Mia sorella è diventata un'estranea
Salve a tutti,
vi scrivo questo post per trovare una risposta ad una situazione che ormai è andata degenerando da anni.
Cresciuti in una famiglia fortemente e costantemente conflittuale, io e mia sorella abbiamo 8 anni di differenza.
Io 32, lei 24, ormai siamo entrambi adulti.
Ma pur essendoci il legame di sangue, ma non c'è il benché minimo rapporto.
Non abbiamo MAI fatto qualcosa di semplice insieme come una cena, un caffè, un film, tanto per stare insieme e parlare di quello che ci è successo o di come ci va la giornata o la vita.
Ci diamo solo una mano quando strettamente necessario, più per "obbligo", quasi, che per piacere di farlo.
Ormai siamo diventati estranei l'un per l'altra. Ho saputo oggi da altri che è andata a convivere col proprio ragazzo e che ha trovato un nuovo lavoro. Non c'è stato mai il benché minimo contatto per parlare insieme anche della sua futura convivenza, che credo sia un qualcosa ponderato da tempo.
Credo che la colpa, se così la vogliamo chiamare, sia di entrambi: a nessuno dei due è mai interessato fare un passo verso l'altro e, personalmente, non me la prendo se lei si fa la propria vita senza coinvolgermi.
È vero, siamo cresciuti in una famiglia dove i litigi e i conflitti ci hanno molto spesso costretto a star zitti, a nasconderci ognuno nella propria cameretta senza condividere niente per paura di essere nuovamente ripresi da un genitore che tutto è stato meno che adulto né tantomeno genitore nel vero senso della parola. Probabilmente la distanza che tenevamo al tempo è la stessa che stiamo mantenendo, forzati da qualcosa che dentro di noi è più forte del lasciarsi andare ed avere fiducia nell'altro.
Ma vedo che - in altre famiglie con passato simile - tra fratelli c'è un feeling e un rapporto che, sinceramente, invidio molto: c'è attaccamento, c'è relazione, c'è legame.
Personalmente credo che il rapporto ormai non si possa più costruire: non credo nei rapporti nati dal giorno alla notte, se doveva essere un rapporto normale o addirittura di legame molto stretto, lo sarebbe già stato.
Mi chiedo solo se questa situazione è normale - visto anche che siamo adulti - oppure se il problema familiare è quello che ci ha portato ad allontanarci e a non fare affidamento l'uno sull'altro.
Faccio bene a "lasciar vivere" e farle fare la propria vita? Oppure sto solo peggiorando la situazione?
Scusate il caos ma è una cosa che mi preme molto capire.
Grazie
vi scrivo questo post per trovare una risposta ad una situazione che ormai è andata degenerando da anni.
Cresciuti in una famiglia fortemente e costantemente conflittuale, io e mia sorella abbiamo 8 anni di differenza.
Io 32, lei 24, ormai siamo entrambi adulti.
Ma pur essendoci il legame di sangue, ma non c'è il benché minimo rapporto.
Non abbiamo MAI fatto qualcosa di semplice insieme come una cena, un caffè, un film, tanto per stare insieme e parlare di quello che ci è successo o di come ci va la giornata o la vita.
Ci diamo solo una mano quando strettamente necessario, più per "obbligo", quasi, che per piacere di farlo.
Ormai siamo diventati estranei l'un per l'altra. Ho saputo oggi da altri che è andata a convivere col proprio ragazzo e che ha trovato un nuovo lavoro. Non c'è stato mai il benché minimo contatto per parlare insieme anche della sua futura convivenza, che credo sia un qualcosa ponderato da tempo.
Credo che la colpa, se così la vogliamo chiamare, sia di entrambi: a nessuno dei due è mai interessato fare un passo verso l'altro e, personalmente, non me la prendo se lei si fa la propria vita senza coinvolgermi.
È vero, siamo cresciuti in una famiglia dove i litigi e i conflitti ci hanno molto spesso costretto a star zitti, a nasconderci ognuno nella propria cameretta senza condividere niente per paura di essere nuovamente ripresi da un genitore che tutto è stato meno che adulto né tantomeno genitore nel vero senso della parola. Probabilmente la distanza che tenevamo al tempo è la stessa che stiamo mantenendo, forzati da qualcosa che dentro di noi è più forte del lasciarsi andare ed avere fiducia nell'altro.
