Insoddisfazione e sfiducia
Buongiorno,
sono una ragazza di 24 anni, laureata, con un ragazzo e una famiglia che mi ha sempre supportata in tutto, forse a volte un po' troppo apprensiva. Caratterialmente sono una persona molto introversa e riservata. Ho sempre pensato che faccia parte della mia personalità e in fondo vada bene così, però questo mio modo di essere mi ha precluso tante possibilità ed esperienze, avendo sempre timore ad espormi, a mostrarmi e a sostenere il giudizio altrui. Esempio banale: fino a non molto tempo fa non avevo mai avuto un profilo sui social network, perché avrei dovuto metterci fotografie mie. Cosa ho di bello da mostrare? Negli anni ho cominciato a vergognarmi del mio aspetto, sentendomi anche dire "sei brutta", e penso che sia comunque una condizione tipica dell'adolescenza, da bambina mai mi sono fatta problemi, sono sempre stata magra, apprezzata per le mie capacità, amichevole. Pensavo che con il tempo sarebbe venuta meno questa insoddisfazione, in fondo non sono perfetta ma va bene così. In realtà è una mentalità che ho ancora, e mi sembrerebbe maturo superarla, ma ancora non riesco.
Ho avuto amicizie poco durature, non ho i classici amici da una vita, per cui ho messo in discussione il mio modo di relazionarmi con gli altri, pensando di sbagliare. Fino a 4 anni fa avevo un'"amica" che non perdeva occasione per sminuirmi: "non sei un granché", "non devi essere così" (caratterialmente), come fossi sbagliata. Mi combinava appuntamenti con ragazzi "sfigati" (per lei) perché quello era il mio standard, ne rideva, e il tutto dall'alto della sua superiorità, sembrava che avesse bisogno di sentirsi migliore di me, più bella e brava... Dopo due mesi di facoltà di medicina dispensava consigli e conoscenza manco fosse un luminare affermato. Forse è più insicura di me. Ho chiuso qualsiasi rapporto dicendole tutto quello che non sopportavo più, da allora ho una totale sfiducia nelle persone, specialmente donne, di cui odio gli atteggiamenti tipici, perché li reputo falsi e cattivi (anche lei mi mandava mille bacini, dopo avermi smontata...). Non ho amiche. Il mio ragazzo mi sostiene e da quando c'è lui mi sento apprezzata, ma anche con lui ho avuto difficoltà, non essendo stata subito ricambiata. So che, mentre io sono sempre stata sola, lui ha avuto tante ragazze, e so chi sono: le trovo migliori di me e mi resta un costante complesso di inferiorità. Sono ossessionata da loro e so che è una cosa inutile.
Penso di essere stata buona e rispettosa, forse troppo remissiva, ora tendo a pensar male e lamentarmi degli altri, forse per insoddisfazione/invidia, e sono fredda. In alcuni momenti non ho voglia di fare nulla. Sono più consapevole ma credo di non saper apprezzare tutto il bene che ho, o di aver paura ad essere felice. Ho realizzato sogni che non immaginavo.
Non so quale sia la mia condizione e come posso migliorarmi, mi vergogno a vedere problemi quando forse non ce ne sono.
Mi scuso per essermi dilungata... Grazie per l'attenzione
sono una ragazza di 24 anni, laureata, con un ragazzo e una famiglia che mi ha sempre supportata in tutto, forse a volte un po' troppo apprensiva. Caratterialmente sono una persona molto introversa e riservata. Ho sempre pensato che faccia parte della mia personalità e in fondo vada bene così, però questo mio modo di essere mi ha precluso tante possibilità ed esperienze, avendo sempre timore ad espormi, a mostrarmi e a sostenere il giudizio altrui. Esempio banale: fino a non molto tempo fa non avevo mai avuto un profilo sui social network, perché avrei dovuto metterci fotografie mie. Cosa ho di bello da mostrare? Negli anni ho cominciato a vergognarmi del mio aspetto, sentendomi anche dire "sei brutta", e penso che sia comunque una condizione tipica dell'adolescenza, da bambina mai mi sono fatta problemi, sono sempre stata magra, apprezzata per le mie capacità, amichevole. Pensavo che con il tempo sarebbe venuta meno questa insoddisfazione, in fondo non sono perfetta ma va bene così. In realtà è una mentalità che ho ancora, e mi sembrerebbe maturo superarla, ma ancora non riesco.
