Narcisista
Salve, vorrei sottoporvi il caso di mio marito. Siamo sposati da diciassette anni, abbiamo due ragazzi bellissimi, lui è un brillante professionista, io una educatrice. Sembravamo una coppia sana fino a quando non ho appreso di una sua relazione extraconiugale. Potrete ben immaginare l'inferno emotivo in cui sono precipitata. Un errore a detta sua, motivato dalla stanchezza, dalla noia. Ho attraversato la fase della delusione, della rabbia, della depressione e in fine dell'accettazione. Ho lottato per mesi per salvare il nostro rapporto, ma una sera a cena con amici mi sono accorta che mio marito flirtava con una perfetta sconosciuta. Sono rimasta diversi minuti ad osservarlo e forse ho "visto" mio marito per la prima volta, un estraneo, un essere alieno e distante dall'immagine edulcorata che avevo di lui. Ho iniziato a cercare tra le sue cose, a leggere la sua posta, a controllarlo, a seguirlo. Ho scoperto un mondo di volti, luoghi, nomi che sono appartenuti a lui soltanto. Un universo parallelo. Ho sempre saputo che mio marito era un blando narcisista, egoico e ingeneroso se non per opportunità, ma comprendere fino a che punto può usare cose e persone per trarne gratificazione (puramente emotiva intendiamoci) mi ha sconvolta. L'ho affrontato con pacata risolutezza. Ha ammesso di aver bisogno di "riscontri continui" a livello professionale, amicale, umano...sono una linfa vitale per lui. Privandosene si sente svuotato. Gli piace piacere, anche se giura, cosa che fatico oramai a credere, che non ricadrà in tentazione. Ama cimentarsi, sfidare se stesso, ammaliare, conscio del suo ascendente. Lo fa bonariamente, non è mai scomposto o volgare, ma lambisce la preda di turno con inusitata maestria. Ottenuta stima, ammirazione, complimenti...molla la preda e se ne dimentica.
Il dramma è che io sono praticamente defunta sotto la coltre scura dei mie pensieri. Lui si dispiace credo, ammette che non meritavo tutto questo, ma non mi offre soluzione alcuna. Non cambierà se non in superficie. Si è dato delle regole, ma non credo le abbia interiorizzate. Mi condanno ad una vita di solitudine in coppia? Abbiamo intrapreso un breve percorso terapeutico, ma non ha portato a nulla. Lui ritiene che sia io a dover trovare una mia indipendenza affettiva...anche se i problemi li ha creati in dfinitiva lui. Paradossale direi. Vi chiedo, è proprio vero che i narcisisti non possano cambiare? Mi devo arrendere?
Il dramma è che io sono praticamente defunta sotto la coltre scura dei mie pensieri. Lui si dispiace credo, ammette che non meritavo tutto questo, ma non mi offre soluzione alcuna. Non cambierà se non in superficie. Si è dato delle regole, ma non credo le abbia interiorizzate. Mi condanno ad una vita di solitudine in coppia? Abbiamo intrapreso un breve percorso terapeutico, ma non ha portato a nulla. Lui ritiene che sia io a dover trovare una mia indipendenza affettiva...anche se i problemi li ha creati in dfinitiva lui. Paradossale direi. Vi chiedo, è proprio vero che i narcisisti non possano cambiare? Mi devo arrendere?
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Cara Signora,
i narcisisti molto difficilmente cambiano e soprattutto molto difficilmente chiedono aiuto, perché ritengono che il problema sia sempre fuori da loro stessi e che siano quindi gli altri a doversi adeguare o impegnare per cambiare.
Può leggere questi articoli e i relativi commenti sul tema del narcisismo patologico:
http://www.serviziodipsicologia.it/il-narcisista-se-lo-conosci-lo-eviti/
http://www.serviziodipsicologia.it/narcisisti-si-nasce-o-si-diventa/
http://www.serviziodipsicologia.it/la-donna-del-narcisista/
http://www.serviziodipsicologia.it/lharem-del-narcisista/
Suo marito si rende conto della propria necessità di raccogliere ammirazione e consenso, cioè del piacere che ne trae, ma non intende minimamente rinunciarvi e ha chiesto infatti a lei di diventare più indipendente - quindi, in definitiva, di non scocciarlo più.
Forse le ha detto quello che pensava che lei volesse sentirsi dire, quando si è parzialmente impegnato a cambiare, ma lei stessa sente che non può attendersi altro che un cambiamento di facciata.
Che tipo di percorso psicologico avete effettuato e quanti colloqui è durato?
Suo marito ha partecipato per zittirla o le sembrava realmente disposto a mettersi in discussione?
