Perchè vivo?
Questa domanda me la pongo da diversi anni ormai, e non trovo mai una risposta.
Il mio disagio sta nel fatto di non riuscire più a sentire l'essenza della vita, dell'amore, dell'amicizia... è come se le cose positive mi arrivassero con un segnale scarso, mentre quelle negative mi arrivassero dirette e immediate.
Non ne parlo con le persone che ho accanto perché non mi sento prima di tutto ascoltata, o capita. Nessuno cerca davvero di aiutarmi, ma tutti si soffermano a dire che devo essere positiva, che tutto passerà, che è solo un brutto periodo, che i problemi li abbiamo tutti ecc...
Ma queste parole come possono essere di conforto?
Non posso essere positiva se tutto mi va male, se tutto quello che ho attorno lo vedo come il male, e questo brutto periodo dura da anni ormai e io ne ho abbastanza.
Penso che l'unica soluzione sia il suicidio, uccidermi e farla finita. E più di una volta ho cercato, e sono stata sul punto di farlo.
Uno dei momenti più brutti della mia vita l'ho passato circa 1 mese e mezzo fa, ero sul punto di uccidermi, avevo addirittura scritto una lettera per i miei genitori dove gli spiegavo perché, ma mi sono fermata, mi sono fermata perché un briciolo di speranza ancora ce l'ho.
Nessuno mi capisce, prima di tutto io. E mi sento strana, diversa da tutti, estranea del mondo ed estranea nella mia stessa vita.
Ciò che prima mi dava sollievo ora non me lo da più, e le mie passioni piano piano stanno venendo messe da parte.
Sono parecchio stressata per la scuola, gli esami, amicizie e amori andati a male, i miei genitori che non mi ascoltano e non mi capiscono, il fatto di non sapere cosa farne della mia vita, il sentirmi un fallimento per gli altri e per me stessa.
Non riesco a fare nulla, le mie giornata le passo da sola nella mia camera, sono rare le volte in cui esco con amici, e queste stesse uscite non sono altro che una medicina che ha effetto solo in quel momento, anche se in modo lieve, e poi torna di nuovo tutto il dolore e il disagio di vivere.
Non so neanche come si possa chiamare ciò che ho, e ho paura di scoprirlo, non per la malattia in sé ma perché in quel momento saprei davvero che ciò che provo è reale, e che non c'è nessuna via di uscita.
Inoltre odio sentirmi dire che sono troppo magra, che devo mangiare... è come se mi sentissi continuamente messa sotto osservazione, ammetto che ci sono periodi in cui non riesco a mangiare nulla neanche volendo, e volte in cui mi ingozzo e voglio sempre più cibo.
Ma non sono fissata sul mio peso, e non mi sento a disagio con il mio corpo.
Il mio disagio sta nel fatto di non riuscire più a sentire l'essenza della vita, dell'amore, dell'amicizia... è come se le cose positive mi arrivassero con un segnale scarso, mentre quelle negative mi arrivassero dirette e immediate.
Non ne parlo con le persone che ho accanto perché non mi sento prima di tutto ascoltata, o capita. Nessuno cerca davvero di aiutarmi, ma tutti si soffermano a dire che devo essere positiva, che tutto passerà, che è solo un brutto periodo, che i problemi li abbiamo tutti ecc...
Ma queste parole come possono essere di conforto?
Non posso essere positiva se tutto mi va male, se tutto quello che ho attorno lo vedo come il male, e questo brutto periodo dura da anni ormai e io ne ho abbastanza.
Penso che l'unica soluzione sia il suicidio, uccidermi e farla finita. E più di una volta ho cercato, e sono stata sul punto di farlo.
Uno dei momenti più brutti della mia vita l'ho passato circa 1 mese e mezzo fa, ero sul punto di uccidermi, avevo addirittura scritto una lettera per i miei genitori dove gli spiegavo perché, ma mi sono fermata, mi sono fermata perché un briciolo di speranza ancora ce l'ho.
Nessuno mi capisce, prima di tutto io. E mi sento strana, diversa da tutti, estranea del mondo ed estranea nella mia stessa vita.
Ciò che prima mi dava sollievo ora non me lo da più, e le mie passioni piano piano stanno venendo messe da parte.
Sono parecchio stressata per la scuola, gli esami, amicizie e amori andati a male, i miei genitori che non mi ascoltano e non mi capiscono, il fatto di non sapere cosa farne della mia vita, il sentirmi un fallimento per gli altri e per me stessa.
Non riesco a fare nulla, le mie giornata le passo da sola nella mia camera, sono rare le volte in cui esco con amici, e queste stesse uscite non sono altro che una medicina che ha effetto solo in quel momento, anche se in modo lieve, e poi torna di nuovo tutto il dolore e il disagio di vivere.
Non so neanche come si possa chiamare ciò che ho, e ho paura di scoprirlo, non per la malattia in sé ma perché in quel momento saprei davvero che ciò che provo è reale, e che non c'è nessuna via di uscita.
Inoltre odio sentirmi dire che sono troppo magra, che devo mangiare... è come se mi sentissi continuamente messa sotto osservazione, ammetto che ci sono periodi in cui non riesco a mangiare nulla neanche volendo, e volte in cui mi ingozzo e voglio sempre più cibo.
Ma non sono fissata sul mio peso, e non mi sento a disagio con il mio corpo.
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Hai indicato che hai 17 anni, quindi non possiamo fornirti aiuto da questo servizio. Per legge, ogni professionista deve assicurarsi che i genitori dei ragazzi minorenni siano informati, per essere autorizzati a intervenire.
Quindi fino a che non compirai 18 anni devi per forza informare i tuoi genitori per ottenere un aiuto professionale. Potresti iniziare dallo sportello ascolto studenti della tua scuola, se ancora studi e farti orientare.
Tuttavia posso dirti che se sei una di quelle persone molto sensibili, che avvertono emozioni e sensazioni in modo più forte della media, è "normale" che le sensazioni negative le senta come sovrastanti rispetto a quelle positive. O per dirla in altri termini, siccome per natura ognuno di noi è programmato per essere più sensibile agli eventi avversi rispetto a quelli positivi, quando si è troppo sensibili finisce che i momenti belli passano del tutto in secondo piano.
Ti raccomando di parlarne con i tuoi e di far loro presente che hai bisogno di un aiuto specialistico. Sei giovanissima e questo facilita molto le possibilità di aiuto.
Quindi fino a che non compirai 18 anni devi per forza informare i tuoi genitori per ottenere un aiuto professionale. Potresti iniziare dallo sportello ascolto studenti della tua scuola, se ancora studi e farti orientare.
Tuttavia posso dirti che se sei una di quelle persone molto sensibili, che avvertono emozioni e sensazioni in modo più forte della media, è "normale" che le sensazioni negative le senta come sovrastanti rispetto a quelle positive. O per dirla in altri termini, siccome per natura ognuno di noi è programmato per essere più sensibile agli eventi avversi rispetto a quelli positivi, quando si è troppo sensibili finisce che i momenti belli passano del tutto in secondo piano.
Ti raccomando di parlarne con i tuoi e di far loro presente che hai bisogno di un aiuto specialistico. Sei giovanissima e questo facilita molto le possibilità di aiuto.
Dr. G. Santonocito, Psicologo | Specialista in Psicoterapia Breve Strategica
Consulti online e in presenza
www.giuseppesantonocito.com
Questo consulto ha ricevuto 1 risposte e 5.3k visite dal 10/10/2017.
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