Tradimento, ansia e senso di colpa
Salve a tutti, ho 24 anni e sono stata 5 anni con il mio ragazzo.
L'ho amato sopra ogni cosa, chiudevo un occhio sui suoi sbagli e le sue mancanze. Con il passare del tempo, mi sono stancata di darmi spiegazioni sui suoi comportamenti e, in un periodo in cui mi sentivo particolarmente sola, è subentrata un'altra persona di cui mi sono invaghita. Sono uscita un paio di volte con questa persona, visto che ci trovavamo insieme all'estero per lavoro. E poi abbiamo chiuso lì la cosa. Inizialmente, non mi sono sentita in colpa. Mi sembrava surreale.
Com'era possibile che io, innamoratissima, perfetta, paziente e fedelissima, avessi tradito il mio ragazzo? Non ci credevo nemmeno io.
Non era mai successo, nella mia testa.
Tornata dal viaggio ho iniziato ad avere delle crisi, tra cui il fatto di non riuscire a fare l'amore col mio ragazzo, senza scoppiare in lacrime. Ho sofferto di attacchi d'ansia (prendo ansiolitici tuttora) e di inappetenza cronica, arrivando a perdere più di due taglie.
Ho provato a lasciare il mio ragazzo un paio di volte da allora ma sono riuscita a chiudere completamente solo quest'estate, ad un anno e più dal tradimento.
Ad oggi, mi manca. Non riesco ad andare avanti perché ogni altra persona mi fa pensare a lui.
So che anche per lui è lo stesso, ne abbiamo parlato e lui tornerebbe da me, malgrado i miei tira e molla.
Abbiamo senza dubbio condiviso troppo, perché si possa andare avanti così facilmente.
Nel frattempo ho maturato una grande amicizia con il collega con cui l'ho tradito e non si sono verificati episodi del genere.
Qualcuno sa di questo tradimento, ma il mio ex ragazzo no.
A volte penso che forse se glielo confessassi, potremmo risolvere tutti gli altri problemi che avevamo. Altre volte mi sento egoista a raccontargli una cosa del genere, dopo quasi due anni dal momento in cui è successa, perché ci siamo lasciati per altri motivi. E il tradimento stesso è nato da altri motivi.
Il senso di colpa non mi abbandona e non riesco ad essere lucida nei suoi confronti.
Continuo ad avere crisi d'ansia e forse penso che raccontarglielo mi farebbe stare meglio. Però il prezzo da pagare sarebbe spezzare il cuore di una persona che mi ha tanto amato e che non mi vedrebbe mai più allo stesso modo.
Come si esce da questo turbine?
L'ho amato sopra ogni cosa, chiudevo un occhio sui suoi sbagli e le sue mancanze. Con il passare del tempo, mi sono stancata di darmi spiegazioni sui suoi comportamenti e, in un periodo in cui mi sentivo particolarmente sola, è subentrata un'altra persona di cui mi sono invaghita. Sono uscita un paio di volte con questa persona, visto che ci trovavamo insieme all'estero per lavoro. E poi abbiamo chiuso lì la cosa. Inizialmente, non mi sono sentita in colpa. Mi sembrava surreale.
Com'era possibile che io, innamoratissima, perfetta, paziente e fedelissima, avessi tradito il mio ragazzo? Non ci credevo nemmeno io.
Non era mai successo, nella mia testa.
Tornata dal viaggio ho iniziato ad avere delle crisi, tra cui il fatto di non riuscire a fare l'amore col mio ragazzo, senza scoppiare in lacrime. Ho sofferto di attacchi d'ansia (prendo ansiolitici tuttora) e di inappetenza cronica, arrivando a perdere più di due taglie.
Ho provato a lasciare il mio ragazzo un paio di volte da allora ma sono riuscita a chiudere completamente solo quest'estate, ad un anno e più dal tradimento.
Ad oggi, mi manca. Non riesco ad andare avanti perché ogni altra persona mi fa pensare a lui.
So che anche per lui è lo stesso, ne abbiamo parlato e lui tornerebbe da me, malgrado i miei tira e molla.
Abbiamo senza dubbio condiviso troppo, perché si possa andare avanti così facilmente.
Nel frattempo ho maturato una grande amicizia con il collega con cui l'ho tradito e non si sono verificati episodi del genere.
Qualcuno sa di questo tradimento, ma il mio ex ragazzo no.
A volte penso che forse se glielo confessassi, potremmo risolvere tutti gli altri problemi che avevamo. Altre volte mi sento egoista a raccontargli una cosa del genere, dopo quasi due anni dal momento in cui è successa, perché ci siamo lasciati per altri motivi. E il tradimento stesso è nato da altri motivi.
Il senso di colpa non mi abbandona e non riesco ad essere lucida nei suoi confronti.
Continuo ad avere crisi d'ansia e forse penso che raccontarglielo mi farebbe stare meglio. Però il prezzo da pagare sarebbe spezzare il cuore di una persona che mi ha tanto amato e che non mi vedrebbe mai più allo stesso modo.
Come si esce da questo turbine?
[#1]
Gentile utente,
non ci dice in cosa è consistito il tradimento.
Non che i "fatti" siano importanti di per sè, ma la valutazione che la persona dà di essi parla profondamente del suo approccio alla vita e all'amore.
Come mai è successo a Lei "perfetta, paziente e fedelissima"?
Evidentemente non è la "ricetta giusta" quella di ".. amato sopra ogni cosa, chiudevo un occhio sui suoi sbagli e le sue mancanze ..." ,
non lo è perchè privilegia l'altro e denutrisce sè.
Ma molte volte la persona non se ne accorge,
finchè non giunge un chiaro segnale: il tradimento.
E dunque il tradimento non come colpa, ma come sintomo.
Ora che fare?
Considerata l'importanza che per Lei rivestiva/riveste questa relazione, è opportuno un consulto con un nostro/a Collega, ma di persona. Solo nell'interagire concreto infatti si possono mettere a fuori i tanti aspetti e sfumature che nelle mail vanno persi..
Saluti cordiali.
Dr. Carla Maria BRUNIALTI
Psicoterapeuta, Sessuologa clinica, Psicologa europea.
https://www.centrobrunialtipsy.it/
[#2]
Utente
Gentilissima dottoressa,
La ringrazio anzitutto per la sua risposta.
Il tradimento è stato fisico, ma non affettivo (altro elemento per me destabilizzante). Ho avuto un paio di rapporti sessuali con questa persona, senza mai baciarlo o provare per lui sentimenti più forti rispetto a quelli che nutrivo per il mio ex ragazzo.
Ad oggi, concordo con Lei sull'importanza che possa avere essere seguita da uno psicologo, per mettere ordine a quel che è stato e a quel che è, al momento.
Ancora grazie
I miei più cari saluti
La ringrazio anzitutto per la sua risposta.
Il tradimento è stato fisico, ma non affettivo (altro elemento per me destabilizzante). Ho avuto un paio di rapporti sessuali con questa persona, senza mai baciarlo o provare per lui sentimenti più forti rispetto a quelli che nutrivo per il mio ex ragazzo.
Ad oggi, concordo con Lei sull'importanza che possa avere essere seguita da uno psicologo, per mettere ordine a quel che è stato e a quel che è, al momento.
Ancora grazie
I miei più cari saluti
Questo consulto ha ricevuto 3 risposte e 15.9k visite dal 02/11/2017.
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