Non le è stato proposto di continuare individualmente?
i narcisisti molto difficilmente cambiano e soprattutto molto difficilmente chiedono aiuto, perché ritengono che il problema sia sempre fuori da loro stessi e che siano quindi gli altri a doversi adeguare o impegnare per cambiare.
Può leggere questi articoli e i relativi commenti sul tema del narcisismo patologico:
http://www.serviziodipsicologia.it/il-narcisista-se-lo-conosci-lo-eviti/
http://www.serviziodipsicologia.it/narcisisti-si-nasce-o-si-diventa/
http://www.serviziodipsicologia.it/la-donna-del-narcisista/
http://www.serviziodipsicologia.it/lharem-del-narcisista/
Suo marito si rende conto della propria necessità di raccogliere ammirazione e consenso, cioè del piacere che ne trae, ma non intende minimamente rinunciarvi e ha chiesto infatti a lei di diventare più indipendente - quindi, in definitiva, di non scocciarlo più.
Forse le ha detto quello che pensava che lei volesse sentirsi dire, quando si è parzialmente impegnato a cambiare, ma lei stessa sente che non può attendersi altro che un cambiamento di facciata.
Che tipo di percorso psicologico avete effettuato e quanti colloqui è durato?
Suo marito ha partecipato per zittirla o le sembrava realmente disposto a mettersi in discussione?
Non le è stato proposto di continuare individualmente?
Dr.ssa Flavia Massaro, psicologa a Milano e Mariano C.se
www.serviziodipsicologia.it
[#2]
Utente
Un percorso di coppia lo avevamo intrapreso dopo il suo tradimento, lui si rese disponibile a "partecipare" alle sedute per aiutare me a superare il dolore e la rabbia.
Questo basta a capire che dopo cinque sedute venne meno in me la spinta a parteciparvi. Io sono consapevole che mi farebbe bene seguire un percorso individuale, sono altresì convinta che a lui servirebbe ancor di più, ma l'empatia non si sviluppa così temo.
E' quella che credo gli manchi per forma mentis.
Sono un po' scoraggiata.
Questo basta a capire che dopo cinque sedute venne meno in me la spinta a parteciparvi. Io sono consapevole che mi farebbe bene seguire un percorso individuale, sono altresì convinta che a lui servirebbe ancor di più, ma l'empatia non si sviluppa così temo.
E' quella che credo gli manchi per forma mentis.
Sono un po' scoraggiata.
[#3]
"si rese disponibile a "partecipare" alle sedute per aiutare me a superare il dolore e la rabbia"
L'atteggiamento di suo marito è quindi quello di "partecipare" ma non di essere realmente coinvolto.
Se non pensa di dover cambiare in nulla è impossibile che lo faccia.
Le suggerisco di riflettere sui motivi per i quali si è legata ad un uomo di questo tipo e non se n'è resa conto fino ad ora.
Forse è cambiato qualcosa in lei e le è diventato possibile vedere realmente chi ha al suo fianco, magari perchè si sente più forte o meno coinvolta e più disincantata proprio a causa del tradimento che ha scoperto.
L'atteggiamento di suo marito è quindi quello di "partecipare" ma non di essere realmente coinvolto.
Se non pensa di dover cambiare in nulla è impossibile che lo faccia.
Le suggerisco di riflettere sui motivi per i quali si è legata ad un uomo di questo tipo e non se n'è resa conto fino ad ora.
Forse è cambiato qualcosa in lei e le è diventato possibile vedere realmente chi ha al suo fianco, magari perchè si sente più forte o meno coinvolta e più disincantata proprio a causa del tradimento che ha scoperto.
[#4]
Utente
Dottoressa non posso che essere concorde con lei. Il tradimento di mio marito è stato un evento determinante. Ho "visto" come le dicevo l'uomo che avevo accanto per quel che è. Ricostruirmi mi ha costretta a prendere delle distanze necessarie. Quando si è totalmente coinvolti non si comprendono le dinamiche appieno. Bisogna porsi alla dovuta distanza per dar senso ad una immagine nella sua complessità. Indubbiamente amo mio marito, ma non posso negare un affievolimento nell'intensità del sentimento provato. Credo sia fisiologico e salutare.
Che io mi sia poi inconsciamente innamorata di lui perché ho avuto un padre traditore, bugiardo e manipolatore, lo trovo però riduttivo e meccanicistico, ma non nego che forse non riesco a sottrarmi io per prima alle uniche dinamiche di coppia a me note. Temo mi ci vorrà una vita per dipanare il bandolo della matassa.
E forse non mi resta altro da fare che...vivere. Lasciare che le cose fluiscano e non esigere da me stessa di salvare capre, cavoli... e marito. Mi limiterò a salvare me stessa.