Ho avuto amicizie poco durature, non ho i classici amici da una vita, per cui ho messo in discussione il mio modo di relazionarmi con gli altri, pensando di sbagliare. Fino a 4 anni fa avevo un'"amica" che non perdeva occasione per sminuirmi: "non sei un granché", "non devi essere così" (caratterialmente), come fossi sbagliata. Mi combinava appuntamenti con ragazzi "sfigati" (per lei) perché quello era il mio standard, ne rideva, e il tutto dall'alto della sua superiorità, sembrava che avesse bisogno di sentirsi migliore di me, più bella e brava... Dopo due mesi di facoltà di medicina dispensava consigli e conoscenza manco fosse un luminare affermato. Forse è più insicura di me. Ho chiuso qualsiasi rapporto dicendole tutto quello che non sopportavo più, da allora ho una totale sfiducia nelle persone, specialmente donne, di cui odio gli atteggiamenti tipici, perché li reputo falsi e cattivi (anche lei mi mandava mille bacini, dopo avermi smontata...). Non ho amiche. Il mio ragazzo mi sostiene e da quando c'è lui mi sento apprezzata, ma anche con lui ho avuto difficoltà, non essendo stata subito ricambiata. So che, mentre io sono sempre stata sola, lui ha avuto tante ragazze, e so chi sono: le trovo migliori di me e mi resta un costante complesso di inferiorità. Sono ossessionata da loro e so che è una cosa inutile.
Penso di essere stata buona e rispettosa, forse troppo remissiva, ora tendo a pensar male e lamentarmi degli altri, forse per insoddisfazione/invidia, e sono fredda. In alcuni momenti non ho voglia di fare nulla. Sono più consapevole ma credo di non saper apprezzare tutto il bene che ho, o di aver paura ad essere felice. Ho realizzato sogni che non immaginavo.
Non so quale sia la mia condizione e come posso migliorarmi, mi vergogno a vedere problemi quando forse non ce ne sono.
Mi scuso per essermi dilungata... Grazie per l'attenzione
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Gentile Utente, per valutare la Sua condizione e per migliorarsi dovrebbe fare qualche colloquio psicologico e poi arrivare a definire bene cosa intende per migliorarsi, e se soprattutto è qualcosa che soddisfa Lei e non gli altri.
Forse dai colloqui emergeranno anche altre possibili soluzioni oltre all'idea di migliorarsi e magari questa incertezza del momento è legata a scelte che dovrà fare per costruirsi il proprio futuro.
Se da una parte parla del passato, dall'altra sembrerebbe che il vero punto focale sia il futuro. Sbaglio?
Forse dai colloqui emergeranno anche altre possibili soluzioni oltre all'idea di migliorarsi e magari questa incertezza del momento è legata a scelte che dovrà fare per costruirsi il proprio futuro.
Se da una parte parla del passato, dall'altra sembrerebbe che il vero punto focale sia il futuro. Sbaglio?
Dr. Fernando Bellizzi
Albo Psicologi Lazio matr. 10492
[#2]
Ex utente
La ringrazio per la Sua risposta.
Sì in effetti invece di miglioramento sarebbe più giusto parlare di accettazione personale, perché alterno momenti in cui ho comunque stima di me stessa ad altri in cui non trovo niente di giusto, e magari è anche una cosa abbastanza fisiologica.
Non sbaglia, perché continuo a dar peso a fattori passati che al momento, e in futuro, non mi sono e saranno certo di aiuto, e potrebbero influenzare troppo le mie prossime scelte. Dovrei pesar meglio le priorità.
Sì in effetti invece di miglioramento sarebbe più giusto parlare di accettazione personale, perché alterno momenti in cui ho comunque stima di me stessa ad altri in cui non trovo niente di giusto, e magari è anche una cosa abbastanza fisiologica.
Non sbaglia, perché continuo a dar peso a fattori passati che al momento, e in futuro, non mi sono e saranno certo di aiuto, e potrebbero influenzare troppo le mie prossime scelte. Dovrei pesar meglio le priorità.
Questo consulto ha ricevuto 2 risposte e 1.2k visite dal 24/11/2017.
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