Rapporti sessuali insoddisfacenti
Gentili dottori, ho scritto ieri un post più per sfogo che per altro. Da 16 anni sono assillato dall'idea di essere omosessuale, una vera e propria ossessione che è rimasta presente nella mia mente e non se n'è andata più (da 2 giorni mi è ritornata la fobia ossessiva che non mi ha fatto vivere più, 2 giorni totali di ansia e attacchi di panico). Tornata in quanto in questi 16 anni ho imparato a convivere col problema, tuttavia saltuariamente salta fuori così, senza un motivo, impedendomi di vivere. Tuttavia, anche nei momenti migliori, il pensiero riaffiorava sempre in determinate occasioni, cercando di soffocarlo.
Andiamo al punto della questione: premesso che non ho mai avuto rapporti sessuali con uomini, non ho mai fantasticato su uomini, non mi sono mai masturbazione pensando a uomini e ritengo di non aver provato mai Eccitazione nei confronti di altri uomini (se paragono le sensazioni che provo con donne). Il problema è che ho sempre pensato che "la prova finale" sia l'atto sessuale vero e proprio, il rapporto con la donna e quindi il piacere che si prova con esso. Ebbene, io nella mia mente, o pensandoci autonomamente o in sogno, quando sono più tranquillo e inconsciamente non penso al problema, riesco a provare piacere immaginando un rapporto sessuale e vorrei che così fosse. Il problema è che io questo piacere non l'ho provato mai. Non ho mai avuto un rapporto sessuale, completo e non, soddisfacente. Molte volte guardando donne o quando capitava la situazione mi eccitavo e avevo voglia di approcciarmi a loro, ma poi il piacere che provavo era poco. Adesso che scrivo, preso dall'ansia e dalla fobia, se ci penso mi piace ancora meno di come poi in realtà avveniva, ma ero conscio perfettamente del fatto che non si avvicinava nemmeno lontanamente alle sensazioni che provo in sogno o con la mente. È per questo che io preferisco masturbarmi che avere un rapporto reale. Inoltre sento sempre dire che il sesso è una cosa magnifica, meravigliosa. Per me non lo è assolutamente. Sono stato con ragazze che per scherzare mi minacciavano dicendomi che non avrebbero fatto più niente con me, ma io pensavo che non mi importava nulla.
Sembrerebbe facile pensare che avendo le mie fobie sia normale non avendo la mente sgombra ma una mente che indaga sempre. Ma, in realtà, quando ho rapporti con donne, non ho mai l'ansia di pensare se può piacermi o no, non sto li a pensare alla possibilità di essere omosessuale. La vivo e basta. Quindi mi chiedo, perché questa mancanza di piacere? Il non provare nulla nel rapporto vero e proprio è conferma di omosessualità o anche se non ci penso granché il mio inconscio lavora e quindi dà degli effetti? So benissimo che nessuno può dirmi cosa sono, purtroppo ho appuntamento con la psicologa tra 3 giorni e non riesco più a vivere in preda all'ansia. Chiedo solo di rispondere dicendomi se, per come mi sono descritto, la mente può fare brutti scherzi di questo tipo anche a livello inconscio. Grazie a tutti, buona serata.
Andiamo al punto della questione: premesso che non ho mai avuto rapporti sessuali con uomini, non ho mai fantasticato su uomini, non mi sono mai masturbazione pensando a uomini e ritengo di non aver provato mai Eccitazione nei confronti di altri uomini (se paragono le sensazioni che provo con donne). Il problema è che ho sempre pensato che "la prova finale" sia l'atto sessuale vero e proprio, il rapporto con la donna e quindi il piacere che si prova con esso. Ebbene, io nella mia mente, o pensandoci autonomamente o in sogno, quando sono più tranquillo e inconsciamente non penso al problema, riesco a provare piacere immaginando un rapporto sessuale e vorrei che così fosse. Il problema è che io questo piacere non l'ho provato mai. Non ho mai avuto un rapporto sessuale, completo e non, soddisfacente. Molte volte guardando donne o quando capitava la situazione mi eccitavo e avevo voglia di approcciarmi a loro, ma poi il piacere che provavo era poco. Adesso che scrivo, preso dall'ansia e dalla fobia, se ci penso mi piace ancora meno di come poi in realtà avveniva, ma ero conscio perfettamente del fatto che non si avvicinava nemmeno lontanamente alle sensazioni che provo in sogno o con la mente. È per questo che io preferisco masturbarmi che avere un rapporto reale. Inoltre sento sempre dire che il sesso è una cosa magnifica, meravigliosa. Per me non lo è assolutamente. Sono stato con ragazze che per scherzare mi minacciavano dicendomi che non avrebbero fatto più niente con me, ma io pensavo che non mi importava nulla.