Sbaglio? Troppo passiva?
Che io mi sia poi inconsciamente innamorata di lui perché ho avuto un padre traditore, bugiardo e manipolatore, lo trovo però riduttivo e meccanicistico, ma non nego che forse non riesco a sottrarmi io per prima alle uniche dinamiche di coppia a me note. Temo mi ci vorrà una vita per dipanare il bandolo della matassa.
E forse non mi resta altro da fare che...vivere. Lasciare che le cose fluiscano e non esigere da me stessa di salvare capre, cavoli... e marito. Mi limiterò a salvare me stessa.
Sbaglio? Troppo passiva?
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"ho avuto un padre traditore, bugiardo e manipolatore"
Questa è chiaramente la causa della scelta affettiva che lei ha compiuto, illudendosi che fosse una scelta libera e che non avesse a che fare con il suo passato.
Se le dinamiche che conosce sono quelle, e il modello di coppia (genitoriale) che ha interiorizzato durante la crescita è quello che vede un uomo di questo tipo accanto ad una donna che - immagino - subisce e non riesce ad affrancarsi, è più che comprensibile che abbia rimesso in scena quel copione che conosce così bene.
Se le interessa l'argomento può leggere "Illusioni d'amore. Le motivazioni inconsce nella scelta del partner" di Jole Baldaro Verde.
Sono sicuramente d'accordo sul fatto che non può "salvarlo", perchè non si può "salvare" una persona che non ritiene minimamente di essere nelle condizioni di dover essere "salvata", ma che, eventualmente, ritiene che siano gli altri a dover cambiare in quanto "sbagliati" sotto diversi aspetti.
Cosa intende fare per "salvare sè stessa"?
Questa è chiaramente la causa della scelta affettiva che lei ha compiuto, illudendosi che fosse una scelta libera e che non avesse a che fare con il suo passato.
Se le dinamiche che conosce sono quelle, e il modello di coppia (genitoriale) che ha interiorizzato durante la crescita è quello che vede un uomo di questo tipo accanto ad una donna che - immagino - subisce e non riesce ad affrancarsi, è più che comprensibile che abbia rimesso in scena quel copione che conosce così bene.
Se le interessa l'argomento può leggere "Illusioni d'amore. Le motivazioni inconsce nella scelta del partner" di Jole Baldaro Verde.
Sono sicuramente d'accordo sul fatto che non può "salvarlo", perchè non si può "salvare" una persona che non ritiene minimamente di essere nelle condizioni di dover essere "salvata", ma che, eventualmente, ritiene che siano gli altri a dover cambiare in quanto "sbagliati" sotto diversi aspetti.
Cosa intende fare per "salvare sè stessa"?
[#6]
Utente
Ritengo sia indispensabile in questo momento ritrovare da sola un equilibrio a livello emotivo, fiducia nei miei mezzi e nelle mie capacità. Ne parlerò con lui in maniera serena, voglio in ogni caso coinvolgerlo, e spero che nasca prima o poi in lui il desiderio di fare un minimo di autoanalisi. Non escludo a prioristicamente di chiedere la separazione, ma non ora. Voglio prima far chiarezza dentro di me.
L'unica via che posso percorrere è questa.
Grazie per i preziosi suggerimenti e per gli spunti. Ne farò tesoro.
L'unica via che posso percorrere è questa.
Grazie per i preziosi suggerimenti e per gli spunti. Ne farò tesoro.
[#8]
Utente
Certo, ci risentiremo.
Un chiarimento. Mia madre si è affrancata. Oggi è una donna forte e completa.
Il dolore, il mio personalissimo dolore, è quello di non essere riuscita ad aiutare mio padre. Ha gettato alle ortiche per pura vanità un universo pieno.
Questo forse il bandolo?
Ci lavorerò.
Grazie ancora...
Un chiarimento. Mia madre si è affrancata. Oggi è una donna forte e completa.
Il dolore, il mio personalissimo dolore, è quello di non essere riuscita ad aiutare mio padre. Ha gettato alle ortiche per pura vanità un universo pieno.
Questo forse il bandolo?
Ci lavorerò.
Grazie ancora...
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Sua madre si è affrancata e può costituire in questo un modello, ma lei non si è affatto affrancata prima di tutto dall'idea di potere/dovere "salvare" suo padre, prima ancora che suo marito.
Partirei sicuramente da questo, cioè da un lavoro sul rapporto con il papà, nell'intervenire sulla sua situazione.
Partirei sicuramente da questo, cioè da un lavoro sul rapporto con il papà, nell'intervenire sulla sua situazione.
Questo consulto ha ricevuto 9 risposte e 11.5k visite dal 07/11/2017.
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Approfondimento su Narcisismo
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