Dipendenza affettiva, ansia o scuse?
Gentili dottori, oggi voglio chiedervi un consulto riguardante una terza persona, Mauro, il mio compagno.
Circa una settimana fa mi sono sentita dire da lui una delle frasi più brutte che penso si possano dire ad un compagno, in quanto durante una discussione nella quale gli chiedevo di allontanarsi dalla sua famiglia e da sua madre per la quale chiaramente nutre una dipendenza malsana lui mi ha risposto: "Io vi amo entrambe."
Lasciando andare il fatto che questo per me sia stato un duro colpo, avendomi sottratto la mia identità con questo, come si fa ad allontanarsi da una famiglia, in questo caso soprattutto dalla madre, che chiaramente lo tiene in giogo tramite la dipendenza affettiva?
Mauro é da pochissimo in cura con uno psicologo, perché fino ad ora non ha voluto darmi ascolto senza darmi una valida motivazione, ma io, come sua partner da ormai 10 anni, come posso aiutarlo in questo?
Perché la nostra relazione é vicina al fallimento, lui dice di soffrire di ansia e per questo di non riuscire a cercare una casa per convivere con me, vuole sempre stare a casa dei suoi quel poco che ci vediamo, non nominiamo nemmeno le festività che non abbiamo mai passato da soli come coppia, ogni cosa secondo lui va condivisa con loro, soprattutto con la madre, e la cosa peggiore é che non fa che collezionare scuse senza darmi mai ascolto, evito persiono di discuterne con lui perché sembra totalmente asservito a loro, sembra ragionare con la loro testa e mi da risposte che riconosco non essere sue.
Lo conosco da dieci anni, so che persona é e non é chi io vedo adesso.
Inoltre la madre lo tratta malissimo e più lei fa così più lui vuole stare con lei, parlare con lei e mantenere questo rapporto assolutamente fuori dal comune e che mi disturba!
Anche io ho sofferto di ansia e anche io ho sofferto di problemi relazionali dati dalla dipendenza ma tutto quello che mi ha aiutato nel superare i miei problemi, con lui non funziona perché lui non accetta e non riconosce il problema.
Io spero che questo suo psicologo riesca a fargli tirare fuori tutto questo, ma io da compagna cosa posso fare?
Ho anche da poco scoperto che sua madre parla male di me con lui e mi da colpe per il suo malessere e lui dice che ha ragione e che io e sua madre dovremmo parlare e smettere di farci la guerra, ma io non ho una relazione con lei bensì con lui!
Sono disperata e non so se riuscirò ad andare avanti così, nonostante lo ami e mi farebbe male lasciarlo, ma io non mi sento più un individuo parte della sua vita. Mi sento una carta nel mazzo, per quanto lui mi dica che mi ama non me lo dimostra, e io così non posso continuare.
Grazie in anticipo a chi potrà rispondermi.
Circa una settimana fa mi sono sentita dire da lui una delle frasi più brutte che penso si possano dire ad un compagno, in quanto durante una discussione nella quale gli chiedevo di allontanarsi dalla sua famiglia e da sua madre per la quale chiaramente nutre una dipendenza malsana lui mi ha risposto: "Io vi amo entrambe."
Lasciando andare il fatto che questo per me sia stato un duro colpo, avendomi sottratto la mia identità con questo, come si fa ad allontanarsi da una famiglia, in questo caso soprattutto dalla madre, che chiaramente lo tiene in giogo tramite la dipendenza affettiva?
Mauro é da pochissimo in cura con uno psicologo, perché fino ad ora non ha voluto darmi ascolto senza darmi una valida motivazione, ma io, come sua partner da ormai 10 anni, come posso aiutarlo in questo?
Perché la nostra relazione é vicina al fallimento, lui dice di soffrire di ansia e per questo di non riuscire a cercare una casa per convivere con me, vuole sempre stare a casa dei suoi quel poco che ci vediamo, non nominiamo nemmeno le festività che non abbiamo mai passato da soli come coppia, ogni cosa secondo lui va condivisa con loro, soprattutto con la madre, e la cosa peggiore é che non fa che collezionare scuse senza darmi mai ascolto, evito persiono di discuterne con lui perché sembra totalmente asservito a loro, sembra ragionare con la loro testa e mi da risposte che riconosco non essere sue.
Lo conosco da dieci anni, so che persona é e non é chi io vedo adesso.
Inoltre la madre lo tratta malissimo e più lei fa così più lui vuole stare con lei, parlare con lei e mantenere questo rapporto assolutamente fuori dal comune e che mi disturba!
Anche io ho sofferto di ansia e anche io ho sofferto di problemi relazionali dati dalla dipendenza ma tutto quello che mi ha aiutato nel superare i miei problemi, con lui non funziona perché lui non accetta e non riconosce il problema.
Io spero che questo suo psicologo riesca a fargli tirare fuori tutto questo, ma io da compagna cosa posso fare?
Ho anche da poco scoperto che sua madre parla male di me con lui e mi da colpe per il suo malessere e lui dice che ha ragione e che io e sua madre dovremmo parlare e smettere di farci la guerra, ma io non ho una relazione con lei bensì con lui!
Sono disperata e non so se riuscirò ad andare avanti così, nonostante lo ami e mi farebbe male lasciarlo, ma io non mi sento più un individuo parte della sua vita. Mi sento una carta nel mazzo, per quanto lui mi dica che mi ama non me lo dimostra, e io così non posso continuare.
