Il mio partner non riesce più a raggiungere l'orgasmo durante la penetrazione
Buonasera,
scrivo perchè da qualche tempo a questa parte riscontro un problema col mio partner (di 32 anni).
Quando ho iniziato a frequentarlo lui stava con un'altra ragazza ed è stato così nei primi 3 mesi di questa relazione (successivamente l'ha lasciata). In quel periodo il sesso con lui, per quanto ci fosse molto desiderio da entrambe le parti e anche molta chimica, aveva dei risultati molto altalenanti, in quanto lui (che è un tipo di base ansioso) passava da giorni in cui l'ansia gli rendeva difficoltoso avere un rapporto in quanto capitava che perdesse l'erezione, a giorni in cui invece i rapporti erano regolari (senza perdita di erezioni e con conclusione durante la penetrazione), ad altri giorni ancora in cui il suo orgasmo arrivava abbastanza in fretta durante la penetrazione. Avevo sempre imputato questa situazione non stabile alle sue condizioni psicologiche del periodo (viveva abbastanza male il tradimento e il pensiero di dover lasciare la ragazza).
Dopo avere lasciato la sua ragazza, la situazione è cambiata, ma non come mi sarei aspettata. Infatti ormai lui non riesce praticamente mai a raggiungere l'orgasmo durante la penetrazione, ma solo successivamente con stimolazione orale o manuale da parte mia. Inoltre, durante la penetrazione, spesso perde l'erezione (lui dice per stanchezza in quanto tiene un ritmo molto sostenuto per potermi soddisfare al meglio) e riesce a riottenerla solo stimolandosi manualmente da solo. Ha inoltre sempre più spesso problemi di perdita di erezione quando inserisce il preservativo (infatti spesso "lo aiuto").
Non ho mai avuto questo genere di problemi coi miei partner precedenti e mi dispiace molto che stia succedendo, anche perchè ci vogliamo molto bene e comunque gli provoco delle reazioni fisiche evidenti nelle fase del petting iniziale, quindi non capisco cosa succeda dopo.
Ciò che mi sta portando a frustrarmi è anche che lui, presumo, per giustificare quello che succede, tende ad addossarmi delle responsabilità che secondo me non sono reali, tipo affermare che io impieghi troppo a raggiungere l'orgasmo (e sinceramente non mi pare che sia così) e quindi questo lo stanca fisicamente e di conseguenza perde l'erezione e anche di produrre troppi umori vaginali, la cui vista lo impressiona (francamente non mi è mai capitato di sentire simili "lamentele" o di vedere simili conseguenze su un uomo nella mia vita sessuale passata).
Vorrei a questo punto capire se effettivamente possa entrarci io, se le cause sono imputabili solo alla sua ansia da prestazione (ma non capisco perchè sia peggiorata adesso) o se possa esserci qualche altra motivazione.
Preciso che lui è più che regolarmente dotato ed è anche un bel ragazzo esteticamente oltre che una persona brillante, per cui non penso possa sentirsi così insicuro di sè e di certo non ha dubbi sul quanto possa piacermi o soddisfarmi in quanto non ho mai avuto problemi ad esternargli il mio gradimento.
Grazie in anticipo.
scrivo perchè da qualche tempo a questa parte riscontro un problema col mio partner (di 32 anni).
Quando ho iniziato a frequentarlo lui stava con un'altra ragazza ed è stato così nei primi 3 mesi di questa relazione (successivamente l'ha lasciata). In quel periodo il sesso con lui, per quanto ci fosse molto desiderio da entrambe le parti e anche molta chimica, aveva dei risultati molto altalenanti, in quanto lui (che è un tipo di base ansioso) passava da giorni in cui l'ansia gli rendeva difficoltoso avere un rapporto in quanto capitava che perdesse l'erezione, a giorni in cui invece i rapporti erano regolari (senza perdita di erezioni e con conclusione durante la penetrazione), ad altri giorni ancora in cui il suo orgasmo arrivava abbastanza in fretta durante la penetrazione. Avevo sempre imputato questa situazione non stabile alle sue condizioni psicologiche del periodo (viveva abbastanza male il tradimento e il pensiero di dover lasciare la ragazza).