Sembrerebbe facile pensare che avendo le mie fobie sia normale non avendo la mente sgombra ma una mente che indaga sempre. Ma, in realtà, quando ho rapporti con donne, non ho mai l'ansia di pensare se può piacermi o no, non sto li a pensare alla possibilità di essere omosessuale. La vivo e basta. Quindi mi chiedo, perché questa mancanza di piacere? Il non provare nulla nel rapporto vero e proprio è conferma di omosessualità o anche se non ci penso granché il mio inconscio lavora e quindi dà degli effetti? So benissimo che nessuno può dirmi cosa sono, purtroppo ho appuntamento con la psicologa tra 3 giorni e non riesco più a vivere in preda all'ansia. Chiedo solo di rispondere dicendomi se, per come mi sono descritto, la mente può fare brutti scherzi di questo tipo anche a livello inconscio. Grazie a tutti, buona serata.
[#1]
Gentile utente,
certamente l'inconscio può interferire con la sessualità, ma bisogna vedere quali pensieri inconsci interferiscono, non è detto che siano connaturati con l'omosessualità.
Volendo andare a monte dei sintomi pertanto bisognerebbe anzitutto capire l'inconscio.
Tuttavia altri approcci psicoterapeutici delle terapie brevi, meno interessati all'inconscio, ma piuttosto a delle soluzioni che funzionino, cercherebbero di risolvere il problema in modo diverso: non partendo da presunte cause a monte, ma con strategie di soluzione più pratiche e rivolte al presente.
I due approcci possono essere usati anche insieme per migliori risultati.
Cordiali saluti
certamente l'inconscio può interferire con la sessualità, ma bisogna vedere quali pensieri inconsci interferiscono, non è detto che siano connaturati con l'omosessualità.
Volendo andare a monte dei sintomi pertanto bisognerebbe anzitutto capire l'inconscio.
Tuttavia altri approcci psicoterapeutici delle terapie brevi, meno interessati all'inconscio, ma piuttosto a delle soluzioni che funzionino, cercherebbero di risolvere il problema in modo diverso: non partendo da presunte cause a monte, ma con strategie di soluzione più pratiche e rivolte al presente.
I due approcci possono essere usati anche insieme per migliori risultati.
Cordiali saluti
Valentina Sciubba Psicologa
www.valentinasciubba.it Terapia on line
Terapia Breve Strategica e della Gestalt
Disturbi psicologici e mente-corpo
[#2]
“Da 16 anni sono assillato dall'idea di essere omosessuale, una vera e propria ossessione che è rimasta presente nella mia mente e non se n'è andata più”
Come si sta curando?
Terapia combinata?
Con che cadenza?
E da quanto tempo é in cura, soprattutto con quale diagnosi?
Inoltre, cosa intende per non provare piacere?
Ha un’orgasmo aneiaculatorio?
Ha un’eiaculazione anorgasmica?
Altro?
Manca la diagnosi andrò-sessuologica della sua mancanza di piacere per dirle qualcosa di sensato.
Come si sta curando?
Terapia combinata?
Con che cadenza?
E da quanto tempo é in cura, soprattutto con quale diagnosi?
Inoltre, cosa intende per non provare piacere?
Ha un’orgasmo aneiaculatorio?
Ha un’eiaculazione anorgasmica?
Altro?
Manca la diagnosi andrò-sessuologica della sua mancanza di piacere per dirle qualcosa di sensato.
Cordialmente.
Dr.ssa Valeria Randone,perfezionata in sessuologia clinica.
https://www.valeriarandone.it
[#3]
Utente
Gentile dottoressa Randone,
Cercherò di rispondere per punti.