Grazie in anticipo a chi potrà rispondermi.
[#1]
Gentile Utente,
non sappiamo da qui quale sia il problema del Suo compagno, quindi se si tratta di dipendenza, ansia o altro.
Posso chiederLe se il Suo compagno è figlio unico? Ha ancora il papà?
Sono frequenti situazioni come questa, ma ritengo abbia fatto bene a chiedere aiuto ad uno psicologo perchè il vero problema non è tanto la madre del ragazzo, quanto la sua inerzia nel restare in una situazione asfissiante (che potrebbe anche andare bene così a lui... in fondo i cambiamenti richiedono sforzo, stress e voglia di cambiare!).
Questo ragazzo lavora? Ha una indipendenza e autonomia, almeno economica?
non sappiamo da qui quale sia il problema del Suo compagno, quindi se si tratta di dipendenza, ansia o altro.
Posso chiederLe se il Suo compagno è figlio unico? Ha ancora il papà?
Sono frequenti situazioni come questa, ma ritengo abbia fatto bene a chiedere aiuto ad uno psicologo perchè il vero problema non è tanto la madre del ragazzo, quanto la sua inerzia nel restare in una situazione asfissiante (che potrebbe anche andare bene così a lui... in fondo i cambiamenti richiedono sforzo, stress e voglia di cambiare!).
Questo ragazzo lavora? Ha una indipendenza e autonomia, almeno economica?
Dott.ssa Angela Pileci
Psicologa,Psicoterapeuta Cognitivo-Comportamentale
Perfezionata in Sessuologia Clinica
[#2]
Utente
Il mio compagno ha una sorella e sì ha ancora il padre. Lavora e ha indipendenza economica.
Quello che ha scritto Lei, cioé che il problema potrebbe essere proprio il suo rimanere nella situazione asfissiante senza cambiarla e magari proprio per una sua scelta, l'ho pensato anche io ma in questo caso immagino avrei ben poco da fare, no?
Quello che ha scritto Lei, cioé che il problema potrebbe essere proprio il suo rimanere nella situazione asfissiante senza cambiarla e magari proprio per una sua scelta, l'ho pensato anche io ma in questo caso immagino avrei ben poco da fare, no?
[#3]
Utente
Inoltre ci tengo a precisare che quando gli chiedo perché lui non riesca a cambiare questa sua condizione che lo fa star male a detta sua e che si riflette su di noi lui imputa tutto all'ansia, dice che lui vuole cambiare ma non può e che non vede l'ora di star meglio per cambiare la sua vita.
[#4]
Se il Suo fidanzato è una persona ansiosa, è molto probabile che faccia fatica a modificare quelle abitudini consolidate, per quanto sbagliate e disfunzionali.
A questo punto, bisogna capire se in terapia ne parla con il terapeuta e se deciderà di prendere le distanze dalla famiglia di origine.
Cordiali saluti,
A questo punto, bisogna capire se in terapia ne parla con il terapeuta e se deciderà di prendere le distanze dalla famiglia di origine.
Cordiali saluti,
[#7]
Gentile Ragazza,
Dici anni nelle condizioni che racconta, sono davvero tantissimi.
Anche lei però, perché è stata così paziente?
Tollerate?
Accomodante?
I cambiamenti si attuano in due, e gli sbagli si rinforzano in due..
Le allego del materiale sulla dipendenza affettiva, ma nel mio sito personale troverà tanto altro
https://www.valeriarandone.it/psicologia/dipendenza-affettiva/
https://www.medicitalia.it/blog/psicologia/4078-l-amore-affamato-la-dipendenza-d-amore.html
https://www.medicitalia.it/blog/psicologia/6605-fame-d-amore-ansia-e-depressione-sono-correlate.html
Dici anni nelle condizioni che racconta, sono davvero tantissimi.
Anche lei però, perché è stata così paziente?
Tollerate?
Accomodante?
I cambiamenti si attuano in due, e gli sbagli si rinforzano in due..
Le allego del materiale sulla dipendenza affettiva, ma nel mio sito personale troverà tanto altro
https://www.valeriarandone.it/psicologia/dipendenza-affettiva/
https://www.medicitalia.it/blog/psicologia/4078-l-amore-affamato-la-dipendenza-d-amore.html
https://www.medicitalia.it/blog/psicologia/6605-fame-d-amore-ansia-e-depressione-sono-correlate.html
Cordialmente.
Dr.ssa Valeria Randone,perfezionata in sessuologia clinica.
https://www.valeriarandone.it
[#9]
Utente
Gentile dott.ssa Randone, purtroppo so che ho delle responsabilità in questa situazione, e durante la terapia che ho seguito chiesi consiglio alla mia terapista in quanto cercando di cambiare la situazione trovavo sempre molta resistenza e negazione da parte del mio ragazzo, e la stessa dottoressa mi consigliò di pazientare ricordandomi i miei periodi di ansia e quanto anche io fossi restìa all'inizio, il mio errore é stato non insistere e non abbastanza.
So di non aver gestito bene la situazione e spero soltanto che riusciremo a risolverla. Leggerò sicuramente il suo blog, grazie per avermi lasciato il link.
So di non aver gestito bene la situazione e spero soltanto che riusciremo a risolverla. Leggerò sicuramente il suo blog, grazie per avermi lasciato il link.
Questo consulto ha ricevuto 9 risposte e 1.2k visite dal 01/10/2017.
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