Sintomi depressivi
Salve, sono una ragazza di 23 anni, da circa due settimane il mio ragazzo è partito per lavoro presso Milano, premetto che sono siciliana ed entrambi viviamo in due paesini che distano venti minuti circa l'uno dall'altro.
Non appena lui è partito ho iniziato a cambiare umore, a perdere L appetito, ad avere crisi di pianto, e paranoie, ( lui è la persona più buona e seria del mondo, infatti non è il tipo di ragazzo che andrebbe in giro a far nulla) lui stesso soffre a dover essere partito, è ospite di un amico, lo stesso presso cui sta lavorando, e la sera dopo il lavoro sono soliti uscire e stare un po' in giro, io mi fido tantissimo anche perché lui fa di tutto per farmi stare serena, ci sentiamo praticamente sempre, ma io sto soffrendo moltissimo la distanza, anche sapendo che il 31 tornerà, sto vedendo queste due settimane mancanti come un inferno che non riuscirò a superare, ho sempre molta angoscia, tristezza, difficoltà nel passare le giornate tranquilla, ( sono una studentessa e durante la settimane vivo nella città in cui studio) non riesco a distrarmi, ho sbalzi d umore, a volte mi sento crollare e sensazione di panico che ho imparato a gestire poiché tendenzialmente ansiosa. Sono cosciente che il mio cervello non riesce ad accettare il fatto che manchi ancora un po' prima del suo ritorno e sto vivendo molto male questi giorni, facendo il conto alla rovescia, continuamente, cancellando i giorni, e convincendomi che sono sempre meno ( quasi come un disturbo compulsivo) sono una persona insicura e credo di avere una dipendenza affettiva, vorrei tanto riprendermi e convincermi che devo avere pazienza e aspettare queste due settimane con calma.
Vi ringrazio spero in un vostro consiglio
Non appena lui è partito ho iniziato a cambiare umore, a perdere L appetito, ad avere crisi di pianto, e paranoie, ( lui è la persona più buona e seria del mondo, infatti non è il tipo di ragazzo che andrebbe in giro a far nulla) lui stesso soffre a dover essere partito, è ospite di un amico, lo stesso presso cui sta lavorando, e la sera dopo il lavoro sono soliti uscire e stare un po' in giro, io mi fido tantissimo anche perché lui fa di tutto per farmi stare serena, ci sentiamo praticamente sempre, ma io sto soffrendo moltissimo la distanza, anche sapendo che il 31 tornerà, sto vedendo queste due settimane mancanti come un inferno che non riuscirò a superare, ho sempre molta angoscia, tristezza, difficoltà nel passare le giornate tranquilla, ( sono una studentessa e durante la settimane vivo nella città in cui studio) non riesco a distrarmi, ho sbalzi d umore, a volte mi sento crollare e sensazione di panico che ho imparato a gestire poiché tendenzialmente ansiosa. Sono cosciente che il mio cervello non riesce ad accettare il fatto che manchi ancora un po' prima del suo ritorno e sto vivendo molto male questi giorni, facendo il conto alla rovescia, continuamente, cancellando i giorni, e convincendomi che sono sempre meno ( quasi come un disturbo compulsivo) sono una persona insicura e credo di avere una dipendenza affettiva, vorrei tanto riprendermi e convincermi che devo avere pazienza e aspettare queste due settimane con calma.
Vi ringrazio spero in un vostro consiglio
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Cara Utente,
lei ha già scritto qualche mese fa per un'identica situazione, riferendo di un allontanamento del suo ragazzo che le ha provocato intensa sofferenza, e ora il tutto si sta riproponendo.
Nel frattempo ha anche riportato sintomi di natura ansiosa, evidentemente mai curati, nei confronti dei quali si sta illudendo di avere la forza di superare tutto da sola, visto che anche oggi ci parla di:
"sensazione di panico che ho imparato a gestire poiché tendenzialmente ansiosa"
pur essendo di fronte a malesseri che non sta affatto "gestendo" (anche perchè vanno curati e non "gestiti").
In realtà il forte stato di ansia che il distacco dal suo ragazzo le suscita è esso stesso una forma di ansia da separazione sulla quale lei da sola non può avere effetto "ragionando", perchè si tratta di una intensa reazione involontaria che va compresa per essere superata.
Considerando anche i sintomi di derealizzazione/depersonalizzazione che ha riferito in precedenza, come esito della breve rottura della sua routine a seguito di un viaggio, non posso che consigliarle di affrontare più risolutamente il problema chiedendo aiuto a chi possa affiancarla in un percorso che agisca sulle cause che provocano la sua ipersensibilità ai distacchi.
Ci rifletta!
Un caro saluto,
lei ha già scritto qualche mese fa per un'identica situazione, riferendo di un allontanamento del suo ragazzo che le ha provocato intensa sofferenza, e ora il tutto si sta riproponendo.
Nel frattempo ha anche riportato sintomi di natura ansiosa, evidentemente mai curati, nei confronti dei quali si sta illudendo di avere la forza di superare tutto da sola, visto che anche oggi ci parla di:
"sensazione di panico che ho imparato a gestire poiché tendenzialmente ansiosa"
pur essendo di fronte a malesseri che non sta affatto "gestendo" (anche perchè vanno curati e non "gestiti").
In realtà il forte stato di ansia che il distacco dal suo ragazzo le suscita è esso stesso una forma di ansia da separazione sulla quale lei da sola non può avere effetto "ragionando", perchè si tratta di una intensa reazione involontaria che va compresa per essere superata.
Considerando anche i sintomi di derealizzazione/depersonalizzazione che ha riferito in precedenza, come esito della breve rottura della sua routine a seguito di un viaggio, non posso che consigliarle di affrontare più risolutamente il problema chiedendo aiuto a chi possa affiancarla in un percorso che agisca sulle cause che provocano la sua ipersensibilità ai distacchi.
Ci rifletta!
Un caro saluto,
Dr.ssa Flavia Massaro, psicologa a Milano e Mariano C.se
www.serviziodipsicologia.it
Questo consulto ha ricevuto 1 risposte e 866 visite dal 12/10/2017.
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