Mi tiro via i capelli
Buonasera gentili Specialisti
volevo capire se il fatto in oggetto che vado a narrare, ha un significato, se è una cosa grave, insomma che valutazione viene data.
Non da ieri ma già da qualche anno, mi succede che ogni tanto mettendo una mano alla testa, poi isolo un capello e lo strappo via, un capello per volta (fortuna che ne ho abbastanza, la foto dell'avatar mi somiglia proprio, nei capelli e nel viso).
Qualche volta, conscio della fine che a breve farebbe il "povero" capello, lo isolo con la mano e poi vado in bagno e lo taglio, con delle forbicine, lo taglio quasi tutto così, penso, eviterò poi di strapparmelo.
Nell'istante in cui il capello viene via, avverto allo strappo, come una sorta di "liberazione" psicofisica, si avverte una sensazione particolare (provare per credere), maggiore quanto più grande è il bulbo, ho notato
Ma se non fosse intervenuto ciò che ora scriverò, certamente non avrei posto questo consulto. Ovvero da alcune notti (certamente per situazioni che mi rendono nel periodo particolarmente nervoso), mi succede che mi sveglio, e poi inzio a tirarmeli via, in modo più incontrollato che non durante il giorno. Spero che questa situazione notturna abbia davvero a terminare.
Che significato è possibile dare a tutto ciò?
Vi ringrazio salutandovi cordialmente
volevo capire se il fatto in oggetto che vado a narrare, ha un significato, se è una cosa grave, insomma che valutazione viene data.
Non da ieri ma già da qualche anno, mi succede che ogni tanto mettendo una mano alla testa, poi isolo un capello e lo strappo via, un capello per volta (fortuna che ne ho abbastanza, la foto dell'avatar mi somiglia proprio, nei capelli e nel viso).
Qualche volta, conscio della fine che a breve farebbe il "povero" capello, lo isolo con la mano e poi vado in bagno e lo taglio, con delle forbicine, lo taglio quasi tutto così, penso, eviterò poi di strapparmelo.
Nell'istante in cui il capello viene via, avverto allo strappo, come una sorta di "liberazione" psicofisica, si avverte una sensazione particolare (provare per credere), maggiore quanto più grande è il bulbo, ho notato
Ma se non fosse intervenuto ciò che ora scriverò, certamente non avrei posto questo consulto. Ovvero da alcune notti (certamente per situazioni che mi rendono nel periodo particolarmente nervoso), mi succede che mi sveglio, e poi inzio a tirarmeli via, in modo più incontrollato che non durante il giorno. Spero che questa situazione notturna abbia davvero a terminare.
Che significato è possibile dare a tutto ciò?
Vi ringrazio salutandovi cordialmente
[#1]
Gentile Utente,
è possibile che quello che riferisce sia un comportamento di natura auto-aggressiva e che dipenda quindi da dinamiche psicologiche che la portano a punirsi e/o a scaricare contro sè stesso la tensione invece che all'esterno.
Lei dice infatti questo:
"nell'istante in cui il capello viene via, avverto allo strappo come una sorta di "liberazione" psicofisica, si avverte una sensazione particolare (provare per credere), maggiore quanto più grande è il bulbo".
Se ha notato di recente un aggravio della situazione è possibile che sia intervenuto qualche fattore interno o esterno che ha alimentato la sua tensione al punto da renderle "necessario" scaricarla anche di notte con questa modalità.
Quando ha iniziato a strapparsi i capelli è probabilmente accaduto o cambiato qualcosa nella sua vita, che magari lei non ha collegato con la nascita di questa abitudine.
Allo stesso modo oggi è probabilmente accaduto o cambiato qualcosa che ha reso più impellente compiere questo gesto.
Le suggerisco per prima cosa di riflettere su cosa possa essere successo senza scartare nessuna ipotesi.
Se non arrivasse a individuare una causa o non cambiasse nulla pur avendola individuata le consiglierei di rivolgersi di persona ad uno psicologo per approfondire adeguatamente il discorso.
Mi aggiorni quando vuole,
un caro saluto
è possibile che quello che riferisce sia un comportamento di natura auto-aggressiva e che dipenda quindi da dinamiche psicologiche che la portano a punirsi e/o a scaricare contro sè stesso la tensione invece che all'esterno.
Lei dice infatti questo:
"nell'istante in cui il capello viene via, avverto allo strappo come una sorta di "liberazione" psicofisica, si avverte una sensazione particolare (provare per credere), maggiore quanto più grande è il bulbo".