Dopo avere lasciato la sua ragazza, la situazione è cambiata, ma non come mi sarei aspettata. Infatti ormai lui non riesce praticamente mai a raggiungere l'orgasmo durante la penetrazione, ma solo successivamente con stimolazione orale o manuale da parte mia. Inoltre, durante la penetrazione, spesso perde l'erezione (lui dice per stanchezza in quanto tiene un ritmo molto sostenuto per potermi soddisfare al meglio) e riesce a riottenerla solo stimolandosi manualmente da solo. Ha inoltre sempre più spesso problemi di perdita di erezione quando inserisce il preservativo (infatti spesso "lo aiuto").
Non ho mai avuto questo genere di problemi coi miei partner precedenti e mi dispiace molto che stia succedendo, anche perchè ci vogliamo molto bene e comunque gli provoco delle reazioni fisiche evidenti nelle fase del petting iniziale, quindi non capisco cosa succeda dopo.
Ciò che mi sta portando a frustrarmi è anche che lui, presumo, per giustificare quello che succede, tende ad addossarmi delle responsabilità che secondo me non sono reali, tipo affermare che io impieghi troppo a raggiungere l'orgasmo (e sinceramente non mi pare che sia così) e quindi questo lo stanca fisicamente e di conseguenza perde l'erezione e anche di produrre troppi umori vaginali, la cui vista lo impressiona (francamente non mi è mai capitato di sentire simili "lamentele" o di vedere simili conseguenze su un uomo nella mia vita sessuale passata).
Vorrei a questo punto capire se effettivamente possa entrarci io, se le cause sono imputabili solo alla sua ansia da prestazione (ma non capisco perchè sia peggiorata adesso) o se possa esserci qualche altra motivazione.
Preciso che lui è più che regolarmente dotato ed è anche un bel ragazzo esteticamente oltre che una persona brillante, per cui non penso possa sentirsi così insicuro di sè e di certo non ha dubbi sul quanto possa piacermi o soddisfarmi in quanto non ho mai avuto problemi ad esternargli il mio gradimento.
Grazie in anticipo.
[#1]
Gentile Utente,
Se trattasi di eiaculazione ritardata/anorgasmia necessita di una scrupolosa diagnosi andrò/sessuologica.
Ed ha 5 gradi di gravità.
Come potrà ascoltare in questa video intervista
https://m.youtube.com/watch?v=2C-f9gHy-jE
Il deficit erettivo può essere primario o secondario alla problematica orgasmica.
Prima si effettua la diagnosi e poi si stabilirà come potete risolvere.
Nel mio sito e blog troverà tanto materiale sulla salute sessuale maschile
Se trattasi di eiaculazione ritardata/anorgasmia necessita di una scrupolosa diagnosi andrò/sessuologica.
Ed ha 5 gradi di gravità.
Come potrà ascoltare in questa video intervista
https://m.youtube.com/watch?v=2C-f9gHy-jE
Il deficit erettivo può essere primario o secondario alla problematica orgasmica.
Prima si effettua la diagnosi e poi si stabilirà come potete risolvere.
Nel mio sito e blog troverà tanto materiale sulla salute sessuale maschile
Cordialmente.
Dr.ssa Valeria Randone,perfezionata in sessuologia clinica.
https://www.valeriarandone.it
[#2]
Gentile signora,
le problematiche ansiose molto spesso si esprimono anche nell'ambito sessuale, ma andiamo con ordine.
In prima battuta, direi di sentire il medico, meglio se l'andrologo. Non c'è bisogno di colpevolizzare nessuno, in quanto si tratta della salute ed è giusto prendersene cura.
In seconda battuta, Lei scrive: "Preciso che lui è più che regolarmente dotato ed è anche un bel ragazzo esteticamente oltre che una persona brillante, per cui non penso possa sentirsi così insicuro di sè e di certo non ha dubbi sul quanto possa piacermi o soddisfarmi in quanto non ho mai avuto problemi ad esternargli il mio gradimento."
Per quanto possa sembrarLe strano, ci sono moltissime persone che hanno successo nella vita, ricoprono posizioni lavorative molto alte e prestigiose, sono di bell'aspetto e corteggiate, ma hanno delle insicurezze. Soprattutto nella sfera sessuale, nella quale inevitabilmente si diventa più vulnerabili.
