Depressione e paranoia legate a rapporti personali

Sono una ragazza di 24 anni, ho concluso gli studi e trovato lavoro. Abito con i miei genitori ed ho una sorella più grande, in generale dovrei essere felice e spensierata ma spesso mi ritrovo ad essere depressa e a farmi tante, troppe paranoie. Ho lasciato il mio ragazzo, che aveva la mia età e con il quale stavo da quasi tre anni, più di due anni fa e da allora la mia vita è stata un tormento nonostante allora fossi sicura della mia decisione. Il nostro era un rapporto-non rapporto, io dipendevo emotivamente troppo da lui e lui era molto assente. Lo lasciai perché non volevo più amare lui più di me stessa, non mi piacevo più, mi detestavo e detestavo anche lui ormai. Dopo averlo lasciato ha fatto di tutto per tornare assieme ma io avevo preso la mia decisione, se non che ora tutto sta andando a rotoli. Temo che non troverò più nessun altro, che lui fosse l’unico in grado di amarmi seppur a modo suo, se qualcuno mi dimostra di tenere a me o non ci credo abbastanza o temo di impegnarmi con la persona sbagliata. Lo penso ancora e molto spesso, quasi mai in modo positivo e ho paura di amarlo ancora. Purtroppo lo incontro anche spesso perché abitiamo nella stessa città. Da questo mio malessere nascono molte paranoie anche con le mie amiche. Per esempio un’amica a cui tenevo molto ma che non si comportava sempre bene con me, ora è molto legata a lui ed essendo loro due molto amici io mi sono staccata da lei. Allo stesso modo, un’altra cara amica con la quale sono sempre stata bene, ora sembra legare molto più con loro e a volte mi ignora o la sento molto distante. Spesso mi sento sbagliata perché penso che tutto quanto succeda a causa mia. I pensieri che riguardano il mio ex e queste due mie amiche mi tormentano al punto di rovinarmi giornate intere in cui non penso ad altro, serate fuori nelle quali non riesco a divertirmi o addirittura nottate in cui non riesco a dormire. Ho estremamente bisogno di lasciar andare il passato una volta per tutte in modo da non farmi più impossessare da paranoie che mi rendono triste e nervosa. A volte penso che se tornassi indietro assieme a lui, tutto tornerebbe a posto e mi sentirei amata, sentirei più vicine le amiche che sento di star perdendo e non avrei bisogno di cercare un altro amore, ma non voglio fare una scelta solo per bisogno di stare meglio, voglio innamorarmi per davvero e voglio sentirmi ricambiata. Vorrei un consiglio su come dovrei comportarmi per stare meglio, per superare tutto questo. A volte raggiungo picchi di felicità in cui credo di star superando tutto e subito dopo mi ritrovo depressa, ansiosa, paranoica, nostalgica e molto insicura di me stessa, affronto tutto cercando di fare mille cose, attività, cercando di coltivare hobby, interessi e varie amicizie. Ma non mi basta mai per stare meglio. Provo a innamorarmi, ma mi sento male al pensiero di qualcun altro a fianco a me.
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Dr.ssa Flavia Massaro Psicologo 12.5k 233
Cara Utente,

è probabile che, per qualche motivo risalente presumibilmente alla sua vita passata, lei abbia delle difficoltà di relazione che non le permettono di creare rapporti soddisfacenti, tanto che ha portato avanti per 3 anni una storia con una persona sicuramente "sbagliata": un ragazzo assente, indifferente, che riceveva amore senza ricambiare e che l'ha portata a detestare sia lui che sè stessa.

Al contempo oggi non riesce a legarsi ad altri per paura e forse per il pensiero di non meritare un rapporto diverso da quello che ha concluso:

"se qualcuno mi dimostra di tenere a me o non ci credo abbastanza o temo di impegnarmi con la persona sbagliata".

Forse lei è stata una bambina poco amata, che non sente oggi come "congrue" e sincere le attenzioni che arrivano dagli altri perchè non se ne sente davvero degna.
Rifletta su questa possibilità.

Che rapporto ha avuto e ha con i suoi genitori?
E con sua sorella?

Dr.ssa Flavia Massaro, psicologa a Milano e Mariano C.se
www.serviziodipsicologia.it

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Utente
Utente
Mia sorella ha nove anni più di me e da piccola aveva un rapporto stupendo con nostro padre finché crescendo non è diventato geloso, possessivo e talmente severo da diventare a volte manesco. Nel frattempo io ero piccola e poco obbediente, l'esatto contrario di quello che era stata mia sorella, quindi mio padre mi dava della "canaglia", diceva che lo indispettivo di proposito, probabilmente solo perché non davo ascolto ai suoi ordini. Mia madre ha sempre sopportato questa situazione, però difendendo sempre le sue figlie e questo ha causato una rottura del rapporto famigliare per diversi anni. Mia sorella se n'è andata presto di casa senza più rivedere mio padre per anni, io sono ovviamente rimasta perché troppo piccola, ignorando la sua presenza e optando per un mutismo selettivo. Per anni ho parlato solo con mia madre.
Mia sorella è molto fredda con me, penso perché mi vede tutt'ora come una bambina, ma in realtà non ho mai avuto modo di capire il vero motivo dal momento che mia madre dice che quando sono nata mi voleva molto bene, giocava con me e badava sempre a me.
Ora, da ragazza cresciuta, sono cambiati i rapporti con i miei genitori, cerco di andare d'accordo con mio padre e di avere con lui un buon rapporto. Purtroppo, senza volerlo, a volte denigro mia madre, la tratto in malo modo rispondendo con brutti toni, poi me ne pento in silenzio. Mia sorella la vedo poco o niente anche se a lungo l'ho cercata spesso, ora ho smesso a forza di "rifiuti gentili".
Nonostante un passato un po' burrascoso considero la mia famiglia un luogo sicuro, in caso di bisogno, come la perdita del mio ex lavoro, ho trovato conforto in loro, specialmente in mia madre che è comunque stata sempre la più presente in ogni cosa e che dovrei trattare sicuramente meglio, ma è come se per aggiustare il rapporto con mio padre io abbia dovuto declassare lei.
Vorrei avere un rapporto più unito con mia sorella ma so che l'insistenza non mi porterà a niente, quindi ho deciso di non soffrire più per questa mancanza di relazione nella speranza che un domani lei mi veda cresciuta e inizi di sua spontanea volontà a considerarmi.
Forse da piccola mi sono sentita poco amata da mio padre e ora mi sento poco considerata da mia sorella, ma ho avuto costante nella vita l'amore di mia madre, forse se cercassi di esserle più grata anziché trattarla male non mi sentirei così sola.
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Dr.ssa Flavia Massaro Psicologo 12.5k 233
Questa dinamica probabilmente è proprio come lei la sta analizzando:

