Timori ed ansie in vista di un trasferimento...
Gentili dottori,
sono una ragazza di 31 anni. Da due anni e mezzo sto con un ragazzo della mia stessa età, ovvero 10 mesi meno di me, con il quale mi vedo ogni due o tre settimane, visto che viviamo a 1200 km uno dall'altro.
Siamo già oltre alle presentazioni in famiglia ect, tanto è vero che entro qualche mese dovremmo andare a convivere. Il motivo per cui vi scrivo è infatti legato a questa futura convivenza.<>Pur essendo convinta dei miei sentimenti per il mio ragazzo, ogni tanto mi assale l'angoscia se faccio la scelta giusta di lasciare la mia famiglia, il mio lavoro ed il mio paese.
E se una volta fatto questo passo dovessi non trovarmi bene a Roma? Vi confesso che per certi versi pur avendo 31 anni, sono ancora un po' mammona e pappona (si dice così?), nonostante lavori da anni come giornalista e addetto stampa, continuo a vivere con loro e mia sorella minore. I miei, pur essendo molto legati a me, appoggiano la mia/nostra scelta di andare a convivere e mi assicurano di aiutarmi in ogni cosa. Per loro la cosa più importante infatti è che io sia contenta, che questo avvenga a 20 km da casa mia o a 1200 km è uguale. Probabilmente le mie paure sono legate ad un'esperienza negativa avuta in una mia storia di vecchia data.
A 23 anni, dopo essermi laureata in lettere, mi sono trasferita a Roma per fare un master e per stare più vicino al mio ragazzo di allora. La nostra storia, durata 2 anni, è finita abbastanza male. Praticamente dopo dieci mesi di soggiorno a Roma, sono tornata a casa mia per via dei sintomi di malattia del panico. I medici dopo diverse visite mi hanno detto che non avevo nessun problema fisiologico.Infatti tali sintomi (aumento del battito cardiaco, sudore freddo, malori sui mezzi di trasporto e ansia) dovuti allo
stress, col tempo sono passati, senza alcun ricorso a medicine o ad esperti.
Tuttavia ci ho messo ben due anni per digerire l'accaduto e per
rimettermi in gioco con qualcun'altro.
Adesso a distanza di anni, mi rendo conto di essere stata molto giovane all'epoca e priva di alcuna esperienza sia lavorativa che sentimentale.
La mia paura è che adesso, in un contesto alquanto diverso mi tocca fare la stessa scelta e andare nella stessa città dove mi sono già trovata male una volta.
Il mio ragazzo insieme ai miei mi dicono di non scervellarsi più di tanto, ora mi trovo in una situazione completamente diversa, nel frattempo sono anche cresciuta, eppure ogni tanto mi vengono in mente i brutti ricordi. Se non ci fossero questi, starei proprio bene, anche perchè mi entusiama molto l'idea di stare al fianco della persona che amo. Inoltre stavolta potrò contare emotivamente oltre sull'aiuto dei miei anche sull'aiuto della famiglia del mio ragazzo.
Certo ricominciare tutto da capo non sarà facile, anche perchè ho un lavoro molto pregiato, ma tramite la famiglia del mio ragazzo, pare che riesca a trovare un lavoro altrettanto interessante e stimolante. Ma è normale che io nonostante le cose filano liscio mi ponga tutte queste domande?
grazie
Utente 11374
sono una ragazza di 31 anni. Da due anni e mezzo sto con un ragazzo della mia stessa età, ovvero 10 mesi meno di me, con il quale mi vedo ogni due o tre settimane, visto che viviamo a 1200 km uno dall'altro.
Siamo già oltre alle presentazioni in famiglia ect, tanto è vero che entro qualche mese dovremmo andare a convivere. Il motivo per cui vi scrivo è infatti legato a questa futura convivenza.<>Pur essendo convinta dei miei sentimenti per il mio ragazzo, ogni tanto mi assale l'angoscia se faccio la scelta giusta di lasciare la mia famiglia, il mio lavoro ed il mio paese.