Se ha notato di recente un aggravio della situazione è possibile che sia intervenuto qualche fattore interno o esterno che ha alimentato la sua tensione al punto da renderle "necessario" scaricarla anche di notte con questa modalità.
Quando ha iniziato a strapparsi i capelli è probabilmente accaduto o cambiato qualcosa nella sua vita, che magari lei non ha collegato con la nascita di questa abitudine.
Allo stesso modo oggi è probabilmente accaduto o cambiato qualcosa che ha reso più impellente compiere questo gesto.
Le suggerisco per prima cosa di riflettere su cosa possa essere successo senza scartare nessuna ipotesi.
Se non arrivasse a individuare una causa o non cambiasse nulla pur avendola individuata le consiglierei di rivolgersi di persona ad uno psicologo per approfondire adeguatamente il discorso.
Mi aggiorni quando vuole,
un caro saluto
Dr.ssa Flavia Massaro, psicologa a Milano e Mariano C.se
www.serviziodipsicologia.it
[#2]
Utente
Gentilissima dottoressa Flavia
grazie per la pronta risposta. Le Sue prime righe mi hanno lasciato di "stucco", per la semplicità e - mi passi il termine ma non vuole essere riduttivo - per l'ovvietà dell'analisi. Non ci avevo proprio pensato. Un comportamento di natura auto - aggressiva, e scaricare contro di me le tensioni, anzichè all'esterno. Anche se probabilmente non c'entra col ragionamento e l'analisi da Lei fatta, devo osservare, mi viene in mente che ho un senso piuttosto rigoroso dei "comportamenti giusti", prima cosa con me stesso, quindi il discorso della "auto-punizione" forse ci può stare. Le faccio un esempio: è un bel pò che non prendo multe per infrazioni stradali, sono anni, ma ricordo che se mi capitava, il mio primo pensiero, oltre a "sgridarmi" da me, era quello, concretamente, di "punirmi", ovvero (a grandi line, non contavo certo le lire) rinunciavo a spese equivalenti, di cui avrei disposto se non avessi subito la sanzione. E non certo per questioni economiche, ma morali. Una sorta di autopunizione, "Delitto e castigo", forse...
Sul discorso che se non scaricassi su me, dovrei scaricare all'esterno, è presto detto, conosco bene gli obiettivi, ma non essendo più ai tempi del Far West (per fortuna..ma per certi casi, anche purtroppo..), fattori di diversa natura mi impediscono ovviamente di agire.
Semplice dare risposte a quanto nel corso delle Sue righe mi chiede. Sicuro che è successo qualcosa sia per il frangente in cui iniziai questa "malsana" abitudine, e sia per quanto concerne l'aggravamento. Se penso ai problemi emersi quando inziai, certamente ricordo gravi problemi nel lavoro (che era di responsabilità), specie di carattere logistico, lavoro che amavo, ma per decisioni venute dall'alto, da persone sconosciute di una multinazionale straniera, e che non avevano il polso "locale" delle situazioni, e mi hanno portato alla decisione di abbandonare il lavoro che amavo, poichè non potevo continuare a lavorare con la benda agli occhi..non fa per me.
Per quanto riguarda l'aggravamento, visto che gli episodi notturni sono recentissimi, dovrei pensare forse ad un accumulo di una situazione che mi ha stressato (e non solo..) e non poco, iniziata nel giugno dell'anno scorso per un trauma ad un piede; quindi diciamo c'è sia il motivo sanitario del trauma e anche le varie incomprensioni coi vari medici e specialisti, ma poi pure il danno economico e lo schiaffo morale, in quanto tale trauma lo subì in un negozio (dove tra l'altro ero cliente) e fui pure preso in giro in quanto lì per lì mi rassicurarono che non ci sarebbero stati problemi risarcitori, invece poi stravolsero completamente la versione e per farla breve, dopo 1 mese mezzo dal fattaccio mi telefona la mia avvocatessa e mi dice che l'assicurazione del negozio, nota Compagnia, non ha intenzione di pagare (Compagnia assicurativa che negli anni '90 fu fuorilegge, e questo lo certificò la Corte di Cassazione che la condannò, insieme ad altre 16 "candide", in quanto per diversi anni fecero "Cartello", aumentando in modo non consentito, quindi illegalmente, i premi per RC Auto agli ignari...quindi assicurazione ladra...ladre ). E non c'è stato nulla da fare, non hanno pagato e devo tenermi il danno fisico. Non 1 centesimo per le numerevoli spese sotenute per visite specialistiche esami e cure, e per il danno subito. Non c'è Giustizia, quindi, per certi versi, per certi limitati casi, posso pensare che fosse più giusto il tempo del Far West, periodo in cui in mancanza di Legge la "giustizia" era allineata per tutti, e se un individuo subiva un danno, appunto perchè non esisteva una Legge di Stato, si sentiva (era) autorizzato a farsi, in modo commensurato al danno subito, giustizia da sè. Ma ora questo non è più possibile, e bisogna quindi subire le ingiustizie.