"è come se per aggiustare il rapporto con mio padre io abbia dovuto declassare lei".

Farsi benvolere dal papà significa allinearsi a lui e al suo cattivo comportamento nei confronti della mamma, comportamento che forse è stato notato di sua sorella e che magari ha a che fare con il suo allontanamento e soprattutto rifiuto di (ri)costruire un rapporto con lei.

Lei oggi sta trattando male l'unica persona dalla quale si sente realmente amata, sua mamma, e sta trattando bene chi in fondo non le mostra lo stesso affetto.
Si può quindi pensare che i rapporti affettivi siano per lei piuttosto complicati e difficili, soprattutto nel far coesistere l'amore che dà e che può ricevere, e che questo influenzi significativamente il rapporto con i ragazzi.

Non vede infatti alternative fra legarsi alla persona sbagliata (cioè indifferente, che non ricambia e che dà delusioni) e dubitare che possa esistere la persona giusta, il che crea un circolo vizioso e la porta a non fidarsi delle manifestazioni di interesse che riceve perchè non possono non venire dalla persona sbagliata.

Se qualcuno si interessa a lei è insomma probabilmente "sbagliato", mentre chi le interessa (come il suo ex e suo padre) si fa sostanzialmente inseguire da lei e la porta a modificare il suo comportamento per essere accettata.
Spero di essermi espressa chiaramente e di averle dato elementi utili a riflettere sulla sua vita di relazione.

Sono a disposizione se avesse ulteriori domande,
un caro saluto
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Utente
Utente
Ho riletto più e più volte la sua risposta prima di incominciare a riflettere sulle sue parole. Ho notato che quando qualcuno manifesta interesse per me do per scontato che non sia la persona che desidero, mentre desidero chi ha comportamenti freddi o comunque poco interessati o addirittura con secondi fini, in quanto quando mi sento “utile” a qualcuno tendo ad attaccarmi, perché credo che questa persona abbia bisogno del mio affetto. Credo a questo punto che la cosa non si manifesti solamente con i ragazzi ma anche in alcune amicizie e quindi di aver creato dei legami malsani in generale nella mia vita. Ora il mio tentativo vorrebbe essere quello di capire quali persone sono quelle che mi amano davvero, oltre sicuramente a mia madre, e di incominciare a coltivare quei rapporti che potrebbero rendermi felice in quanto amata, ma non sono sicura di saper riconoscere le persone sincere che mi vogliono bene perché mi sento molto confusa, non so quali siano i comportamenti “adottati” normalmente dalle persone per dimostrare affetto e a volte confondo il sentirmi utile con il sentirmi amata. Per fare chiarezza nella mia sfera emotiva e sentimentale mi sto piano piano chiudendo e allontanando, quasi come se la distanza mi permettesse di studiare le persone senza sentirmi coinvolta. Questo comportamento forse è la conseguenza dell’essermi sentita tradita da quelle amiche di cui ho già accennato. Non sono più riuscita ad esprimermi e a confidarmi con loro e ho molta paura di mostrare le mie ferite anche ad altre persone. Come posso sforzarmi di avere nuovamente fiducia? Non posso non fidarmi di nessuno solo perché alcune persone mi hanno ferita, in fondo sicuramente anche io avrò ferito qualcuno con i miei comportamenti e forse quelle persone non lo hanno nemmeno fatto volontariamente, o almeno devo cercare di capire se è così oppure no. Come posso cercare di vedere la realtà da un punto di vista obiettivo e non solo da quello di una persona che si sente tradita? Non voglio chiudermi nelle mie convinzioni e perdere il senso della realtà a causa di sentimenti negativi.
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Dr.ssa Flavia Massaro Psicologo 12.5k 233
"Ho notato che quando qualcuno manifesta interesse per me do per scontato che non sia la persona che desidero, mentre desidero chi ha comportamenti freddi o comunque poco interessati o addirittura con secondi fini, in quanto quando mi sento “utile” a qualcuno tendo ad attaccarmi, perché credo che questa persona abbia bisogno del mio affetto"

Questo meccanismo non deriva da fatti recenti, come quelli successi con le sue amiche, ma da difficoltà relazionali precoci, di origine familiare.

A questo punto non si tratta di capire razionalmente chi è sincero e chi no, perché il problema è diverso, è di natura affettiva ed è dentro di lei, che rifiuta chi le mostra interesse e che è attratta dai rapporti infelici e complicati.

Per modificare questo stato di cose deve necessariamente lavorare su d sé e sulla sua storia relazionale con l'aiuto di uno psicologo, meglio se di orientamento psicodinamico, perché non si tratta di dinamiche che sia possibile modificare in autonomia.

Ci pensi e se vuole mi aggiorni,
Un caro saluto,