato un nuovo lavoro dopo un periodo di disoccupazione. La mansione è inferiore sia alla mia preparazione di base che alle mie aspettative tuttavia ho accettato di fare questa nuova esperienza. In un mese però ho notato un aumento dell'ansia soprattutto quando devo stare con alcuni colleghi, una in particolare. Faccio fatica a capirla e credo che più di qualche volta si diverta se mi saltano i nervi. Le prime settimane sono state difficili perché ho notato che non riescono a dirsi le cose in faccia e io ho dovuto stare ad ascoltare. Il problema principale sembrerebbe per me la parte relazionale, tanto che per non sentire tutti questi pettegolezzi evito di stare con i colleghi in pausa pranzo preferendo pranzare da sola. Stessa cosa per la pausa caffè dove un giorno ho incontrato tutto il personale di segreteria che derideva con soprannomi una persona. Forse mi sono sentita in pericolo di finire anch'io tra i "presi in giro". Ho provato a razionalizzare e per un po' funziona ma in alcuni momenti specie il mattino prima di entrare mi sale l'ansia. Da premettere che appena arrivata c'è stato chi mi consigliava sul da farsi per cambiare mansione/luogo di lavoro. Alla mia comunicazione di malattia mi è stata passata la responsabile, non mi è ben chiaro se prassi comune o se caso singolo. Non capisco se sia l'ambiente in cui mi trovo a farmi "salire l'ansia", i miei colleghi o la mansione fatto sta che conto i giorni che mancano alla scadenza del contratto. Aspetto le vostre osservazioni, grazie.
Ho da poco iniziato un nuovo lavoro dopo un periodo di disoccupazione. La mansione è inferiore sia alla mia preparazione di base che alle mie aspettative tuttavia ho accettato di fare questa nuova esperienza. In un mese però ho notato un aumento dell'ansia soprattutto quando devo stare con alcuni colleghi, una in particolare. Faccio fatica a capirla e credo che più di qualche volta si diverta se mi saltano i nervi. Le prime settimane sono state difficili perché ho notato che non riescono a dirsi le cose in faccia e io ho dovuto stare ad ascoltare. Il problema principale sembrerebbe per me la parte relazionale, tanto che per non sentire tutti questi pettegolezzi evito di stare con i colleghi in pausa pranzo preferendo pranzare da sola. Stessa cosa per la pausa caffè dove un giorno ho incontrato tutto il personale di segreteria che derideva con soprannomi una persona. Forse mi sono sentita in pericolo di finire anch'io tra i "presi in giro". Ho provato a razionalizzare e per un po' funziona ma in alcuni momenti specie il mattino prima di entrare mi sale l'ansia. Da premettere che appena arrivata c'è stato chi mi consigliava sul da farsi per cambiare mansione/luogo di lavoro. Alla mia comunicazione di malattia mi è stata passata la responsabile, non mi è ben chiaro se prassi comune o se caso singolo. Non capisco se sia l'ambiente in cui mi trovo a farmi "salire l'ansia", i miei colleghi o la mansione fatto sta che conto i giorni che mancano alla scadenza del contratto. Aspetto le vostre osservazioni, grazie.
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Gentile utente, qualche volta un ambito di lavoro, specie se ristretto, assume caratteri particolari, che possono essere di cordialità e gentilezza o invece di chiusura, maldicenza e sarcasmo. In certi casi poi c'è una figura dominante che si sente forte nel tormentare gli altri e trascinare tutti sulla propria lunghezza d'onda. Forse lei è capitata proprio in una cerchia costruita sulla malevolenza, con una collega che si diverte a confonderla e ad irritarla. ll mobbing è proprio questo. Capisco il suo sconforto, la delusione, l'irritazione, ma in questi casi la cosa migliore, una volta compreso l'andazzo, è non rendersi vittima dei sarcasmi della collega. Provi a confonderla a sua volta, opponendo una costante gentilezza alle sue provocazioni. Le parli pochissimo, ma sempre lentamente e con dolcezza, come parlerebbe a una bambina capricciosa. Sorrida ad eventuali toni poco gentili, come farebbe davanti alle manifestazioni di una persona incapace di dominarsi, e se la collega esagera la riprenda come una bambina: "Su, su, non diventare dispettosa, adesso", e così via. Intanto rifletta che il lavoro le dà in ogni caso uno stipendio, e pensi a tutto quello che può fare fuori dall'ufficio, estraniandosi dagli aspetti peggiori. Se può, cerchi di fare amicizia con qualche altro collega, per scambiare due chiacchiere e farsene un alleato. Se vede che tutto questo è troppo difficile, e i superiori gerarchici non sono in grado d'intervenire, cerchi l'aiuto di uno psicologo. Con i migliori auguri; ci tenga al corrente.
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Utente
Grazie per la sua gentile risposta. Purtroppo sto avendo difficoltà a crearmi "connessioni" lì dentro. In ufficio mi hanno concesso dei permessi per studio ma i miei colleghi sono corsi in ufficio a lamentarsi perché c'erano troppi cambi di programma. Sono andata incontro loro più che potevo ma sembra non andare mai bene. Ho notato atteggiamenti volgari da parte di un collega e attacchi verbali del tutto ingiustificati. La sensazione è che io dia fastidio. Non c'è comunicazione tra colleghi o meglio sembra migliorare ma tutto con notevole fastidio. Settimana prossima il mio contratto scade e a tutt'oggi ho difficoltà in particolare col sonno. Sono molto tesa, ne sto parlando con la psicologa che mi segue solo che sto facendo fatica a rilassarmi e a staccare la spina.
[#3]
Gentile utente,
fortunatamente Lei ha già una Psicologa in carne ed ossa,
ed inoltre il Suo contratto è in scadenza.
Forse è proprio l'area relazionale in genere la Sua difficoltà,
come già ci scrisse qualche anno fa.
Consideri questa
una esperienza,
da rielaborare assieme alla Sua Psy
per quanto riguarda l'aspetto relazionale
e le modalità di impostare i rapporti fin dall'inizio,
così da poterla utilizzare per il prossimo lavoro.
Saluti cordiali.
Dr. Carla Maria BRUNIALTI
Psicoterapeuta, Sessuologa clinica, Psicologa europea.
https://www.centrobrunialtipsy.it/
Questo consulto ha ricevuto 3 risposte e 1.7k visite dal 03/12/2017.
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