Pensare al futuro o alla felicità?
Ho 21 anni, un precedente fallimento con l'università e adesso sto cercando di ripartire di nuovo con una nuova facoltà, ma non ho il coraggio né di iscrivermi, né di iniziare a studiare. Secondo voi devo pensare al futuro lavorativo, alle prospettive, al reddito o alla felicità? Perché ogni volta che entro in università sono depresso, angosciato, avvolto in pensieri pessimisti e brutti mentre quando sono fuori, a casa o altrove, questi pensieri passano in secondo piano e l'università non la vedo più malvaggia come prima.
Mia madre, stanca della mia situazione, mi ha proposto di fare un corso professionale e mettermi a lavorare con lei (amministratore di condominio). E' un lavoro che mi ha sempre affascinato e che non vedo con cattivo occhio, anzi. Ma ho paura che non riuscendo in quella professione sono finito, non ho futuro. Ho paura di quello che pensano mio padre, gli amici... oggi è il 9 novembre, università cominciata il 12 ed io non sono nemmeno ancora iscritto né ho iniziato a studiare... Ho paura di fallire di nuovo.
Mia madre, stanca della mia situazione, mi ha proposto di fare un corso professionale e mettermi a lavorare con lei (amministratore di condominio). E' un lavoro che mi ha sempre affascinato e che non vedo con cattivo occhio, anzi. Ma ho paura che non riuscendo in quella professione sono finito, non ho futuro. Ho paura di quello che pensano mio padre, gli amici... oggi è il 9 novembre, università cominciata il 12 ed io non sono nemmeno ancora iscritto né ho iniziato a studiare... Ho paura di fallire di nuovo.
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Gentile Utente,
sta ancora continuando il percorso psicoterapico di cui parlava in un precedente post?
Blocchi, incertezze, dubbi, paure che bloccano le sue scelte e inficiano la sua quotidianità necessitano di attenzione specialistica diretta, non di un parere dato on line.
Solo lei può scegliere quale strada imboccare, per farlo occorre comprendere cosa si celi e sostenga l'impasse che descrive e i relativi vissuti.
Per quali motivi ha lasciato la prima facoltà universitaria?
Come ha vissuto quel contesto, quali problematiche ha incontrato?
sta ancora continuando il percorso psicoterapico di cui parlava in un precedente post?
Blocchi, incertezze, dubbi, paure che bloccano le sue scelte e inficiano la sua quotidianità necessitano di attenzione specialistica diretta, non di un parere dato on line.
Solo lei può scegliere quale strada imboccare, per farlo occorre comprendere cosa si celi e sostenga l'impasse che descrive e i relativi vissuti.
Per quali motivi ha lasciato la prima facoltà universitaria?
Come ha vissuto quel contesto, quali problematiche ha incontrato?
Dr.ssa Laura Rinella
Psicologa Psicoterapeuta
www.psicologiabenessereonline.it
[#2]
Utente
Gentile Dr.ssa Rinella, grazie per la pronta risposta.
Purtroppo no, non sto continuando il percorso psicoterapeuto che ho concluso da parecchi mesi in accordo con la psicoterapeuta. Il problema è che dopo tanti miglioramenti, sto regredendo talmente velocemente a tal punto che sto tornando al punto di partenza, compresa la dieta che mi ha fatto perdere 21kg in un anno, in tre mesi me ne ha fatti rimettere 2,5.
Il fallimento della precedente università è stata dettata da una difficoltà a trasferirmi, a studiare e a memorizzare (a cui a contribuito uno stato di obesità classe 2, con tutti i problemi che ne conseguono), difficoltà nell'ambientarmi nella nuova casa e con il coinquilino, zero risultati universitari a tal punto da spingermi a tornare dopo qualche mese nella mia città per poi fare una rinuncia agli studi con la speranza di iniziare un percorso da zero con soddifazione a settembre (di quest'anno). Ma da come avrà letto dal mio messaggio di consulto, questo non è avvenuto.
Ho difficoltà a chiedere a mia madre i soldi per la psicoterapia. Questo perché il periodo non è brillante dal punto di vista lavorativo, stiamo sopportando un divorzio (nei prossimi giorni assisterò all'allontamento fisico da parte di mio padre, fin'ora civilmente rimasto come separato in casa), e sto seguendo un percorso di dieta che comporta dei costi ma che vorrei ormai sospendere.
La mia psicologa ha sempre sottolineato il mio carattere di eterno indeciso, collegandolo ad una questione di non voglia di assumersi responsabilità, di scaricare responsabilità e di un attaccamento a mia madre.
