Situazione disperata
Buonasera, scrivo qui perchè non so più cosa fare. Sono un ragazzo di 23 anni e da anni sono invischiato in un malessere da cui non riesco a uscire. Sono sempre stato molto sensibile e fragile fin da bambino ma il vero disagio è esploso a 14 anni quando ho vissuto molto male la mia prima cotta adolescenziale. Per me il rifiuto è stato un vero e proprio shock e da quel momento qualcosa in profondità dentro di me è cambiato. Mi sono chiuso per anni alla vita, al coinvolgimento emotivo in ogni situazione, a tutto. Sono come entrato come in una sorta di immobilismo psicologico da cui non sono mai uscito. Non sono mai stato sereno.Ho frequentato per due anni la facoltà di ing. civile senza interesse, voglia, entusiasmo, poi ho abbandonato per colpa delle ansie e dei pensieri che mi frullavano per la testa. ho passato l'anno successivo praticamente chiuso in casa uscendo il meno possibile. Scusate la confusione in ciò che scrivo ma sono molto alterato e non ce la faccio più, non riesco a scrivere normalmente.
Per arrivare alla situazione attuale: non studio, non lavoro, vivo con i miei genitori con cui non mi sento bene a parlare, con la mia psicologa ormai le sedute non portano più a niente perchè sono troppo ansioso/arrabbiato per parlare di qualcosa. Non ho appigli ne sostegni, sono preda dei miei pensieri tutto il giorno e non ce la faccio piu ne a prendere decisioni e soprattutto a perseguirle senza farmi bloccare da dubbi, ansie, sensi di colpa. Sono sprofondato in uno stato tale da non farcela più, sono sempre più convinto di aver esaurito tutte le mie possibilità e che si sono accumulate troppe cose e devo farla finita una volta per tutte. A volte il dolore è talmente forte da non sapere più cosa fare, vorrei solo morire.
Perdonate lo sfogo... Per smuovere qualcosa pensavo che iniziare a scrivere qui mi avrebbe dato almeno un sostegno e modo di sfogarmi...Inoltre spesso vengo su questo sito a leggere consulti di altre persone con problemi simili ai miei (si so che è un comportamento sbagliato che alimenta solo le mie ansie) e trovo sempre che le risposte date dai voi specialisti illuminanti o almeno riescono a dare una visione piu obiettiva delle cose. Sono ben consapevole che non posso risolvere i miei problemi online, ma da uno psicologo di persona. Pensavo anche di sentire uno psichiatra per farmi dare qualche farmaco per tenere a bada lo stato d animo attuale e i pensieri intrusivi solo per un breve periodo iniziale in modo da avere abbastanza lucidità per RIprendere le sedute dalla psicologa in modo produttivo e impostare uno stile di vita diverso per potermi poi un giorno sostenermi da solo senza farmaci. Puo essere una buona idea o prendere dei farmaci andrebbe a silenziare tutti quei pensieri ed emozioni che invece potrebbero essere d aiuto alla mia psicologa per capire ed arrivare al nocciolo della questione?Sono un po confuso.
Perdonate la confusione, ma veramente non ce la faccio più. Voglio solo riprendere in mano la mia vita.
Per arrivare alla situazione attuale: non studio, non lavoro, vivo con i miei genitori con cui non mi sento bene a parlare, con la mia psicologa ormai le sedute non portano più a niente perchè sono troppo ansioso/arrabbiato per parlare di qualcosa. Non ho appigli ne sostegni, sono preda dei miei pensieri tutto il giorno e non ce la faccio piu ne a prendere decisioni e soprattutto a perseguirle senza farmi bloccare da dubbi, ansie, sensi di colpa. Sono sprofondato in uno stato tale da non farcela più, sono sempre più convinto di aver esaurito tutte le mie possibilità e che si sono accumulate troppe cose e devo farla finita una volta per tutte. A volte il dolore è talmente forte da non sapere più cosa fare, vorrei solo morire.
Perdonate lo sfogo... Per smuovere qualcosa pensavo che iniziare a scrivere qui mi avrebbe dato almeno un sostegno e modo di sfogarmi...Inoltre spesso vengo su questo sito a leggere consulti di altre persone con problemi simili ai miei (si so che è un comportamento sbagliato che alimenta solo le mie ansie) e trovo sempre che le risposte date dai voi specialisti illuminanti o almeno riescono a dare una visione piu obiettiva delle cose. Sono ben consapevole che non posso risolvere i miei problemi online, ma da uno psicologo di persona. Pensavo anche di sentire uno psichiatra per farmi dare qualche farmaco per tenere a bada lo stato d animo attuale e i pensieri intrusivi solo per un breve periodo iniziale in modo da avere abbastanza lucidità per RIprendere le sedute dalla psicologa in modo produttivo e impostare uno stile di vita diverso per potermi poi un giorno sostenermi da solo senza farmaci. Puo essere una buona idea o prendere dei farmaci andrebbe a silenziare tutti quei pensieri ed emozioni che invece potrebbero essere d aiuto alla mia psicologa per capire ed arrivare al nocciolo della questione?Sono un po confuso.