1. Non mi sono mai curato. A 16 anni andai in un centro pubblico di neuropsichiatria infantile, per 3 anni, ma le sedute hanno sempre avuto scarso successo. Magari perché essendo un servizio pubblico non mi poteva garantire incontri frequenti (media di 2 al mese) sta di fatto che io uscendo da là non mi sentivo mai bene. Faccio un esempio: le mie più grandi paure sono l'omosessualità in primis e la paura delle malattie. Si sono alternate nel corso della mia vita, ma mentre quando avevo la paura dell'omosessualità, l'ipocondria spariva, quella di essere gay è sempre stata presente dentro di me. Con alti e bassi, ma l'ho avuta sempre dentro, anche quando non ci pensavo o ero molto più distaccato da questa paura, sapevo che c'era, inseparabile. Perché le dico questo? Per spiegarle perché quelle sedute non sono servite. Nel 2012 e 2014 cominciai un percorso di psicoterapia pubblico, stavolta per l'ipocondria. Tutte le volte che uscivo dalla seduta mi sentivo sempre bene, magari durava poco, ore, giorni, ma stavo bene. Invece dell'omosessualità non ho mai voluto parlarne, perché preferivo rimanesse un pensiero nascosto nella mia mente, dormiente, e risvegliarlo mi avrebbe rovinato. Infatti quando ne parlavamo risvegliavo qualcosa di terrorizzante dentro di me. L'ipocondria stava migliorando e decidi di abbandonare. Adesso, mi sono convinto a contattare uno psicologo privato, il quale potrà garantirmi assistenza necessaria e continua e cercherò definitivamente di affrontare questo problema una volta per tutte, pur consapevole del fatto che ormai è così radicato dentro di me che non se ne andrà mai.
2. Ho una terapia farmacologica prescrittami da uno psichiatra, per curare le crisi di ansia simil attacco di panico. Ma non vedo risultati soddisfacenti
3. L'orgasmo lo raggiungo sempre, con eiaculazione. Anzi, soffro addirittura di eiaculazione precoce che sa di beffa. Perché il piacere che provo durante l'atto non è soddisfacente, il toccare, baciare, accarezzare una donna non mi provoca le sensazioni che sento con la fantasia, con la mente. Anche quando quella ragazza mi eccita e sono io a cercare un incontro ravvicinato, poi il piacere non corrisponde alla voglia che avevo di avere un rapporto. E una volta raggiunto l'orgasmo, perdo ogni tipo di appetito sessuale che si protrae per giorni. Non ho voglia di avere nessun contatto con quella donna e sparisco. Da qui si insinua il tarlo: e se fossi gay? Come faccio a capire se il mio è solo dubbio o repressione? Il cercare di giustificare ogni cosa che mi capita potrebbe essere un tentativo di non accettare una mia omosessualità? Sono queste le domande che distruggono la mia mente.
Chiedo scusa per la lunghezza del messaggio. Ma in questo periodo mi sento parecchio giù di tono. Non mi alzo dal letto da 2 giorni.
Cercherò di rispondere per punti.
1. Non mi sono mai curato. A 16 anni andai in un centro pubblico di neuropsichiatria infantile, per 3 anni, ma le sedute hanno sempre avuto scarso successo. Magari perché essendo un servizio pubblico non mi poteva garantire incontri frequenti (media di 2 al mese) sta di fatto che io uscendo da là non mi sentivo mai bene. Faccio un esempio: le mie più grandi paure sono l'omosessualità in primis e la paura delle malattie. Si sono alternate nel corso della mia vita, ma mentre quando avevo la paura dell'omosessualità, l'ipocondria spariva, quella di essere gay è sempre stata presente dentro di me. Con alti e bassi, ma l'ho avuta sempre dentro, anche quando non ci pensavo o ero molto più distaccato da questa paura, sapevo che c'era, inseparabile. Perché le dico questo? Per spiegarle perché quelle sedute non sono servite. Nel 2012 e 2014 cominciai un percorso di psicoterapia pubblico, stavolta per l'ipocondria. Tutte le volte che uscivo dalla seduta mi sentivo sempre bene, magari durava poco, ore, giorni, ma stavo bene. Invece dell'omosessualità non ho mai voluto parlarne, perché preferivo rimanesse un pensiero nascosto nella mia mente, dormiente, e risvegliarlo mi avrebbe rovinato. Infatti quando ne parlavamo risvegliavo qualcosa di terrorizzante dentro di me. L'ipocondria stava migliorando e decidi di abbandonare. Adesso, mi sono convinto a contattare uno psicologo privato, il quale potrà garantirmi assistenza necessaria e continua e cercherò definitivamente di affrontare questo problema una volta per tutte, pur consapevole del fatto che ormai è così radicato dentro di me che non se ne andrà mai.
