Lo stesso dell'ansia
Salve sono un ragazzo di 22 anni che e' sempre stato tranquillo e solare, anche se fin da ragazzino in situazioni di tensione mi si "chiudeva" lo stomaco con tanto di nausea, ma non l'ho mai considerato un grave problema. In seguito ad una lunga esperienza passata all'estero che mi e' servita a maturare umanamente, e in cui ho in parte rivoluzionato il mio modo di rapportarmi con me stesso e col mondo e di conoscermi (forse fin troppo!), a circa tre mesi dal mio ritorno,probabilmente in seguito a questi veri e propri capovolgimenti esistenziali, inizio ad essere afflitto da problemi di ansia e pensieri molto negativi, che sfociano in un breve episodio depressivo. Mi reco allora da una neurologa che mi prescrive 15 flaconi di Samyr abbinato ad un ansiolitico...Dopo pochi giorni letteralmente rinasco e in sole 3 settimane mi ristabilisco quasi completamente, cancellando i sintomi della depressione completamnte, ma non smetto comunque di prendere ansiolitici, anzi sostituisco Prazene con Tavor, che trovo mi dia maggior tranquillita'. Ora e' qualche mese che continuo a prendere questo ansiolitico, ma mentre di depressione non vi e' traccia non posso dire lo stesso dell'ansia...A periodi piu o meno alterni mi capita di svegliarmi alla mattina con l'ansia, o di essere di malumore e nervoso. Ho provato ad andare in palestra per "scaricare" il sistema nervoso, e ne ho trovato giovamento, cosi pure nel prendere Supradyn (placebo?), ma il problema spesso si ripresenta e io credo sia perche' non ho risolto i problemi esitenziali che erano alla base della crisi, ma li ho semplicemente accantonati. La neurologa mi ha consigliato un'altra cura di Samyr ed eventualmente di rivolgermi ad uno psicoterapeuta, che possa pero' anche prescrivermi farmaci, poiche' a suo parere e' importante che le due cose vadano di pari passo. Volevo sapere un vostro parere, ringraziandovi in anticipo per la disponibilita'
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Gentile ragazzo,
credo che lei possa orientarsi, nella decisione da prendere sul da farsi, da questa frase che lei scrive:
"io credo sia perche' non ho risolto i problemi esitenziali che erano alla base della crisi, ma li ho semplicemente accantonati".
Una psicoterapia sarebbe la strada migliore da iniziare e percorrere per i "problemi esistenziali irrisolti" di cui parla, così come suggerito dalla sua neurologa.
Per la cura farmacologica potrebbe continuare a farsi seguire dalla neurologa che ha avuto sin'ora.
Si possono fare le due cure (farmacologica e psicoterapeutica) con professionisti diversi, ci aveva pensato?
Un caro saluto.
credo che lei possa orientarsi, nella decisione da prendere sul da farsi, da questa frase che lei scrive:
"io credo sia perche' non ho risolto i problemi esitenziali che erano alla base della crisi, ma li ho semplicemente accantonati".
Una psicoterapia sarebbe la strada migliore da iniziare e percorrere per i "problemi esistenziali irrisolti" di cui parla, così come suggerito dalla sua neurologa.
Per la cura farmacologica potrebbe continuare a farsi seguire dalla neurologa che ha avuto sin'ora.
Si possono fare le due cure (farmacologica e psicoterapeutica) con professionisti diversi, ci aveva pensato?
Un caro saluto.
Dott.ssa Giselle Ferretti Psicologa Psicoterapeuta
www.giselleferretti.it
https://www.facebook.com/giselleferrettipsicologa?ref=hl
Questo consulto ha ricevuto 1 risposte e 2.2k visite dal 14/12/2008.
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