Famiglia
utente: 467737 Sono una ragazza di 47 anni. Vivo da tanto tempo fuori dall´Italia, ma non sono riuscita a farmi una famiglia anche se l´ho sempre voluta, peró ho un lavoro e degli amici. Ho una famiglia di origine assillante, entrante, che tutte le volte che vado in Italia mi vuole raggiungere divunque sia. Sono come una cometa da raggiungere. Solo che loro non capiscono che che mi invadono, che non mi rispettano, insomma tra me e loro non c´e un vincolo affettivo vero, solo di ruoli. Da premettere che ho una sorella bopolare e borderline che non è mai stata curata e una madre depressa che si sente normale. Mio padre vive in questo ambiente pensando che la strana sono io. Mia sorella detta legge in casa come se fosse normale. In passato i miei genitori me l´hanno affidata come se io fossi la madre perché non sapevano come trattarla. Insomma vorrei tornare in Italia o vicino perché penso che il mio futuro sia lá, ma non ci riesco. Vorrei un consiglio. Faccio tereapia da molti anni, ma tante problematuche tipo queste non sono riuscita a risolverle. Grazie
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Gentile utente,
mi ha colpito il Suo definirsi "ragazza di xx anni" e mi è tornato alla mente il libro "Ragazze di 50 anni" (di M. Piazza. Oscar Mondadori).
Come se Lei, pur avendo un'età non più adolescenziale, si sentisse ancora una "ragazza" alla ricerca dei confini con la Sua famiglia d'origine, come si fa appunto nell'adolescenza o poco dopo.
Occorre tuttavia osservare che tale processo riesce più facile e "naturale" quando,
in parallelo con chi desidera distanziarsi (il/la figlio/a),
c'è chi "lascia andare".
Quando cioè i genitori, riconoscendo che tale percorso avviene nel solco di una normale evolutività,
permettono il distanziamento dei figli/e
senza innescare sensi di colpa,
senza creare artificiose necessità di essere aiutati
ed altro.
Meccanismi che di fatto portano il figlio/a a interporre centinaia e migliaia di chilometri per sfuggire loro,
MA inutilmente, dato che se li porta appresso ovunque va, perchè "loro" sono "dentro".
Sicuramente la Sua/o terapeuta queste cose gliele avrà ripetute allo sfinimento,
senza riuscire ancora però a penetrare dentro quel guscio
pur dopo anni di psicoterapia.
Di questa resistenza ne avete parlato tra Voi?
Talvolta occorre cambiare terapeuta,
talvolta approccio.
Talvolta occorre lavorare con maggiore decisione e coraggio su di sè,
percependosi quasi fuori tempo massimo.
Saluti cordiali.
Dr. Carla Maria BRUNIALTI
Psicoterapeuta, Sessuologa clinica, Psicologa europea.
https://www.centrobrunialtipsy.it/
Questo consulto ha ricevuto 3 risposte e 1.5k visite dal 22/10/2017.
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