2. Ho una terapia farmacologica prescrittami da uno psichiatra, per curare le crisi di ansia simil attacco di panico. Ma non vedo risultati soddisfacenti
3. L'orgasmo lo raggiungo sempre, con eiaculazione. Anzi, soffro addirittura di eiaculazione precoce che sa di beffa. Perché il piacere che provo durante l'atto non è soddisfacente, il toccare, baciare, accarezzare una donna non mi provoca le sensazioni che sento con la fantasia, con la mente. Anche quando quella ragazza mi eccita e sono io a cercare un incontro ravvicinato, poi il piacere non corrisponde alla voglia che avevo di avere un rapporto. E una volta raggiunto l'orgasmo, perdo ogni tipo di appetito sessuale che si protrae per giorni. Non ho voglia di avere nessun contatto con quella donna e sparisco. Da qui si insinua il tarlo: e se fossi gay? Come faccio a capire se il mio è solo dubbio o repressione? Il cercare di giustificare ogni cosa che mi capita potrebbe essere un tentativo di non accettare una mia omosessualità? Sono queste le domande che distruggono la mia mente.
Chiedo scusa per la lunghezza del messaggio. Ma in questo periodo mi sento parecchio giù di tono. Non mi alzo dal letto da 2 giorni.
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Utente
Lo so benissimo, ed è per questo che mi sono convinto e ho preso appuntamento. Ma ormai ho 31 anni, più della metà della mia vita l'ho passata con questa fobia che non è mai scomparsa. Fobia che ha rovinato la mia vita dal punto di vista universitario e lavorativo. Detto sinceramente, non credo ne uscirò mai dopo tutto questo tempo.
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Essere molto pessimisti in genere non aiuta.
Ovviamente ha sbagliato a non parlare prima con uno psicologo di questi suoi sintomi, perchè un professionista in genere vede il problema da altre angolazioni e può pertanto intravederne anche delle soluzioni.
Ovviamente ha sbagliato a non parlare prima con uno psicologo di questi suoi sintomi, perchè un professionista in genere vede il problema da altre angolazioni e può pertanto intravederne anche delle soluzioni.
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Utente
Più che altro mi chiedo: ma l'avere paura di essere omosessuale indica il fatto di esserlo matematicamente? O può esistere la paura di esserlo senza che ci sia un fondamento e quindi non esserlo? Scrivo questo perché ieri sera leggevo un articolo qui su Medicitalia e uno psichiatra e psicoterapeuta scrisse che la paura dell'omosessualità è sempre indice di omosessualità latente. E questa cosa mi ha gettato nello sconforto.
Poi mi chiedo, è possibile avere questo dubbio per 16 lunghissimi anni, se uno non ha mai fatto niente per curarlo? Io nella mia vita fobie ne ho avute tante, ma sono sempre passate, questa non se ne è mai andata.
Ovviamente, non cerco la risposta ai miei problemi perché è ovvio che nessuno potrà darmela. Mi piacerebbe sapere la vostra opinione dal punto di vita oggettivo delle domande in questione.
Poi mi chiedo, è possibile avere questo dubbio per 16 lunghissimi anni, se uno non ha mai fatto niente per curarlo? Io nella mia vita fobie ne ho avute tante, ma sono sempre passate, questa non se ne è mai andata.
Ovviamente, non cerco la risposta ai miei problemi perché è ovvio che nessuno potrà darmela. Mi piacerebbe sapere la vostra opinione dal punto di vita oggettivo delle domande in questione.
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Utente
Dottoressa Randone, mi scusi, ma io non volevo assolutamente una diagnosi su di me. So benissimo che è già difficile a 4 occhi, figuriamoci online. Io volevo solo sapere se, in base alla vostra esperienza, quanto detto dal medico su questa pagina (chi ha il dubbio ossessivo dell'omosessualità ha sempre un'omosessualità latente) oppure no. Perché se è così, non ha senso angosciarmi più di tanto. Mi rimbocco le maniche e pazienza.
[#10]
La invito a nulla non richiedere ulteriori consulti, sempre con lo stesso tema.
https://www.medicitalia.it/consulti/psicologia/597769-non-mi-piace-piu-il-seno.html
https://www.medicitalia.it/consulti/psicologia/597769-non-mi-piace-piu-il-seno.html
Questo consulto ha ricevuto 10 risposte e 4.2k visite dal 21/11/2017.
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Approfondimento su Ansia
Cos'è l'ansia? Tipologie dei disturbi d'ansia, sintomi fisici, cognitivi e comportamentali, prevenzione, diagnosi e cure possibili con psicoterapia o farmaci.