Paura di non farcela
Gent.mi specialisti,
sono una ragazza di 19 anni e frequento il secondo anno del mio percorso universitario, in professioni sanitarie. In questo periodo sono parecchio confusa riguardo alla mia scelta universitaria, poichè pur non disprezzando il mio corso di laurea, sento che non mi gratifica pienamente. Mi spiego meglio: sono sempre stata una ragazza diligente e ambiziosa, ho sempre ottenuto ottimi risultati a scuola, diplomandomi con il massimo dei voti. Nonostante ciò, al momento di scegliere il percorso universitario, mi sono sentita spiazzata: non riuscivo a capire cosa davvero volessi fare nella vita. Sono naturalmente portata per le discipline umanistiche, tuttavia sono sempre stata affascinata da quelle scientifiche, in cui riesco abbastanza bene, ma solo se mi impegno costantemente e duramente; posso dire di non essere un genio della matematica. Così, l'anno scorso decisi di provare diversi test d'ingresso, tutti di ambito scientifico: entrai in professioni sanitarie e ingegneria. Scelsi professioni sanitarie a causa di un brutto periodo che ho passato nei mesi estivi, caratterizzato da forte ansia, per cui non mi sono sentita di intraprendere un percorso impegnativo come ingegneria. A distanza di un anno, ho superato con ottimi voti tutti gli esami del primo anno e, complessivamente, il corso mi piace ma non mi soddisfa pienamente. Inoltre, sento di aver capito quello che davvero vorrei fare nella vita: studiare fisica per diventare ricercatore. Ho sempre cercato di rinnegare questa mia passione, perchè non la ritengo alla mia portata, data la mia poco spiccata fluidità nelle materie scientifiche. Nonostante ami questo ambito, ciò che mi impedisce di buttarmici a capofitto è la paura di non farcela, di non essere capace di dare quel tipo di esami, soprattutto perchè il corso di laurea in fisica richiede molto impegno e, alla luce di alcuni periodi di forte stress e ansia vissuti in passato, ho paura che questi possano ripresentarsi e compromettere la mia carriera accademica. Si tratta di scegliere tra una strada certa(quella in professioni sanitarie) ed una totalmente incerta (fisica) per i motivi sopra citati. Questa situazione mi crea non poca ansia, perchè avendo fatto questa scelta mi sento sprecata(data la mia ambizione). Anche le persone intorno a me credo si aspettassero qualcosa in più da me, ma la verità è che sono io a sentirmi inferiore, altrimenti non mi importerebbe del giudizio altrui. Sento di essere ad un bivio, ho raggiunto un equilibrio che l'anno scorso, a causa del brutto periodo, non avrei mai pensato di raggiungere. Nonostante ciò vorrei di più, spesso immagino di coronare il mio sogno, ma subito dopo penso che a causa dell'ansia e della mia non accentuata predisposizione per le materie scientifiche, rischierei solo di perdere tempo e di deludere me stessa (in primis) e gli altri. Mi scuso per la lunghezza del messaggio e spero in una vostra risposta. Cordiali saluti.
sono una ragazza di 19 anni e frequento il secondo anno del mio percorso universitario, in professioni sanitarie. In questo periodo sono parecchio confusa riguardo alla mia scelta universitaria, poichè pur non disprezzando il mio corso di laurea, sento che non mi gratifica pienamente. Mi spiego meglio: sono sempre stata una ragazza diligente e ambiziosa, ho sempre ottenuto ottimi risultati a scuola, diplomandomi con il massimo dei voti. Nonostante ciò, al momento di scegliere il percorso universitario, mi sono sentita spiazzata: non riuscivo a capire cosa davvero volessi fare nella vita. Sono naturalmente portata per le discipline umanistiche, tuttavia sono sempre stata affascinata da quelle scientifiche, in cui riesco abbastanza bene, ma solo se mi impegno costantemente e duramente; posso dire di non essere un genio della matematica. Così, l'anno scorso decisi di provare diversi test d'ingresso, tutti di ambito scientifico: entrai in professioni sanitarie e ingegneria. Scelsi professioni sanitarie a causa di un brutto periodo che ho passato nei mesi estivi, caratterizzato da forte ansia, per cui non mi sono sentita di intraprendere un percorso impegnativo come ingegneria. A distanza di un anno, ho superato con ottimi voti tutti gli esami del primo anno e, complessivamente, il corso mi piace ma non mi soddisfa pienamente. Inoltre, sento di aver capito quello che davvero vorrei fare nella vita: studiare fisica per diventare ricercatore. Ho sempre cercato di rinnegare questa mia passione, perchè non la ritengo alla mia portata, data la mia poco spiccata fluidità nelle materie scientifiche. Nonostante ami questo ambito, ciò che mi impedisce di buttarmici a capofitto è la paura di non farcela, di non essere capace di dare quel tipo di esami, soprattutto perchè il corso di laurea in fisica richiede molto impegno e, alla luce di alcuni periodi di forte stress e ansia vissuti in passato, ho paura che questi possano ripresentarsi e compromettere la mia carriera accademica. Si tratta di scegliere tra una strada certa(quella in professioni sanitarie) ed una totalmente incerta (fisica) per i motivi sopra citati. Questa situazione mi crea non poca ansia, perchè avendo fatto questa scelta mi sento sprecata(data la mia ambizione). Anche le persone intorno a me credo si aspettassero qualcosa in più da me, ma la verità è che sono io a sentirmi inferiore, altrimenti non mi importerebbe del giudizio altrui. Sento di essere ad un bivio, ho raggiunto un equilibrio che l'anno scorso, a causa del brutto periodo, non avrei mai pensato di raggiungere. Nonostante ciò vorrei di più, spesso immagino di coronare il mio sogno, ma subito dopo penso che a causa dell'ansia e della mia non accentuata predisposizione per le materie scientifiche, rischierei solo di perdere tempo e di deludere me stessa (in primis) e gli altri. Mi scuso per la lunghezza del messaggio e spero in una vostra risposta. Cordiali saluti.
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“Si tratta di scegliere tra una strada certa(quella in professioni sanitarie) ed una totalmente incerta (fisica) per i motivi sopra citati. ”
Cara Ragazza,
Traduco le sue parole:
Si tratta di scegliere cn la testa o con il cuore?
Si tratta di scegliere un buon marito, perbene che però non ama, o l’amore della sua vita che le fa battere il cuore e non le promette un futuro insieme?
Di sperare ed investire o di accontentarsi?
Si tratta di ascoltarsi, o far vincere le sue paure?
Un mio collega de visu - credo che l’università abbia gli psicologi in convenzione - potrebbe aiutarla a fare chiarezza.
Decida se accontentasi, o rischiare per cercare di essere felice.
Il lavoro, così come l’amore, dovrebbe essere per tutta la vita.
Cara Ragazza,
Traduco le sue parole:
Si tratta di scegliere cn la testa o con il cuore?
Si tratta di scegliere un buon marito, perbene che però non ama, o l’amore della sua vita che le fa battere il cuore e non le promette un futuro insieme?
Di sperare ed investire o di accontentarsi?
Si tratta di ascoltarsi, o far vincere le sue paure?
Un mio collega de visu - credo che l’università abbia gli psicologi in convenzione - potrebbe aiutarla a fare chiarezza.
Decida se accontentasi, o rischiare per cercare di essere felice.
Il lavoro, così come l’amore, dovrebbe essere per tutta la vita.
Cordialmente.
Dr.ssa Valeria Randone,perfezionata in sessuologia clinica.
https://www.valeriarandone.it
Questo consulto ha ricevuto 2 risposte e 1.7k visite dal 17/10/2017.
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