Panico da sensi di colpa
Gentili specialisti/e,
vi scrivo perché da anni ormai vivo un senso di frustrazione perenne, che é culminato negli ultimi mesi con la rottura della mia ultima relazione, motivo che mi ha spinto a iniziare una terapia di antidepressivi (Cytalopram). Il mio umore é diventato molto instabile nell'ultimo anno e mezzo in concomitanza con l'inizio e la fine di una relazione che ho trovato a dir poco estenuante, con una persona caratterizzata da un comportamento verbalmente violento e rabbioso. In alcuni casi (non gravi) anche fisicamente violento nei miei confronti e nei suoi. Al di la del fatto che dicesse di amarmi piú di chiunque altro questo amore é stato per me soffocante e colpevolizzante. Colpevolizzante perché mi ha accusato praticamente di qualunque mancanza (attrazione, premurositá, egoismo, indifferenza, freddezza etc.) e soffocante perché praticamente lui dipendeva da me per qualunque cosa (casa, macchina, soldi per un certo periodo). Finalmente sono riuscita a "farmi lasciare" (nel senso che a un certo punto gli ho detto che doveva andare via da casa mia, soprattutto perché era un anno e mezzo che non lavorava e da queste parti non é riuscito a trovare nulla, cosa che l'ha messo su tutte le furie e l'ha portato a lasciarmi dicendo che sono una st....a senza cuore egoista). Da allora sento un senso di vuoto misto a liberazione. Purtroppo alle volte a prevalere é il vuoto e quando accade inizio a sentirmi in colpa e a pensare di essere una persona tremenda. Una persona egoista che non riesce a capire i bisogni degli altri. Questo capita anche quando sono a casa mia con mia nonna (sono orfana e in questo momento vivo a casa con lei). Mi comporto sempre come se volessi starle alla larga e qualunque cosa che fa mi irrita. Vorrei non essere cosí ma non ci riesco, é come se avessi un blocco dentro che mi impedisce di smuovere atteggiamenti di tenerezza. Cosí inizio a pensare che fossi cosí anche con lui e il senso di colpa inizia a divorarmi. Mi sento completamente sbagliata. Dopo l'ultimo tracollo emotivo (in seguito al quale ho lasciato il mio ultimo impiego) ho deciso di provare a prendere gli antidepressivi, pensando a questo punto che la causa potesse essere fisiologica (ero in cura con uno psicoterapeuta specializzato in ipnosi negli ultimi mesi ma non riuscivo piú a beneficiare degli effetti dopo la rottura della relazione). Vorrei sapere se pensiate che debba rivolgermi di nuovo a uno specialista e in caso, quale metodologia consigliate (devo ammettere che l'ipnosi non mi ha convinta)?
Grazie per darmi la possibilitá di esprimere questo malessere
Un cordiale saluto
vi scrivo perché da anni ormai vivo un senso di frustrazione perenne, che é culminato negli ultimi mesi con la rottura della mia ultima relazione, motivo che mi ha spinto a iniziare una terapia di antidepressivi (Cytalopram). Il mio umore é diventato molto instabile nell'ultimo anno e mezzo in concomitanza con l'inizio e la fine di una relazione che ho trovato a dir poco estenuante, con una persona caratterizzata da un comportamento verbalmente violento e rabbioso. In alcuni casi (non gravi) anche fisicamente violento nei miei confronti e nei suoi. Al di la del fatto che dicesse di amarmi piú di chiunque altro questo amore é stato per me soffocante e colpevolizzante. Colpevolizzante perché mi ha accusato praticamente di qualunque mancanza (attrazione, premurositá, egoismo, indifferenza, freddezza etc.) e soffocante perché praticamente lui dipendeva da me per qualunque cosa (casa, macchina, soldi per un certo periodo). Finalmente sono riuscita a "farmi lasciare" (nel senso che a un certo punto gli ho detto che doveva andare via da casa mia, soprattutto perché era un anno e mezzo che non lavorava e da queste parti non é riuscito a trovare nulla, cosa che l'ha messo su tutte le furie e l'ha portato a lasciarmi dicendo che sono una st....a senza cuore egoista). Da allora sento un senso di vuoto misto a liberazione. Purtroppo alle volte a prevalere é il vuoto e quando accade inizio a sentirmi in colpa e a pensare di essere una persona tremenda. Una persona egoista che non riesce a capire i bisogni degli altri. Questo capita anche quando sono a casa mia con mia nonna (sono orfana e in questo momento vivo a casa con lei). Mi comporto sempre come se volessi starle alla larga e qualunque cosa che fa mi irrita. Vorrei non essere cosí ma non ci riesco, é come se avessi un blocco dentro che mi impedisce di smuovere atteggiamenti di tenerezza. Cosí inizio a pensare che fossi cosí anche con lui e il senso di colpa inizia a divorarmi. Mi sento completamente sbagliata. Dopo l'ultimo tracollo emotivo (in seguito al quale ho lasciato il mio ultimo impiego) ho deciso di provare a prendere gli antidepressivi, pensando a questo punto che la causa potesse essere fisiologica (ero in cura con uno psicoterapeuta specializzato in ipnosi negli ultimi mesi ma non riuscivo piú a beneficiare degli effetti dopo la rottura della relazione). Vorrei sapere se pensiate che debba rivolgermi di nuovo a uno specialista e in caso, quale metodologia consigliate (devo ammettere che l'ipnosi non mi ha convinta)?