Comunque, essendo che i fatti narrati risalgono all'anno scorso, ma i miei episodi notturni sono recentisimi, probabilmente devo pensare ad un accumulo di tensione? non mi piace molto, questa situazione.
La ringrazio molto dottoressa, e La saluto molto cordialmente.
grazie per la pronta risposta. Le Sue prime righe mi hanno lasciato di "stucco", per la semplicità e - mi passi il termine ma non vuole essere riduttivo - per l'ovvietà dell'analisi. Non ci avevo proprio pensato. Un comportamento di natura auto - aggressiva, e scaricare contro di me le tensioni, anzichè all'esterno. Anche se probabilmente non c'entra col ragionamento e l'analisi da Lei fatta, devo osservare, mi viene in mente che ho un senso piuttosto rigoroso dei "comportamenti giusti", prima cosa con me stesso, quindi il discorso della "auto-punizione" forse ci può stare. Le faccio un esempio: è un bel pò che non prendo multe per infrazioni stradali, sono anni, ma ricordo che se mi capitava, il mio primo pensiero, oltre a "sgridarmi" da me, era quello, concretamente, di "punirmi", ovvero (a grandi line, non contavo certo le lire) rinunciavo a spese equivalenti, di cui avrei disposto se non avessi subito la sanzione. E non certo per questioni economiche, ma morali. Una sorta di autopunizione, "Delitto e castigo", forse...
Sul discorso che se non scaricassi su me, dovrei scaricare all'esterno, è presto detto, conosco bene gli obiettivi, ma non essendo più ai tempi del Far West (per fortuna..ma per certi casi, anche purtroppo..), fattori di diversa natura mi impediscono ovviamente di agire.
Semplice dare risposte a quanto nel corso delle Sue righe mi chiede. Sicuro che è successo qualcosa sia per il frangente in cui iniziai questa "malsana" abitudine, e sia per quanto concerne l'aggravamento. Se penso ai problemi emersi quando inziai, certamente ricordo gravi problemi nel lavoro (che era di responsabilità), specie di carattere logistico, lavoro che amavo, ma per decisioni venute dall'alto, da persone sconosciute di una multinazionale straniera, e che non avevano il polso "locale" delle situazioni, e mi hanno portato alla decisione di abbandonare il lavoro che amavo, poichè non potevo continuare a lavorare con la benda agli occhi..non fa per me.
Per quanto riguarda l'aggravamento, visto che gli episodi notturni sono recentissimi, dovrei pensare forse ad un accumulo di una situazione che mi ha stressato (e non solo..) e non poco, iniziata nel giugno dell'anno scorso per un trauma ad un piede; quindi diciamo c'è sia il motivo sanitario del trauma e anche le varie incomprensioni coi vari medici e specialisti, ma poi pure il danno economico e lo schiaffo morale, in quanto tale trauma lo subì in un negozio (dove tra l'altro ero cliente) e fui pure preso in giro in quanto lì per lì mi rassicurarono che non ci sarebbero stati problemi risarcitori, invece poi stravolsero completamente la versione e per farla breve, dopo 1 mese mezzo dal fattaccio mi telefona la mia avvocatessa e mi dice che l'assicurazione del negozio, nota Compagnia, non ha intenzione di pagare (Compagnia assicurativa che negli anni '90 fu fuorilegge, e questo lo certificò la Corte di Cassazione che la condannò, insieme ad altre 16 "candide", in quanto per diversi anni fecero "Cartello", aumentando in modo non consentito, quindi illegalmente, i premi per RC Auto agli ignari...quindi assicurazione ladra...ladre ). E non c'è stato nulla da fare, non hanno pagato e devo tenermi il danno fisico. Non 1 centesimo per le numerevoli spese sotenute per visite specialistiche esami e cure, e per il danno subito. Non c'è Giustizia, quindi, per certi versi, per certi limitati casi, posso pensare che fosse più giusto il tempo del Far West, periodo in cui in mancanza di Legge la "giustizia" era allineata per tutti, e se un individuo subiva un danno, appunto perchè non esisteva una Legge di Stato, si sentiva (era) autorizzato a farsi, in modo commensurato al danno subito, giustizia da sè. Ma ora questo non è più possibile, e bisogna quindi subire le ingiustizie.