Perdonate la confusione, ma veramente non ce la faccio più. Voglio solo riprendere in mano la mia vita.
[#1]
Gentile ragazzo,
per poterti rispondere in modo preciso, posso chiederti prima che tipo di percorso psicologico hai fatto? Si trattava di una psicoterapia? Se sì, con quali obiettivi? Che cosa è emerso durante il percorso? Quali soluzioni proposte?
Quali punti fondamentali su cui lavorare?
per poterti rispondere in modo preciso, posso chiederti prima che tipo di percorso psicologico hai fatto? Si trattava di una psicoterapia? Se sì, con quali obiettivi? Che cosa è emerso durante il percorso? Quali soluzioni proposte?
Quali punti fondamentali su cui lavorare?
Dott.ssa Angela Pileci
Psicologa,Psicoterapeuta Cognitivo-Comportamentale
Perfezionata in Sessuologia Clinica
[#2]
Utente
Sto facendo una terapia psicanalitica da quasi 3 anni...Diciamo che quando ho iniziato la terapia non abbiamo definito un obiettivo ben preciso, mi sono rivolto ad uno psicologo/psicoterapeuta perchè ero apatico, triste depresso...Il mio era un malessere diffuso e pervasivo che si era sedimentato in tanti anni di sofferenza e chiusura, di cui anch'io stesso avevo difficoltà a spiegare/capire cosa mi stesse succedendo o come mi sentissi...Quindi abbiamo deciso di iniziare a sbrogliare la matassa con la speranza di stare meglio un giorno...
Durante il percorso è emerso:
_forte paura delle emozioni radicata nel profondo, in sostanza io faccio veramente fatica a essere coinvolto emotivamente in quello che faccio, a esserci, a vivere le cose assaporandone le sensazioni che mi portano, a viverle. Tantè che sia in seduta che nella mia vita io cerco sempre di risolvere i problemi "senza entrarci", senza viverli e attraversarli....è difficile spiegare ma è come se mi mettessi "dall'esterno" a fare qualcosa sperando che poi qualcosa dentro di me cambi. Razionalizzo tutto.
_ho un giudice interno che mi critica, mi giudica, mi sminuisce sempre enormemente qualsiasi cosa faccia,senta,dica h24. Non lascio spazio all'essere come sono, devo essere sempre impeccabile,mai sbagliare o avere delle mancanze.
_tendenza a controllare tutto nel mio mondo interno, non lascio che il cambiamento avvenga, ma cerco di forzare le cose, diciamo.
_porto sempre una maschera in ogni situazione, fin da piccolo sono sempre stato quello pacato, che non si arrabbia mai, va sempre tutto bene, composto, sempre politically correct che non dice mai quello che pensa cosi com è. Anche se dentro di me cè tutt'altro. Non ce la faccio proprio a essere genuino è spontaneo, ma fin da piccolo è sempre stato cosi.
_ A volte non mi accorgo di come sto. Nel senso che è emerso durante il percorso di avere una forte rabbia dentro, e di essere sempre stato ansioso... ma non ne ero consapevole, in qualche modo non me ne accorgevo. Una volta la psicologa mi parlò di alessitimia, penso si riferisse a questo. Questo è uno dei pochi lati su cui qualche progresso ce stato. Ora sono un po piu consapevole delle mie emozioni.
Non so, tutte queste cose si sono ripresentate anche nel rapporto con la psicologa e credo che abbiano reso più difficile l'analisi.
Anche adesso scrivendo mi accorgo di non averlo fatto in modo spontaneo e naturale ma sto come cercando di razionalizzare tutto e di comunicarvelo come un robot.
Io in sostanza mi chiedevo se dei farmaci potessero togliermi il pessimismo e farmi tornare il buonumore, rendermi la mente piu serena e non sentire più tutti i pensieri ansiosi e giudicanti che ho in testa per poi così ripartire.