Questo problema dell'indecisione mi sta sovrastando perché sono giunto a due mesi dall'inizio dell'università, senza sapere che cosa voglio o non voglio fare, con mille paure, mille ansie, mille timori... e non nascondo di aver pensato anche all'esasperazione estrema. Ho avuto anche momenti di vero sconforto per il futuro, la paura di non avere nulla senza l'università, non avere futuro né stabilità. Probabilmente sbaglio a definirlo attacco di panico ma diciamo che più o meno siamo lì.
Purtroppo no, non sto continuando il percorso psicoterapeuto che ho concluso da parecchi mesi in accordo con la psicoterapeuta. Il problema è che dopo tanti miglioramenti, sto regredendo talmente velocemente a tal punto che sto tornando al punto di partenza, compresa la dieta che mi ha fatto perdere 21kg in un anno, in tre mesi me ne ha fatti rimettere 2,5.
Il fallimento della precedente università è stata dettata da una difficoltà a trasferirmi, a studiare e a memorizzare (a cui a contribuito uno stato di obesità classe 2, con tutti i problemi che ne conseguono), difficoltà nell'ambientarmi nella nuova casa e con il coinquilino, zero risultati universitari a tal punto da spingermi a tornare dopo qualche mese nella mia città per poi fare una rinuncia agli studi con la speranza di iniziare un percorso da zero con soddifazione a settembre (di quest'anno). Ma da come avrà letto dal mio messaggio di consulto, questo non è avvenuto.
Ho difficoltà a chiedere a mia madre i soldi per la psicoterapia. Questo perché il periodo non è brillante dal punto di vista lavorativo, stiamo sopportando un divorzio (nei prossimi giorni assisterò all'allontamento fisico da parte di mio padre, fin'ora civilmente rimasto come separato in casa), e sto seguendo un percorso di dieta che comporta dei costi ma che vorrei ormai sospendere.
La mia psicologa ha sempre sottolineato il mio carattere di eterno indeciso, collegandolo ad una questione di non voglia di assumersi responsabilità, di scaricare responsabilità e di un attaccamento a mia madre.
Questo problema dell'indecisione mi sta sovrastando perché sono giunto a due mesi dall'inizio dell'università, senza sapere che cosa voglio o non voglio fare, con mille paure, mille ansie, mille timori... e non nascondo di aver pensato anche all'esasperazione estrema. Ho avuto anche momenti di vero sconforto per il futuro, la paura di non avere nulla senza l'università, non avere futuro né stabilità. Probabilmente sbaglio a definirlo attacco di panico ma diciamo che più o meno siamo lì.
[#3]
Comprende bene come sia impossibile ricevere un aiuto come meriterebbe da qui, data la complessità della situazione. Acceda almeno al servizio pubblico presso le strutture asl della sua zona che erogano servizi psicologici.
Comprensibile il suo sentire date anche le difficoltà familiari che sta attraversando e il problema del sovrappeso (di cui non ci dice da cosa sia dipeso .)
Cerchi di prendersi cura di sé come si merita, non ometta di curarsi a dovere se vuole sbloccare la sua vita, è possibile con le cure adeguate.
Molti auguri
Comprensibile il suo sentire date anche le difficoltà familiari che sta attraversando e il problema del sovrappeso (di cui non ci dice da cosa sia dipeso .)
Cerchi di prendersi cura di sé come si merita, non ometta di curarsi a dovere se vuole sbloccare la sua vita, è possibile con le cure adeguate.
Molti auguri
[#4]
Utente
Non ho mai indagato sull'origine dell'obesità. Ho fatto per alcuni anni sport agonistico, poi ho abbandonato mantenendo la stessa alimentazione e nel giro di poco sono ingrassato di 40 kg, entrando in un circolo vizioso da cui sono uscito con fatica e da cui però sto rientrando dopo un anno.
Sì, mi rendo conto che è difficile. Per me Medicitalia è un ottimo strumento per avere un primo confronto o un confronto successivo, ma mi rendo conto i limiti di un canale telematico.
Il problema è che non so cosa debba fare, come possa fare a risolvere i miei blocchi, ma soprattutto il tempo passa ed io rimango fermo. Posso impegnarmi quando voglio per cercare di sbloccarmi, ma nel frattempo il tempo passa e le possibilità diminuiscono per me, sopratutto nell'ambito dello studio.
Sì, mi rendo conto che è difficile. Per me Medicitalia è un ottimo strumento per avere un primo confronto o un confronto successivo, ma mi rendo conto i limiti di un canale telematico.
Il problema è che non so cosa debba fare, come possa fare a risolvere i miei blocchi, ma soprattutto il tempo passa ed io rimango fermo. Posso impegnarmi quando voglio per cercare di sbloccarmi, ma nel frattempo il tempo passa e le possibilità diminuiscono per me, sopratutto nell'ambito dello studio.
Questo consulto ha ricevuto 4 risposte e 1.1k visite dal 09/11/2017.
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