Mi sento un disadattato
Buongiorno,
Ho 30 anni e mi sento morto dentro.
Sono sempre stato timido e introverso fin dall infanzia, ma negli ultimi anni le cose sono degenerate.
All università venivo assalito da un senso di ansia incontrollabile, non riuscivo a legare con nessuno, avevo paura di qualsiasi imterazione sociale, tanto che l ultimo anno l ho svolto da non frequentante.
Ho sprecato quelli che dovrebbero essere gli anni piu belli e spensierati della vita. 3 anni senza mai andare ad una festa o semplicemente pranzare coi colleghi di corso, nulla.
Arrivato alla laurea non sono riuscito a trovare lavoro nel mio ambito, a dire la verità non ci ho neanche provato, mi sono limitato a mandare cv per email e nel frattempo svolgevo lavoretti saltuari o non facevo proprio niente.
Passati alcuni anni in questo limbo lavorativo mio padre, stufo di vedermi a casa tutto il giorno, é riuscito ,tramite conoscenti
E raccomandazioni, a procurarmi un lavoro sicuro.
Nonostante sia uno che si da molto da fare,ho rapporti pressoché nulli coi miei colleghi. Non parlo mai,a malapena li saluto, non so mai cosa dire ne comecomportarmi. Vengo sempre assalito da questa maledetta ansia che mi blocca completamente.in 3 anni non sono mai andato ad una cena o una riunione per questo motivo.
A complicare le cose c é anche la mia sessualità. Sono gay.
Non ho problemi col fatto di esserlo ma anche qui entrano in gioco la mia ansia e le mie paure.
Nel corso degli anni ho sempre avuto storielle, non ho mai voluto impegnarmi tranne quelle poche volte che mi sono innamorato.
Attualmente frequento un ragazzo che sono certo si stuferà presto di me. Io ho solo 4 amici, lui invece é molto estroverso e ha una compagnia numerosa nella quale vorrebbe mi inserisca, ma Le poche volte che sono uscito con loro non ho proferito parola, ero bloccato, impacciato... Avrei voluto scappare e lui questa cosa l ha notata e credo che gli pesi molto. Sento che sono un peso per lui, che si meriterebbe di meglio e non riesco piu a vivere il nostro rapporto serenamente.
Mi sento talmente inutile che ho pensato più volte al suicidio, ma poi non ne avrei il coraggio.
Vorrei solo essere una persona normale e avere un po di serenita ma non so cosa fare, ho paura anche a rivolgermi ad un psicologo per la vergogna
Ho 30 anni e mi sento morto dentro.
Sono sempre stato timido e introverso fin dall infanzia, ma negli ultimi anni le cose sono degenerate.
All università venivo assalito da un senso di ansia incontrollabile, non riuscivo a legare con nessuno, avevo paura di qualsiasi imterazione sociale, tanto che l ultimo anno l ho svolto da non frequentante.
Ho sprecato quelli che dovrebbero essere gli anni piu belli e spensierati della vita. 3 anni senza mai andare ad una festa o semplicemente pranzare coi colleghi di corso, nulla.
Arrivato alla laurea non sono riuscito a trovare lavoro nel mio ambito, a dire la verità non ci ho neanche provato, mi sono limitato a mandare cv per email e nel frattempo svolgevo lavoretti saltuari o non facevo proprio niente.
Passati alcuni anni in questo limbo lavorativo mio padre, stufo di vedermi a casa tutto il giorno, é riuscito ,tramite conoscenti
E raccomandazioni, a procurarmi un lavoro sicuro.
Nonostante sia uno che si da molto da fare,ho rapporti pressoché nulli coi miei colleghi. Non parlo mai,a malapena li saluto, non so mai cosa dire ne comecomportarmi. Vengo sempre assalito da questa maledetta ansia che mi blocca completamente.in 3 anni non sono mai andato ad una cena o una riunione per questo motivo.
A complicare le cose c é anche la mia sessualità. Sono gay.
Non ho problemi col fatto di esserlo ma anche qui entrano in gioco la mia ansia e le mie paure.
Nel corso degli anni ho sempre avuto storielle, non ho mai voluto impegnarmi tranne quelle poche volte che mi sono innamorato.
Attualmente frequento un ragazzo che sono certo si stuferà presto di me. Io ho solo 4 amici, lui invece é molto estroverso e ha una compagnia numerosa nella quale vorrebbe mi inserisca, ma Le poche volte che sono uscito con loro non ho proferito parola, ero bloccato, impacciato... Avrei voluto scappare e lui questa cosa l ha notata e credo che gli pesi molto. Sento che sono un peso per lui, che si meriterebbe di meglio e non riesco piu a vivere il nostro rapporto serenamente.
