Università sbagliata al primo anno

Buongiorno,
Sono una studentessa al primo anno di medicina a Milano. Ho scelto questa facoltà perche interessata all ambito anche se in realtà al liceo non ho mai approfondito troppo gli argomenti. Inoltre al liceo ero più portata per matematica e fisica. Per questo poco prima del test di Medicina ho deciso di provare quello di ingegneria passando lo con 80/100 senza aver studiato. Ora dopo aver frequentato pochi mesi di Medicina non sono più convinta della scelta. Sto iniziando ad odiare questo studio per me troppo mnemonico. Biochimica mi sembra solo un insieme di formule da appiccicare in mente ma completamente inutili. Sono disperata perché nonostante mi sia ambientata bene all università non riesco studiare come vorrei ne a capire realmente cosa voglio fare. Ciò si sta ripercuotendo sul mio umore. Mi viene spesso da piangere e mi sento fallita perché seppur abbia grandi qualità non sono riuscita a fare la scelta giusta. Cambiate università inoltre comporterebbe la perdita di un anno e ciò non fa che aumentare i miei sensi di colpa. Ho già chiesto parere a uno specialista ma non è servito. Mi sono anche rivolta al counseling universitario senza successo...
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Dr. Antonio Di Carlo Psicologo 45 14
Quali sono le reali motivazioni per cui ha scelto medicina? Scrive soltanto genericamente "perché interessata all'ambito". Sogna di diventare un medico? Se si, per quali motivi: salvare vite umane, avere un lavoro socialmente apprezzato, avere un buono stipendio, per pressioni familiare, etc? E perché ha scelto di fare il test di ingeneria e, pur superandolo, non iscriversi?

Dr. Antonio Di Carlo, Psicologo Clinico e della Salute
Riceve a Pescara su appuntamento.
https://antoniodicarlopsicologo.wordpress.com/

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Utente
Utente
Innanzitutto per l interesse all anatomia e in generale al corpo umano e inoltre perché mi sembrava l unico lavoro che avrebbe veramente potuto farmi sentire realizzata. Tuttavia forse il mio interesse per le materie era pura curiosita e basta. Non mi sono iscritta ad ingegneria perché temevo un giorno di potermi pentire di non aver avuto il coraggio di scegliere medicina.
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Dr.ssa Stella Di Giorgio Psicologo 34 2
Gentile ragazza, capisco il disagio, la scelta universitaria non è facile, anche perché spesso non viene sostenuta da percorsi di orientamento a scuola, che potrebbero aiutare a focalizzare attitudini, obiettivi, interessi, progetti. Mi capitano spesso nella pratica casi di "ri-orientamento", piuttosto che di orientamento, cioè casi di ragazzi che fanno una scelta, ma poi si accorgono che non è quella che fa per loro o che era diversa da quella che si aspettavano.

Questo anche perché il modo in cui, alle scuole superiori, ci si prefigura i contenuti universitari, non sempre corrisponde a come effettivamente sono quei contenuti. A volte, soltanto standoci dentro, si può comprendere meglio se quelle materie piacciano o meno. Quindi, comunque, nessuna scelta è "sbagliata" in assoluto e, anzi, a volte "sbagliare" (anche se non è il termine corretto) serve a chiarire ancora meglio la strada da fare.

Come tu dici, se non avessi almeno provato a fare il test di medicina, ti sarebbe rimasto il rimpianto. Hai comunque vinto questa piccola sfida con te stessa, questo può essere liberatorio. Il fatto che tu abbia superato sia il test di medicina che di ingegneria, dimostra il tuo potenziale molto elevato, essendo due test estremamente selettivi.

Solo standoci dentro hai potuto capire meglio cosa si studiava e se quel corso faceva davvero per te. Tra l'altro, non è detto che questo anno sia perso, perché anche volendo cambiare facoltà, è possibile che tutti i crediti maturati ti siano riconosciuti.

Ma non è neanche detto che la scelta opportuna sia cambiare facoltà. A volte anche solo cambiando il modo di studiare, può svilupparsi un maggiore interesse e coinvolgimento e quindi riscoprire quelle stesse materie che in alcuni corsi, soprattutto dei primi anni, possono risultare un po' noiose e meccaniche. I corsi del primo anno sono dedicati alle basi, ancora non si entra molto nel vivo e nel pratico, poi chissà, potrebbe cambiare l'atteggiamento verso le materie o anche no, confermarsi. In entrambi i casi è qualcosa di costruttivo, è n altro mattoncino per costruire la propria strada.

Sicuramente uno psicologo può aiutarti a fare un bilancio, a dare un significato a questa esperienza, a non "buttarla", a renderla utile per far emergere altri significati personali, quindi può essere un ottimo momento per continuare o per ripartire, con una consapevolezza ancora maggiore.

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