E se una volta fatto questo passo dovessi non trovarmi bene a Roma? Vi confesso che per certi versi pur avendo 31 anni, sono ancora un po' mammona e pappona (si dice così?), nonostante lavori da anni come giornalista e addetto stampa, continuo a vivere con loro e mia sorella minore. I miei, pur essendo molto legati a me, appoggiano la mia/nostra scelta di andare a convivere e mi assicurano di aiutarmi in ogni cosa. Per loro la cosa più importante infatti è che io sia contenta, che questo avvenga a 20 km da casa mia o a 1200 km è uguale. Probabilmente le mie paure sono legate ad un'esperienza negativa avuta in una mia storia di vecchia data.
A 23 anni, dopo essermi laureata in lettere, mi sono trasferita a Roma per fare un master e per stare più vicino al mio ragazzo di allora. La nostra storia, durata 2 anni, è finita abbastanza male. Praticamente dopo dieci mesi di soggiorno a Roma, sono tornata a casa mia per via dei sintomi di malattia del panico. I medici dopo diverse visite mi hanno detto che non avevo nessun problema fisiologico.Infatti tali sintomi (aumento del battito cardiaco, sudore freddo, malori sui mezzi di trasporto e ansia) dovuti allo
stress, col tempo sono passati, senza alcun ricorso a medicine o ad esperti.
Tuttavia ci ho messo ben due anni per digerire l'accaduto e per
rimettermi in gioco con qualcun'altro.
Adesso a distanza di anni, mi rendo conto di essere stata molto giovane all'epoca e priva di alcuna esperienza sia lavorativa che sentimentale.
La mia paura è che adesso, in un contesto alquanto diverso mi tocca fare la stessa scelta e andare nella stessa città dove mi sono già trovata male una volta.
Il mio ragazzo insieme ai miei mi dicono di non scervellarsi più di tanto, ora mi trovo in una situazione completamente diversa, nel frattempo sono anche cresciuta, eppure ogni tanto mi vengono in mente i brutti ricordi. Se non ci fossero questi, starei proprio bene, anche perchè mi entusiama molto l'idea di stare al fianco della persona che amo. Inoltre stavolta potrò contare emotivamente oltre sull'aiuto dei miei anche sull'aiuto della famiglia del mio ragazzo.
Certo ricominciare tutto da capo non sarà facile, anche perchè ho un lavoro molto pregiato, ma tramite la famiglia del mio ragazzo, pare che riesca a trovare un lavoro altrettanto interessante e stimolante. Ma è normale che io nonostante le cose filano liscio mi ponga tutte queste domande?
grazie
Utente 11374
[#1]
Gentile utente,
solo Lei e' in grado di capire se la sua scelta e' quella giusta.
Faccia con calma tutti i suoi 'pro' e 'contro' e decida cosa fare. Credo che la situazione sia troppo complessa per poterla facilmente discutere sul web.
Cordiali Saluti
Dr. F.S. Ruggiero
http://www.francescoruggiero.it
solo Lei e' in grado di capire se la sua scelta e' quella giusta.
Faccia con calma tutti i suoi 'pro' e 'contro' e decida cosa fare. Credo che la situazione sia troppo complessa per poterla facilmente discutere sul web.
Cordiali Saluti
Dr. F.S. Ruggiero
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https://wa.me/3908251881139
https://www.instagram.com/psychiatrist72/
[#2]
Cara amica,
credo che un ciclo di psicoterapia breve non possa cghe farle bene. A Roma, provi a rivolgersi al dr. Francesco Mancini (http://www.apc.it/).
Saluti
Silvio Presta
www.silvio-presta-psichiatra.tk
credo che un ciclo di psicoterapia breve non possa cghe farle bene. A Roma, provi a rivolgersi al dr. Francesco Mancini (http://www.apc.it/).
Saluti
Silvio Presta
www.silvio-presta-psichiatra.tk
Silvio Presta
[#4]
Gentile utente,
dissento dal collega in merito alla possibilita' di un trattamento di tipo cognitivo-comportamentale in quanto la sua problematica non si struttura specificamente su dei sintomi di tipo ansioso con condotte specifiche ma e' un disturbo maggiormente correlato alle scelte di vita che sta per fare in modo definitivo.
La sua scelta, che le pone tanta preoccupazione, deve essere ponderata in funzione di tutte le condizioni che la favoriscono e la sfavoriscono.
Pertanto, solo Lei puo' infine decidere cosa fare.
