Perché non esco?

Prima di tutto grazie a chi mi risponderà. Sono una paio di mesi che mi sono chiusa in me stessa, sono sempre triste, non parlo ne esco con gli amici. Preferisco sempre e comunque stare in casa, ma non aiuta il mio umore, sto anche ingrassano (ma quello penso dipenda dalla mia poca voglia di mettermi a dieta). Sono sempre nervosa nonostante prenda molte tisane e camomilla, a volte sto male, non riesco a respirare e la mia testa va in loop su pensieri che mi angosciano, cose sceme alla fin fine, ma mi sento male lo stesso. Ho iniziato l' università quest' anno, avevo già una quinquennale ma non trovando lavoro ho deciso di continuare a studiare, questo mi porta ad uscire dal lunedì al venerdì e qui vi parlo della cosa più strana, quando mi costringi ad uscire o appunto mi tocca andare a frequentare le lezioni al conservatorio tendo a fingere il mio solito umore, ma quando torno a casa e abbandono quello "stato", mi sento stanca e specialmente quando lascio gli amici alla sera, appena scendo dalla macchina e mi in cammino verso casa mi iniziò a sentire vuota. Non so se possa essere rilevante, ma ho una relazione a distanza, che stranamente riesco a mandare avanti e sopportare benissimo, certo il mio ragazzo mi manca, ma sono contenta di averlo incontrato e penso ne valga la pena aspettare il giorno in cui saremo insieme per lui. In famiglia tutto ok, a volte mia madre mi fa arrabbiare ma so che bene o male mi vuole bene e non lo fa di proposito. Lei è così e pretende le sue cose e a volte dice cose indelicate, ma è sempre stata così. Scusate la prolissità e vi ringrazio ancora. In realtà volevo già sentire uno specialista, ma mi frena quello che penserebbe la mia famiglia e anche i soldi che sborseremmo.
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Dr.ssa Paola Scalco Psicoterapeuta, Psicologo, Sessuologo 4.3k 102
"In realtà volevo già sentire uno specialista, ma mi frena quello che penserebbe la mia famiglia e anche i soldi che sborseremmo."

Gentile ragazza,
la sua decisione di rivolgersi ad un nostro collega -cosa che condivido, data la situazione che descrive- non deve per forza essere condivisa dai suoi genitori. Spesso si hanno ancora purtroppo pregiudizi rispetto a chi va dallo psicologo: se questo fosse il caso dei suoi famigliari, sta a Lei provare a far comprendere meglio loro quale sia la motivazione che la spinge e quale la necessità che avverte.
Non si lasci però frenare da un eventuale loro scetticismo, se ritiene che ciò le possa tornare utile.
Per ovviare all'aspetto economico, invece, può prendere in considerazione di rivolgersi al servizio di Psicologia della sua Asl, dove pagherà solamente un modesto ticket. Ha già provato a consultare il sito web dell'Asl di appartenenza, così da iniziare a farsi un'idea?

Saluti.

Dr.ssa Paola Scalco, Psicoterapia Cognitiva e Sessuologia Clinica
ASTI - Cell. 331 5246947
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Utente
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La ringrazio, considererò l' utile consiglio che mi ha dato.