Fame nervosa
Salve, vi scrivo per chiedere un consulto riguardo la fame nervosa. È da due anni che ci soffro, infatti il mio peso è aumentato di 50 kg, adesso peso 95 kg. Ho cercato di fare la dieta però non riesco mai a completarla, cominciando a mangiare di nascosto dai miei. Continuo a mangiare anche senza avere fame, non capendo il motivo. Ad essere sincera non compio una vita attiva, cioè col peso che ho mi sono isolata dalla società e non sò piu che fare. Vi prego ditemi cosa devo fare, perché nonostante voglia cambiare ricado nel tunnel
[#1]
Gentile utente,
il cibo ha valenze simboliche oltre che nutritive; e dunque si mangia ... anche se non si ha fame.
I disturbi collegati all'assunzione del cibo rappresentano un importante segnale di disagio,
sia quando compaiono in modo occasionale - mal di stomaco, nausea, vomito al mattino -,
sia tanto più quando i disturbi sono costanti o frequenti oppure più severi, quali disarmonie nell'assunzione del cibo come anoressia o bulimia e binge eating.
Se collocati nella fase adolescenziale, i disturbi alimentari rivestono connotazioni specifiche legate soprattutto all'esperienza e all'immagine corporea, all'identità, alle relazioni.
Lei, giustamente preoccupata per sè, ci chiede cosa fare.
Come in ogni disturbo serio
il "fai da te" non porta a grandi risultati.
E neppure l'aiuto di un singolo esperto, in questa situazione.
Un team di esperti è il meglio che Le si può consigliare,
a cui rivolgersi con fiducia (e con l'azienda sanitaria).
I dettagli li troverà qui:
https://www.medicitalia.it/blog/psicologia/6999-anoressia-bulimia-binge-eating-come-sconfiggere-i-dca.html
comprese le sedi dei Centri (pubblici) che si occupano dei disturbi alimentari in ogni regione d'Italia (in "Per approfondire")
Non attenda oltre.
Saluti cordiali.
Dr. Carla Maria BRUNIALTI
Psicoterapeuta, Sessuologa clinica, Psicologa europea.
https://www.centrobrunialtipsy.it/
[#4]
Utente
Ho letto l'articolo e devo dire che è molto interessante. Ad esserle sincera verso l'età della pubertà ho avuto i primi sintomi dell'anoressia, cioè non desideravo né mangiare fuori con amici né partecipare a feste per la paura che si dovesse mangiare, volevo diventare sempre più magra perché appunto come c'era scritto nell'articolo pensavo che mangiando non si cresce ma si ingrassa. Poi non so proprio cosa è successo, forse le insoddisfazioni della mia vita mi hanno portata ad abbandonare me stessa, non rispettando più i stereotipi della società. Non ho un buon rapporto col cibo e questa fame nervosa non sta giovando neanche ai miei, non riescono a comprendermi credono solo che sia perché sono una 'mangiona', forse hanno ragione però una mangiona almeno dovrebbe essere felice mentre io ne sto soffrendo moltissimo, non ce la faccio nonostante cerchi di cambiare mi sembra di sentire una vocina che mi spinga verso il cibo. Questa nomina nei miei confronti scaturisce dal fatto che mi hanno sorpresa più volte a mangiare di nascosto, nonostante io dica di fare la dieta. Lo so è una cosa terribile, però nella mia testa dico di voler fare la dieta ma poi nei fatti non concludo niente. Una domanda, quando nascondiamo ai genitori, a cui diciamo di fare la dieta, che mangiamo di nascosto chi delle due parti è presa in giro, cioè io che dico a me stessa di fare la dieta e poi non lo faccio oppure i miei che più volte sono rimasti delusi di me nel scoprire il fatto?
[#5]
Gentile utente,
il "fare di nascosto" non è frutto del prendere/si in giro,
bensì dell'incapacità; di una incapacità che talvolta viene percepita come impotenza.
Incapacità nel
nel tenere a bada la propria "vocina",
nel farsi comprendere dalle pesone che più ci amano,
nel voler cambaire e non riuscirci per niente,
.... .
