Problemi legati alle ferite emozionali dell'infanzia non risolti
Buongiorno,
sono una ragazza di 26 anni e da alcuni mesi ho preso coscienza di avere dei problemi che mi stano rendendo la vita molto difficile. Ho deciso di scrivere al vostro sito sia per capire cosa ne pensate ( mi sto sbagliando ?) e sia per avere consigli.
Una anno fa quando stavo per ultimare gli studi universitari ho iniziato a soffrire di difficoltà di concentrazione e non riuscivo a capire subito ciò che leggevo. Quando studiavo già alle superiori ho sempre sofferto di mal di testa dovuto a stress. Inoltre secondo me ho un concetto inverso di comunicazione. Ho sempre prima parlato e poi ascoltato. Adesso non riesco più a studiare bene come prima e soprattutto a ricordarmi le cose che studio. Mi è rimasta una ottima memoria visiva ma c'è qualcosa che non va. Non ho mai accettato i miei limiti e ho difficoltà a gestire questo mio lato che vuole sempre tirare troppo la corda facendomi fare tante cose insieme stressandomi moltissimo. Mi sono convinta di avere almeno queste due ferite emozionali :quella del tradimento ( complesso di elettra) e quella dell'abbandono. Ho letto i libri di Lise Bourbeau e di Maria Rosa Fimmanò e me ne sono convinta.
Il mio rapporto con gli uomini è sempre stato strano. Da piccola adoravo mio padre, gli volevo un mondo di bene e ho dormito spesso con lui fino ai sei anni. All'età di 11 anni ho indossato spesso vestiti sportivi e scarpe da ginnastica poco femminili ma io ho sempre avuto ed ho un aspetto molto femminile. Inoltre mi sono sempre piaciuti solo gli uomini e non ho mai avuto rapporti con donne. In tutto il periodo dell'adolescenza,mi è mancato l'affetto da parte di mio padre che è una persona sensibile, un ottimo padre ma purtroppo molto severo e autoritario.
Dai 19 ai 24 anni ho vissuto in una casa in affitto con altre ragazze universitarie ma ho sempre cercato l'appoggio di un uomo adulto che non
era mio padre. Sono cresciuta chiusa in un guscio che ho aperto solo 6 mesi fa circa perché ho capito tante cose di me che prima non capivo neppure. Tra i 21 e i 23 anni sono stata fidanzata due volte con due ragazzi della mia età ma li trovavo purtroppo troppo giovani. Inoltre il mio rapporto con la sessualità è sempre stato strano in quanto avevo pensieri ossessivi di uomini adulti e in più avevo paura a lasciarmi andare con i miei fidanzati giovani.. Adesso ho ogni tanto pensieri strani soprattutto quando sono a casa da sola e non devo fare nulla ma spesso li riesco a tenere a bada, studiando e facendo cose utili. Non sono fidanzata con nessuno e ho notevoli problemi di insicurezza e paura nel prendere decisioni importanti da sola anche se mi sto impegnando moltissimo.. Sto trattando con i guanti mia madre ( prima difendevo sempre mio padre).Ho iniziato a guidare la macchina con molto ritardo e con tantissima paura( mi tremavano le gambe e dovevo andare in continuazione in bagno).
Secondo voi ho possibilità di uscirne fuori? Cosa mi consigliate di fare?
Vi ringrazio
Distinti saluti
sono una ragazza di 26 anni e da alcuni mesi ho preso coscienza di avere dei problemi che mi stano rendendo la vita molto difficile. Ho deciso di scrivere al vostro sito sia per capire cosa ne pensate ( mi sto sbagliando ?) e sia per avere consigli.
Una anno fa quando stavo per ultimare gli studi universitari ho iniziato a soffrire di difficoltà di concentrazione e non riuscivo a capire subito ciò che leggevo. Quando studiavo già alle superiori ho sempre sofferto di mal di testa dovuto a stress. Inoltre secondo me ho un concetto inverso di comunicazione. Ho sempre prima parlato e poi ascoltato. Adesso non riesco più a studiare bene come prima e soprattutto a ricordarmi le cose che studio. Mi è rimasta una ottima memoria visiva ma c'è qualcosa che non va. Non ho mai accettato i miei limiti e ho difficoltà a gestire questo mio lato che vuole sempre tirare troppo la corda facendomi fare tante cose insieme stressandomi moltissimo. Mi sono convinta di avere almeno queste due ferite emozionali :quella del tradimento ( complesso di elettra) e quella dell'abbandono. Ho letto i libri di Lise Bourbeau e di Maria Rosa Fimmanò e me ne sono convinta.