Inoltre ce una cosa che mi angoscia un pò: è normale che io provi stima e ammirazione per la mia psicologa? L'ho presa come esempio di modello di persona che vorrei essere, da cui trarre spunto e ispirazione, e avere una vita come la sua. Io ho sempre vissuto non come avrei voluto, e in lei vedo tante caratteristiche che vorrei sviluppare anch'io. All'inizio dell'analisi io vagavo senza meta, senza sapere di preciso come sarei voluto diventare e avere davanti questa persona mi ha spronato e dato diciamo un obiettivo," un sogno" a cui puntare sul tipo di persona che voglio diventare. Credo sia stata una cosa positiva per me....Quando mi sento depresso e perso nella rovina ed autocommiserazione vado su facebook a guardare il suo profilo,cosa fa, come vive, e ciò mi da una ventata di positività, mi risolleva il morale e mi fa sentire di nuovo ispirato e motivato a cambiare.
Mi vergogno molto a scrivere queste cose...Tutto ciò è normale? Devo dirlo alla mia psicologa? Secondo voi dovrei smettere questa cosa?
Grazie a chiunque risponderà
Durante il percorso è emerso:
_forte paura delle emozioni radicata nel profondo, in sostanza io faccio veramente fatica a essere coinvolto emotivamente in quello che faccio, a esserci, a vivere le cose assaporandone le sensazioni che mi portano, a viverle. Tantè che sia in seduta che nella mia vita io cerco sempre di risolvere i problemi "senza entrarci", senza viverli e attraversarli....è difficile spiegare ma è come se mi mettessi "dall'esterno" a fare qualcosa sperando che poi qualcosa dentro di me cambi. Razionalizzo tutto.
_ho un giudice interno che mi critica, mi giudica, mi sminuisce sempre enormemente qualsiasi cosa faccia,senta,dica h24. Non lascio spazio all'essere come sono, devo essere sempre impeccabile,mai sbagliare o avere delle mancanze.
_tendenza a controllare tutto nel mio mondo interno, non lascio che il cambiamento avvenga, ma cerco di forzare le cose, diciamo.
_porto sempre una maschera in ogni situazione, fin da piccolo sono sempre stato quello pacato, che non si arrabbia mai, va sempre tutto bene, composto, sempre politically correct che non dice mai quello che pensa cosi com è. Anche se dentro di me cè tutt'altro. Non ce la faccio proprio a essere genuino è spontaneo, ma fin da piccolo è sempre stato cosi.
_ A volte non mi accorgo di come sto. Nel senso che è emerso durante il percorso di avere una forte rabbia dentro, e di essere sempre stato ansioso... ma non ne ero consapevole, in qualche modo non me ne accorgevo. Una volta la psicologa mi parlò di alessitimia, penso si riferisse a questo. Questo è uno dei pochi lati su cui qualche progresso ce stato. Ora sono un po piu consapevole delle mie emozioni.
Non so, tutte queste cose si sono ripresentate anche nel rapporto con la psicologa e credo che abbiano reso più difficile l'analisi.
Anche adesso scrivendo mi accorgo di non averlo fatto in modo spontaneo e naturale ma sto come cercando di razionalizzare tutto e di comunicarvelo come un robot.
Io in sostanza mi chiedevo se dei farmaci potessero togliermi il pessimismo e farmi tornare il buonumore, rendermi la mente piu serena e non sentire più tutti i pensieri ansiosi e giudicanti che ho in testa per poi così ripartire.
Inoltre ce una cosa che mi angoscia un pò: è normale che io provi stima e ammirazione per la mia psicologa? L'ho presa come esempio di modello di persona che vorrei essere, da cui trarre spunto e ispirazione, e avere una vita come la sua. Io ho sempre vissuto non come avrei voluto, e in lei vedo tante caratteristiche che vorrei sviluppare anch'io. All'inizio dell'analisi io vagavo senza meta, senza sapere di preciso come sarei voluto diventare e avere davanti questa persona mi ha spronato e dato diciamo un obiettivo," un sogno" a cui puntare sul tipo di persona che voglio diventare. Credo sia stata una cosa positiva per me....Quando mi sento depresso e perso nella rovina ed autocommiserazione vado su facebook a guardare il suo profilo,cosa fa, come vive, e ciò mi da una ventata di positività, mi risolleva il morale e mi fa sentire di nuovo ispirato e motivato a cambiare.
Mi vergogno molto a scrivere queste cose...Tutto ciò è normale? Devo dirlo alla mia psicologa? Secondo voi dovrei smettere questa cosa?
Grazie a chiunque risponderà
Questo consulto ha ricevuto 2 risposte e 1.5k visite dal 30/09/2017.
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