Quindi, è anche probabile che il Suo partner sia insicuro. Non escluderei questa ipotesi, ma dopo la visita medica chiederei un parere anche ad uno psicologo psicoterapeuta per una consulenza di coppia. Di solito le problematiche di questo tipo sono della coppia, non perchè sia colpa di qualcuno, ma perchè l'amore si fa in due e quindi ci sono dinamiche che possono mantenere il problema.
Cordiali saluti,
le problematiche ansiose molto spesso si esprimono anche nell'ambito sessuale, ma andiamo con ordine.
In prima battuta, direi di sentire il medico, meglio se l'andrologo. Non c'è bisogno di colpevolizzare nessuno, in quanto si tratta della salute ed è giusto prendersene cura.
In seconda battuta, Lei scrive: "Preciso che lui è più che regolarmente dotato ed è anche un bel ragazzo esteticamente oltre che una persona brillante, per cui non penso possa sentirsi così insicuro di sè e di certo non ha dubbi sul quanto possa piacermi o soddisfarmi in quanto non ho mai avuto problemi ad esternargli il mio gradimento."
Per quanto possa sembrarLe strano, ci sono moltissime persone che hanno successo nella vita, ricoprono posizioni lavorative molto alte e prestigiose, sono di bell'aspetto e corteggiate, ma hanno delle insicurezze. Soprattutto nella sfera sessuale, nella quale inevitabilmente si diventa più vulnerabili.
Quindi, è anche probabile che il Suo partner sia insicuro. Non escluderei questa ipotesi, ma dopo la visita medica chiederei un parere anche ad uno psicologo psicoterapeuta per una consulenza di coppia. Di solito le problematiche di questo tipo sono della coppia, non perchè sia colpa di qualcuno, ma perchè l'amore si fa in due e quindi ci sono dinamiche che possono mantenere il problema.
Cordiali saluti,
Dott.ssa Angela Pileci
Psicologa,Psicoterapeuta Cognitivo-Comportamentale
Perfezionata in Sessuologia Clinica
[#3]
Gentile utente,
è Lei che ci scrive e dunque centro la Sua, di domanda:
"..lui ..tende ad addossarmi delle responsabilità che secondo me non sono reali, tipo affermare che io impieghi troppo a raggiungere l'orgasmo ..e anche di produrre troppi umori vaginali ..
E' possibile che chi soffre di un disturbo (sessuale) cerchi di liberarsene addossando le "colpe" alla compagna.
E' anche possibile che i comportamenti della partner non facilitino,
oppure rendano più complicata
la risoluzione del problema.
E dunque Lei può chiedersi se i Sui comportamenti lo umilino,
se lo facciano sentire inadeguato..
("troppi umori vaginali" non c'entrando)
In ogni caso per Lui occorre una diagnosi,
prima urologica,
e - se negativa -
sessuologica.
E per Lei una iniezione di autostima
non addossandosi responsabilità che forse non ha.
Saluti cordiali.
è Lei che ci scrive e dunque centro la Sua, di domanda:
"..lui ..tende ad addossarmi delle responsabilità che secondo me non sono reali, tipo affermare che io impieghi troppo a raggiungere l'orgasmo ..e anche di produrre troppi umori vaginali ..
E' possibile che chi soffre di un disturbo (sessuale) cerchi di liberarsene addossando le "colpe" alla compagna.
E' anche possibile che i comportamenti della partner non facilitino,
oppure rendano più complicata
la risoluzione del problema.
E dunque Lei può chiedersi se i Sui comportamenti lo umilino,
se lo facciano sentire inadeguato..
("troppi umori vaginali" non c'entrando)
In ogni caso per Lui occorre una diagnosi,
prima urologica,
e - se negativa -
sessuologica.
E per Lei una iniezione di autostima
non addossandosi responsabilità che forse non ha.
Saluti cordiali.
Dr. Carla Maria BRUNIALTI
Psicoterapeuta, Sessuologa clinica, Psicologa europea.
https://www.centrobrunialtipsy.it/
[#4]
Utente
Vi ringrazio per le vostre gentili risposte.
Volevo aggiungere una cosa che nel messaggio precedente mi era sfuggita.
