Dipendenza affettiva
Gentili dottori,
sto ricorrendo alla psicologia (sia in terapia che come approfondimento individuale) da circa 2/3 mesi in seguito all'insorgere di una forte crisi depressiva per tentare di vederci chiaro su certi aspetti. La mia è una problematica familiare: padre depresso, clima conflittuale, senso di colpa, tentato suicidio, tutto a partire da una famiglia piena d'amore che si è frantumata quando i figli erano nel pieno della crescita. Ho iniziato a studiare scienze politiche parallelamente alla terapia, con il maggior impegno possibile sto provando a capirci di più, con tanta sofferenza, soprattutto sento un fortissimo senso di disperazione nel distacco da mia madre e nel pensiero che lei un giorno morirà e dovrò vivere senza di lei. Qui sta il punto: penso di essere sempre stata dipendente affettivamente da lei. Posso risolvere tutto? Mi sento veramente disperata perché ci vorrà molto tempo e per ora il distacco dal terapeuta riesco ad affrontarlo in maniera molto difficile, perché sento un bisogno disperato di parlare sempre ininterrottamente , per cui scrivo qua per sopravvivere. È possibile uscirne? La gente in cura da voi ce la fa? Vi ringrazio
sto ricorrendo alla psicologia (sia in terapia che come approfondimento individuale) da circa 2/3 mesi in seguito all'insorgere di una forte crisi depressiva per tentare di vederci chiaro su certi aspetti. La mia è una problematica familiare: padre depresso, clima conflittuale, senso di colpa, tentato suicidio, tutto a partire da una famiglia piena d'amore che si è frantumata quando i figli erano nel pieno della crescita. Ho iniziato a studiare scienze politiche parallelamente alla terapia, con il maggior impegno possibile sto provando a capirci di più, con tanta sofferenza, soprattutto sento un fortissimo senso di disperazione nel distacco da mia madre e nel pensiero che lei un giorno morirà e dovrò vivere senza di lei. Qui sta il punto: penso di essere sempre stata dipendente affettivamente da lei. Posso risolvere tutto? Mi sento veramente disperata perché ci vorrà molto tempo e per ora il distacco dal terapeuta riesco ad affrontarlo in maniera molto difficile, perché sento un bisogno disperato di parlare sempre ininterrottamente , per cui scrivo qua per sopravvivere. È possibile uscirne? La gente in cura da voi ce la fa? Vi ringrazio
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Carissima, questo mi pare piuttosto chiaro:
"per ora il distacco dal terapeuta riesco ad affrontarlo in maniera molto difficile, perché sento un bisogno disperato di parlare sempre ininterrottamente".
Ne ha parlato con chi la sta seguendo?
Non ricordo che terapia sta effettuando e con che cadenza: può specificarlo?
"per ora il distacco dal terapeuta riesco ad affrontarlo in maniera molto difficile, perché sento un bisogno disperato di parlare sempre ininterrottamente".
Ne ha parlato con chi la sta seguendo?
Non ricordo che terapia sta effettuando e con che cadenza: può specificarlo?
Dr.ssa Flavia Massaro, psicologa a Milano e Mariano C.se
www.serviziodipsicologia.it
[#2]
Ex utente
Non so il nome specifico della terapia. Ho iniziato due mesi fa ma ci siamo viste solo 4 volte per via delle ferie e dell'inizio dell'università. L'ultima visita è stata ieri e oggi le ho proprio detto di sentire la necessità di fare due volte a settimana perché non ce la faccio, quindi la rivedo domani pomeriggio. Non mi piace neanche il fatto che mi sia affezionata, è molto brava perché sto capendo tante cose nuove per guardarmi dentro, però ho mille cose nella testa e da affrontare con lei quindi ci vuole tempo e seguire l'università per me è uno sforzo immane per ora, non parlo con nessuno e dormo malissimo la notte (dormo massimo 3 ore e per il resto piango)
Gli unici attimi in cui riprendo vita sono guardando fotografie di quando ero piccola e c'era amore e io non ero colpevole di nulla, ma appena realizzo che sono passati anni vorrei gridare
Ci sono invece momenti (soprattutto la mattina presto) in cui realizzo che l'unica soluzione è morire perché io sono la causa in quanto essere umano dannoso
Gli unici attimi in cui riprendo vita sono guardando fotografie di quando ero piccola e c'era amore e io non ero colpevole di nulla, ma appena realizzo che sono passati anni vorrei gridare
Ci sono invece momenti (soprattutto la mattina presto) in cui realizzo che l'unica soluzione è morire perché io sono la causa in quanto essere umano dannoso
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Ha fatto bene a chiederle di vedervi di più e non deve spaventarsi se si sta creando un buon rapporto fra voi:
"Non mi piace neanche il fatto che mi sia affezionata".
Non tutti i rapporti sono deludenti come quelli che ha vissuto in famiglia e se prova dell'attaccamento nei confronti della psicologa questo non può che essere positivo e agevolare il lavoro.
"Non mi piace neanche il fatto che mi sia affezionata".
Non tutti i rapporti sono deludenti come quelli che ha vissuto in famiglia e se prova dell'attaccamento nei confronti della psicologa questo non può che essere positivo e agevolare il lavoro.
[#4]
Ex utente
Il problema è che sento di starmi affezionando allo stesso modo in cui mi sono affezionata a una mia prof del liceo, già sento di volerle bene e ho paura si crei di nuovo quel rapporto di dipendenza che ho con la professoressa e con mia mamma
Ciò che non riesco a capire è il perché di questo mio attaccamento a donne più grandi, nonostante sia mio padre ad essere depresso e non mia madre
Ciò che non riesco a capire è il perché di questo mio attaccamento a donne più grandi, nonostante sia mio padre ad essere depresso e non mia madre
[#5]
Una certa dipendenza è insita e anche necessaria nel rapporto terapeutico, almeno all'inizio, e con il passare del tempo e il progredire della terapia ci si occupa anche di scioglierla, se non si fosse già attenuata.
Suo padre non era e non è disponibile emotivamente, essendo depresso, mentre sua madre - pur con altre mancanze - evidentemente lo è stata e questo ha consentito di creare un legame più stretto che ha rivissuto nel rapporto con la prof.
Con suo padre un tale legame non avrebbe potuto instaurarsi.
Suo padre non era e non è disponibile emotivamente, essendo depresso, mentre sua madre - pur con altre mancanze - evidentemente lo è stata e questo ha consentito di creare un legame più stretto che ha rivissuto nel rapporto con la prof.
Con suo padre un tale legame non avrebbe potuto instaurarsi.
[#9]
Ex utente
Dottoressa ho bisogno di chiederle un'altra cosa
Chi prova odio, è una persona necessariamente cattiva? Ho provato odio verso una persona che mi amava incondizionatamente e che mi vedeva come suo punto di riferimento
So che ci devo lavorare in terapia ma è una cosa che mi tormenta perché non avevo nessuno motivo di odiarla
Chi prova odio, è una persona necessariamente cattiva? Ho provato odio verso una persona che mi amava incondizionatamente e che mi vedeva come suo punto di riferimento
So che ci devo lavorare in terapia ma è una cosa che mi tormenta perché non avevo nessuno motivo di odiarla
Questo consulto ha ricevuto 9 risposte e 1.3k visite dal 03/10/2017.
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