Lutto per la perdita di mia madre

Mia madre o meglio mia mamma è mancata alla fine del mese scorso in maniera repentina. Da circa un anno le era stato diagnosticato un tumore ma la morte inaspettata dopo un brevissimo ricovero ospedaliero è stata un trauma per me e per tutti i miei fratelli, sia pure sposati a differenza di me che convivevo con lei. Da allora sono diventato uno zombie insonne pietrificato dall'angoscia. Trovo ora il desiderio di scrivervi chiedendo se a Vicenza ove abito -voi ovviamente non scrivete il nome della località- siete a conoscenza dii psicologi specializzati nell'elaborazione del lutto.Io non saprei come fare , ho guardato anche su Internet, e mi è più che chiaro che da solo non riesco a farcela
.Il mio medico di base mi aveva consigliato di frequentare dei gruppi di auto-aiuto per il lutto di cui non supponevo neppure l'esistenza.
Voleva che assumessi anche degli antidepressivi ma questi mi hanno sempre dato effetti collaterali (ho sofferto di forti crisi depressive in passato).
Vi dico solo una cosa di come sto: mi sembra semplicemente impossibile di non vedere più madre e di non sentire più la sua voce che mi salutava il mattino e mi chiedeva di andare a comprarle il giornale o mi dava la buonanotte prima di andare a letto.O che discuteva con me sui programmi televisivi che guardavamo assieme o su un libro che stava leggendo o e aveva appena letto (lei leggeva più di me).
Ora sento solo il silenzio.
Scusatemi il disturbo e spero in una risposta da parte vostra.
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Dr.ssa Carla Maria Brunialti Psicoterapeuta, Psicologo, Sessuologo 18.6k 598


Gentile utente,

immagino (o forse ritengo di poter immaginare)
lo strazio e la solitudine
alla perdita della Sua mamma
con cui viveva in coppia.

L'elaborazione del lutto dura parecchi mesi, normalmente.
Ma Lei chiede aiuto ORA, a distanza di un mese,
come se già intuisse che sarà un'elaborazione difficile.
Può essere.

Non ho alcuna conoscenza diretta di Colleghi Psicologi in quel della Sua città. Ho consultato il data base di questo sito, cosa che anche Lei potrà fare, per vedere se qualcuno dei nostri esperti - lì o nella limitrofa città internazionale - potrà fare al caso Suo.

Un suggerimento sottovoce:
non confonda il dolore con la depressione.
Il primo è quel sentimento squisitamente umano che accompagna la perdita;
la seconda è una patologia.

Riguardo al "lutto complicato", chissà se può aiutarLa questa lettura:
https://www.medicitalia.it/minforma/psicologia/2328-eventi-di-perdita-quando-il-lutto-diventa-complicato.html

Saluti cari.






Dr. Carla Maria BRUNIALTI
Psicoterapeuta, Sessuologa clinica, Psicologa europea.
https://www.centrobrunialtipsy.it/

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Dr.ssa Magda Muscarà Fregonese Psicoterapeuta, Psicologo 3.8k 149
Gentile utente, questo suo dolore, questa difficoltà a staccarsi dalla mamma , nonostante la ragione, nonostante la presenza di una malattia grave in una persona da tanto tempo non più giovane , intenerisce e commuove.

C'è molto di più, del lutto ed anche del lutto persistente, c'è la rottura della complicità , della vicinanza e della vita condivisa, di un affetto che diventava premura , attenzione, calore , reciprocamente l'uno per l'altra .
Penso che le farebbe bene parlarne con un Collega preparato certo , ma anche empatico.. i ricordi , i ricordi belli, si riaccendono parlandone, illuminano il pensiero, ancora, ed aiutano a costruire quella "figura interna", quasi una costante viva presenza nel cuore, che fa sentire meno soli e più ricchi e forti, perchè l'amore che abbiamo ricevuto ed anche dato c'è ancora , come una ricchezza nascosta..
Restiamo in ascolto, ci riscriva quando vuole.. per parlarci delle cose belle che avete vissuto insieme e della straordinaria comunicazione che c'era tra voi..

MAGDA MUSCARA FREGONESE
Psicologo, Psicoterapeuta psicodinamico per problemi familiari, adolescenza, depressione - magda_fregonese@libero.it

[#3]
Utente
Utente
Vi ringrazio per le gentili risposte. Non specifico la mia età nè quella di mia madre, che tanto non ha alcuna importanza .I rapporti tra me e mia madre fin dall'adolescenza sono stati contrassegnati da alti e bassi , in particolare quanto ero molto più giovane ho provato sentimenti di grave risentimento e persino odio verso di lei che era la tipica madre chioccia , non solo con me, ma soprattutto con me . Ma c'è stata sempre una costante, almeno da parte mia ma nei suoi riguardi,: il terrore di perderla. Lei, con mio padre quando era in vita, è stata lo scudo protettivo fra me ed il mondo che mi ha sempre fatto paura. Ho rinunciato, sempre per il terrore di perderla, a d occasioni di lavoro che mi avrebbero allontanato da casa , ho avuto scarsa vita sociale soprattutto negli ultimi anni quando vivere con lei mi bastava ed appagava e per quanto riguarda le relazioni affettive non mi hanno mai interessato veramente -ero sessualmente promiscuo ma, sempre meno col passare degli anni- e mi accontentavo.
Comunque l'ho persa ugualmente e tutti miei sforzi sono stati inutili a quanto pare. Avete ragione. Chiederò aiuto ad uno psicoterapeuta (empatico? Come faccio a saperlo?) e frequenterò gruppi di auto-aiuto come mi ha consigliato il mio medico di base. Grazie per avermi ascoltato
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Dr.ssa Carla Maria Brunialti Psicoterapeuta, Psicologo, Sessuologo 18.6k 598
Ci ha fatto piacere occuparci di Lei.

Se ritiene, si rifaccia vivo quando lo desidera.