Comunque, essendo che i fatti narrati risalgono all'anno scorso, ma i miei episodi notturni sono recentisimi, probabilmente devo pensare ad un accumulo di tensione? non mi piace molto, questa situazione.
La ringrazio molto dottoressa, e La saluto molto cordialmente.
[#3]
Buongiorno,
Come già detto dalla Collega, la tricotillomania è un disturbo ossessivo compulsivo, caratterizzato da un irrefrenabile impulso di tirare e strappare i peli, sopracciglia o capelli dal cuoio capelluto.
Può anche diventare tricotillofagia (i peli vengono ingeriti).
La diagnosi clinica però, non la so fa con l’elenco dei sintomi o dei fattori di stress presumibilmente associati, ma con tanto altro, e de visu.
Si dovrà analizzare la sua struttura di personalità, le cause inconsce, il significato dei sintomi nel suo equilibrio psichico, ed i vantaggi secondari.
Il tutto non fattibile online.
A diagnosi effettuata si stabilirà il protocollo terapeutico adatto alla sua storia clinica, solitamente combinato:
Farmacoterapia e psicoterapia
Come già detto dalla Collega, la tricotillomania è un disturbo ossessivo compulsivo, caratterizzato da un irrefrenabile impulso di tirare e strappare i peli, sopracciglia o capelli dal cuoio capelluto.
Può anche diventare tricotillofagia (i peli vengono ingeriti).
La diagnosi clinica però, non la so fa con l’elenco dei sintomi o dei fattori di stress presumibilmente associati, ma con tanto altro, e de visu.
Si dovrà analizzare la sua struttura di personalità, le cause inconsce, il significato dei sintomi nel suo equilibrio psichico, ed i vantaggi secondari.
Il tutto non fattibile online.
A diagnosi effettuata si stabilirà il protocollo terapeutico adatto alla sua storia clinica, solitamente combinato:
Farmacoterapia e psicoterapia
Cordialmente.
Dr.ssa Valeria Randone,perfezionata in sessuologia clinica.
https://www.valeriarandone.it
[#4]
Utente
Buongiorno dottoressa Valeria
grazie per la Sua disanima..ha scritto proprio bene, un "irrefrenabile impulso", che accresce poi dal momento che ho individuato manualmente il capello che poi andrò a strappare, ed aumenta sino al momento dello strappo, e in quel momento, forse l'ho già scritto, nel momento dello strappo avverto una sorta di "liberazione", di relax; il paragone sarà forse improprio e l'effetto ovviamente molto molto inferiore, ma, me lo passi, è un pò assimilabile alla liberazione "eiaculatoria".
Non conoscevo questo termine "tricotillomania", devo comunque precisare che il disturbo è limitato ai soli capelli, e assolutamente senza ingestione (che tra l'altro immagino pure pericolosa, se un capello si ferma in gola..).
Non so se ci possono essere attinenze, ma durante l'infanzia e l'adolescenza trovavo godimento nel tirar via crosticine.
Saluti cordiali e grazie
grazie per la Sua disanima..ha scritto proprio bene, un "irrefrenabile impulso", che accresce poi dal momento che ho individuato manualmente il capello che poi andrò a strappare, ed aumenta sino al momento dello strappo, e in quel momento, forse l'ho già scritto, nel momento dello strappo avverto una sorta di "liberazione", di relax; il paragone sarà forse improprio e l'effetto ovviamente molto molto inferiore, ma, me lo passi, è un pò assimilabile alla liberazione "eiaculatoria".
Non conoscevo questo termine "tricotillomania", devo comunque precisare che il disturbo è limitato ai soli capelli, e assolutamente senza ingestione (che tra l'altro immagino pure pericolosa, se un capello si ferma in gola..).
Non so se ci possono essere attinenze, ma durante l'infanzia e l'adolescenza trovavo godimento nel tirar via crosticine.
Saluti cordiali e grazie
Questo consulto ha ricevuto 4 risposte e 3.9k visite dal 22/11/2017.
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