Paura al lavoro e paura di dimettersi
Buongiorno,
Sono una ragazza di 24 anni e lavoro come educatrice professionale presso un centro diurno per utenti autistici e psichiatrici con importanti comportamenti problema. Sono stata assunta a marzo con un contratto di un anno come copertura di una maternità.
Nell'ultimo mese ho iniziato ad avere una profonda paura e ansia di andare al lavoro la quale continua tutto il turno di lavoro e anche dopo il lavoro. Praticamente sono costantemente in ansia e in allerta perché gli utenti, avendo agiti eteroaggressivi, mi fanno male fisicamente molto spesso. Non ce la faccio più e vorrei dimettermi ma questa paura mi blocca e non riesco neanche a rassegnare le dimissioni per timore della mia capa, come se le stessi dando una sorta di delusione e per evitare che mi faccia sentire in colpa per dimettermi. Sono in un dilemma da cui non riesco a uscire, so solo che sto male in questa situazione. Prima credevo che dimettendomi questa sensazione sarebbe passata ma ora non sono così sicura che anche dimettendomi il mio umore migliorerebbe e riuscirei a dimenticare tutte le aggressioni subite...
Cosa posso fare? A quale psicologo posso rivolgermi per poter parlare di questo?
Vi ringrazio molto
Ps. Ogni volta che subisco un'aggressione o rishio di subirla non riesco a mangiare e digiuno per tuttp il giorno
Sono una ragazza di 24 anni e lavoro come educatrice professionale presso un centro diurno per utenti autistici e psichiatrici con importanti comportamenti problema. Sono stata assunta a marzo con un contratto di un anno come copertura di una maternità.
Nell'ultimo mese ho iniziato ad avere una profonda paura e ansia di andare al lavoro la quale continua tutto il turno di lavoro e anche dopo il lavoro. Praticamente sono costantemente in ansia e in allerta perché gli utenti, avendo agiti eteroaggressivi, mi fanno male fisicamente molto spesso. Non ce la faccio più e vorrei dimettermi ma questa paura mi blocca e non riesco neanche a rassegnare le dimissioni per timore della mia capa, come se le stessi dando una sorta di delusione e per evitare che mi faccia sentire in colpa per dimettermi. Sono in un dilemma da cui non riesco a uscire, so solo che sto male in questa situazione. Prima credevo che dimettendomi questa sensazione sarebbe passata ma ora non sono così sicura che anche dimettendomi il mio umore migliorerebbe e riuscirei a dimenticare tutte le aggressioni subite...
Cosa posso fare? A quale psicologo posso rivolgermi per poter parlare di questo?
Vi ringrazio molto
Ps. Ogni volta che subisco un'aggressione o rishio di subirla non riesco a mangiare e digiuno per tuttp il giorno
[#1]
Gentile utente,
E' alla Sua prima esperienza con persone autistiche?
Ha chiesto aiuto ai Suoi Colleghi?
All'interno del Centro avete uno/a Psicologo/o che vi fa supervisione di tanto in tanto? Quella sarebbe la sede più adatta, anche chiedendo una consulenza individuale.
In alternativa può ricorrere ad un/a psicologo/a "esterno", che sia però anche esperto/a della patologia dei Vostri utenti,
che abbisogna di comportamenti mirati e specifici da parte dell'educatore;
stare allerta può essere necessario,
essere perennemente in ansia porta ad ammalarsi.
Per tale motivo ci sono anche corsi specifici destinati agli operatori, mirati al "come gestire".
Saluti cordiali.
Dr. Carla Maria BRUNIALTI
Psicoterapeuta, Sessuologa clinica, Psicologa europea.
https://www.centrobrunialtipsy.it/
[#2]
Utente
Buonasera Dottoressa,
Prima di tutto la ringrazio della risposta.
Sì è la mia prima esperienza con l'autismo ma per quanto concerne il lavoro prettamente educativo (training, aba, teacch, ..) mi piace e me la cavo, il mio problema è la gestione dell'eteroaggressività. La psicologa che ci fa da supervisione purtroppo è part-time e ha ammesso di non avere tempo per "queste cose".
