Separazione: marito e figlia

Buonasera, in questo periodo non sto passando un bel momento, in quanto oltre alla perdita di uno zio avvenuta ieri mattina, sono anche in fase di separazione.
Ho 23 anni, sono sposata da un anno e convivo con mio marito da due.
Premetto che sono mamma di una bambina di tre anni, avuta dalla precedente relazione durata solo tre mesi, in quanto rimasi incinta che stavo insieme al mio ragazzo da poco e quando io scoprii la gravidanza, lui mi lasciò. A cinque mesi da quando ero stata lasciata, io mi fidanzai con un ragazzo che conoscevo dall'etá di 14 anni , e dopo due mesi nacque mia figlia, il padre non fu presente alla nascita, ma la riconobbe e poi sparì.
Dopo qualche mese decidemmo di convivere e mio marito fin da subito fece le veci del padre. Ai due anni di mia figlia, ci sposammo, ma dopo due mesi, lui venne licenziato per fallimento, andò in depressione però soltanto a novembre, era irriconoscibile e assieme a ciò anche il rapporto tra me e mio marito. Ho sempre cercato di proteggere mia figlia dalle nostre discussioni, ma lei ha capito in breve tempo che tra me e il papà (lei lo ha sempre chiamato così) stava accadendo qualcosa, non vedendo più "il filo che ci univa" (lei chiama così le fedi, in seguito ad un discorso). L'altro giorno mio marito, mi disse che non ce la faceva più senza un'occupazione, non ce la faceva assolutamente, aveva bisogno di isolarsi da tutto il mondo,non era colpa mia ma sua, in poche parole mi stava lasciando. La conclusione fu che per il bene della bambina e anche perché lui non riusce a staccarsi da me, stiamo entrambi sotto al tetto coniugale(volendo potrebbe andare dalla madre ma ha detto che non riesce a stare senza di me) e non facciamo alcuna separazione, se non quella in casa dove lo sappiamo solo noi. Aggiungo che non siamo in conflitto, il contatto fisico è rimasto.
Sono preoccupata per mia figlia però, già è senza il suo papà natuale e adesso si deve subire pure questa, poi mi fa stare male il fatto che secondo me mio marito sia ancora depresso e non ne sia pienamente consapevole. Attendo cortesemente un consiglio da parte vostra. Grazie
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Dr. Giuseppe Santonocito Psicologo, Psicoterapeuta 16.3k 372
Si tratta di una situazione delicata e dovrebbero essere valutate attentamente sia la situazione della sua bambina, cioè il suo carattere e il modo in cui sta reagendo a questa seconda perdita (non tutti i bambini si comportano e percepiscono allo stesso modo gli eventi traumatici), sia la situazione di suo marito. Probabilmente gli avrà consigliato di rivolgersi a uno specialista, o magari lo avrà già fatto. In ogni caso è proprio questo che sarebbe necessario. Purtroppo la depressione - se di questo si tratta, cosa che deve essere diagnosticata da un clinico - porta con sé la perdita d'interesse per le cose che prima ci interessavano e ci appassionavano e quindi a volte anche per le relazioni.

Non possiamo darle consigli da qui, sarebbe improprio. Tuttavia possiamo raccomandarle di sentire uno specialista, se possibile andandoci insieme a suo marito e non portando con voi la bambina, almeno in un primo momento; se poi ce ne sarò bisogno sarà il collega a farlo presente. Vi suggerisco uno psicologo, ma sarebbe bene che anche un medico vedesse suo marito.