Se poi si dovessero presentare dei sintomi ansiosi specifici potra', qualora avesse deciso di venire a Roma, rivolgersi ad uno psicoterapeuta.
Cordiali Saluti
Dr. F.S. Ruggiero
http://www.francescoruggiero.it
dissento dal collega in merito alla possibilita' di un trattamento di tipo cognitivo-comportamentale in quanto la sua problematica non si struttura specificamente su dei sintomi di tipo ansioso con condotte specifiche ma e' un disturbo maggiormente correlato alle scelte di vita che sta per fare in modo definitivo.
La sua scelta, che le pone tanta preoccupazione, deve essere ponderata in funzione di tutte le condizioni che la favoriscono e la sfavoriscono.
Pertanto, solo Lei puo' infine decidere cosa fare.
Se poi si dovessero presentare dei sintomi ansiosi specifici potra', qualora avesse deciso di venire a Roma, rivolgersi ad uno psicoterapeuta.
Cordiali Saluti
Dr. F.S. Ruggiero
http://www.francescoruggiero.it
[#5]
Cara utente,
nella descrizione dei suoi problemi sono riportati fenomeni di panico e importanti elementi dubitativi che possono essere inquadrati nello spettro ossessivo. In queste condizioni, ed anche in assenza di una diagnosi psichiatrica conclamata, la psicoterapia cognitivo-comportamentale è, come ampiamente riportato in letteratura, tra le più utili.
Cari saluti
Silvio Presta
nella descrizione dei suoi problemi sono riportati fenomeni di panico e importanti elementi dubitativi che possono essere inquadrati nello spettro ossessivo. In queste condizioni, ed anche in assenza di una diagnosi psichiatrica conclamata, la psicoterapia cognitivo-comportamentale è, come ampiamente riportato in letteratura, tra le più utili.
Cari saluti
Silvio Presta
[#6]
Gentile utente,
sono d’accordo con il collega Dott. Ruggiero sia per quanto riguarda la complessità della decisione che è difficile da affrontare in un forum, sia per il fatto che non credo al momento ci siano le indicazioni per una psicoterapia.
Comprendo i suoi timori e le sue ansie soprattutto per la precedente esperienza che, senza dubbio, ha contribuito a crearle ma è anche vero che adesso lei sta vivendo tutta un'altra situazione: un nuovo rapporto, un età più matura, il completo appoggio dei suoi cari e della famiglia del suo compagno. Questo non è poco.
Mi sembra di capire che desidera fare questo passo ma lo teme (e chi non lo temerebbe? E’ un passo importante) ma nessuno può prendere questa decisione per lei. Valuti bene la situazione e scelga quello che reputa più giusto.
Cordiali saluti
Dr.ssa Cristiana Cecchi
sono d’accordo con il collega Dott. Ruggiero sia per quanto riguarda la complessità della decisione che è difficile da affrontare in un forum, sia per il fatto che non credo al momento ci siano le indicazioni per una psicoterapia.
Comprendo i suoi timori e le sue ansie soprattutto per la precedente esperienza che, senza dubbio, ha contribuito a crearle ma è anche vero che adesso lei sta vivendo tutta un'altra situazione: un nuovo rapporto, un età più matura, il completo appoggio dei suoi cari e della famiglia del suo compagno. Questo non è poco.
Mi sembra di capire che desidera fare questo passo ma lo teme (e chi non lo temerebbe? E’ un passo importante) ma nessuno può prendere questa decisione per lei. Valuti bene la situazione e scelga quello che reputa più giusto.
Cordiali saluti
Dr.ssa Cristiana Cecchi
Dr.ssa Cristiana Cecchi
[#7]
Esistono numerose tecniche di psicoterapia breve (vedi la psicoterapia interpersonale breve) che sono molto utili in questi casi, così come inutili in casi più severi. Se un ciclo di sedute è suffuciente a 'sbloccare' questo lieve nucleo ossessivo, perchè non provare?
Cari saluti
Silvio Presta
Cari saluti
Silvio Presta
Questo consulto ha ricevuto 7 risposte e 4.4k visite dal 27/03/2006.
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Cos'è l'ansia? Tipologie dei disturbi d'ansia, sintomi fisici, cognitivi e comportamentali, prevenzione, diagnosi e cure possibili con psicoterapia o farmaci.