Per quanto riguarda i miei colleghi molti di loro sono in burn out perché la situazione organizzativa e le quotidiane aggressioni scoraggiano chiunque. Altri colleghi invece mi sono d'aiuto e hanno evitato, ad esempio, che un utente mi cavasse l'occhio avventandosi contro di me. Nonostante il loro aiuto ho riportato graffi sul volto. Sinceramente non so se ne valga la pena investire energie e salute in un lavoro a termine e che di certo non potrei fare per tutta la vita, da qui il pensiero di dimettermi. Però il sollievo che fino a poche settimane fa pregustavo all'idea di dimettermi, ora è svanito e non credo che anche andandomene potrei tornare ad essere felice e smettere di passare la mia vita tra lavoro e divano al buio. Io non sono così, ho sempre fatto tante cose e ora non mi va di fare nemmeno le più semplici. Sono stufa di questa situazione ma mi sento incastrata.
Prima di tutto la ringrazio della risposta.
Sì è la mia prima esperienza con l'autismo ma per quanto concerne il lavoro prettamente educativo (training, aba, teacch, ..) mi piace e me la cavo, il mio problema è la gestione dell'eteroaggressività. La psicologa che ci fa da supervisione purtroppo è part-time e ha ammesso di non avere tempo per "queste cose".
Per quanto riguarda i miei colleghi molti di loro sono in burn out perché la situazione organizzativa e le quotidiane aggressioni scoraggiano chiunque. Altri colleghi invece mi sono d'aiuto e hanno evitato, ad esempio, che un utente mi cavasse l'occhio avventandosi contro di me. Nonostante il loro aiuto ho riportato graffi sul volto. Sinceramente non so se ne valga la pena investire energie e salute in un lavoro a termine e che di certo non potrei fare per tutta la vita, da qui il pensiero di dimettermi. Però il sollievo che fino a poche settimane fa pregustavo all'idea di dimettermi, ora è svanito e non credo che anche andandomene potrei tornare ad essere felice e smettere di passare la mia vita tra lavoro e divano al buio. Io non sono così, ho sempre fatto tante cose e ora non mi va di fare nemmeno le più semplici. Sono stufa di questa situazione ma mi sento incastrata.
[#3]
Tanto "incastrata" non è, considerato che si tratta di un lavoro a termine.
Inoltre ha imparato di sè che questo tipo di utente non fa per Lei; ciò è importante per le scelte future.
Con certi utenti vanno meglio i colleghi maschi,
oppure occorre un'energia di fronteggiamento che Lei non ha oppure non Le piace usare..
Certo che il Suo lavoro è impegnativo, come molte delle professioni di aiuto.
Ma un po' alla volta si capisce cosa si riesce a fare bene,
e all'opposto cosa non fa per noi, oppure non ci piace.
E' (stata) una prova pesante - il turn over con questa utenza mi risulta essere piuttosto alto - ma ora può decidere quello che crede meglio per sè. Non ha perso nulla. Non ha rotto nulla, nemmeno la propria autostima professionale mi auguro.
Inoltre ha imparato di sè che questo tipo di utente non fa per Lei; ciò è importante per le scelte future.
Con certi utenti vanno meglio i colleghi maschi,
oppure occorre un'energia di fronteggiamento che Lei non ha oppure non Le piace usare..
Certo che il Suo lavoro è impegnativo, come molte delle professioni di aiuto.
Ma un po' alla volta si capisce cosa si riesce a fare bene,
e all'opposto cosa non fa per noi, oppure non ci piace.
E' (stata) una prova pesante - il turn over con questa utenza mi risulta essere piuttosto alto - ma ora può decidere quello che crede meglio per sè. Non ha perso nulla. Non ha rotto nulla, nemmeno la propria autostima professionale mi auguro.
Questo consulto ha ricevuto 5 risposte e 5.2k visite dal 13/11/2017.
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