Dr. G. Santonocito, Psicologo | Specialista in Psicoterapia Breve Strategica
Consulti online e in presenza
www.giuseppesantonocito.com

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Utente
Utente
La ringrazio per la tempestiva risposta. Sono preoccupata più di prima, ho appena parlato con mio marito che oggi è andato a prendere la bambina a scuola, mi ha detto che le maestre, ignare della situazione,hanno osservato che la bambina è poco vivace, parla meno e non è più felice com'è prima, a volte sembra che cerchi di piangere , gli hanno detto che dovremmo portarla da uno psicologo, allora lui ha spiegato la situazione. In più di notte, mia figlia ha cominciato a svegliarsi cercando sia me che il papà, finché non siamo entrambi con lei continua a piangere. Per vari motivi, abitualmente andremmo a letto a mezzanotte,ma adesso siamo costretti ad andare a letto alle 3 di notte e poi svegliarci alle 7, io per vestirla e lui per portarla a scuola. Lei non sa ancora che il suo papà naturale è un altro, ma ha capito che sta perdendo un papà, a me chiede sempre cos'ha il papà e a lui chiede perché non abbiamo più "il filo che ci unisce"(lei chiama così le fedi, da quando ci aveva chiesto cosa fossero " quei cerchi gialli al dito" e noi le avevamo spiegato che era come un filo che ci univa dal giorno del matrimonio) . Mio marito è già seguito per la depressione e non vuole fare terapie di coppia perché è convinto di non provare più sentimenti per me se non il semplice volersi bene, non so come fargli capire che è la depressione, la causa (come Lei mi ha confermato). In questo momento sono più confusa di prima, sto male per lui e ho paura per il comportamento di mia figlia, perché la sto rovinando già a tre anni e la paura di perdere definitivamente mio marito non mi aiuta. Secondo lei, mio marito capirà e ritorneremo insieme?
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Dr. Giuseppe Santonocito Psicologo, Psicoterapeuta 16.3k 372
Impossibile dire cosa succederà, purtroppo non siamo indovini. Ogni caso è un caso e situazioni complesse apparentemente identiche possono avere esiti diversi.

Tuttavia le posso suggerire cosa NON fare e non aspettarsi, per non aumentare le probabilità che le cose vadano verso una direzione indesiderata.

Innanzitutto io non le ho dato conferma di nessuna causa. Le ho semplicemente detto che la depressione, a volte, può portare con sé perdita d'interesse per le relazioni e disinnamoramento. Ma "portare con sé" non vuol dire "la depressione causa necessariamente la fine di una relazione". Perché spesso, purtroppo, succede proprio il contrario: molte persone che si disinnamorano cadono in depressione perché non riescono ad accettare la perdita d'amore verso l'altro. Quindi la esorto a non attaccarsi a nessuna rassicurazione o certezza, per quanto faticoso possa essere.

Secondo, se suo marito è già seguito da uno specialista (quale, e con che tipo di cura?) dovete attendere che le cure, se efficaci, abbiano effetto e che la depressione guarisca e solo DOPO si potrà vedere in che termini è rimasta la vostra relazione.

Terzo, il mio approccio (strategico) non è favorevole a portare i bambini piccoli dallo psicologo, se non assolutamente necessario. Nei problemi relazionali tipicamente è meglio che dallo psicologo ci vadano i genitori, per farsi insegnare come gestire le ansie dei propri figli. Perciò il suggerimento è che anche lei si rivolga a uno psicologo, da sola, per farsi aiutare a gestire le sue, e di conseguenza quelle della bambina.

Infine, eviti di far sentire suo marito sotto pressione cercando di convincere lui e se stessa che se non sente più nulla dev'essere per forza per causa della depressione e che una terapia di coppia risolverebbe tutto. Non è detto. Gli lasci spazio. Se si sta curando, lasci che si curi e poi si starà a vedere. Allenti la presa a sua volta, eviti di cadere nella trappola dell'inseguire l'altro che si allontana. Se lui un giorno deciderà di continuare a stare insieme, dovrà essere una sua scelta (di lui). Non si può lasciarsi convincere ad amare, ci si può solo arrivare da soli.

Cordiali saluti
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Utente
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La ringrazio
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Dr. Giuseppe Santonocito Psicologo, Psicoterapeuta 16.3k 372
Prego,
Un saluto