Complesso di inferiorità, ossessione o innamoramento?
Da diversi anni provo uno strano sentimento, per un amico del mio stesso sesso, che non riesco a mettere a fuoco e mi causa grandi sofferenze. Lo trovo migliore di me in molti aspetti della vita, quali la carriera, l'aspetto fisico, i rapporti tra persone, il possedimento di beni materiali (come case auto ecc), carriera universitaria, simpatia, sicurezza di se. Mi perdo quotidianamente a fare confronti con lui da cui, ovviamente, esco sempre sconfitto. Credo di essere diventato suo amico nel tempo proprio perché piano piano mi ci sono avvicinato per scrutare la sua vita che speravo avessi idealizzato. Mentre ogni volta che scopro qualcosa di nuovo su di lui lo trovo sempre più perfetto e questo mi causa infelicità. Quando sono in sua compagnia mi rendo conto che tendo a mettermi in mostra come se volessi in qualche modo raggiungerlo al suo livello. Quando non sono con lui mi manca tanto e non vedo l'ora di rivederlo. Questa mia ossessione per lui spesso si trasforma in un desiderio sessuale e alla fine non capisco più se provo invidia oppure lo desidero in diverso modo. Ho provato da solo a seguire dei corsi sul miglioramento dell'autostima, sul come uscire dall'invidia e dal confronto con gli altri, ma puntualmente mi ritrovo a rimuginare su tutto ciò che ho appena scritto. In famiglia e gli amici mi ritengono una persona di successo visti i miei brillanti risultati nello studio e per essermela sempre cavata bene in tutto quello che mi accingo a fare. Io stesso mi rendo conto di ciò che sono ma davanti al mio amico tutto si infrange. Voglio lui o voglio la sua vita, questo non lo so. Nel corso della mia vita è capito almeno altre 2/3 volte di avere una ossessione simile per un amico ma col tempo ho poi superato allontanandomi da lui (non volontariamente ma solo per caso, ad esempio cambiando città...).
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Gentile utente,
innanzitutto mi incuriosisce il fatto che a Lei manchi molto questo Suo amico quando non lo vede: mi viene da chiederLe che cosa, rispetto alla vostra relazione, a come Lei vi si sente all'interno di essa, la porta a sentire questa mancanza. Sembrerebbe infatti che all'interno di questa relazione Lei non provi sentimenti di agio, di apertura, di possibilità, ma facendo riferimento a quanto da Lei scritto, provi soprattutto sentimenti di inferiorità legati immagino a sensazioni di poco agio e poca gioia di esserci. Provi ad ascoltarsi quando si trova in presenza del Suo amico e cerchi ci capire cosa la porta a provare un'attrazione così forte da essere da lei riconosciuta come un desiderio sessuale. Sembra quasi che una parte di Lei trovi vincolante il fatto di possedere determinate caratteristiche per potersi permettere di volersi bene e, vedendole nell'Altro in maniera così marcata, cerchi di possederle e integrarle a sè in qualche modo. Perdoni l'interpretazione, potrà ovviamente farne quello che le pare, se sente che non le risuona per nulla. Iniziando un percorso terapeutico potrebbe sondare meglio le dinamiche intra e interpersonali per cui sente questo forte bisogno di mettersi a confronto con gli altri e quanto il considerarsi perdente all'interno di esso le procuri un marcata sofferenza. Di solito queste ragioni sono individuabili all'interno della nostra storia personale, soprattutto in senso alle relazioni con le figure di accudimento che abbiamo avuto.
La saluto calorosamente
Dott. Andrea Di monte
innanzitutto mi incuriosisce il fatto che a Lei manchi molto questo Suo amico quando non lo vede: mi viene da chiederLe che cosa, rispetto alla vostra relazione, a come Lei vi si sente all'interno di essa, la porta a sentire questa mancanza. Sembrerebbe infatti che all'interno di questa relazione Lei non provi sentimenti di agio, di apertura, di possibilità, ma facendo riferimento a quanto da Lei scritto, provi soprattutto sentimenti di inferiorità legati immagino a sensazioni di poco agio e poca gioia di esserci. Provi ad ascoltarsi quando si trova in presenza del Suo amico e cerchi ci capire cosa la porta a provare un'attrazione così forte da essere da lei riconosciuta come un desiderio sessuale. Sembra quasi che una parte di Lei trovi vincolante il fatto di possedere determinate caratteristiche per potersi permettere di volersi bene e, vedendole nell'Altro in maniera così marcata, cerchi di possederle e integrarle a sè in qualche modo. Perdoni l'interpretazione, potrà ovviamente farne quello che le pare, se sente che non le risuona per nulla. Iniziando un percorso terapeutico potrebbe sondare meglio le dinamiche intra e interpersonali per cui sente questo forte bisogno di mettersi a confronto con gli altri e quanto il considerarsi perdente all'interno di esso le procuri un marcata sofferenza. Di solito queste ragioni sono individuabili all'interno della nostra storia personale, soprattutto in senso alle relazioni con le figure di accudimento che abbiamo avuto.
La saluto calorosamente
Dott. Andrea Di monte
Dott. Andrea Di Monte
Psicologo psicoterapeuta -
Tolmezzo (Ud)
https://www.andreadimontepsicologopsicoterapeuta.it/
Questo consulto ha ricevuto 1 risposte e 2.1k visite dal 29/11/2017.
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