Un mese soffro ti somatizzazioni più o meno violente

Buongiorno,

da maggio sto vivendo un periodo di forte stress e impegno lavorativo, fatto anche di viaggi e situazioni "nuove". Da circa un mese soffro ti somatizzazioni più o meno violente da ansia, che riguardano per lo più l'apparato gastro intestinale. Mi capita, in situazioni che io vivo come di paura o stress, di avere diarrea, nausea, crampi allo stomaco, senso di svenimento o giramenti di testa. E' una cosa completamente nuova che non ho mai avuto in più di 10 anni di lavoro, forse anche dovuta al fatto che per la prima volta in vita mia ad agosto in vacanza ho vomitato, e ora ci penso molto, mi fa paura e ho paura di perdere il controllo di fronte ad altri e ripetere quell'esperienza negativa.

Il problema è che la situazione di "pericolo" è legata allo stare in situazioni da cui non posso allontanarmi / stare male in presenza di altri, vedi riunioni di lavoro o simili. Quindi quando mi trovo lì inizia il circolo vizioso della paura della paura e spesso questa arriva davvero, con poi sintomi anche fisici come descritto sopra.

Sto facendo psicoterapia da circa 1 anno e mezzo, da cui sono emerse in modo abbastanza evidente alcune mie predisposizioni al controllo, che sfociano in paura delle malattie / star male, di volare, ecc. Penso che la terapia mi sia stata anche utile, soprattutto per capire alcune cose di me, ma allo stesso tempo i problemi non sono ancora risolti e ora ho questo problema cogente che non posso attendere mesi o anni per risolvere.

Mi è stato dato Xanax al bisogno, ma in realtà se il processo negativo si attiva, l'efficacia del farmaco a posteriori è limitata e sono comunque costretto ad andare in bagno o avverto comunque il disagio fisico. Poi generalmente il farmaco fa effetto, mi calmo, e pian piano venendo mendo magari anche la riunione di turno, la cosa passa e sto bene.

Ora, cosa mi suggerite di fare? La psicoterapia va continuata, oppure cambiata / sospesa? Dovrei prendere Xanax in via preventiva ogni volta che ho una situazione di potenziale stress emotivo (quante gocce)? Sono molto preoccupato, ci penso continuamente e temo che questa cosa possa compromettere la mia carriera e la mia vita in genere.

Grazie mille per qualsiasi suggerimento
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Dr.ssa Flavia Massaro Psicologo 12.5k 233
Caro Utente,

quello che descrive è un quadro tipicamente ansioso, che probabilmente è andato incontro ad un peggioramento a causa dei cambiamenti di vita che sta affrontando.

Quando ha iniziato la psicoterapia quali sintomi presentava?
Che diagnosi ha ricevuto?
Che tipo di percorso sta effettuando e con quale cadenza?

Ha ricevuto la prescrizione dello Xanax da un medico psichiatra?
Non sono mai stati utilizzati anche altri farmaci?

Dr.ssa Flavia Massaro, psicologa a Milano e Mariano C.se
www.serviziodipsicologia.it

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Utente
Utente
Gentile Dottoressa,

molte grazie per la cortese risposta. Quando ho iniziato la psicoterapia (dalla psichiatra / psicoterapeuta che mi ha di recente prescritto Xanax al bisogno) avevo semplicemente voglia di provare ad affrontare un percorso per migliorare alcuni aspetti diciamo di debolezza mia intrinseca e "storica": paura di volare, ipocondria, una certa ansia di fondo, ecc. senza però che vi fossero mai state manifestazioni particolarmente eclatanti come sta accadendo ora (mai preso uno psicofarmaco in vita mia).

Ho iniziato quindi a vedere una volta alla settimana la dottoressa, con la quale abbiamo evidenziato alcune caratteristiche della mia personalità, spesso legate ad alcuni atteggiamenti, specie nella fase infantile, di mia madre, con cui tutt'oggi ho un rapporto conflittuale (persona molto critica ed esigente, apprensiva, attenta alle malattie per sé e per gli altri, ecc.).

Ovviamente sono emersi anche altri aspetti che qui è difficile sintetizzare, ma diciamo che la loro comprensione più analitica mi ha parzialmente aiutato ad accettare alcuni aspetti della mia persona. Ecco, non ancora a migliorare drasticamente i problemi per cui inizialmente mi ero approcciato, ma so che il percorso può essere lungo quindi non voglio dire che la terapia sia stata inefficace.

Il problema di adesso, certamente legato ad un acuirsi di un ansia di fondo che già era presente prima, è invece importante e mi impone di trovare con una certa celerità un qualche tipo di risposta, a costo di compromettere la mia vita lavorativa.

Ancora grazie e buon lavoro.
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Dr.ssa Flavia Massaro Psicologo 12.5k 233
Buonasera, e mi scusi per il ritardo con cui le sto rispondendo.

In linea di massima è preferibile che psicoterapia e psicofarmaci siano gestiti da due professionisti diversi ed è anche utile chiedere, quando ci si fa seguire da uno psichiatra, se ha conseguito una formazione in psicoterapia (oltre alla specializzazione in psichiatria), per sapere quale tipo di percorso si sta effettuando e se si sta effettuando un percorso specifico o meno.
Sa se la sua psichiatra ha frequentato anche una scuola quadriennale in psicoterapia e se quindi segue un orientamento preciso?

Premesso che non si può mai sapere in anticipo quanto durerà un percorso:
http://www.serviziodipsicologia.it/quanto-dura-una-psicoterapia-la-sua-durata-e-prevedibile/

alcuni approcci possono richiedere più tempo per "funzionare" mentre altri possono essere abbandonati, se non danno alcun risultato in tempi relativamente brevi.
Per questo per risponderle sarebbe importante sapere qualcosa di più sul lavoro che sta effettuando.