Grazie per darmi la possibilitá di esprimere questo malessere
Un cordiale saluto
[#1]
Gentile Utente,
a me pare che Lei abbia bisogno di un supporto psicologico, soprattutto per poter lavorare sul vuoto che sente e sul senso di colpa.
Una relazione disfunzionale e tossica come quella che ha vissuto può lasciare questi strascichi, anche perchè le persone che purtroppo accettano storie di questo tipo talvolta hanno un problema legato alla dipendenza e questi uomini sono tutto sommato molto abili a manipolare le persone.
Si faccia aiutare a fare chiarezza da uno psicologo psicoterapeuta. Se l'ipnosi non Le è sembrata utile, potrebbe provare con altri modelli di psicoterapia.
Magari faccia delle telefonate prima, descrivendo al professionista la problematica per poter sapere così se si tratta dello psicologo psicoterapeuta più adatto a Lei.
Cordiali saluti,
a me pare che Lei abbia bisogno di un supporto psicologico, soprattutto per poter lavorare sul vuoto che sente e sul senso di colpa.
Una relazione disfunzionale e tossica come quella che ha vissuto può lasciare questi strascichi, anche perchè le persone che purtroppo accettano storie di questo tipo talvolta hanno un problema legato alla dipendenza e questi uomini sono tutto sommato molto abili a manipolare le persone.
Si faccia aiutare a fare chiarezza da uno psicologo psicoterapeuta. Se l'ipnosi non Le è sembrata utile, potrebbe provare con altri modelli di psicoterapia.
Magari faccia delle telefonate prima, descrivendo al professionista la problematica per poter sapere così se si tratta dello psicologo psicoterapeuta più adatto a Lei.
Cordiali saluti,
Dott.ssa Angela Pileci
Psicologa,Psicoterapeuta Cognitivo-Comportamentale
Perfezionata in Sessuologia Clinica
[#2]
Gentile utente,
Ciò che descrive andrebbe letto come qualcosa che il suo corpo e la sua mente stanno cercando di comunicare: trovare il significato di questo malessere potrebbe aiutarla a dar senso alla sua storia, alle sue difficoltà e anche alla fine di questa relazione così intensa. Mi sembra di leggere che ci siano dei bisogni inascoltati e delle emozioni che la disturbano e le impediscono di vivere serenamente la sua quotidianità: questi sembrano degli ottimi motivi per provare a chiedere aiuto, magari cercando un approccio diverso rispetto a quello che ha già sperimentato. Tentar non nuoce. Come consiglia la collega Pileci, provi tramite qualche telefonata a sentire le varie proposte che le vengono offerte.
Cordiali saluti e stia bene.
Ciò che descrive andrebbe letto come qualcosa che il suo corpo e la sua mente stanno cercando di comunicare: trovare il significato di questo malessere potrebbe aiutarla a dar senso alla sua storia, alle sue difficoltà e anche alla fine di questa relazione così intensa. Mi sembra di leggere che ci siano dei bisogni inascoltati e delle emozioni che la disturbano e le impediscono di vivere serenamente la sua quotidianità: questi sembrano degli ottimi motivi per provare a chiedere aiuto, magari cercando un approccio diverso rispetto a quello che ha già sperimentato. Tentar non nuoce. Come consiglia la collega Pileci, provi tramite qualche telefonata a sentire le varie proposte che le vengono offerte.
Cordiali saluti e stia bene.
Dr.ssa Valeria Falovo, Psicologa
[#3]
Utente
Ringrazio di cuore le dottoresse per la celere risposta. Sí sono convinta anche io di aver bisogno di sostegno da parte di uno specialista. Il senso di vuoto va e viene. Adesso ad esempio non ce l'ho. Sono serena. Ma il problema é che so che domani potrebbe non essere cosí. Questa cosa mi blocca, non riesco piú a credere veramente in nulla e nessuno. Esisto solo piú io e il mio micro-mondo che mi sono creata: confortevole ma lontano dalla vita reale. Per quanto riguarda le tecniche psicoterapeutiche, voi potete consigliarmi un approccio piuttosto che un altro?
Cordialmente,
Cordialmente,
Questo consulto ha ricevuto 3 risposte e 1.1k visite dal 13/11/2017.
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