Mi sento talmente inutile che ho pensato più volte al suicidio, ma poi non ne avrei il coraggio.
Vorrei solo essere una persona normale e avere un po di serenita ma non so cosa fare, ho paura anche a rivolgermi ad un psicologo per la vergogna
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Gentile utente,è un passo avanti che abbia scritto a noi, le consiglio veramente di darsi aiuto e tramite il suo medico di base contattare un Collega, nel pubblico o nel privato, da cui farsi aiutare.. Ci sono moltissime persone, di entrambi i sessi che soffrono di questa sua difficoltà, difficoltà che parte da lontano.. Lei ci dice poco di sè della sua storia e della sua famiglia, che educazione ha avuto ? da dove viene questo spirito troppo critico che la fa tacere sempre , chiudersi per paura di sbagliare ?Come sono i rapporti affettivi nella sua famiglia..All'interno di un percorso de visu, si sentirà accolto, mai giudicato, ma molte cose verranno chiarite e potranno essere superate. il fatto di essere gay, non è un problema , perchè subito pensare che il suo compagno si stufi ? Spero che mi ascolti e non sprechi altro tempo prezioso soffrendo e tormentandosi, noi restiamo in ascolto con molti auguri per giorni più felici..
MAGDA MUSCARA FREGONESE
Psicologo, Psicoterapeuta psicodinamico per problemi familiari, adolescenza, depressione - magda_fregonese@libero.it
[#2]
Utente
La ringrazio molto per la risposta.
In effetti mi rendo conto da solo di essere troppo critico con me stesso. A volte anche per una banalità, una parola sbagliata, mi tormento per giorni con la paura di aver fatto una figuraccia o di essere sembrato uno stupido.
In famiglia ho rapporti pressoché nulli. Mio padre non l'ho mai stimato, mia madre é sempre stata ansiosa nei miei confronti e in linra generale hanno sempre preferito mio fratello piu grande, perché riusciva in tutto quello che faceva, mentre io faticavo non poco.
Sono cresciuto con un nonno che mi ha sempre criticato, mai incoraggiato, mai un complimento.
Credevo col tempo di riuscire a superare queste miei difficolta ma si ripresentano sempre piu forti.
In effetti mi rendo conto da solo di essere troppo critico con me stesso. A volte anche per una banalità, una parola sbagliata, mi tormento per giorni con la paura di aver fatto una figuraccia o di essere sembrato uno stupido.
In famiglia ho rapporti pressoché nulli. Mio padre non l'ho mai stimato, mia madre é sempre stata ansiosa nei miei confronti e in linra generale hanno sempre preferito mio fratello piu grande, perché riusciva in tutto quello che faceva, mentre io faticavo non poco.
Sono cresciuto con un nonno che mi ha sempre criticato, mai incoraggiato, mai un complimento.
Credevo col tempo di riuscire a superare queste miei difficolta ma si ripresentano sempre piu forti.
[#3]
Carissimo, è proprio giunta l'ora di ribellarsi a questa cappa di piombo che si è ritrovato addosso..comprendere che i genitori fanno come possono con gli strumenti che hanno, che il vecchio nonno pensava di educare il suo nipotino e si usava la linea dura allora..ok..! però ora basta, che ha già pagato abbastanza, pensi invece che il bambino timido, il ragazzo ipercritico che Lei è stato, è riuscito a laurearsi, ora lavora e lavora bene altrimenti sarebbe stato già licenziato...!
Ora si dia una mano e si faccia aiutare per velocizzare i tempi, da solo, orgogliosamente ci mette tempo, mentre invece può stare meglio, molto meglio presto.. Prendere in mano la propria vita significa questo.. capire i problemi e cercare la soluzione, senza scappare, senza vergognarsi, senza criticarsi..se avesse bisogno di occhiali andrebbe dall'oculista, vero ?
Perciò, pragmaticamente, domani vada dal suo medico e si faccia aiutare.. tante persone hanno letto i nostri testi, il suo è un problema frequente..
Ci riscriva, l'aspettiamo !!
Ora si dia una mano e si faccia aiutare per velocizzare i tempi, da solo, orgogliosamente ci mette tempo, mentre invece può stare meglio, molto meglio presto.. Prendere in mano la propria vita significa questo.. capire i problemi e cercare la soluzione, senza scappare, senza vergognarsi, senza criticarsi..se avesse bisogno di occhiali andrebbe dall'oculista, vero ?
Perciò, pragmaticamente, domani vada dal suo medico e si faccia aiutare.. tante persone hanno letto i nostri testi, il suo è un problema frequente..
Ci riscriva, l'aspettiamo !!
Questo consulto ha ricevuto 3 risposte e 14.4k visite dal 14/10/2017.
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