Nessuna
Salve. Volevo fare una domanda in merito a un leitmotiv della mia vita. L'episodio che racconto è l'ennesimo, ma in ogni fase della vita ho avuto il medesimo problema. Sto vedendo un terapeuta, il quale sostiene che io ci soffra semplicemente troppo. VOlevo solo capire perché mi capita sempre questa cosa:
sulla carta io dovrei gestire un gruppo di 4 persone. Per un motivo o per l'altro (vista l'esperienza decennale di due di questi), ho instaurato un rapporto di collaborazione che funziona molto bene con i due suddetti, peggio con gli altri due. Degli altri due c'è un sessantenne che soffre per la perdita del suo vero lavoro (causa crisi). La seconda, a mio avviso, ha sempre rotto le scatole impropriamente. Non mi è piaciuta da subito, ma piace a tutti gli altri. Ha rapporti di amicizia con tutte le ragazze dell'altro gruppo e con il capo. Ce l'ha immensamente con il sessantenne (alle volte quest'uomo sbaglia, altre è arrabbiato e intrattabile, quindi i fatti le danno ragione, ma, più e più volte, le parole di quest'ultimo vengono romanzate e stravolte. Ne viene sottolineata ogni mancanza. Io tendo a riportare l'ago della bilancia sullo zero e tutte mi assalgono dicendo che lo difendo).
In genere cerco sempre di non prevaricare la suddetta ragazza.
Mi piace avere ordine sul luogo di lavoro. Giovedì avevo la possibilità di smaltire dello scarto e ho solo avvertito il capo che si trattava di pezzi del prodotto di punta e che erano tanti. Mi ha chiesto da dove venissero e ho risposto riportando i fatti: il capo reparto ha chiamato chiedendo se potevano andare o se doveva buttarli. Il capo turno li aveva mandati avanti (poi è passato che l'operatore ha fatto tutto da solo). Insomma, ritrovati questi pezzi, è stato detto che andavano selezionati. L'operatore del turno successivo li aveva visti e bastava solo l'ok per la rottamazione.
Il capo si è incazzato pensando che, come dice sempre la ragazza di cui sopra, il capo reparto avesse mandato avanti il materiale contro la volontà di quest'ultima è ha detto di far smaltire i pz all'operatore che ha generato il danno.
Per evitare che malauguratamente il capo passasse a controllare al mattino e l'operazione non fosse stata eseguita, mi sono permessa di scrivere se per favore poteva far rottamare i pezzi all'operatore. Mi ha mandato una mail viperica dicendo che lei aveva detto che erano scarti, mi ha attaccata davanti al capo dicendo che l'ho esautorata andando a chiedere al capo se i pezzi andavano bene e che lei se li buttava da sola, che sa gestirsi da sola. Non avevo detto o fatto nulla. Ha rigirato la situazione a suo piacimento finché ha cominciato a urlare: "Quanti capi ho?" . In teoria io sono il suo capo e quello che lei chiama capo è il mio. Poi ha cominciato a dire che le do della bugiarda e io ho risposto: "sì", perchè stava raccontando bugie e perché spesso rivolta le parole degli altri a suo piacimento. Perché nella mia vita capita sempre questo?
sulla carta io dovrei gestire un gruppo di 4 persone. Per un motivo o per l'altro (vista l'esperienza decennale di due di questi), ho instaurato un rapporto di collaborazione che funziona molto bene con i due suddetti, peggio con gli altri due. Degli altri due c'è un sessantenne che soffre per la perdita del suo vero lavoro (causa crisi). La seconda, a mio avviso, ha sempre rotto le scatole impropriamente. Non mi è piaciuta da subito, ma piace a tutti gli altri. Ha rapporti di amicizia con tutte le ragazze dell'altro gruppo e con il capo. Ce l'ha immensamente con il sessantenne (alle volte quest'uomo sbaglia, altre è arrabbiato e intrattabile, quindi i fatti le danno ragione, ma, più e più volte, le parole di quest'ultimo vengono romanzate e stravolte. Ne viene sottolineata ogni mancanza. Io tendo a riportare l'ago della bilancia sullo zero e tutte mi assalgono dicendo che lo difendo).
In genere cerco sempre di non prevaricare la suddetta ragazza.
Mi piace avere ordine sul luogo di lavoro. Giovedì avevo la possibilità di smaltire dello scarto e ho solo avvertito il capo che si trattava di pezzi del prodotto di punta e che erano tanti. Mi ha chiesto da dove venissero e ho risposto riportando i fatti: il capo reparto ha chiamato chiedendo se potevano andare o se doveva buttarli. Il capo turno li aveva mandati avanti (poi è passato che l'operatore ha fatto tutto da solo). Insomma, ritrovati questi pezzi, è stato detto che andavano selezionati. L'operatore del turno successivo li aveva visti e bastava solo l'ok per la rottamazione.
Il capo si è incazzato pensando che, come dice sempre la ragazza di cui sopra, il capo reparto avesse mandato avanti il materiale contro la volontà di quest'ultima è ha detto di far smaltire i pz all'operatore che ha generato il danno.
Per evitare che malauguratamente il capo passasse a controllare al mattino e l'operazione non fosse stata eseguita, mi sono permessa di scrivere se per favore poteva far rottamare i pezzi all'operatore. Mi ha mandato una mail viperica dicendo che lei aveva detto che erano scarti, mi ha attaccata davanti al capo dicendo che l'ho esautorata andando a chiedere al capo se i pezzi andavano bene e che lei se li buttava da sola, che sa gestirsi da sola. Non avevo detto o fatto nulla. Ha rigirato la situazione a suo piacimento finché ha cominciato a urlare: "Quanti capi ho?" . In teoria io sono il suo capo e quello che lei chiama capo è il mio. Poi ha cominciato a dire che le do della bugiarda e io ho risposto: "sì", perchè stava raccontando bugie e perché spesso rivolta le parole degli altri a suo piacimento. Perché nella mia vita capita sempre questo?
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Cara Utente,
vedo che in seguito a precedenti consulti ha deciso di farsi aiutare e questo è molto importante perchè sta fecendo l'unica cosa che può davvero consentirle di cambiare e di essere più serena.
Che tipo di percorso sta effettuando? Da quanto tempo? Con che cadenza?
Ha ricevuto una diagnosi precisa?
Come si trova con il terapeuta? e' psicologo o psichiatra?
In passato ha parlato della sua bulimia: è risolta o è ancora presente? E' stata inquadrata come disturbo a sè stante o come parte di un'altra diagnosi?
vedo che in seguito a precedenti consulti ha deciso di farsi aiutare e questo è molto importante perchè sta fecendo l'unica cosa che può davvero consentirle di cambiare e di essere più serena.
Che tipo di percorso sta effettuando? Da quanto tempo? Con che cadenza?
Ha ricevuto una diagnosi precisa?
Come si trova con il terapeuta? e' psicologo o psichiatra?
In passato ha parlato della sua bulimia: è risolta o è ancora presente? E' stata inquadrata come disturbo a sè stante o come parte di un'altra diagnosi?
Dr.ssa Flavia Massaro, psicologa a Milano e Mariano C.se
www.serviziodipsicologia.it
Questo consulto ha ricevuto 1 risposte e 828 visite dal 07/10/2017.
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