Il mio rapporto con gli uomini è sempre stato strano. Da piccola adoravo mio padre, gli volevo un mondo di bene e ho dormito spesso con lui fino ai sei anni. All'età di 11 anni ho indossato spesso vestiti sportivi e scarpe da ginnastica poco femminili ma io ho sempre avuto ed ho un aspetto molto femminile. Inoltre mi sono sempre piaciuti solo gli uomini e non ho mai avuto rapporti con donne. In tutto il periodo dell'adolescenza,mi è mancato l'affetto da parte di mio padre che è una persona sensibile, un ottimo padre ma purtroppo molto severo e autoritario.
Dai 19 ai 24 anni ho vissuto in una casa in affitto con altre ragazze universitarie ma ho sempre cercato l'appoggio di un uomo adulto che non
era mio padre. Sono cresciuta chiusa in un guscio che ho aperto solo 6 mesi fa circa perché ho capito tante cose di me che prima non capivo neppure. Tra i 21 e i 23 anni sono stata fidanzata due volte con due ragazzi della mia età ma li trovavo purtroppo troppo giovani. Inoltre il mio rapporto con la sessualità è sempre stato strano in quanto avevo pensieri ossessivi di uomini adulti e in più avevo paura a lasciarmi andare con i miei fidanzati giovani.. Adesso ho ogni tanto pensieri strani soprattutto quando sono a casa da sola e non devo fare nulla ma spesso li riesco a tenere a bada, studiando e facendo cose utili. Non sono fidanzata con nessuno e ho notevoli problemi di insicurezza e paura nel prendere decisioni importanti da sola anche se mi sto impegnando moltissimo.. Sto trattando con i guanti mia madre ( prima difendevo sempre mio padre).Ho iniziato a guidare la macchina con molto ritardo e con tantissima paura( mi tremavano le gambe e dovevo andare in continuazione in bagno).
Secondo voi ho possibilità di uscirne fuori? Cosa mi consigliate di fare?
Vi ringrazio
Distinti saluti
[#1]
Gentile utente,
ritengo che Lei abbia bisogno di confrontare la mole dei Suoi pensieri, elle Sue "riletture" del passato e delle Sue ipotesi
con un/a professionista, di persona
Altrimenti costruirà un castello
fatto di autodiagnosi
di cui poi non saprà che farne.
Lei ci chiede se
"Secondo voi ho possibilità di uscirne fuori?",
ma senza diagnosi non si sa "da cosa"...
"Cosa mi consigliate di fare? "
La oriento verso un percorso psicologico di persona, con un nostro/a Collega.
Saluti cordiali.
Dr. Carla Maria BRUNIALTI
Psicoterapeuta, Sessuologa clinica, Psicologa europea.
https://www.centrobrunialtipsy.it/
[#3]
Gentile utente,
non solo ho letto il Suo messaggio con attenzione,
ma ho anche valutato professionalmente quale fosse il meglio per Lei,
... per quello che si può capire da una manciata di parole che ripercorre una vita, la Sua.
Talvolta qualche utente interpreta il nostro "invio" ad una consulenza "di persona" come uno scaricabarile;
ed invece è una precisa valutazione di una situazione per la quale l'online non può bastare,
e che ha proprio bisogno di un ascolto o di un aiuto professionale.
Saluti cordiali.
non solo ho letto il Suo messaggio con attenzione,
ma ho anche valutato professionalmente quale fosse il meglio per Lei,
... per quello che si può capire da una manciata di parole che ripercorre una vita, la Sua.
Talvolta qualche utente interpreta il nostro "invio" ad una consulenza "di persona" come uno scaricabarile;
ed invece è una precisa valutazione di una situazione per la quale l'online non può bastare,
e che ha proprio bisogno di un ascolto o di un aiuto professionale.
Saluti cordiali.
Questo consulto ha ricevuto 3 risposte e 1.5k visite dal 18/11/2017.
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