Il fatto di riconoscere tale incapacità personale può rappresentare
- anzichè un'umiliazione -
una molla che spinge a chiedere aiuto a chi per professione si occupa di questo problema a cento tentacoli che sono i DCA (Disturbi del Comportamento Alimentare).
Ho dato un'occhiata alla mappa della Sua regione (v. la bibliografia dell'articolo citato) e ho visto che in alcune province ci sono quei Centri specifici per i DCA. Provi a prendere contatto telefonicamente.
Se lo desidera,
ci faccia sapere.
il "fare di nascosto" non è frutto del prendere/si in giro,
bensì dell'incapacità; di una incapacità che talvolta viene percepita come impotenza.
Incapacità nel
nel tenere a bada la propria "vocina",
nel farsi comprendere dalle pesone che più ci amano,
nel voler cambaire e non riuscirci per niente,
.... .
Il fatto di riconoscere tale incapacità personale può rappresentare
- anzichè un'umiliazione -
una molla che spinge a chiedere aiuto a chi per professione si occupa di questo problema a cento tentacoli che sono i DCA (Disturbi del Comportamento Alimentare).
Ho dato un'occhiata alla mappa della Sua regione (v. la bibliografia dell'articolo citato) e ho visto che in alcune province ci sono quei Centri specifici per i DCA. Provi a prendere contatto telefonicamente.
Se lo desidera,
ci faccia sapere.
[#6]
Utente
Dottoressa controlleró la presenza di un centro DCA nelle mie vicinanze. Ma prima di questo volevo chiederle se è possibile recuperare il controllo senza la partecipazione di un intero gruppo di medici che mi possano aiutare sia fisicamente che psicologicamente, cioè da sola non potrei riuscirci?
[#8]
Gentile ragazza,
mi sembra di capire che ci ha già provato,
con una trasmigrazione da sintomo a sintomo (da anoressia a bulimia),
ma senza esito positivo.
Se però ancora ha la speranza di farcela da sola,
provi per un tempo predeterminato, ad es. un mese, al termine del quale trarrà Lei stessa le conclusioni.
Questo "esperimento" però facendo un patto con se stessa:
se l'esito sarà negativo o incerto
si impegnerà a chiedere aiuto a tempi brevi.
I Centri non si compongono di "un intero gruppo di medici",
bensì di una équipe multidisciplinare che comprende lo/a psicologo/a ma anche altri specialisti quali dietologo, endocrinologo, psichiatra, ecc. e che La incontreranno singolarmente, ognuno per l'aspetto di propria competenza.
Siccome tale struttura discende dalle “linee guida” internazionali (NICE e APA), è la stessa Azienda Sanitaria pubblica a farsi carico economicamente di tutto il percorso (il pagamento è di un modesto ticket, ed inoltre gratuità completa sempre, dopo che il disturbo viene diagnosticato).
Saluti cari.
mi sembra di capire che ci ha già provato,
con una trasmigrazione da sintomo a sintomo (da anoressia a bulimia),
ma senza esito positivo.
Se però ancora ha la speranza di farcela da sola,
provi per un tempo predeterminato, ad es. un mese, al termine del quale trarrà Lei stessa le conclusioni.
Questo "esperimento" però facendo un patto con se stessa:
se l'esito sarà negativo o incerto
si impegnerà a chiedere aiuto a tempi brevi.
I Centri non si compongono di "un intero gruppo di medici",
bensì di una équipe multidisciplinare che comprende lo/a psicologo/a ma anche altri specialisti quali dietologo, endocrinologo, psichiatra, ecc. e che La incontreranno singolarmente, ognuno per l'aspetto di propria competenza.
Siccome tale struttura discende dalle “linee guida” internazionali (NICE e APA), è la stessa Azienda Sanitaria pubblica a farsi carico economicamente di tutto il percorso (il pagamento è di un modesto ticket, ed inoltre gratuità completa sempre, dopo che il disturbo viene diagnosticato).
Saluti cari.
Questo consulto ha ricevuto 10 risposte e 2.4k visite dal 22/10/2017.
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