Ma vedo che - in altre famiglie con passato simile - tra fratelli c'è un feeling e un rapporto che, sinceramente, invidio molto: c'è attaccamento, c'è relazione, c'è legame.
Personalmente credo che il rapporto ormai non si possa più costruire: non credo nei rapporti nati dal giorno alla notte, se doveva essere un rapporto normale o addirittura di legame molto stretto, lo sarebbe già stato.
Mi chiedo solo se questa situazione è normale - visto anche che siamo adulti - oppure se il problema familiare è quello che ci ha portato ad allontanarci e a non fare affidamento l'uno sull'altro.
Faccio bene a "lasciar vivere" e farle fare la propria vita? Oppure sto solo peggiorando la situazione?
Scusate il caos ma è una cosa che mi preme molto capire.
Grazie
[#1]
Gentile utente,
Lei si meraviglia che "pur essendoci il legame di sangue, ma non c'è il benché minimo rapporto."
L'essere fratelli non fa necessariamente nascere la "fratellanza" come dimensione di appoggio e condivisione.
Il proverbio "fratelli coltelli" riflette la sorpresa del senso comune di fronte all'incapacità della fratellanza.
D'altra parte si tratta di un legame dovuto alla provenienza familiare comune,
non è frutto di una scelta;
e dunque sono possibili differenze caratteriali,
di genere,
di obiettivi di vita.
Se Lei desidera fare qualche tentativo
perchè lo DESIDERA
e non perchè "si dovrebbe",
prenda Lei l'iniziativa.
Senza troppo paura del NO, non è mortale.
Lei si meraviglia che "pur essendoci il legame di sangue, ma non c'è il benché minimo rapporto."
L'essere fratelli non fa necessariamente nascere la "fratellanza" come dimensione di appoggio e condivisione.
Il proverbio "fratelli coltelli" riflette la sorpresa del senso comune di fronte all'incapacità della fratellanza.
D'altra parte si tratta di un legame dovuto alla provenienza familiare comune,
non è frutto di una scelta;
e dunque sono possibili differenze caratteriali,
di genere,
di obiettivi di vita.
Se Lei desidera fare qualche tentativo
perchè lo DESIDERA
e non perchè "si dovrebbe",
prenda Lei l'iniziativa.
Senza troppo paura del NO, non è mortale.
Dr. Carla Maria BRUNIALTI
Psicoterapeuta, Sessuologa clinica, Psicologa europea.
https://www.centrobrunialtipsy.it/
[#2]
La sua lettera, come spesso accade alle persone abituate ad entrare in contatto con i propri sentimenti, è chiara sulle cause del distacco con sua sorella, ed esprime un dolente desiderio di vicinanza che però lei non sa come costruire. E' vero che a volte in una famiglia conflittuale i fratelli si coalizzano, ma coalizzarsi per paura porta con sé anche il desiderio di dimenticare che si è stati dei bambini spaventati, maltrattati. L'ha detto benissimo lei stesso: "Probabilmente la distanza che tenevamo al tempo è la stessa che stiamo mantenendo, forzati da qualcosa che dentro di noi è più forte del lasciarsi andare ed avere fiducia nell'altro". Eppure lei segue da lontano la vita di questa sorella dalla quale la separano le ombre gigantesche del doloroso passato comune, mai fugate dalla luce di una nuova e condivisa consapevolezza. Io le consiglierei di prendere atto del suo desiderio di costruire un sentimento di vicinanza, di fraternità, e di provare ad avvicinarsi a sua sorella in maniera delicata, sapendo che il rischio di ferire e di essere ferito è presente. Un bravo psicologo potrebbe aiutare questo suo cammino. Potrei consigliarle delle letture su una chiave interpretativa del vostro passato di bambini, ma mi sembrano meno urgenti di quello che riguarda il vostro oggi e il vostro domani.
Prof.ssa Anna Potenza (RM) gairos1971@gmail.com
Questo consulto ha ricevuto 3 risposte e 7.2k visite dal 13/11/2017.
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