Visti i problemi che si stanno presentando, ho più volte chiesto al mio partner di dirmi senza problemi se ci fosse qualche mio comportamento che magari incidesse su quello che succedeva, specificando che ci tengo a fare qualcosa, se dipende anche da me e lui mi ha sempre detto che non dipende da miei atteggiamenti, ma da sua (a volte secondo me fantomatica) stanchezza o, appunto, dalle mie reazioni fisiche (i famosi umori vaginali che lui definisce eccessivi e la cui vista non gradisce).
Vendendomi preoccupata, mi ha più volte chiesto perché io ne faccia così un problema, che comunque lui si preoccupa sempre di riuscire a soddisfare me prima di mollare e quindi non dovrei preoccuparmene. Gli ho risposto che per me non è una gara, ma che io vorrei che entrambi vivessimo quei momenti di intimità come qualcosa da cui trarre piacere senza ansia e stress di alcun tipo, senza viverla con "l'angoscia" della durata o degli orgasmi da darmi e, se come spesso dice, lui cerca di durare il più possibile per i miei tempi e questo poi finisce per stancarlo fisicamente troppo e fargli perdere l'erezione, di essere ogni tanto più egoista e pensare a godersi lui il momento della penetrazione, che per me non è un problema e che comunque il risultato potrei raggiungerlo in altri modi dopo.
Sinceramente io credo che le motivazioni da lui addotte siano solo scuse e ora che sono a conoscenza dell'eiaculazione ritardata, mi viene da pensare che sia proprio il suo caso.
È vero, forse ho bisogno di un'iniezione di autostima, ma questa situazione mi sta mettendo a dura prova, preciso che se non avessi già avuto delle esperienze sessuali positive in passato, ora sarei veramente a terra, però alla lunga degli effetti li sta avendo comunque.
Volevo aggiungere una cosa che nel messaggio precedente mi era sfuggita.
Visti i problemi che si stanno presentando, ho più volte chiesto al mio partner di dirmi senza problemi se ci fosse qualche mio comportamento che magari incidesse su quello che succedeva, specificando che ci tengo a fare qualcosa, se dipende anche da me e lui mi ha sempre detto che non dipende da miei atteggiamenti, ma da sua (a volte secondo me fantomatica) stanchezza o, appunto, dalle mie reazioni fisiche (i famosi umori vaginali che lui definisce eccessivi e la cui vista non gradisce).
Vendendomi preoccupata, mi ha più volte chiesto perché io ne faccia così un problema, che comunque lui si preoccupa sempre di riuscire a soddisfare me prima di mollare e quindi non dovrei preoccuparmene. Gli ho risposto che per me non è una gara, ma che io vorrei che entrambi vivessimo quei momenti di intimità come qualcosa da cui trarre piacere senza ansia e stress di alcun tipo, senza viverla con "l'angoscia" della durata o degli orgasmi da darmi e, se come spesso dice, lui cerca di durare il più possibile per i miei tempi e questo poi finisce per stancarlo fisicamente troppo e fargli perdere l'erezione, di essere ogni tanto più egoista e pensare a godersi lui il momento della penetrazione, che per me non è un problema e che comunque il risultato potrei raggiungerlo in altri modi dopo.
Sinceramente io credo che le motivazioni da lui addotte siano solo scuse e ora che sono a conoscenza dell'eiaculazione ritardata, mi viene da pensare che sia proprio il suo caso.
È vero, forse ho bisogno di un'iniezione di autostima, ma questa situazione mi sta mettendo a dura prova, preciso che se non avessi già avuto delle esperienze sessuali positive in passato, ora sarei veramente a terra, però alla lunga degli effetti li sta avendo comunque.
[#5]
Gentile utente,
".. lui cerca di durare il più possibile per i miei tempi..."
".. riuscire a soddisfare me prima di mollare.."
non so se si tratti realmente di questo,
ma al proposito direi che il perfezionismo a letto è disastroso anche per l'autostima della donna, come potrà leggere qui:
https://www.medicitalia.it/news/psicologia/6456-il-perfezionismo-a-letto-e-disastroso.html
E in realtà si vedono gli effetti (negativi) di tanto.. altruismo.
E' auspicabile e urgente per la coppia che lui affronti una visita urologica per avere una diagnosi, e poi una consulenza sessuologica di coppia.
Questo consulto ha ricevuto 6 risposte e 12.3k visite dal 15/11/2017.
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